Calci e pugni per rubare smartphone e gioielli: la baby gang dell’ultraviolenza

Brescia: furti e rapine, 6 colpi in due mesi. Sgominata baby gang, arrestati due giovanissimi

„Z.D., classe 2000 e originario del Burkina Faso, e C.T, classe 1999 e originario del Senegal“
Sono stati arrestati i due esponenti della baby gang di minorenni che da mesi terrorizzava coetanei e non solo: sono stati riconosciuti responsabili di sei episodi in due mesi
28 febbraio 2018 08:11
Giovani e violenti: non servono altre parole per “raccontare” della baby gang di giovanissimi che per mesi ha terrorizzato i coetanei, in diversi luoghi della città. La Polizia di Stato ha chiuso il cerchio, almeno in parte: i due elementi considerati più pericolosi, considerati i capi della banda, sono stati individuati da tempo, e finalmente arrestati.
Sono due ragazzi di 18 e 19 anni, ancora da compiere: Z.D., classe 2000 e originario del Burkina Faso, e C.T, classe 1999 e originario del Senegal. Sono stati riconosciuti responsabili di una serie di rapine e furti, ai danni di coetanei e adulti, commessi più frequentemente nelle stazioni della metropolitana, in stazione, a San Faustino, alla fermata da Poliambulanza.
Un modus operandi preciso e metodico che ha fatto di loro una vera banda criminale, composta da cinque o sei soggetti, tutti giovanissimi e tutti che ancora vanno a scuola. I colpi sarebbero andati in scena sempre nel pomeriggio, quando la campanella aveva già suonato.

Tre tunisini svaligiano una villetta: erano sbarcati a Lampedusa un mese fa

Tre tunisini, ospiti all’Hotspot di Lampedusa, sono entrati in una villetta. Ma sono stati beccati e arrestati dai carabinieri. Dopo aver forzato una finestra, approfittando dell’assenza del proprietario hanno rovistato e messo a soqquadro tutta le stanze, arraffando ogni cosa.
Tunisini svaligiano una villetta: beccati
Ai tre tunisini, che stavano operando indisturbati, è stato fatale, però, aver acceso la luce di una stanza. Infatti, in quel momento stava rincasando un vicino che si è subito insospettito ed ha telefonato immediatamente al 112. Subito sul posto sono arrivate due pattuglie dei carabinieri, dopo aver circondato la villetta, hanno fatto irruzione all’interno, sorprendendo i tre tunisini ancora con le mani nel sacco. Dai loro giubbotti, durante le perquisizioni, sono saltati fuori gioielli e oggetti di ogni genere, subito sequestrati. «E così – si legge in una nota dei carabinieri –  grazie alla telefonata ricevuta da un cittadino, con l’accusa di furto in abitazione, i carabinieri della stazione di Lampedusa hanno fatto scattare le manette ai polsi dei tre tunisini, un ventenne e due trentenni giunti sull’isola da circa un mese, mettendoli a disposizione della Procura della Repubblica di Agrigento. Tutta la refurtiva è stata recuperata e restituita al proprietario dell’abitazione. di Sara Gentile giovedì 1 marzo 2018 

“Sbarchi fermi per le elezioni”: la rivelazione dell’ex generale

Vincenzo Santo scrive su ReportDifesa: “Non sarà mai che qualcuno da qui riesca a dirigere quel traffico e dopo il 4 marzo farà riprendere quei viaggi della speranza? Mai dire mai”

L’ex generale di Corpo d’Armata Vincenzo Santo, capo di Stato Maggiore delle Forze Nato in Afghanistan insinua un grosso dubbio “Sono giorni che non si sente parlare di gente che sbarca sulle nostre coste o di poveri disgraziati che vengono portati nei nostri porti.
Non ci sono più immigrati. Non sarà mai che qualcuno da qui riesca a dirigere quel traffico e dopo il 4 marzo farà riprendere quei viaggi della speranza? Mai dire mai”.
Le teoria del militare
Non lo dice a voce bassa. Né lo rivela nascondendosi dietro l’anonimato. Lo scrive a chiare lettre su ReportDifesa – autorevole giornale di geopolitica e sicurezza -. Come riporta Libero, il militare sostiene che “in questi giorni nessuno parte più dal Nord Africa. Eppure sono tante le navi al largo che aspettano con una coperta e un tè caldo. Ed i barconi non viaggiano sui binari – prosegue Santo -. Forse perché siamo a ridosso delle elezioni”.
Un sospetto che lo attanaglia e che risulta leggittimo. Infatti, come sottolineano dal quotidiano diretto da Vittorio Feltri, sul Canale di Sicilia, binario nautico su cui si muovono i barconi dei migranti, tira un vento di scirocco perfetto e il mare e calmo. Non c’é traccia di neve, quella che sta paralizzando l’Italia. Eppure non arriva nessuno sulle coste italiane. Nemmeno una barca delle Ong. Dettagli che a Salvo fanno sorgere il dubbio che qualcuno abbia per davvero in mano le redini dell’immigrazione.
“Il relativismo imperante – illustra l’ex capo di Stato Maggiore – ci porta ad essere contenti del fatto che il numero degli sbarchi appaia in diminuzione. Il vero problema è che devono cessare completamente gli arrivi illegali e che comunque l’immigrazione debba essere controllata e gestita con maggior senso dello Stato e soprattutto scrollandoci l’ idea che ci vogliono inculcare che sia un fenomeno inarrestabile e ineluttabile”. E affonda: “L’Italia non ha una strategia si parla di integrazione come scorciatoia alternativa all’assimilazione e c’è il forte sospetto che anche da noi qualcuno auspichi la realizzazione del famigerato piano Kalergi, quella lucida follia che vuole un futuro a sangue misto, una razza euroasiatica-negroide per sostituire la molteplicità dei popoli”. Un’integrazione che però deve passare dalle elezioni. E – come sostiene Santo – ha fatto sì che ora gli sbarchi siano fermi.
Gabriele Bertocchi – Sab, 03/03/2018 

Mentre i terremotati sono al freddo, Governo paga aereo per portare 500 immigrati in Italia

il Moloch: MAFIA CAPITALE

28 febbraio 2018
PONTE AEREO PORTA 500 AFRICANI DA ETIOPIA, MINNITI PROMETTE: “DI PIÙ SE CONFERMA QUESTO GOVERNO”
E’ iniziato il ponte aereo dall’Etiopia per scaricare in Italia un migliaio di immigrati africani, cinquecento dal Paese africano
In Etiopia non ci sono guerre. Con i soldi spesi per portarli qui a sollazzare le sottane dei Galantino, potevamo mantenerne lì dieci volte di più. In attesa che tornassero nei Paesi dai quali fuggivano. Prenderli e portarli in aereo qui, invece, nasconde il desiderio di sostituirci come popolo. Israele fa ponti aerei verso l’Uganda, noi li facciamo in entrata.
Il ministro dell’Interno, Marco Minniti, convinto di vincere le elezioni, si è impegnato a effettuare almeno un volo al mese. “Ma – ha spiegato a Radio Capital – se dovesse confermarsi questo governo potremmo anche aumentare”.
FONTE: CAPITAL

Elezioni, candidato Pd: ‘Legge su salario minimo’. Guidava coop che pagava 4 euro l’ora e cacciava chi protestava

La coop sei tu. Il Pd, partito antifascista, dalla parte dei lavoratori e delle masse popolari.

da: Il Fatto Quotidiano
Mauro Laus, presidente del Consiglio regionale del Piemonte e candidato a Palazzo Madama con i dem, fino al 2014 presidente della cooperativa Rear. Che secondo la Corte d’appello aveva licenziato ingiustamente alcuni lavoratori responsabili di proteste avvenute tra il 2011 e il 2012, dopo che l’assemblea dei soci aveva stabilito una riduzione del 10% degli emolumenti. Il regista Scola: “Restituisco la tessera”. In passato anche Ken Loach contro la coop del politico dem
Se i suoi dipendenti avevano contratti da fame non era colpa sua, ma degli appalti e delle stazioni appaltanti. E anche se la cooperativa da lui diretta pagava i lavoratori 4 euro l’ora, se in certi casi li licenziava in maniera illegittima – come hanno stabilito i magistrati – ora lui rilancia: e promette addirittura di presentare una legge per il salario minimo garantito in caso di elezione a Palazzo Madama. Mauro Laus, presidente del Consiglio regionale del Piemonte e candidato al Senato con il Pd, fino al 2014 presidente della cooperativa Rear, è tornato al contrattacco. E lo ha fatto domenica 25 febbraio al centro congressi Giovanni Agnelli del Lingotto, dove ha organizzato il suo evento personale per la campagna elettorale. Un’occasione sfruttata per rispondere a chi gli contesta di aver guidato una cooperativa in cui i lavoratori venivano pagati poco. Una gestione del personale che nel 2012 è stata criticata pubblicamente addirittura dal regista inglese Ken Loach (e nel 2013 anche da Ettore Scola) per i licenziamenti illegittimi e le paghe basse.
Nel suo one man show, microfono in mano al centro del palco, Laus ha quindi risposto alle contestazioni mosse nei suoi confronti. “Tu dopo che hai retribuito le persone a quattro euro o cinque euro l’ora, ti permetti il lusso di voler rappresentare i diritti dei lavoratori? E voi del Partito democratico addirittura candidate uno sfruttatore di popolo che adesso va in giro nelle piazze a spiegare che una persona deve avere un salario minimo dignitoso?”, ha chiesto in maniera retorica al pubblico riferendosi a se stesso. Un modo per dimostrare di aver a cuore gli interessi dei lavoratori, nonostante alcune sentenze contro la Rear dicano altro. Secondo la Corte d’appello la sua coop aveva licenziato ingiustamente alcuni lavoratori responsabili di proteste avvenute tra il 2011 e il 2012, dopo che l’assemblea dei soci aveva stabilito una riduzione del 10% degli emolumenti. Tra questi c’era Federico Altieri, l’autore della lettera che convinse Loach a non ritirare il premio del Torino Film Festival. Sempre secondo i magistrati di secondo grado, inoltre, la Rear deve restituire ad Altieri 4.900 euro più gli interessi perché aveva applicato un contratto di lavoro peggiorativo.
“Non è un imprenditore che decide quanto deve pagare, è la contrattazione collettiva. E oggi per alcuni contratti collettivi firmati da organizzazioni sindacali, ci sono delle persone, anche laureate, che vengono retribuite con un salario di quattro euro l’ora”, ha sostenuto Laus. “Fino a oggi tutte le discussioni politiche non hanno risolto il problema”, ha aggiunto annunciando l’intenzione di presentare in Senato una legge per introdurre il salario minimo garantito. Nessuna parola, però, sui licenziamenti ritenuti illegittimi contro i quali hanno protestato Loach e Scola.
E a proposito di registi, Laus ha usato una metafora cinematografica per descrivere se stesso e la sua situazione: “A volte quando guardiamo dei film e siamo convinti di aver individuato un carnefice e poi verso la fine del film scopri che quel carnefice è la vittima e il carnefice un altro”, dice. Lui, quindi, si mette nei panni della vittima scambiata per carnefice: “Quando la stazione appaltante fa appalti al prezzo più basso, chi partecipa sa che può vincere con due centesimi e l’obiettivo è il contratto più basso. Quel carnefice utilizza la proprietà per scaricare delle incapacità o delle mancanze di risorse e la società occupa delle persone che hanno quella retribuzione molto bassa. Tu carnefice se dai dieci non puoi pensare che la società spenda undici. E quel dieci che dai a volte lo dai dopo due anni”. Poi un’ultima stoccata ai suoi accusatori: “Se tu non hai mai lavorato in vita tua non puoi mica capire queste cose un po’ tecniche”.
Da quasi dieci anni la relazione tra il consigliere regionale Pd e la coop è un tema che infiamma il dibattito politico. Se prima era un argomento caro alla sinistra del Pd, ora è diventato un cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle nonostante Laus abbia lasciato le cariche sociali della Rear nell’estate 2014, dopo l’elezione alla presidenza del Consiglio regionale. L’ultimo ad attaccarlo è stato il suo diretto avversario nel collegio per il Senato, il professore Giuseppe Mastruzzo del M5s, che ha definito Laus “l’epitome del voto di scambio” ricevendo subito una diffida dai legali del politico dem. Anche tra gli iscritti del Partito democratico qualcuno nutre dei dubbi su Laus: “Come può un partito di centrosinistra candidare un nemico di chi lavora?”, ha scritto nel suo blog su ilpost.it Enrico Sola, annunciando la restituzione della tessera ai compagni del Circolo Pd 8 di Torino.
di Andrea Giambartolomei | 27 febbraio 2018

ITALIA AL GELO: 25MILA ITALIANI LO PASSANO PER STRADA, 200MILA AFRICANI IN HOTEL

dal sito del PD:

..Parte il reddito di inclusione (REI), la prima misura nazionale e universale di contrasto alla povertà…..Si tratta della prima forma strutturale di reddito di inclusione per la popolazione in età lavorativa che non abbia mezzi per condurre un livello di vita dignitoso. Il REI è stato studiato per le persone in povertà assoluta.
Come comunicato dall’Inps, al 2 gennaio 2018 le domande presentate dal 1 dicembre 2017 erano state già oltre 75mila in tutta Italia. Almeno all’inizio, nell’attribuzione del sussidio avranno la precedenza famiglie con minori, disabili, donne in gravidanza a quattro mesi dal parto e over 55 disoccupati….
Fine citazione.
Domanda: Sapete il significato del termine “universalità”?!?!?!?!!?!
Fuori è il gelo. E non possiamo dimenticare le migliaia di connazionali che lo stanno passando soli, per strada. Grazie ad un governo di abusivi. Il cui capo, Gentiloni, oggi ha avuto l’ardire di dire che è tempo di pensare ai senzatetto: incommentabile. Per noi la matematica non è un’opinione: via i clandestini dagli hotel, dentro i senzatetto italiani.
cit Per proteggersi dal freddo pungente di questi ultimi giorni Marco, 38 anni, indossa solo un giubbino leggero. Resta rannicchiato tutto il giorno in un angolo del centro di Milano, a pochi passi dalla cattedrale, in ginocchio sul marciapiede gelido. Davanti a lui un piccolo contenitore di plastica per raccogliere qualche spicciolo. Il suo sguardo è assente, fisso a terra. Immerso nei suoi pensieri, l’ uomo osserva il via vai continuo della gente che, soprattutto nel weekend, prende d’ assalto i negozi, senza accorgersi di lui, buttato a terra come un sacco vecchio. Una signora poco fa gli ha donato un’ arancia. Un signore è passato e ha gettato lì qualche centesimo, senza neanche guardarlo negli occhi. 
La vita scorre intorno a lui frenetica. E Marco resta immobile. Quattro mesi fa ha perso il lavoro e da allora, non potendo più pagare l’ affitto, vive in strada. Non ha amici, non ha parenti, non ha un amore. È cresciuto con il papà ed il nonno, scomparsi da qualche anno, se non nei suoi ricordi.
Domani Marco ha un colloquio di lavoro. Speranza e disperazione fanno tutt’ uno in lui. Forse sarà assunto da una catena di supermercati per disporre la merce sugli scaffali durante la notte. «Se capiscono che non ho una dimora fissa non mi prendono. Mi è già successo di essere stato licenziato in tronco per questo», ci confida il ragazzo. Il marciapiede ti risucchia. Ti incatena. Non ti lascia scampo. Quando ci finisci, sei finito. Uscire da tale condizione è difficile. Facile, troppo facile, è invece ritrovarsi all’ improvviso senza occupazione e senza casa.
I senzatetto italiani sono in continuo aumento. Sono giovani e anche anziani, uomini e donne.
Sono, secondo dati ufficiosi, circa 25mila delle 55mila persone senza dimora in Italia. Un dato drammatico. fonte
Intanto, secondo dati ufficiali, ospitiamo in hotel circa 200mila sedicenti profughi
E’ intollerabile. La soluzione è semplice: gli immigrati senza dimora vengano rimandati nel loro paese, non si capisce cosa debbano fare in Italia se non possono neanche provvedere a se stessi; gli italiani, invece, vengano accolti nelle strutture nelle quali oggi Renzi ospita i giovani fancazzisti africani raccattati in Libia e camuffati da profughi per arricchire le coop di partito.
Perché non è tollerabile che un governo di non eletti lasci morire per strada la sua gente, mentre ospita dei nullafacenti africani in hotel di lusso. Che poi fanno a pezzi le ragazzine.
Il 4 marzo non si risolverà nulla, ovviamente. Ma si inizierà a risolverlo.

Pacco nascosto di Minniti Accogliere i migranti costerà altri 640 milioni

l’importante che non diamo soldi ai disoccupati, precaril, pensionati italiani. Per loro, niente, o è stato stanziato qualcosa oltre i dormitori per un paio di settimane fredde all’anno?
Il Viminale potenzia il piano Spar per il triennio 2018-2020. Coinvolti 167 nuovi Comuni
L’ ultimo atto del ministro dell’Interno Marco Minniti è destinato a favorire i progetti di integrazione degli immigranti sul territorio nazionale.
Nelle scorse settimane il titolare del Viminale più volte si era lasciato scappare che i fenomeni migratori non dovevano essere trattati come emergenziali piuttosto invece come eventi strutturali. Insomma bisognava conviverci nella quotidianità. Ed ecco che alle parole sono seguiti i fatti. Nel pomeriggio di giovedì 28 dicembre Minniti ha firmato, e poi corretto in via definitiva proprio ieri mattina, un documento che consente di incrementare per il triennio a venire, ossia fino al 2020, il numero di stranieri che potrà usufruire dello Sprar ovvero dei servizi d’accoglienza per i richiedenti asilo – praticamente la maggior parte -, per i beneficiari di protezione internazionale e per i titolari di permesso umanitario. Vale a dire che i comuni italiani avranno la facoltà di accogliere e avviare ai processi d’integrazione altri 2.982 stranieri, tra cui ci potranno essere anche 115 minori non accompagnati e 80 disagiati fisici e mentali.
Il decreto affonda le grinfie nei capitoli di bilancio già consistentemente compromessi da ulteriori esborsi e conteggia un impegno di spesa preciso di 213.290.117,40 euro. Che per l’intero triennio 2018-2020 arriva a 640 milioni di euro (ma per essere pignoli a 639.870.352,2). Circa metà di questi nuovi posti se li sono aggiudicati 167 nuovi comuni della penisola mentre gli altri 1.423 andranno a incrementare le file di quelli già presenti nei 46 comuni dove i progetti di integrazione procedono già da luglio scorso per altrettanti 300 milioni di euro. Una mole di risorse importanti che lascia qualche dubbio sulle capacità di copertura visto che, come riporta il documento del ministero dell’Economia, sul capitolo di spesa considerato sono stati già impegnati ed erogati contributi prima per 66 milioni di euro e poi per altri 23 milioni, mentre si stima un debito fuori bilancio per 15 milioni e mezzo. Per completare l’ammontare delle risorse che serviranno rimane da sommarci anche il contributo di 700 euro da dare ai comuni per ogni straniero accolto in Sprar: vale a dire 2.087.400 all’anno fino al 2020, soldi peraltro che i comuni potranno impiegare senza vincolo alcuno. Questa cifra fino a tutto il 2017 era di 500 euro a immigrato poi, a giugno scorso per incentivare la disponibilità allo Sprar e dietro espresso consiglio dell’Anci (l’Associazione di comuni italiani) Minniti decretò di incrementarlo di altri 200 euro.
Ma il dispendio per gli immigrati non si esaurisce allo Sprar, tutt’altro. Sono state messe in campo una serie di altre iniziative che destinano, nel corso del 2018, altri 30 milioni e mezzo di euro per ambiti specifici: inclusione sociale ed economica, integrazione e alfabetizzazione oltreché cure mediche dei nuovi arrivati. La maggioranza di queste risorse andrà comunque a sopperire i costi di progetti specifici che a oggi, già nelle regioni del sud Italia, stanno partendo per favorire la socializzazione tra popolazione straniera e locale: si tratterebbe, secondo i dettati del Viminale, di mettere in piedi programmi per incrementare l’associazionismo gli immigrati, facilitare il dialogo interreligioso, curare la vulnerabilità socio-psicologica dei richiedenti asilo e, non ultimo facilitare, l’ingresso dei minori non accompagnati all’interno di scuole e centri di formazioni. Chissà se dopo questi progetti e tutte le dichiarazioni d’intenti il Viminale vorrà anche formulare la classifica dei risultati ottenuti.

Movimento 5 Stelle vieta il bus pro famiglia: sono pro gender come il PD?

al di là di destra e sinistra? E’ per imporre un pò di censura che è stata eletta la candidata del movimento tanto tanto rivoluzionario? Era questa la priorità della città?

bus pro
La giunta Appendino vieta il bus anti-gender
A Torino strada sbarrata al bus anti-gender. L’assessore alle politiche giovanili, già presidente di Arcigay Torino, ha ottenuto che l’autorizzazione venisse revocata. Gli attivisti replicano: “Disobbediamo”
Il “Bus della Libertà” di CitizenGo e Generazione Famiglia è tornato da una manciata di giorni in strada e, anche stavolta, sarà tutta in salita. È di oggi la notizia della revoca della concessione “di spazi e aree pubbliche” indirizzata ai promotori del tour dal Comune di Torino. Semaforo rosso per il pullman “pro-life” e “anti-gender” che avrebbe dovuto fare tappa, domani, nella città sabauda. Avrebbe, perché a far scattare il divieto di sosta (di appena un’ora e mezzo per distribuire vademecum e volantini) è stato l’assessore alle politiche giovanili Marco Giusta.
Secondo il grillino, infatti, l’iniziativa sarebbe in contrasto con una mozione del consiglio comunale. Quella con cui sindaca e giunta si sono impegnate “a non concedere spazi o suolo pubblico a coloro i quali non garantiscono di rispettare i valori sanciti dalla Costituzione, professando e praticando comportamenti fascisti, razzisti, omofobi, transfobici e sessisti”. È bastato evocare lo spauracchio del fascismo ed i suoi corollari per ottenere il ritiro immediato dell’autorizzazione.
Durissima la replica degli organizzatori. “L’amministrazione di Torino”, per Filippo Savarese, direttore delle campagne di CitizenGo Italia, “si conferma governata dall’ideologia Lgbt nemica del libero pensiero”. E promette “disobbedienza civile” contro questa “scelta liberticida” voluta dall’assessore Giusta, già presidente di Arcigay Torino. Insomma, il Bus della Libertà non intende cambiare programma e, domani, “fermerà alle 11 in Rondò Rivella, come da prima autorizzazione del Comune di Torino”. E in caso di multa? “Sarà il prezzo che i liberi cittadini devono pagare per la libertà di espressione dove comanda il pensiero unico”.
Sfida il bavaglio anche Augusta Montaruli, esponente torinese di Fratelli d’Italia, che parla di “editti orwelliani della giunta Appendino”. Domani, al fianco degli attivisti di CitizenGo, ci sarà anche lei “a condividerne il messaggio di difesa dei bambini e soprattutto ad appoggiare la libertà di manifestarlo”. 25 febbraio 2018