Perchè Gentiloni ha regalato i giacimenti di petrolio alla Francia?

bello questo amore fraterno europoide ? Cedi cedi, butta via la sovranità che è un feticcio….complimenti (vorrei ricordare ai sedicenti difensori della costituzione che cedere la sovranità è un atto eversivo) 

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(Claudio Antonelli per la Verità) – Nove giorni e poi il trattato di Caen entrerà in vigore anche se il nostro Parlamento non l’ ha ratificato. Nel 2015 l’ allora ministro degli esteri, Paolo Gentiloni, incontra in Francia il suo omologo Laurent Fabius. Sottoscrivono un accordo per ridefinire i nuovi confini marittimi tra i due Paesi. Le acque territoriali francesi in prossimità della Corsica passano da 12 a 40 miglia, mentre il confine al largo della parte nordoccidentale della Sardegna si allarga addirittura fino alle 200 miglia. Tutto mare in più che finisce a Parigi con tutto ciò che c’ è dentro: soprattutto il pesce.
L’ accordo ha già fatto scandalo. Soprattutto perché non se ne comprende in alcun modo la logica sottostante. Quale è la contropartita? Apparentemente non si vede. Ma la notizia ancor più scandalosa l’ ha riportata ieri il quotidiano Italia Oggi. Dentro il trattato c’ è un cavillo che – di fatto – regala ai cugini d’ Oltralpe anche lo sfruttamento di gas, petrolio e idrocarburi.
Al largo della costa sarda è stata da tempo individuata una mega riserva di gas da 1,4 trilioni di metri cubi di gas e 0,42 miliardi di barili di petrolio. Per avere un’ idea delle dimensioni, il giacimento egiziano Zohr (in mano all’ Eni) è considerato il più grande al mondo e ha una riserva potenziale di 5,5 miliardi di barili equivalenti di petrolio. In pratica 11 volte tanto la scoperta fatta nelle acque italiane. L’ articolo 4 del trattato prevede che nel caso sia possibile accedere alla riserva presente sotto il fondale italiano, avviando la trivellazione direttamente dal versante francese, a Parigi sarà concesso il semaforo verde alle estrazioni.
La clausola non è di semplice interpretazione. Resta infatti da chiarire se a fronte della concessione al nostro Paese arriverebbero almeno delle royalty. Per il resto lo scippo appare chiaro. Anzi trasparente, visto che è addirittura autorizzata dal governo di Roma. Al momento il giacimento potenziale (presente nella zona marina E) è congelato.
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L’ azienda norvegese che aveva chiesto l’ autorizzazione ai carotaggi ha ricevuto l’ alt circa due anni fa. Ma quando sarà entrato in vigore l’ accordo sarà possibile aggirare il confine e procedere. Sommando alla prima fregatura economica quella ambientale. Il nostro Paese avrebbe solo i rischi (limitati a dire il vero) senza potere aggiungere i benefici per le casse dello Stato. L’ unico in grado di bloccare il meccanismo è in questi giorni lo stesso Gentiloni.
La Francia infatti, vedendo l’ ostruzionismo del Parlamento italiano, ha avviato con un semplice decreto una procedura amministrativa unilaterale, nata a sua volta da una consultazione pubblica consentita da Bruxelles. L’ iter del procedimento scade il prossimo 25 marzo. In caso di silenzio-assenso e quindi di mancato ostruzionismo da parte di Roma sarà persino inutile che il prossimo Parlamento intervenga. Lo scippo si consumerà automaticamente. Tanto più che è davvero difficile sperare che il sottoscrittore dell’ accordo – adesso nelle vesti di presidente del Consiglio – possa cambiare idea. Resta da sperare che i movimentisti sardi trovino eco anche lungo la penisola.
In prima fila c’ è Mauro Pili, ex presidente della Regione Sardegna, ex deputato di Forza Italia, ora leader del movimento Unidos, che si batte per la libertà del popolo sardo. È sempre Italia Oggi a riportare le sue dichiarazione: «La Francia sta tentando un’ operazione simile a quella di due anni fa, scongiurata dopo una grande mobilitazione e una incisiva azione parlamentare.
Questa volta, però, il governo francese ha avviato una procedura amministrativa che sta trovando l’ Italia spiazzata. In pratica con un decreto avviene l’ annessione di porzioni di acque internazionali direttamente connesse con il mare sardo». La preoccupazione della politica sarda si concentra, ovviamente, sui danni del comparto ittico.
E potrebbe nelle prossime ora riuscire a trovare alleati anche in Toscana e Liguria, regioni che a loro volta si vedrebbero costrette a cedere pezzi di mare.
L’ anno scorso era intervenuto l’ assessore fiorentino all’ agricoltura, Marco Remaschi, avanzando preoccupazioni per i pescatori professionisti che vivono a Viareggio e all’ isola d’ Elba.
Al di là dei fatti, resta un grande mistero da risolvere. Perché cedere a Parigi porzioni di mare e concessioni (indirette) sui nostri idrocarburi senza nulla in cambio. Oppure se c’ è qualche contropartita, il governo dovrebbe esplicitarla. I dossier tra Italia e Francia sono numerosi. Dalla condivisione della cantieristica navale, alla difesa comune, arrivando fino al pattugliamento del Sahel. Un tema quest’ ultimo molto delicato, visto che il governo del Niger ci ha definito indesiderati e ciò rafforza l’ idea che la missione militare italiana nasceva appunto da una specifica richiesta dell’ intelligence parigina.
L’ accordo di Caen avrebbe avuto un senso se la controparte fosse stata il controllo totale dei cantieri di Stx, un colpo grosso per Fincantieri. Solo che Emmanuel Macron ha prima nazionalizzato l’ azienda di Saint Nazaire e poi l’ ha lasciata al nostro Paese mantenendo il controllo di fatto. Prendersi anche mare e idrocarburi sarebbe anche una beffa.
Pubblicato su 16 Mar 2018 da infosannio

Aldo Moro 40 anni dopo – La sconvolgente deposizione raccolta da Imposimato: “le forze speciali di Dalla Chiesa stavano per liberare Moro, ma una telefonata dal VIMINALE li fermò” !!!

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Il giorno prima di morire, Aldo Moro era a un passo dalla salvezza: le forze speciali del generale Dalla Chiesa stavano per fare irruzione nel covo Br di via Montalcini, sotto controllo da settimane. Ma all’ultimo minuto i militari furono fermati da una telefonata giunta dal Viminale: abbandonare il campo e lasciare il presidente della Dc nelle mani dei suoi killer. E’ la sconvolgente rivelazione che Giovanni Ladu, brigadiere della Guardia di Finanza di stanza a Novara, ha affidato a Ferdinando Imposimato, oggi presidente onorario della Corte di Cassazione, in passato impegnato come magistrato inquirente su alcuni casi tra i più scottanti della storia italiana, compreso il sequestro Moro. Prima di passare il dossier alla Procura di Roma, che ora ha riaperto le indagini, Imposimato ha impiegato quattro anni per verificare le dichiarazioni di Ladu, interrogato nel 2010 anche dal pm romano Pietro Saviotti.
Decisive, a quanto pare, le testimonianze degli ex “gladiatori” sardi Oscar Puddu e Antonino Arconte, l’allora agente del Sismi che tempo fa rivelò di
aver ricevuto da Roma la richiesta di contattare in Libano i palestinesi dell’Olp per favorire la liberazione di Moro, ben 14 giorni prima che lo statista venisse effettivamente rapito. Secondo il brigadiere Ladu, all’epoca semplice militare di leva nei bersaglieri, la prigione romana di Moro, in via Montalcini 8, era stata individuata dai servizi segreti e da Gladio e controllata per settimane. Non solo: «L’8 maggio del 1978 – scrive  Piero Mannironi suLa Nuova Sardegna – lo statista Dc che sognava di cambiare la politica italiana doveva essere liberato con un blitz delle teste di cuoio dei carabinieri e della polizia, ma una telefonata dal Viminale bloccò tutto, e il giorno dopo Moro fu ucciso. Il suo cadavere fu fatto ritrovare nel portabagagli di una Renault rossa in via Caetani. In quel momento – continua Mannironi – la storia italiana deragliò da un percorso progettato da Moro e dal suo amico-nemico Berlinguer, tornando nello schema ortodosso della politica dei blocchi e incamminandosi poi verso un tragico declino morale».
Il giudice Imposimato, ora avvocato, conobbe il super-testimone Giovanni Ladu soltanto nel 2008: «Si presentò nel suo studio all’Eur insieme a due colleghi, autorizzato dal suo comandante». Il brigadiere delle Fiamme Gialle aveva scritto un breve memoriale, nel quale sosteneva di essere stato con altri militari a Roma, in via Montalcini, per sorvegliare l’appartamento-prigione in cui era tenuto il presidente della Dc. Un appostamento cominciato il 24 aprile 1978 e conclusosi l’8 maggio, alla vigilia dell’omicidio di Moro. Perché Ladu ha atteso ben trent’anni anni prima di parlare? «Avevo avuto la consegna del silenzio e il vincolo al segreto – ha detto a Imposimato – ma soprattutto avevo paura per la mia incolumità e per quella di mia moglie. La decisione di parlare mi costa molto, ma oggi spero che anche altri, tra quelli che parteciparono con me all’operazione, trovino il coraggio di parlare per ricostruire la verità sul caso Moro».
Ladu ha raccontato che il 20 aprile del 1978 era partito dalla Sardegna per il servizio militare. Destinazione: 231° battaglione bersaglieri Valbella di Avellino. Dopo tre giorni, lui e altri 39 militari di leva furono fatti salire su un autobus, trasportati a Roma e alloggiati nella caserma dei carabinieri sulla via Aurelia, vicino all’Hotel Ergife. Furono divisi in quattro squadre e istruiti sulla loro missione: sorveglianza e controllo di uno stabile. A tutti i militari fu attribuito uno pseudonimo, e Ladu diventò “Archimede”. Lui e la sua squadra presero possesso di un appartamento in via Montalcini che si trovava a poche decine di metri dalla casa dove, dissero gli ufficiali che coordinavano l’operazione, «era tenuto prigioniero un uomo politico che era stato rapito». Il nome di Moro non venne fatto, ma tutti capirono.
Il racconto di Ladu è ricco di dettagli: controllo visivo 24 ore su 24, micro-telecamere nascoste nei lampioni, controllo della spazzatura nei cassonetti. Per mimetizzarsi, i giovani militari di leva indossavano tute dell’Enel o del servizio di nettezza urbana. Così controllarono gli spostamenti di “Baffo”, poi riconosciuto come Mario Moretti, che entrava e usciva sempre con una valigetta, o della “Miss”, Barbara Balzerani. Vestito da operaio, un giorno Ladu fu inviato con un commilitone a verificare l’impianto delle telecamere all’interno della palazzina dove era detenuto Moro. Invece di premere l’interruttore della luce, il brigadiere sardo si sbagliò e suonò il campanello. Aprì la “Miss” e Ladu improvvisò con prontezza di spirito, chiedendo se era possibile avere dell’acqua.
Un racconto agghiacciante nella sua precisione, continua il reporter della “Nuova Sardegna”. Nell’appartamento sopra la prigione di Moro erano stati piazzati dei microfoni che captavano le conversazioni. La cosa che stupì Ladu era che il personale addetto alle intercettazioni parlava inglese. «Scoprimmo in seguito – ricorda – che si trattava di agenti segreti di altre nazioni, anche se erano i nostri 007 a sovrintendere a tutte le operazioni». Altri particolari: era stato predisposto un piano di evacuazione molto discreto per gli abitanti della palazzina ed era stata montata una grande tenda in un canalone vicino, dove era stata approntata un’infermeria nel caso ci fossero stati dei feriti, nel blitz delle teste di cuoio, le unità speciali antiterrorismo dei carabinieri di Dalla Chiesa.
«L’8 maggio tutto era pronto – dice ancora Ladu – ma accadde l’impensabile. Quello stesso giorno, alla vigilia dell’irruzione, ci comunicarono che dovevamo preparare i nostri bagagli perché abbandonavamo la missione. Andammo via tutti, compresi i corpi speciali pronti per il blitz e gli agenti segreti. Rimanemmo tutti interdetti perché non capivamo il motivo di questo abbandono. La nostra impressione fu che Moro doveva morire». Ladu ha raccontato di aver sentito dire da alcuni militari dei corpi speciali che tutto era stato bloccato da una telefonata giunta dal ministero dell’interno. Mentre smobilitavano, un capitano intimò al brigadiere sardo: «Dimenticati di tutto quello che hai fatto in questi ultimi 15 giorni». Successivamente, seguendo una trasmissione in tv, Ladu avrebbe riconosciuto uno degli ufficiali che coordinavano l’operazione: il generale Gianadelio Maletti, ex capo del controspionaggio del Sid, che i militari in quei giorni avevano soprannominato, per la sua pettinatura, “Brillantina Linetti”.
Imposimato è rimasto inizialmente perplesso e diffidente: il racconto di Ladu sconvolge tutte le esperienze investigative precedenti, ne annulla tutte le certezze e, soprattutto, pone un problema terribile: bloccando il blitz, qualcuno avrebbe quindi decretato la morte di Aldo Moro. «Per quattro anni, così, quel racconto rimase sospeso, in attesa di conferme e riscontri», aggiunge Mannironi. «Fino a quando non comparve il “gladiatore” Oscar Puddu». Grazie all’ex agente della “Gladio”, il quadro di quei giorni drammatici del 1978 è parso completarsi, trovando una nuova credibilità. Nel frattempo, lo stesso Imposimato aveva conosciuto altri ex “gladiatori” sardi, Antonino Arconte e Pierfrancesco Cancedda, e ascoltato i loro sconvolgenti racconti sul caso Moro: «Confermavano che nel mondo dei servizi segreti si sapeva dell’imminente sequestro di Moro». Arconte, in particolare, ricorda di aver personalmente consegnato, a Beirut, l’ordine di contattare l’Olp per stabilire un contatto con le Br, prima ancora del sequestro Moro. L’uomo a cui all’epoca Arconte consegnò il dispaccio, il colonnello Mario Ferraro, del Sismi, anni dopo fu trovato morto nella sua abitazione romana, in circostanze mai chiarite.
«Giovanni Ladu, poi, non aveva e non ha alcun interesse a risvegliare i fantasmi che popolano uno dei fatti più oscuri della vita della Repubblica», osserva il giornalista della “Nuova Sardegna”. «Lui, soldato di leva in quel 1978, venne proiettato in un universo sconosciuto del quale sapeva poco o nulla». Ma perché il Sismi per una missione così delicata scelse di utilizzare quel manipolo di ragazzi inesperti? «Vista l’età, erano meno visibili, meno sospettabili da parte dei terroristi». Inoltre, non erano soli: secondo Ladu, erano controllati dal generale Musumeci, dai suoi uomini e da 007 che parlavano inglese. Resta da capire chi avrebbe fatto quella telefonata dal Viminale che, secondo questa ricostruzione, avrebbe condannato a morte Aldo Moro. A fermare Musumeci, conclude Mannironi, potevano essere solo Cossiga, ministro dell’interno, o Andreotti, presidente del Consiglio. Secondo Oscar Puddu, il generale Dalla Chiesa insistette per il blitz, ma fu bloccato da Andreotti e Cossiga. «Lo convocarono a Forte Braschi, la sede del Sismi, e lo redarguirono duramente». Come si sa, Dalla Chiesa fu poi trasferito a Palermo, dove fu ucciso in un agguato organizzato da Cosa Nostra.

BACK TO BALKANS : THE GEOPOLITICAL SITUATION (SEEN FROM THE USA)

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE/

Luc MICHEL pour EODE/

Quotidien géopolitique – Geopolitical Daily/

2018 02/

 Making Sense of the Balkans

Apr 6, 2018

LM.GEOPOL - Back to balkans (2018 04 06) ENGL 2

What might qualify in Germany or the United States as “political instability” would be seen as business as usual in the Balkans, where insecurity and political violence are all too common. Consider the following two examples. In Montenegro, NATO’s newest member, two car bombs exploded in the past seven days and a major protest against violence is being planned by a Western-funded nongovernmental organization for the weekend. In Kosovo, just days after Kosovar forces arrested and deported a Serbian government official, the prime minister fired his interior minister and his intelligence chief for deporting six Turks accused of being involved in the Gulenist movement, which Turkey blames for the 2016 attempted coup, without his approval. (The Kosovar president has refused to accept the dismissal of the intelligence chief, and he remains in his post.) In other parts of the world, events like these might attract attention. But in the Balkans, they barely raise eyebrows.

The region’s historical obstacles might have been overcome if the West were still the primary outside power calling the shots. But the leverage the West has in the Balkans is not what it once was. Instead, a three-way competition between the West, Turkey and Russia is emerging.

The West realizes this and has tried to respond. NATO has admitted Montenegro as a member and wants to do the same with Macedonia as soon as possible. As part of a Western effort to isolate Russia after the alleged spy poisoning in the U.K., a number of Balkan states chose to expel Russian diplomats. But efforts such as these might well be too little, too late. The EU cannot promise the same kind of prosperity it was offering in the early 2000s, and Russia has already shown what a U.S. security guarantee is worth.

Turkey is also a key NATO country, but it has a different agenda in the region, rooted both in its imperatives and its history as a great power in southern Europe. It is not powerful enough yet to assert itself in the Balkans and has bigger problems right now in Syria. Still, Turkey is slowly building political and economic influence in the region. Turkish President Recep Tayyip Erdogan felt sufficiently comfortable with Turkey’s position to condemn Kosovo’s prime minister for firing his interior minister.

Russia’s position in the region is stronger. It maintains a close working relationship with Serbia and with Republika Srpska, a predominantly Serbian enclave in Bosnia that is increasingly acting like an independent entity. Serbia has flirted with the West but cannot tolerate Kosovo’s independence, and Russia’s need to maintain Serbia as an ally has become even more serious as the Intermarium countries become more united against Moscow.

The Balkans isn’t on the verge of chaos. But developments in this part of the world have to be understood differently now in the context of a discredited EU, a weak and desperate Russia, and an ambitious but uncertain Turkey. Political violence in Montenegro, the lack of progress in Serbia-Kosovo relations, Serbian riots in Kosovo, name changes and other intrigue in Macedonia, the deterioration of Bosnia’s tenuous political structure and biker gangs running amok are all par for the course in the Balkans. But what is par for the course in the Balkans can have ramifications for the world simply by virtue of the Balkans’ geography and history. World War I started in the Balkans. That is not to say World War III will start there – it is merely to say that every action has an equal and opposite reaction, and as the strategic context around the Balkans changes, so too will the Balkans.

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Rising stars in troubled times

While Western Europe has struggled after the 2008 financial crisis, Eastern European cities have proved resilient. Eastern Europe has exhibited some impressive growth rates over the past decade. Companies from around the world continue to target Eastern Europe for investment because of the human capital the region brings to bear.

Find out more about these dynamic economies in our new e-book, Eastern Europe’s Competitive Edge, available for only $9.99. Plus, for a limited time, we’ll add a free six-month subscription so you can keep on top of all the new geopolitical developments in Europe and the rest of the world.

LM.GEOPOL - Back to balkans (2018 04 06) ENGL 4

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE

* With the Geopolitician of the Eurasia-Africa Axis:

Geopolitics – Geoeconomics – Geoidology – Geohistory –

Geopolitisms –  Neoeurasism – Neopanafricanism

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* Luc MICHEL (Люк МИШЕЛЬ) :

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ALERTE ROUGE : SYRIE. ‘UNE ATTAQUE AMÉRICAINE EST SOUPÇONNÉE’ (SANA)

 

SYRIA COMMITTEES/ COMITES SYRIE/

КОМИТЕТЫ СИРИИ/ 2018 04 09 (5h)/

SYRIA - Frappe us I (2018 04 09) FR

Conflit en Syrie – « Un aéroport militaire touché par des frappes », selon un média d’Etat syrien : Plusieurs missiles se sont abattus tôt ce lundi sur un aéroport militaire syrien dans le centre du pays, selon l’agence officielle syrienne qui fait état de “soupçons” à l’égard des Etats-Unis.”Plusieurs missiles ont frappé l’aéroport de Tayfur. Une attaque américaine est soupçonnée”, a rapporté l’agence SANA.

Cette attaque intervient au moment où Washington, Paris, mais aussi Ankara (qui vient une fois de plus de retourner sa veste), hurlent sans preuve à une « attaque chinique » à Douma (dernier bastion des djihadistes alliés aux occidentaux et aux turcs en Ghouta orientale, banlieue de Damas). Accusations qualifiées avec raison de « farce » par Damas, Moscou et Téhéran …

LM / SYRIA COMMITTEES WEBSITE

http://www.syria-committees.org

https://www.facebook.com/syria.committees

https://www.facebook.com/suriye.komitesi

https://vimeo.com/syriacommitteestv

https://vimeo.com/syriacommitteestv3

ULTIMATUM FRANÇAIS EN SYRIE. QUEL JEU JOUE PARIS ?

 

* Voir sur PCN-TV/

PRESS TV (IRAN) DEBAT AVEC LUC MICHEL :

ULTIMATUM FRANÇAIS EN SYRIE. QUEL JEU JOUE PARIS ?

(8 AVRIL 2018)

sur https://vimeo.com/263765852

vignettefrancesyrie

* QUE DIT PRESS TV :

« Certaines informations ont fait état ces derniers jours d’un déploiement des forces françaises non loin de la ville de Manbij dans le nord de la Syrie. Ce déploiement a provoqué même des réactions du côté de la Turquie, dont le président a menacé la France d’une riposte militaire. Dans la foulée, Emmanuel Macron a appelé le 6 avril son homologue russe en exigeant de lui qu’il fasse pression sur Damas pour « mettre un terme à l’escalade militaire constatée au cours des derniers mois ».

Alors que le dernier bastion des terroristes d’al-Nosra dans la Ghouta, à savoir Douma, est sur le point d’être évacué et que le camp occidental y voit un échec, les propos tenus par le président français ont une consonance particulière. Surtout que la France a déployé ses soldats à Manbij en soutien aux États-Unis, dont le président avait annoncé un retrait de ses troupes de Syrie avant d’être désavoué par les généraux du Pentagone.

Cité par l’agence ITAR-TASS, le président russe a tenu de son côté à rappeler à son homologue français, au cours de l’entretien du 6 avril, ce que le sommet d’Ankara avait décidé et qui n’est pas de nature à plaire au camp atlantiste : une coopération accrue visant à assurer la stabilité à long terme de la Syrie, renforçant la souveraineté, l’unité, l’indépendance et l’intégrité territoriale de ce pays.

Luc Michel, géopoliticien, et Habib Tawa, analyste politique, s’expriment à ce sujet. »

* LE COMMENTAIRE DE PCN-TV :

Luc MICHEL explique les rapports de soumission de Paris à Washington, depuis que Sarkozy a réintégré la France dans le commandement militaire de l’OTAN, et le mode de fonctionnement de l’Axe géostratégique américano-français en Europe, au Proche-Orient et en France.

Exemple syrien et question kurde à l’appui, il explique comment Paris joue le sale rôle dans cet Axe. Et comment les dirigeants français et européens de l’OTAN « participent aux guerres américaines contre les intérêts fondamentaux de leurs peuples » (dixit le géopoliticien autrichien Jordis Von Lohausen, disciple de Thiriart) …

ALLER PLUS LOIN :

* Voir sur PCN-TV/ GEOPOLITIQUE :

LA POLITIQUE ETRANGERE DE LA FRANCE/ LUC MICHEL VOUS EN DIT PLUS – 007

sur https://vimeo.com/129992000

* Lire sur LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY/ FRANCE 2008-2018 (I) : COMMENT LA FRANCE REBELLE DU GENERAL DE GAULLE EST DEVENUE LA FRANCE VASSALE SOUMISE AUX USA DES SARKOZY-HOLLANDE-MACRON !?

sur http://www.lucmichel.net/2018/03/09/luc-michels-geopolitical-daily-france-2008-2018-i-comment-la-france-rebelle-du-general-de-gaulle-est-devenue-la-france-vassale-soumise-aux-usa-des-sarkozy-hollande-macron/

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ERDOGAN PARTENAIRE OU TRAITRE : ‘TOUT CELA N’INCITE PAS LA RUSSIE A VOIR EN LA TURQUIE UN ALLIE’ (JOURNAL RUSSE RBK DAILY)

# LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY/

L’ACTUALITE QUI CONFIRME L’ANALYSE :

ERDOGAN PARTENAIRE OU TRAITRE : ‘TOUT CELA N’INCITE PAS LA RUSSIE A VOIR EN LA TURQUIE UN ALLIE’ (JOURNAL RUSSE RBK DAILY)

LM DAILY / 2018 04 08/

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE
ART.COMPL.GEOPOL - Erdogan débat (2018 04 08) FR

« Ankara est un membre actif de l’OTAN (…) Il va sans dire que la Turquie entretient d’étroits liens avec des groupes armés en Syrie (…) Tout cela n’incite pas la Russie à voir en la Turquie un allié et ce n’est pas uniquement en raison de sa présence active au sein de l’OTAN. Depuis le début de la guerre, l’Iran et la Russie se sont battus dans le même camp, ce qui n’a jamais été réellement le cas des Turcs » 

– RBK Daily (Moscou, 6 avril).

Après une divergence d’opinion avec un correspondant russe sur Afrique Media, ce samedi, j’ai été violemment agressé (1) sur mon analyse sur la Sommet d’Ankara et le rôle d’Erdogan, agression qui a continué sur certains réseaux sociaux. Visiblement je dérange les réseaux d’influence turcs en Russie ! Le public ne doit pas se laisser abuser, ce n’est pas parce qu’un analyste parle depuis Moscou qu’il représente l’opinion russe. Ou que parce que j’interviens depuis Bruxelles, je prônerais « les positions de l’UE ». Je suis un partisan de Moscou depuis 35 ans, les médias de l’OTAN me disent (avec raison) « omniprésent dans la Russosphère internationale » (2), ma position est celle du Néoeurasisme le plus radical. J’ai aussi affronté directement l’OTAN et l’UE en Mars 2014 en organisant le monitoring du Référendum d’auto-détermination de la Crimée et de Sébastopol (3). Qui peut dire mieux ???

MAIS QUE DIT LA PRESSE RUSSE SUR CE DOSSIER ?

Le journal russe RBK Daily revient sur ce sommet et écrit :

« La libération de la Ghouta reste à cet égard un grand tournant, car elle ouvre la voie à l’effondrement des groupes terroristes dans le sud-ouest et le nord de Hama. Tout porte à croire que les fronts de combat se divisent désormais en plusieurs parties : 1) le centre culturel et commercial de la Syrie contrôlé par l’État, soit 60 pour cent du territoire qui abrite 80 pour cent de la population ; 2) les régions placées sous l’emprise turque ; 3) celles que contrôlent les Kurdes de Syrie ; 4) et enfin une zone située sur la rive est de l’Euphrate et à proximité de Raqqa sur lesquelles les Américains imposent leur contrôle.

Pour l’État syrien, ces trois zones sont sous occupation étrangère et devront être libérées. Et justement c’est en raison de cette situation particulière que le partenariat de la Turquie avec la Russie et l’Iran est bien moins transparent que l’alliance irano-russe. À vrai dire, l’Iran et la Russie pourront ne pas être d’accord dans de nombreux dossiers comme celui des relations avec Riyad ou Tel-Aviv, mais en Syrie, leurs relations vont au-delà d’un simple partenariat et sont devenues une réelle alliance stratégique. Ce qui n’est pas le cas des liens que les deux puissances entretiennent avec la Turquie, dans la mesure où Ankara est un membre actif de l’OTAN.

Il va sans dire que la Turquie entretient d’étroits liens avec des groupes armés en Syrie. Et puis le poids d’Ankara ne cesse de s’accroître à mesure que l’Arabie saoudite perd du terrain.

TOUT CELA N’INCITE PAS LA RUSSIE A VOIR EN TURQUIE UN ALLIE ET CE N’EST PAS UNIQUEMENT EN RAISON DE SA PRESENCE ACTIVE AU SEIN DE L’OTAN. DEPUIS LE DEBUT DE LA GUERRE, L’IRAN ET LA RUSSIE SE SONT BATTUS DANS LE MEME CAMP, CE QUI N’A JAMAIS ETE REELLEMENT LE CAS DES TURCS.

Mais pourquoi la Russie a-t-elle fait preuve d’une extrême tolérance envers la Turquie au cours de son offensive à Afrin ? La Russie espère que cette tolérance pourra déboucher sur une victoire stratégique. Comment cela ? Après avoir été violemment défaits à Afrin, les Kurdes devraient finir par entendre raison et accepter de négocier avec Damas. Dans ce cas, ils n’auront plus besoin des Américains. L’aile sud de l’OTAN ne saura résister à un tel choc et c’est sur cela que misent l’Iran et la Russie. »

QUE DISENT LES MEDIAS D’ETAT IRANIEN ?

En rappelant que Téhéran est un des états du processus d’Astana (Conférences d’Astana, Sotchi et Ankara) :

« Il y a certes à travers ce projet une envie de résurrection de l’empire ottoman, mais surtout la volonté de faire partie du Grand Moyen Orient non pas comme proie des Américains mais surtout comme l’un des prédateurs »

– Fars (Agence d’Etat iranienne, 8 mars 2018).

« En Syrie, la Turquie sert de cheval de Troie à l’OTAN. D’ailleurs, depuis la normalisation de ses liens avec la Russie, Ankara  n’a cessé de s’orienter en ce sens : à mesure qu’elle progresse, l’OTAN avance aussi »

– Agence ‘Fars’ (Iran, 22 mars 2018).

ET QUE DISENT LES GENERAUX AMERICAINS ?

« Ankara est un allié fiable de Washington au sein de l’OTAN et ses inquiétudes en ce qui concerne la sécurité de ses frontières-sud sont parfaitement fondées », a dit le Général George Vottel, commandant du CentCom US !

Dans le cas du dossier syrien, depuis le mois d’août 2016, je parle de « gesticulations diplomatiques opportunistes » à propos des critiques d’Erdogan contre les USA et du soi-disant « rapprochement avec la Russie » avancée par les « géopolitologues de l’émotion immédiate » (qui est tout sauf de la Géopolitique !) de certains médias russes ou français. La diplomatie d’Erdogan (car c’est bien d’un pouvoir personnel qu’il s’agit) n’est ni atlantiste ni eurasiste (sic), elle est foncièrement opportuniste. Et l’actualité le démontre chaque jour. La diplomatie néo-ottomane  d’Erdogan ce ne sont plus des « tournants » mais le « grand 8 » des parcs d’attraction !

ANALYSE DE REFERENCE :

* Lire sur LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY/

QUELLE ANALYSE DU SOMMET TRIPARTITE D’ANKARA SUR LA SYRIE ?

sur http://www.lucmichel.net/2018/04/04/luc-michels-geopolitical-daily-quelle-analyse-du-sommet-tripartite-dankara-sur-la-syrie/

EMISSION DE REFERENCE :

* Voir sur PCN-TV/

PRESS TV (IRAN) DEBAT AVEC FABRICE BEAUR & LUC MICHEL :

LE SOMMET TRIPARTITE IRAN/TURQUIE/RUSSIE SUR LA SYRIE.

QUE FAUT-IL EN PENSER ?

(6 AVRIL 2018)

sur https://vimeo.com/263623970

LM

NOTES :

(1) Il faut noter que les conditions du multiplex avec Douala ne me permettent pas de répliquer. Et donc que cette agression unilatérale se double d’une totale lâcheté, puisque mon agresseur sait que je ne pourrai pas lui répondre !

(2) « Luc Michel est omniprésent dans la ‘russosphère’ internationale », Le Vif-L’Express (édition belge du magazine français) dans « Russie-Belgique : Moscou avance ses pions » (n° 3413, 2 au 8 décembre 2016).

Cfr. LE VIF-L’EXPRESS CITE LUC MICHEL ‘OMNIPRESENT DANS LA ‘RUSSOSPHERE’ INTERNATIONALE’

sur http://www.lucmichel.net/2016/12/15/lucmichel-net-le-vif-lexpress-cite-luc-michel-omnipresent-dans-la-russosphere-internationale/

(3) « Au moment où il bloquait les observateurs de l’Organisation pour la sécurité et la coopération en Europe (OSCE), Poutine en faisait venir d’autres via le Eurasian Observatory for Democracy and Elections (EODE), organisation non gouvernementale créée et administrée par (…) Luc Michel, afin de tenter de légitimer le référendum du 16 mars 2014 en Crimée » dit la revue de l’IFRI.

Cfr. « Crimée : les contradictions du discours russe », par Jean-Baptiste Jeangène Vilmerin, in POLITIQUE ETRANGERE, 2015/1 (Printemps), éditée par l’IFRI (Paris).

_____________________________

* Avec le Géopoliticien de l’Axe Eurasie-Afrique :

Géopolitique – Géoéconomie – Géoidéologie – Géohistoire –

Géopolitismes – Néoeurasisme – Néopanafricanisme

(Vu de Moscou et Malabo) :

PAGE SPECIALE Luc MICHEL’s Geopolitical Daily

https://www.facebook.com/LucMICHELgeopoliticalDaily/

LES RUSSES INQUIETS DU PROJET MILITAIRE TURC DANS LE NORD DE LA SYRIE

 

* Voir sur EODE-TV/

PRESSTV INTERROGE FABRICE BEAUR (EXPERT EODE) :

LES RUSSES INQUIETS DU PROJET MILITAIRE TURC DANS LE NORD DE LA SYRIE

(5 MARS 2018)

sur https://vimeo.com/263470782

yyy

PRESS TV, la télévision iranienne internationale francophone, interroge Fabrice BEAUR (Expert EODE, Administrateur de EODE-RUSSIA) :

« Le porte-parole de la présidence turque a évoqué la possibilité que soit lancée une nouvelle opération militaire à Tal Rifaat, à une quarantaine de kilomètres au nord d’Alep, dans le nord de la Syrie.

Ankara peut-il continuer d’occuper le nord de la Syrie ?

Fabrice BEAUR, expert pour l’ONG EODE, nous répond. »

‘REPORTAGE’

DU 5 AVRIL 2018

SUR PRESS TV (IRAN)

Images/Montage : PRESS TV

Duplex audio Téhéran-Moscou

# ALLER PLUS LOIN :

Lire sur LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY/ QUELLE ANALYSE DU SOMMET TRIPARTITE D’ANKARA SUR LA SYRIE ?

sur http://www.lucmichel.net/2018/04/04/luc-michels-geopolitical-daily-quelle-analyse-du-sommet-tripartite-dankara-sur-la-syrie/

Et : FAILLITE DE LA ‘GEOPOLITIQUE DE L’EMOTION”:

OUI LA TURQUIE D’ERDOGAN ET DE L’OTAN EN SYRIE ROULE TOUJOURS POUR LES USA (PRESSE IRANIENNE)

sur http://www.lucmichel.net/2018/03/08/luc-michels-geopolitical-daily-faillite-de-la-geopolitique-de-lemotion-oui-la-turquie-derdogan-et-de-lotan-en-syrie-roule-toujours-pour-les-usa/

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EODE ORGANISATION …

# EODE-TV :

* EODE-TV https://vimeo.com/eodetv

* EODE-TV sur YouTube :

https://www.youtube.com/user/EODEtv

* Page Officielle EODE-TV

https://www.facebook.com/EODE.TV/

# ЕВРАЗИЙСКИЙ СОВЕТ ЗА ДЕМОКРАТИЮ И ВЫБОРЫ (ЕСДВ)/ EURASIAN OBSERVATORY FOR DEMOCRACY & ELECTIONS

(EODE) :

http://www.eode.org/

https://www.facebook.com/EODE.org /

https://www.facebook.com/groups/EODE.Eurasie.Afrique/

https://www.facebook.com/EODE.africa/

https://www.facebook.com/EODE.russia.caucasus/

# GROUPE OFFICIEL ‘EODE – AXE EURASIE AFRIQUE’

https://www.facebook.com/groups/EODE.Eurasie.Afrique/

LE SOMMET IRAN/TURQUIE/RUSSIE SUR LA SYRIE. QUE FAUT-IL EN PENSER ?

 

* Voir sur PCN-TV/

PRESS TV (IRAN) DEBAT AVEC FABRICE BEAUR & LUC MICHEL :

LE SOMMET TRIPARTITE IRAN/TURQUIE/RUSSIE SUR LA SYRIE.

QUE FAUT-IL EN PENSER ?

(6 AVRIL 2018)

sur https://vimeo.com/263623970

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PRESS TV, la télévision d’Etat iranienne internationale francophone, débat avec Fabrice BEAUR (Expert EODE, Administrateur de EODE-RUSSIA) & Luc MICHEL, géopoliticien :

« L’Iran, la Russie et la Turquie, en tant que garants du cessez-le-feu, jouent un rôle clé dans la résolution de la crise en Syrie, a estimé le président iranien Hassan Rohani.

En présence de ses homologues russe Vladimir Poutine et turc Recep Tayyip Erdogan, le président de la République islamique d’Iran Hassan Rohani a déclaré, dans son discours, que Téhéran accordait une grande importance au processus politique d’Astana.

Avant le sommet tripartite d’Ankara, le président iranien Hassan Rohani s’est entretenu en privé avec ses homologues turc Recep Tayyip Erdogan et russe Vladimir Poutine.

Les trois présidents se sont accordés pour dire que le processus d’Astana était l’unique mécanisme international efficace pour faciliter les efforts des Syriens pour la paix.

Luc MICHEL, géopoliticien, et Fabrice BeEAUR, expert pour l’ONG EODE, nous répondent. »

‘LE DEBAT’

DU 6 AVRIL 2018

SUR PRESS TV (IRAN)

Images/Montage : PRESS TV

Multiplex audio Téhéran-Moscou-Bruxelles

# ALLER PLUS LOIN :

Lire sur LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY/ QUELLE ANALYSE DU SOMMET TRIPARTITE D’ANKARA SUR LA SYRIE ?

sur http://www.lucmichel.net/2018/04/04/luc-michels-geopolitical-daily-quelle-analyse-du-sommet-tripartite-dankara-sur-la-syrie/

Et : FAILLITE DE LA ‘GEOPOLITIQUE DE L’EMOTION”:

OUI LA TURQUIE D’ERDOGAN ET DE L’OTAN EN SYRIE ROULE TOUJOURS POUR LES USA (PRESSE IRANIENNE)

sur http://www.lucmichel.net/2018/03/08/luc-michels-geopolitical-daily-faillite-de-la-geopolitique-de-lemotion-oui-la-turquie-derdogan-et-de-lotan-en-syrie-roule-toujours-pour-les-usa/

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