Scempio del corpo di Pamela, gli avvocati dei nigeriani: “Rimetteteli in libertà, subito”

se da loro usa così, si devono rispettare le kulture diverse, non facciamo i razzisti, fuori subito gli squartatori

11/03/2018

ieri il tribunale del riesame di Ancona ha fatto sapere nulla sulla richiesta di scarcerazione avanzata dagli avvocati Gianfranco Borgani e Giuseppe Lupi per Desmond e Awelima. i difensori hanno sostenuto  che sui due nigeriani non sussistono gravi indizi di colpevolezza, Il fatto che i giudici non abbiamo avuto urgenza di fare conoscere la decisione, potrebbe fare immaginare che il ricorso sia stato respinto, ma per averne la certezza bisognerà attendere almeno fino a domani. Sia l’avvocato Borgani che anche gli avvocati Simone Matraxia e Umberto Gramenzi – gli ultimi due assistono Oseghale – si stanno muovendo anche con dei periti per fare luce su tale vicenda.

https://www.leggilo.org/2018/03/11/scempio-corpo-pamela-gli-avvocati-dei-nigeriani-rimetteteli-liberta-subito/

Londra costruisce carceri in Nigeria E imprigiona gli stranieri a casa loro

SI CAPISCE BENE LA LIBERTA’ DI AZIONE DI NAZIONI CHE NON HANNO MAFIA CAPITALE DA NUTRIRE

A finanziarle i fondi per contrastare l’immigrazione illegale. Così il risparmio è di 40mila euro a detenuto

 Fausto Biloslavo – Lun, 12/03/2018 – 09:22

Il governo inglese costruirà un’ala di una prigione a Lagos per spedire in patria i criminali nigeriani ospiti delle carceri di Sua maestà. E lo farà con i fondi per contrastare l’immigrazione illegale. In Italia è praticamente impossibile rimandare a casa gli stranieri dietro le sbarre, che sono un detenuto su tre. Nigeriani, marocchini, tunisini, albanesi e romeni considerano il Belpaese un «paradiso penale», come ha denunciato a fine gennaio il procuratore generale presso la Corte d’Appello di Bologna, Ignazio De Francisci. Il ministro degli Esteri inglese, Boris Johnson, ha annunciato al Parlamento la costruzione di una nuova ala del carcere Kiri-Kiri nella capitale nigeriana con 122 posti letto per i detenuti rimpatriati da Londra. La prigione di massima sicurezza nigeriana ha una storia controversa per sovraffollamento, violenze e alta mortalità fra i carcerati.

Per questo motivo Londra ha deciso di mettere in piedi una nuova ala che rispetti le condizioni di vivibilità previste dalle Nazioni Unite. L’obiettivo è rispedire in patria i 270 condannati nigeriani delle carceri britanniche. L’investimento è di 788mila euro, ma ogni straniero detenuto in patria costa circa 40mila euro all’anno. Ed il bello è che le autorità britanniche utilizzeranno, senza battere ciglio, i fondi per il ritorno a casa dei migranti illegali. Johnson ha sottolineato che «aiutare la Nigeria a migliorare le condizioni penitenziarie permetterà di trasferire un maggiore numero di detenuti nigeriani liberando posti nelle carceri del Regno Unito».

Gli inglesi hanno chiuso accordi per il trasferimento di detenuti anche con Albania, Ruanda, Giamaica e Libia. Nel nostro Paese un detenuto su tre è straniero. Le 190 carceri italiane «ospitano» 57.608 persone. A dicembre 2017, gli stranieri erano 19.745, il 34,3% della popolazione carceraria. Il nostro sistema penitenziario è sempre sovraffollato e riuscire a mandare a casa loro gli stranieri servirebbe a ridurre costi e liberare posti in cella.

«Il sovraffollamento delle nostre carceri è figlio della presenza di detenuti stranieri, che potrebbero scontare la pena nei loro Paesi di origine» dichiarava lo scorso anno il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Santi Consolo. L’Italia ha già mosso i prima passi con l’Algeria, ma si punta anche sul Marocco e la Tunisia. I marocchini in carcere sono 3703 seguiti da romeni e albanesi. Poi ci sono i tunisini (2112) ed i nigeriani (1125), quasi quattro volte i numeri inglesi.

Il problema è che il Belpaese è «un paradiso penale» per i criminali stranieri. De Francisci, procuratore a Bologna, ha puntato il dito contro «certa giurisprudenza» che «ostacola il trasferimento dei detenuti stranieri perché scontino la pena nei Paesi d’origine». In pratica si asseconda «la preferenza degli stranieri per le carceri italiane anche quando non ve ne sarebbero i presupposti». Non sono gli unici ostacoli: Paesi come la Tunisia tendono a non riconoscere il criminale che dovrebbe venire espulso. Così il condannato sconta la pena, a carico del contribuente, con tutti i benefici di legge previsti in Italia ben superiori a quelli della sua nazione d’origine. La Romania non risponde sulle condizioni delle loro carceri. Il risultato è che il delinquente romeno resta in cella da noi o viene liberato perchè a casa sua non vengono rispettati gli standard penitenziari previsti da Bruxelles.

http://www.ilgiornale.it/news/politica/londra-costruisce-carceri-nigeria-e-imprigiona-stranieri-1503916.html

I petrolieri possono bombardare il nostro mare: via libera dal Consiglio di Stato alle ricerche nell’Adriatico

siamo in democrazia no? Mica vogliamo che i flussi di capitale siano ostacolati da brutti rigurgiti nazionalisti o peggio ecologisti…basta con sta sovranità sul proprio territorio, è un feticcio….complimenti al consiglio di stato, così lo proteggono LO STATO?

L’area in cui la società inglese Spectrum è stata autorizzata dal Governo Renzi a fare ricerca di gas e petrolio si estende per 30mila chilometri quadrati da Rimini a Termoli, da Rodi Garganico a Santa Cesarea Terme

Catena umana alle Tremiti contro le trivelle in mare, Emiliano firma il referendum NoTriv

I giudici hanno respinto i ricorsi che le Regioni Puglia e Abruzzo avevano inoltrato contro i permessi di ricerca, tramite la tecnica “Air gun” devastante per la fauna marina, dopo che nel Settembre 2016 il Tar Lazio aveva già dato ragione ai petrolieri con una sentenza appellata, appunto, al Consiglio di Stato che ora ha dato il via libera definitivo.

http://www.ilmattinodifoggia.it/news/manfredonia-gargano/36112/i-petrolieri-possono-bombardare-il-nostro-mare-via-libera-dal-consiglio-di-stato-alle-ricerche-nell-adriatico.html

Voto dall’estero, smascherati i brogli! Centinaia di schede uguali per un unico partito: indovina quale

venerdì 9 marzo 2018

La Procura di Roma ha aperto un’inchiesta per chiarire se ci siano stati brogli e irregolarità nel conteggio dei voti degli italiani all’estero a San  Marino. Lo riportano varie fonti locali, da RiminiToday al Resto del Carlino: sarebbero 600 le schede elettorali contraffatte partite da San Marino e arrivate a Roma per “modificare” il risultato elettorale. A questa notizia si aggiungono i servizi delle Iene sui voti degli italiani all’estero, dal Canada alla Germania, in cui sarebbero evidenti irregolarità nei seggi durante lo spoglio, con voti annullati a caso per la mancanza dei talloncini.

Nei capannoni di Castelnovo di Porto (Roma) dove si stanno ancora conteggiando i voti dall’estero, le schede provenienti da San Marino “risulterebbero palesemente contraffatte sia nella qualità della carta che nei colori” e, secondo RiminiToday, “presenterebbero la preferenza a una lista civica della coalizione di centrosinistra”. Al Carlino l’ambasciatore italiano sul Titano Guido Cerboni dice di essere “molto amareggiato”: “Ho scoperto dai giornali la storia che oltre 600 schede elettorali, con le quali gli italiani a San Marino, hanno espresso il loro voto sarebbero contraffatte. Noi abbiamo rispettato tutte le procedure, non può essere vero”. Per il momento, il Pd dall’estero potrebbe guadagnare 5 seggi alla Camera e 2 al Senato, più di ogni altra lista.

http://attivistacinquestelle.blogspot.it/2018/03/voto-dallestero-smascherati-i-brogli.html

Violenza sessuale Trento: arrestato dalla squadra mobile anche il quinto nigeriano richiedente asilo.

sarà solo un abuso percepito, i 5 stupratori, ah no, richiedenti asilo in fuga dalla guerra e dalla miseria, hanno pensato bene di abusare di una ragazza, peraltro nigeriana come loro, visto che si usa così….

Una bella kultura da cui prendere esempio, come dice la Boldrina

 12 marzo 2018

Martedì 9 marzo la Squadra Mobile di Trento ha arrestato il quinto nigeriano, coinvolto nella violenza sessuale di gruppo e rapina avvenuta il 25 novembre a Trento, per la quale erano già stati arrestati altri quattro connazionali, tutti richiedenti asilo residenti nelle strutture di accoglienza di Trento. (qui l’ampio articolo sul fatto)

Si tratta di OHUE Monphy, nato in Nigeria il 5/5/1991, richiedente asilo, domiciliato a Trento presso la struttura di accoglienza “Fersina”,

L’operazione, che era iniziata venerdì primo dicembre, aveva consentito agli investigatori di individuare un gruppo di nigeriani, tutti richiedenti asilo, che alcuni giorni prima avevano abusato sessualmente una giovane ragazza nigeriana nel parco di Maso Ginocchio a Trento.Gli investigatori della Squadra Mobile, diretti dal Vice Questore Aggiunto Salvatore Ascione, il 25 novembre 2017, in quei giorni raccoglievano dalla ragazza, che si trovava a Trento per far visita ad una sua connazionale, il racconto di un abuso sessuale e di una rapina che alcuni uomini nigeriani, avevano commesso nei suoi confronti.

La giovane, all’atto della denuncia raccontava che, mentre si trovava nei pressi di un bar, veniva costretta da alcuni uomini, sotto minaccia, a recarsi nel vicino parco. Qui gli uomini approfittavano sessualmente di lei, violentandola a turno.

Dopo l’atto la minacciavano nuovamente di ulteriori ritorsioni se avesse chiesto aiuto alla Polizia. La donna, benché impaurita, riusciva comunque a chiedere aiuto dando così impulso alle indagini.

Dopo i necessari riscontri la ragazza riconosceva senza ombra di dubbio i suoi carnefici, 3 dei quali venivano tratti in arresto il 1° dicembre ed un quarto il 9 gennaio 2018.

Dopo i primi provvedimenti cautelari gli investigatori stringevano il cerchio sul quinto componente della banda che veniva arrestato, a seguito dell’emissione di custodia cautelare in carcere, il 9 marzo.

http://www.lavocedeltrentino.it/2018/03/12/violenza-sessuale-trento-arrestato-dalla-squadra-mobile-anche-il-quinto-nigeriano-richiedente-asilo/

Nuovi scontri tra africani in piazza Dante

portatori

 I portatori di nuove kulture, un esempio di pacifica convivenza civile

10 marzo 2018 By Redazione Italia

Ancora momenti di nervosismo verso le 17.oo di oggi in Piazza Dante a Trento. Una ventina di africani sotto il monumento hanno cominciato a minacciarsi e a spintonarsi, per poi passare alle mani. Sono volate anche bottiglie di birra e sassi. Ormai gli scontri fra fazioni etniche diverse è all’ordine del giorno, sono state segnalate infatti solo nell’ultima settimana almeno 5 risse in centro storico, una delle quali finita male per un senegalese, finito all’ospedale del santa Chiara, che peraltro era stato scambiato per un’altra persona. Si tratta quasi sempre di regolamenti di conti oppure di scontri per il controllo del mercato della droga del capoluogo, fenomeno questo in vistoso aumento negli ultimi tempi, e che viene controllato tutto dagli stranieri clandestini.

Poco prima – racconta una testimone – un tossico è stato visto correre dietro alle oche con un bastone. Nei giorni scorsi in Piazza Dante sono state trovate uccise due anatre che sono solite abitare nel laghetto della piazza.

http://www.lavocedeltrentino.it/2018/03/10/nuovi-scontri-tra-africani-in-piazza-dante/

AFGHANO ATTACCA GIORNALISTA DEL TG2 ARMATO DI PUGNALE, FIDANZATO DELLA SUA COLF

per la capocciata di Spada i media hanno fatto un puzzo tremendo, per questa ennesima aggressione ad una giornalista, donna, per altro, da parte di una risorsa silenzio, anche l’ordine dei giornalisti tace.

Momenti di paura e di terrore per la giornalista del Tg2, Christiana Ruggeri, aggredita dall’ex fidanzato della colf con un pugnale.

“Devo la vita alla mia bambina di sette anni che si è messa a gridare quando ha visto quell’uomo avventarsi su di me con un pugnale…L’’ex compagno della tata di mia figlia si è presentato sotto casa per ucciderci tutte e due. Non c’è riuscito solo perché, invece di rimanere impietrita dal terrore, ho avuto la prontezza di spirito di barricarmi in macchina con la mia bambina”.

 “Dovevo accompagnare mia figlia a scuola – racconta ancora la giornalista -, l’ho sistemata sul seggiolino posteriore nell’auto, ero chinata verso di lei per allacciarle la cintura di sicurezza, quando all’improvviso si è messa a urlare guardando dietro di me. “Ti ammazza, mamma, ti ammazza!’. Giusto il tempo di voltarmi e mi sono ritrovata l’ex della tata che brandiva il pugnale e veniva verso di me. Era sbucato da dietro un albero. La lama era almeno di 30 centimetri”. Di fatto la giornalista si è chiusa in auto e dopo qualche istante, mentre l’uomo provava a sfondare i vetri, ha messo in moto ed è partita. Lui ha inseguito l’auto urlando con la lama in mano. La Ruggeri è poi andata alla polizia dove è stata assistita insieme alla sua bambina.

L’aggressore è un afghano che lavora in una panetteria alla Stazione Termini. Da tempo il ragazzo accusava la cronista di essere la causa della rottura con la sua fidanzata, la colf della Ruggeri. Dopo le minacce è passato ai fatti. È ancora libero e la polizia è sulle sue tracce.

Di solito, l’unico contatto dei giornalisti con l’immigrazione sono le loro colf. In questo caso la giornalista del Tg2 ha avuto un contatto più diretto.

https://voxnews.info/2018/03/10/afghano-attacca-giornalista-del-tg2-armato-di-pugnale-fidanzato-della-sua-colf/

Aggredita giornalista Tg2: “Un incubo” Pubblicato il: 10/03/2018 11:20

“Mia figlia ed io stiamo vivendo” un “incubo, non ancora finito”. Così racconta su Facebook la giornalista del Tg2 Christiana Ruggeri minacciata ieri mattina con un pugnale, come si legge sull’edizione romana del ‘Corriere della Sera’, dall’ex compagno della tata della figlia. L’uomo, un trentenne afgano, regolare in Italia, dopo la tentata aggressione si è dileguato. “Chi proteggerà da questo violento e pericoloso individuo, me e la mia bambina? Ha cercato di ucciderci: non basta? Che venga assicurato alla giustizia”, scrive sul social network Ruggeri ancora terrorizzata dall’esperienza vissuta.

“Devo la vita alla mia bambina di sette anni che si è messa a gridare”, spiega, nelle dichiarazioni riportate dal ‘Corriere’, la giornalista, che ha denunciato i fatti agli agenti del commissariato Fidene-Serpentara a Roma. E racconta: “L’ex compagno della tata di mia figlia si è presentato sotto casa per ucciderci tutte e due”. “Mi accusa di aver convinto la tata che ha cresciuto mia figlia a lasciarlo, perché la maltrattava”, prosegue la cronista aggiungendo di aver già in passato spiegato all’uomo di non essere responsabile della loro rottura.

Ruggeri racconta poi gli attimi di terrore vissuti: “Dovevo accompagnare mia figlia a scuola, l’ho sistemata sul seggiolino posteriore nell’auto, ero chinata verso di lei per allacciarle la cintura di sicurezza, quando all’improvviso si è messa a urlare guardando dietro di me. ‘Ti ammazza, mamma, ti ammazza!’. Giusto il tempo di voltarmi – si legge sul ‘Corriere’ – e mi sono ritrovata l’ex della tata che brandiva il pugnale e veniva verso di me. Era sbucato da dietro un albero. La lama era almeno di 30 centimetri”.

La giornalista è riuscita però a mantenere i nervi saldi. “Ho fatto il giro dalla parte opposta della macchina, sono riuscita a infilarmi dentro e a premere il pulsante della chiusura centralizzata. Ma lui non si è fermato, anzi: ha tentato di sfondare i finestrini, poi il parabrezza”. “Ho messo in moto e sono partita, e lui dietro a piedi, per 200 metri, con il pugnale in mano”. Ora è “ancora in giro e adesso – conclude – abbiamo davvero paura”.

http://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2018/03/10/giornalista-rai-minacciata-con-pugnale_l6F5I0d8U0PVku9psDkiIK.html

DISOCCUPATO MORTO DI FREDDO A MILANO, MOGLIE ACCUSA SINDACO: “LA RITENGO DIRETTAMENTE RESPONSABILE”

se non sei ricco, nei paesi democratici, progressisti, civilizzati e tanto tanto solidali ed antirazzisti SEI SEPOLTO COME SPAZZATURA

“La ritengo direttamente responsabile”, così l’ex moglie di Massimiliano, il disoccupato italiano senzatetto morto lo scorso 27 febbraio a Milano, accusa il sindaco Sala.

Ricordiamo:

In una lettera inviata a diverse testate giornalistiche, Katia Ferrati accusa il sindaco di Milano per il trattamento riservato all’ex marito dopo il tragico decesso: “Sono la ex moglie di Massy, il clochard ritrovato senza vita in via Pisani il 27 febbraio scorso e Le scrivo per comunicarLe il mio rammarico e la mia delusione nei confronti del comune di Milano. Lei probabilmente non è al corrente di quanto accaduto, ma essendo a capo dell’istituzione, la ritengo direttamente RESPONSABILE“.

L’ex moglie di Max, così lo chiamavano tutti, racconta al sindaco Sala di essere andata all’obitorio di piazzale Gorini, in zona Città Studi, subito dopo la notizia della morte. Lì ha espletato tutte le pratiche necessarie al funerale. Secondo un accordo preso, con tanto di documento che lo testimonierebbe, la vestizione del corpo sarebbe stata a carico del Comune. Katia consegna quindi i vestiti. Ma quando il 3 marzo torna in obitorio per l’ultimo saluto prima del funerale, rimane basita: “Con sgomento abbiamo constatato che non era stato ripulito, non era stato vestito ed era stato messo nella bara dentro al sacco di plastica nel quale era stato riposto al ritrovamento. Chiaramente era troppo tardi per poter fare qualcosa ed abbiamo dovuto accettare che venisse portato al suo funerale in quelle condizioni”. La rabbia della donna nasce anche, ma non solo ovviamente, dalle “bellissime dichiarazioni quando Massy è stato ritrovato, su quanto il Comune faccia per i senzatetto”. Katia precisa inoltre che nessuna istituzione ha il diritto di togliere la dignità a un uomo e, scrive ancora, non si aspetta una risposta dal primo cittadino.

https://voxnews.info/2018/03/10/disoccupato-morto-di-freddo-a-milano-moglie-accusa-sindaco-la-ritengo-direttamente-responsabile/

LA MOGLIE PARTORISCE: DISOCCUPATO SI SUICIDA IN OSPEDALE – R.I.P.

per lui, neopapà disoccupato NON C’ERA ALCUN AIUTO e la famiglia non avrà certo alcun sostegno, questa è la civiltà ed il progresso italiota. Se perdi il lavoro con la moglie incinta è facile cadere in depressione, sapendo che non esiste il reddito di cittadinanza da noi quindi nessun mezzo per coprire le spese necessarie per vivere, ai giornalisti pare strano cadere in depressione in una circostanza tanto comune come questa

Tragedia all’Isola Tiberina a Roma, dove un uomo è morto dopo essersi lanciato dal terrazzo dell’ospedale Fatebenefratelli. La vittima, rimasta disoccupata di recente, aveva appena visitato la moglie che aveva partorito il loro bambino. Sembra che il piccolo fosse ricoverato in terapia intensiva neonatale. Alcuni testimoni hanno visto l’uomo parlare al cellulare e, una volta finita la conversazione, scavalcare la recinzione per gettarsi nel vuoto.

L’uomo ha fatto un salto di diversi metri prima di atterrare sul greto del Tevere. A dare l’allarme intorno alle 12 è stato lo stesso ospedale. I tentativi di rianimare il 44enne, residente in provincia di Roma, sono stati inutili I militari della compagnia Trastevere e della stazione Porta Portese hanno raccolto diverse testimonianze per chiarire l’esatta dinamica e stabilire se si sia trattato di un suicidio, di un incidente o altro.

A quanto ricostruito, il neo papà aveva perso il lavoro recentemente e nell’ultimo periodo soffriva di crisi depressive. Venerdì mattina aveva visto la moglie e il piccolo, poi si è allontanato dalla stanza con la scusa di andare a bere un caffé. Alcuni testimoni lo avrebbero visto salire sulla terrazza, dove c’è un’area fumatori, e parlare al telefono. Poi, una volta terminata la chiamata, scavalcare la balaustra e gettarsi nel vuoto. Pare che precipitando abbia sbattuto prima contro la balaustra della recinzione dell’ospedale e poi sulla banchina fino ad arrivare all’acqua.

Rimane da chiarire cosa l’abbia spinto a uccidersi. Non si esclude che possa essere stato il timore di non essere in grado di provvedere alla sua famiglia e in particolare al bimbo appena nato. Al momento non sarebbero stati trovati biglietti di addio o lettere. Per salvarlo i vigili del fuoco sono intervenuti con tre squadre, il supporto del nucleo fluviale e del nucleo Saf (Speleo Alpino Fluviale). I sommozzatori lo hanno recuperato prima che venisse portato via dalla corrente, ma per l’uomo non c’era più nulla da fare.

https://www.iozummo.com/la-moglie-partorisce-disoccupato-si-suicida-in-ospedale-r-i-p/

Migranti a Torre del Greco, il centrodestra attacca il M5S: «Ricchezza? Rubano il lavoro ai nostri disoccupati»

quanto hanno stanziato per i disoccupati della Campania? Poi cianciamo di razzismo  

  Secondo i numeri in possesso del centrodestra, parliamo di 30 milioni di euro per dare lavoro a 10.000 immigrati in 265 città della Campania. Una regione dove – stando ai dati resi noti dalla Banca d’Italia a giugno 2017 il tasso di disoccupazione è al 20,4%, con la disoccupazione giovanile che raggiunge il 49,9%.

Già tanto i nostri disoccupati sono choosy

Torre del Greco. Le «precisazioni» del commissario straordinario Giacomo Barbato non spengono il fuoco delle polemiche anti-migranti all’ombra del Vesuvio. E neanche i «numeri» forniti dal traghettatore del Comune – 92 città hanno sottoscritto il protocollo sprar, a Torre del Greco arriveranno «solo» 138 migranti a fronte dei 276 inizialmente previsti dalla piano stilato dalla prefettura di Napoli – servono a rassicurare chi si era battuto per provare a scongiurare lo sbarco di nuovi extracomunitari in città. E dopo l’ex sindaco Ciro Borriello, sono i quattro principali partiti del centrodestra – Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega e Partito Repubblicano – a sottolineare «la vergogna di un’intesa in grado di garantire lavoro ai migranti, mentre migliaia di cittadini di Torre del Greco sono senza casa e senza lavoro». Arrivando a sostenere come «questo è razzismo contro gli italiani». Un concetto condiviso da tutti i vertici locali del centrodestra:

«Il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati – attacca il portavoce locale di Forza Italia, Cinzia Mirabella – osannato dal commissario straordinario e dal suo amico Nello Formisano nonché dal M5S e dalla Sinistra non è altro che la possibilità di trasformare i migranti in lavoratori socialmente utili. In particolare, il protocollo d’intesa prevede la creazione di percorsi lavorativi destinati specificamente agli immigrati. Per cui si aprirebbe la possibilità di prestare servizio come lavoratori socialmente utili, prevalentemente presso i Comuni sottoscrittori dell’intesa».

Secondo i numeri in possesso del centrodestra, parliamo di 30 milioni di euro per dare lavoro a 10.000 immigrati in 265 città della Campania. Una regione dove – stando ai dati resi noti dalla Banca d’Italia a giugno 2017 – il tasso di disoccupazione è al 20,4%, con la disoccupazione giovanile che raggiunge il 49,9%. «Vogliamo sottolineare come la nostra non sia una questione di razzismo – aggiungono Salvatore Quirino e Francesco Sorrentino di Fratelli d’Italia -. Anzi, qui sembra ci sia razzismo al contrario. Non è pensabile che immigrati vadano a lavorare nei Comuni o agli Scavi di Pompei, mentre il nostro territorio è pieno di disoccupati che chiedono solo che gli venga restituita la dignità del lavoro».

Altro tema principale è quello legato alla sicurezza. «Secondo i dati del Viminale c’è una correlazione tra il numero di immigrati e l’aumento dei reati perpetrati sul nostro territorio», spiega Francesco Panariello, segretario locale della Lega. E infine, c’è il rischio Vesuvio. «Qualche anno fa – dichiara Salvatore Piro, vicesegretario nazionale del Partito Repubblicano – è stata fatta una politica di incentivi per diminuire il numero degli abitanti della cosiddetta zona rossa. Ora, invece, si fa una politica di incentivi per aumentare demograficamente quella stessa zona rossa. Un vero e proprio controsenso». Infine le stoccate ai sostenitori dell’accoglienza a tutti i costi: «L’onorevole Nello Formisano dopo 20 anni passati lontano dalla città si pronuncia a favore dell’accoglienza – attaccano gli esponenti del centrodestra – Evidentemente deve avere smarrito il senso di giustizia sociale per i disoccupati della nostra città». 

Niente sconti neanche per i grillini: «Da parte del Movimento 5 Stelle è stato pubblicato un post sui social in cui si parla dell’immigrazione che si può trasformare in “ricchezza”: ma di chi? La verità è che il business interessa i soliti plutocrati che si arricchiscono sfruttando le miserie altrui», concludono i rappresentanti di Forza Italia, Fdi, Lega e Pri. Una polemica, inevitabilmente, destinata a nuove puntate.

11-03-2018 17:40:58

http://www.metropolisweb.it/news/migranti-a-torre-del-greco-il-centrodestra-attacca-il-m5s-ricchezza-rubano-il-lavoro-ai-nostri-disoccupati/35473.html