“Non possiamo pretendere che un AFRICANO sappia che in Italia su una spiaggia non possa VIOLENTARE una persona”. Ormai in Italia siamo alla FOLLIA!

frase vergognaPrima di lanciare l’allarme fake news, c’è il video che riprende la signora mentre pronuncia testuali parole. Femministe “evolute”….Tra l’altro è assai offensiva e veramente razzista come frase, da per scontato che gli africani siano stupratori di professione, quando, come ha detto lo stesso presidente della Nigeria, scappano perché son criminali, non credo affatto che nei loro paesi di provenienza le violenze sessuali siano tollerate o condonate


Le assurde parole di Carmen Di Genio, che stanno destando polemica in tutta Italia!
E’ polemica sui social nei confronti dell’avvocato del Comitato pari opportunità della Corte d’Appello di Salerno, Carmen Di Genio, durante un convegno a Palazzo di Città. Il suo intervento durante tale convegno sulla sicurezza e sulla legalità, ha subito innumerevoli critiche in seguito ad un discorso che rivolge al tema immigrazione.

Ecco le sue parole: “In uno Stato di diritto, solo l’attuazione del principio di legalità garantisce condizioni democratiche. La prevenzione passa per la regolamentazione e per la disciplina degli ingressi degli extracomunitari in Italia e per l’educazione alle regole di chi viene nel nostro Paese.

Non possiamo pretendere che un africano sappia che in Italia, sulla spiaggia non si può violentare una persona perché probabilmente lui non lo sa nemmeno, non lo sa proprio.

Per questo agli extracomunitari dobbiamo educarli alle nostre regole applicando questo principio di legalità. Educandoli alle nostre regole e non ghettizzandoli, come stiamo a mio avviso facendo. O li integriamo nella società oppure non li dobbiamo accogliere”.

VIDEO DELLE TESTUALI PAROLE AL LINK SOTTO

https://goo.gl/qSe5XS

Maxi operazione al campo rom: trovati 27 milioni di euro in contanti

Come disse Minniti in risposta alla capocciata di Spada al giornalista in quel di Ostia? “No zone franche”?

by informazionelibera · 28 gennaio 2018
Un blitz che ha portato alla luce le attività di riciclaggio, spaccio di droga e detenzione illegale di armi.
 
Ma non solo. Nel campo rom di Strada dell’Areoporto i militari hanno trovato anche ben 27 milioni di euro falsi. Cosa ci facessero, non è dato sapere. Considerando che sopra alle banconote campeggia la scritta “fac simile”. Oggi tre persone abitanti del campo rom sono state arrestate per resistenza a pubblico ufficiale, maltrattamento di animali, detenzione di droga e possesso di armi.*
Le banconote sequestrate erano divise tra euro, franchi svizzeri e dollari. Gli arresti arrivano dopo che a metà agosto le forze dell’ordine avevano identificato 60 persone, perquisito 15 alloggi e 20 automobili. In quell’occasione erano anche scattate le manette per Nikola Stojanovic, 45 anni, accusato di produzione e traffico illecito di sostanze stupefacenti. In quell’occasione venne trovato con hashish e due bilancini per misurare le dosi da spacciare.
 
Oggi poi i carabinieri hanno anche sequestato 9 veicoli senza assicurazione, scoperto unbar abusivo aperto all’interno del campo e trovato piante di marijuana. E c’è ancora qualcuno che nega che i campi rom siano una babele di illegalità.
 
 

Cagliari, multa di 5mila euro a un ragazzino che vendeva prezzemolo: “Una follia” | VIDEO

Cagliari multa ragazzinoLo stato apre tabaccherie per farla gestire alle risorse, intanto vessa i cittadini, come al solito. Senza licenza, certo, come i vu cumprà di cui a nessuno interessa sapere come si procurano la merce e chi ritira gli incassi.

Un giovane, pizzicato dalla Municipale a vendere senza licenza fuori dal mercato di via Quirra, si vede staccare sotto il naso una contravvenzione da capogiro. Il racconto di Marco Trogu: “Hanno colpito un poveretto che cercava di guadagnarsi la pagnotta. Burocrazia di m…”. GUARDATE lo…
 
Di Paolo Rapeanu 29 gennaio 2018
Tre mazzetti di prezzemolo, venduti a un euro. Prezzo conveniente, ma senza licenza possono essere dolori. Una maxi multa da 5mila euro, da parte della polizia Municipale, nei confronti di un ragazzo sorpreso a vendere, senza licenza, fuori dal mercato di via Quirra. Il fatto, che sarebbe avvenuto qualche settimana fa, viene raccontato da Marco Trogu, 77enne pensionato che vive a qualche centinaio di metri dalla struttura: “C’era un ragazzino che vendeva prezzemolo. Gli agenti l’hanno visto e gli hanno fatto una multa da cinquemila euro, solo perché stava cercando di guadagnarsi, in qualche modo, un pezzo di pane”.
Il giovane non aveva però nessuna autorizzazione: “Ma come si può vivere se si deve sempre pagare qualcosa al Comune o alla Regione. Che cosa è una licenza? Licenze qui, licenze lì, ma questa burocrazia quanto cxxxx ce la togliamo da mezzo alle pxxx?”, chiede, con rabbia, il pensionato. “Il mercato è morto, anche dentro sono costretti a pagare per ogni cosa, dalla luce al posteggio”.
 
Ultima modifica: 29 gennaio 2018

Lo Stato apre una tabaccheria per farla gestire agli immigati

eguaglianza stramba.

Negozio dato in gestione ai profughi già titolari di licenza nel Paese di origine. Un trattamento privilegiato rispetto a invalidi di guerra, vedove o mutilati italiani
 
Ventimiglia – I Monopoli di Stato si “inventano” una nuova tabaccheria, per darla in gestione ai profughi già titolari di licenza nel Paese di origine, i quali hanno un trattamento “privilegiato”, rispetto a categorie di italiani come invalidi di guerra, vedove o mutilati.
 
Qualcuno, in città, parla già di discriminazione nei confronti degli italiani, ritenendo che fosse più opportuno un bando destinato esclusivamente ai profughi, senza creare i classici “figli e figliastri”.
 
Il bando parla chiaro. Che si tratti di una nuova attività lo conferma l’intestazione dell’avviso di concorso, nel punto in cui è scritto: “Rivendita ordinaria di generi di Monopolio di nuova istituzione”. Ma non è tutto. La nuova tabaccheria dovrà, per forza, sorgere nel “quartiere” dei migranti, in un qualsiasi locale (che rispetti, naturalmente, i requisiti indicati), situato tra i numeri civici 22 e 501 di via Tenda, proprio di fronte al greto del fiume Roja.
Tre le categorie di aspiranti partecipanti. Partiamo dalla A: “Profughi già intestatari di rivendita di generi di monopolio nel territorio di provenienza, ovvero, in caso di decesso del profugo, coniuge o uno dei figli…”. Quindi, c’è la B: “Invalidi di guerra, vedove di guerra e categorie equiparate per legge”. E la C: “Decorati al valor militare, altri profughi, militari e invalidi del lavoro, con riduzione della capacità lavorativa non inferiore al 40 per cento, vedove dei caduti sul lavoro”. A far supporre un trattamento privilegiato per i profughi è il punto successivo, in cui si sottolinea che: “Le persone appartenenti alla categoria a) sono preferite a quelle appartenenti alla categoria b). Entrambe sono preferite a quelle appartenenti alla categoria c)”.
 
Il vincitore del concorso verrà nominato gerente provvisorio della nuova rivendita e dovrà sottostare a un periodo sperimentale di un triennio, trascorso il quale, a seconda dei risultati conseguiti, la rivendita potrà essere definitivamente istituita. Il bando è stato pubblicato all’Albo Pretorio del Comune di Ventimiglia e le domande dovranno essere presentate entro il prossimo 8 marzo.
Fabrizio Tenerelli – Mer, 31/01/2018 – 15:44

Roma, non vuole scendere dal tram e prende a bottigliate l’autista

autista pestatoma non è razzismo, Niente indignazione, l’aggressore violento è straniero, non si può punire, sarebbe istigazione all’odio. Tranquilli, uscirà prestissimo. I sindacati cosa chiedono per tutelare questa professione?

Roma, non vuole scendere dal tram e prende a bottigliate l’autista
 
«Scenda, siamo al capolinea». Sono bastate queste parole per fare scattare la follia di un passeggero che ha aggredito con una bottigliata al volto il conducente del tram 8, al centro di Roma, solo perché lo ha invitato a scendere dal mezzo. L’episodio è accaduto ieri mattina al capolinea dello storico tram a Largo Berlinguer. L’uomo, durante la discussione, è andato su tutte le furie e ha colpito il conducente al volto con una bottiglia di vetro. Sul posto i carabinieri del comando di piazza Venezia e dell’VIII Reggimento Lazio che hanno bloccato il colombiano. L’autista, medicato in ospedale per un trauma al volto e alla testa, è stato giudicato guaribile in 8 giorni. Stamattina l’uomo, un 27enne colombiano con precedenti, è stato processato per direttissima e gli è stato convalidato l’arresto con la misura cautelare dell’obbligo di firma alla stazione dei carabinieri di Tor Pignattara.
 
Lunedì 29 Gennaio 2018 – Ultimo aggiornamento: 15:39

Orrore su questo Treno. 20 Migranti circondano una donna, ecco cosa le hanno combinato!

a quanto pare è un’abitudine. D’altronde, nessuno si indigna perché sarebbe istigazione all’odio “riprenderli” per questo comportamento.


Orrore su questo Treno. 20 Migranti circondano una donna, ecco cosa le hanno combinato!
 
Era un treno che da Termoli portava a Pescara, ed è stato palcoscenico di scene quasi da film Horror.
Il treno è stato per alcuni momenti interminabili in balìa di alcuni migranti facinorosi.
Incredibile ciò che hanno combinato.
 
Una donna controllore stava semplicemente facendo il suo lavoro, e proprio per questo per lei è finita male.
La donna entrata nel vagone di questi scalmanati, ha chiesto come da prassi il biglietto, da lì in poi le cose sono velocemente e improvvisamente precipitate.
 
Dagli insulti si è passati a delle vere e proprie scorribande.
Su il Giornale infatti leggiamo che:
A testimoniare la vicenda una giornalista presente nel momento delle aggressioni. “Sono salita alla stazione di Vasto-San Salvo e il treno era affollato da migranti provenienti da Termoli e diretti a Pescara – spiega la signora al Centro – Il capotreno, una donna, ha chiesto il biglietto a tutti i passeggeri. Da parte dei migranti ha ricevuto in risposta una risata beffarda. La capotreno ha insistito e a quel punto è stata aggredita verbalmente“.
Non solo. Convinti di rimanere impuniti, i migranti hanno pure sbeffeggiato i presenti e il controllore. Secondo quanto raccontato da alcuni dei presenti al Centro, infatti, gli immigrati “ridevano e facevano quello che volevano. Più di una volta hanno ripetuto che tanto nessuno li avrebbe puniti”.
Una storia choc che si va ad aggiungere a quelle provenienti da Bassano del Grappa, dove tre giorni fa la baby gand di nordafricani è tornata a colpire dopo che già ad inizio ottobre aveva seminato il panico in un treno proveniente da Venezia e in un supermercato della zona.
Dopo che il controllore ha allertato la polizia, i migranti si sono dati alle scorribande.
 
Sì, perché non è finita di certo lì.
La giornalista continua il racconto choc di questi momenti di vero e proprio terrore.
 
“Diversi pendolari con l’abbonamento sono rimasti in piedi, negli angoli, spaventati.
A Lanciano è salito un altro capotreno ma anche altri nordafricani e la scena è stata la stessa. Da solo, il controllore non ha potuto tenere testa a tanti uomini che lo fronteggiavano rifiutandosi di pagare il biglietto. È stato davvero terribile viaggiare con persone che sembravano fuori controllo.
 
Confesso di avere avuto paura come del resto tutte le persone su quel quel treno. Ritengo e spero che a Pescara, il gruppo abbia trovato ad attenderli la Polfer e che nei loro confronti siano stati adottati adeguati provvedimenti”.
 
Foto Credit: Il Giornale

“Mi fatte vedere il biglietto per favore?”: nigeriani ridono in faccia alla capotreno poi la schiaffeggiano

-treno-controlliNon è un’aggressione ad una donna? Lavoratrice? Ci rendiamo conto a cosa sono esposte queste lavoratrici? I sindacati tanto politically correct e femministi hanno qualcosa da dire? Nemmeno indignazione e solidarietà per questa lavoratrice? Silenzio? Come mai sto silenzio? Chi sono i responsabili morali di questa violenza autorizzata?

“Mi fatte vedere il biglietto per favore?”: nigeriani ridono in faccia alla capotreno poi la schiaffeggiano
gennaio 28, 2018.
 
Un’altra aggressione ai danni di un controllore nel pisano: un capotreno donna di 31 anni chiede il biglietto a quattro clandestini nigeriani, loro con la solita mancanza di rispetto, prepotenza, maleducazione e insolenza, tipica delle risorse boldriniane, prima le ridono in faccia, poi l’aggrediscono con uno schiaffo talmente violento da mandarla all’ospedale.
Pisa, 28 gennaio 2018 – «Buongiorno, mi fate vedere il biglietto, per favore?». Una frase concisa, pronunciata con la giusta dose di fermezza e cortesia. Tanto è bastato a scatenare l’inferno.
 
La capotreno – una ragazza di 21 anni – si trova davanti quattro passeggeri, molto probabilmente nigeriani. Quattro uomini senza biglietto, saliti alla stazione di Pisa e diretti a Lucca, che non sembrano nemmeno ascoltarla facendosi beffe della divisa che indossa. Prima fingono di non capire, le rispondono in una lingua incomprensibile lasciandole intendere che non sanno l’italiano: poi iniziano a scambiarsi occhiate e sorrisetti che tradiscono la loro malafede.
 
La giovane dipendente Trenitalia è ligia al dovere. Non ha intenzione di farsi intimorire e ripete scandendo la la frase: vuole vedere subito il biglietto perché senza biglietto non è possibile viaggiare. Con coraggio e determinazione «convince» i quattro stranieri, che non vogliono tirare fuori neppure i documenti, ad alzarsi e a dirigersi verso la porta. La stazione di San Giuliano Terme fortunatamente è vicina.
Tra insulti e risolini derisori tre scendono dal treno, mentre il quarto continua a fare resistenza. Inizia il diverbio. Il nigeriano (un energumeno di un metro e 90) urla di voler arrivare a distinazione. Dalle parole passa ai fatti. Tira una spinta alla ragazza poi uno schiaffo talmente violento da procurarle danni anche all’orecchio e quindi si dà alla fuga lungo il binario. La capotreno verrà trasportata in ambulanza al pronto soccorso di Lucca. Sul caso indaga la Polfer che sta passando al setaccio le immagini riprese dalle telecamere di bordo attraverso le quali poter arrivare all’identità dell’uomo.
 
Con fonte La Nazione
Redazione riscatto nazionale.net

Immigrato espulso 3 volte era ancora in Italia: ha ucciso 3 italiani senza pietà

Zakaria IsmainiIndignazione? Solidarietà? Mandandi morali? Come mai non viene usata la parola strage?
 
26 gennaio 2018
“Era un serial killer”, Zakaria Ismaini uccise Luna Stellato e altre due persone
Le motivazioni dei giudici alla condanna a 30 anni per “la ritualità del delitto, quella sorta di celebrazione di una cerimonia orrida ed oscura”
FONTE: RIMINI TODAY
 
SERIAL KILLER DI ITALIANI POTEVA ESSERE ESPULSO NEL 2008: 3 ERGASTOLI
Era un serial killer” di italiani, Zakaria Ismaini
Condannato a 30 anni per la morte di Anna Maria Stellato, la 24enne ligure il cui cadavere fu trovato nelle acque di Torre Pedrera, all’ergastolo per l’omicidio di Cosimo Mastrogiovanni, 63 anni pensionato di Latiano bruciato vivo il 10 novembre 2014, e reo confesso per l’omicidio della 50enne Letizia Consoli, una vedova uccisa a Catania il 7 febbraio 2015 colpita alla testa e gettata in mare, Zakaria Ismaini si è guadagnato l’appellativo di serial killer dai giudici della Corte d’Assise di Rimini. Nel 34enne marocchino, come si legge nelle motivazioni della sentenza dei giudici riminese, “va evidenziata la peculiarità del caso di specie, commesso da un assassinio seriale”. Il nordafricano viene definito, nel suo comportamento, compatibile con la definizione in scienza criminologica dell’assassino seriale per “la ritualità del delitto, quella sorta di celebrazione di una cerimonia orrida ed oscura”.
 
C’è un dato importante, secondo la Corte “la vulnerabilità accomuna poi tutte le vittime di Ismaini – si legge nelle motivazioni – Letizia Consoli era una vedova cinquantenne, che aveva l’abitudine di vagabondare per le strade di Catania. Cosimo Mastrogiovanni viveva solo da tempo e cercava una compagnia, indifferentemente maschile o femminile e Ismaini si era recato a casa della vittima molto verosimilmente per fornirgli prestazioni di tipo sessuale, a seguito di un contatto su di un sito internet dedicato agli incontri. Infine Anna Maria Stellato era una giovane donna dalla corporatura assai esile, con problemi di tossicodipendenza risalenti nel tempo”.
 
Nella sentenza emerge la figura di un uomo conosciuto dalle forze dell’ordine italiane già nel 2008, anno del suo primo arresto a Rimini per resistenza e danneggiamento. Nel 2012 viene interrogato e sospettato dai carabinieri proprio in seguito alla morte della Stellato. Ismaini ricompare a Catania dove nel 2013 si prende una denuncia per aggressione e un anno dopo, nel 2013 uccide Mastrogiovanni a Latiano. In tutti e tre i casi di omicidio, Ismaini fatalmente commette un errore, quello di impossessarsi del telefonino delle vittime e chiamarle nei giorni successivi, quando erano già morte. Chiamate che secondo la sentenza non sono “frutto di un errore bensì di un modus procedendi abituale dell’imputato” che freddamente tenta di crearsi un alibi.
 
Se l’avessero espulso nel 2008, al primo reato conosciuto, tre italiani sarebbero ancora vivi. Se l’avessero espulso nel 2013, dopo il secondo reato conosciuto, due italiani sarebbero ancora vivi. L’immigrazione uccide. E uccide, anche, perché chi commette reati non viene espulso. Magari perché qualche pervertito dell’accoglienza protesta.

Dalla vostra parte: Chafik Elketani investì e uccise nel 2010 otto ciclisti, oggi è libero

assassino ciclistiHA UCCISO 8 CICLISTI. Non fu mai usata la parola strage. Chissà perché. Che strano il nostro ordinamento giuridico così flessibile..Di chi era sta mercedes? Solidarietà per le vittime dalle autorità? Non pervenuta. Indignazione? Men che mai.

Drogato, ubriaco e senza patente, non ha scontato nemmeno un anno per ogni vittima
Oltre al danno, la beffa. La tragedia di Lamezia Terme si è conclusa con solo cinque anni di carcere per il ventunenne.
Un’ingiustizia che Gennaro, il fortunato superstite di quel giorno, non riesce a tollerare, come spiega ai microfoni di Retequattro:
“Non riesco nemmeno a descrivere la rabbia che ho dentro per questo ragazzo che ha ucciso otto miei amici e mio fratello”.
Chafik Elketani era alla guida di una Mercedes, senza patente e in condizioni che concorrono soltanto ad aggravare l’accaduto, ma per i parenti ha già scontato la sua pena. La rabbia di chi ha perso un amico o un parente su quella strada, però, resta.
GUARDA video

Rapine ai passanti: “Mi ha colpito al viso poi ho visto la mia amica a terra” Dieci aggressioni in due ore. I racconti choc delle vittime. Quattro gli arresti

firenze 10 aggressioni due oreTra le vittime di queste brutalità anche donne e uomini anch’essi alcuni stranieri.
Fiaccolata in solidarietà? Manifestazione contro le violenze? Parole di condanna? Niente. SILENZIO, NESSUNO che si chiede di chi sia la responsabilità morale anzi….
MA QUANTO SI POTRA’ ESSERE IPOCRITI? Sappiamo bene che nessuna critica al sistema di accoglienza è ammessa, si capisce, ci sono MILIONI di euro in ballo.

 
Firenze, africani massacrano italiani- Il sindaco “Tutelare la reputazione degli immigrati!”
26 gennaio 2018
Rapine ai passanti: “Mi ha colpito al viso poi ho visto la mia amica a terra”
Dieci aggressioni in due ore. I racconti choc delle vittime. Quattro gli arresti
 
FIRENZE, MAROCCHINI PESTANO PASSANTI: SINDACO PD SI PREOCCUPA DEI MAROCCHINI
“Un uomo mi si è avvicinato e mi ha detto ‘Stai ferma o ti sparo’” racconta con un filo di voce una studentessa di 22 anni. Chiacchierava con il fidanzato, seduta su una panchina di piazza Indipendenza quando, intorno alle 2.20, uno dei componenti della banda la minaccia, spintona e poi la scaraventa a terra. Lui cerca di difenderla ma contro tanta violenza c’è poco da fare.
 
“Mi hanno colpito al viso poi ho visto la mia amica a terra” dice incredulo il turista cileno. Era in compagnia dell’amica colombiana quando in via Faenza è stato derubato e aggredito.
 
E non è andata meglio al visitatore turco, sorpreso alle spalle in piazza della Signoria: “Uno mi ha messo un piede sul collo – le sue parole -, l’altro mi ha dato quattro calci”.
Sono i racconti delle vittime, persone scelte a caso, come in una specie di roulette russa della violenza. Dieci in tutto, picchiati e rapinati in due ore nel centro storico fiorentino: uomini e donne, senza nessuna distinzione, tra i 19 e i 46 anni.
Scena da Arancia Meccanica nel cuore storico della città. Gli autori sarebbero quattro giovani nordafricani, arrestati dai carabinieri dopo un rocambolesco inseguimento fino ai giardini della Fortezza da Basso.
Si tratta di un algerino di 26 anni e tre marocchini: due diciottenni e un 26enne, tutti senza fissa dimora, irregolari in Italia e con diversi precedenti alle spalle.
Intanto le indagini proseguono, i carabinieri vogliono chiarire se i quattro siano responsabili di altre violente aggressioni avvenute nel centro storico dal mese di gennaio: dieci sono i casi sul tavolo.
 
Si sospetta, infatti, che dietro i due pestaggi choc denunciati la notte di Capodanno da un ragazzo fiorentino e da un turista romano, entrambi finiti in ospedale col naso rotto, ci possa essere la mano della stessa banda.
 
Ma riavvolgiamo la pellicola. Il ‘giallo’ comincia alle 24.10 nel piazzale di Porta al Prato: un giovane si avvicina al gruppo di stranieri per chiedere una sigaretta e in tutta risposta è stato preso a calci e pugni e poi rapinato di giacca, portafoglio, cellulare e persino delle scarpe.
 
Nelle due ore successive, i quattro sono tornati a colpire con modalità analoghe tra via Pietrapiana, piazza della Signoria, piazza della Repubblica, piazza Indipendenza, via Roma, via de’ Cerretani e via Faenza.
In via Pietrapiana, venti minuti dopo, la gang è riuscita a derubare un 43enne del cellulare mentre in piazza della Signoria (intorno all’1.10) è andata peggio a un turista turco di 20 anni: mentre passeggia solo in centro viene aggredito, percosso e rapinato.
 
Sono passati solo 20 venti minuti: una ragazza di 27 anni mentre passeggia col fidanzato viene presa a calci e pugni in piazza della Repubblica e poi scippata della collana d’oro. Il compagno spintonato e buttato a terra.
 
Solo un quarto d’ora dopo, un ventisettenne in via Roma e, a ruota, un fiorentino di 28 anni: anche lui percosso e rapinato del cellulare. Via Faenza, esterno notte. Sono le 2.10: nell’obiettivo delle belve questa volta c’è una turista colombiana di 33 anni.
 
I quattro malviventi prima prendono a testate l’amico e poi spintonano la donna a cui portano via borsa e cellulare. Un film dell’orrore che finisce in piazza Indipendenza alle 2.20. “Mai visto nulla del genere. Sembravano belve” i commenti dei testimoni.
 
Ovviamente il sindaco PD non pensa alle vittime, ma al ‘buon’ nome della cosiddetta comunità marocchina: “Grazie ai carabinieri – dice il sindaco di Firenze Dario Nardella – a nome di tutta la città per questa reazione immediata, forte e incisiva”. Nardella ha anche parlato con l’ambasciatore del Marocco in Italia Hassan Abouyoub che si è impegnato a venire presto a Firenze per incontrarlo e affrontare insieme la questione, riporta una nota di Palazzo Vecchio, “di una minoranza che rischia di connotare negativamente e ingiustamente la comunità marocchina presente in città”.