Chi è Paolo Giordana, il capo gabinetto di Chiara Appendino che si è dimesso dopo lo scandalo multa

 

Ex seminarista, non ha mai aderito al Movimento 5 Stelle. È stato vicino ad Appendino, l’ha condotta alla vittoria. Era finito nell’occhio del ciclone anche per il ruolo di primo piano nell’organizzazione della proiezione in piazza San Carlo della finale di Champions

La sindaca di Torino Chiara Appendino con Paolo Giordana in una foto d'archivio (Ansa)La sindaca di Torino Chiara Appendino con Paolo Giordana in una foto d’archivio (Ansa)

Le dimissioni sono arrivate a fine mattinata, appena l’ex capo di gabinetto ha lasciato gli uffici della procura torinese, dove si trovava per difendersi dall’accusa di falso in atto pubblico in un’altra vicenda, quella sul debito con la Ream tenuto «nascosto», secondo i magistrati, durante la compilazione del bilancio comunale; l’ultima grana, almeno sino ad oggi, abbattuta sul braccio destro di Appendino in un anno e mezzo di aministrazione.

La parabola crescente di Giordana aveva cominciato a incrinarsi, infatti, pochi mesi dopo l’insediamento della giunta Cinque Stelle. Ultima è arrivata la multa tolta all’amico. Ma prima del suo coinvolgimento nell’inchiesta sul caso Ream, il capo di gabinetto era finito nell’occhio del ciclone anche per il ruolo di primo piano avuto nell’organizzazione della proiezione in piazza San Carlo della finale di Champions, un evento finito con il tragico bilancio di 1526 feriti e una vittima. E prima ancora era inciampato nel fallimento organizzativo dei mercatini di Natale.

Ma chi è Giordana, lo scopritore delle doti della sindaca Appendino? Ex seminarista, le foto online lo ritraggono ancora in abiti religiosi per la sua adesione, dopo l’uscita dalla chiesa cattolica, al movimento progressista dei Vecchi Cattolici, e infine al «Patriarcato ortodosso d’Europa», una chiesa autonoma di cui è prete.

Giordana è l’immagine dell’ex che torna e vince. Non ha mai aderito al Movimento 5 Stelle. È stato vicino ad Appendino, l’ha condotta alla vittoria. E questo basta. D’altronde le sue amicizie politiche sono trasversali: dai postfascisti di An ai liberali. Ad un certo punto approda al centrosinistra ed entra nello staff dell’amministrazione Chiamparino, prima con Paolo Peveraro, attuale presidente di Iren, poi con Alessandro Altamura, ex presidente del Pd torinese. Era assegnato all’assessorato al commercio dove ha imparato a conoscere la macchina della burocrazia comunale, una conoscenza che gli è poi servita per fare da insider per conto di Appendino.

Nel 2011 appoggia la candidatura di Piero Fassino, ma l’ex segretario Ds non gli dà corda, lo emargina. Così Giordana, che si sarebbe aspettato una ricompensa per il lavoro di ghostwriter in campagna elettorale, punta su un altro cavallo, quella Appendino, numero uno dell’opposizione Cinque Stelle, neofita della Sala Rossa, che sedeva sotto il quadro del sindaco della peste Bellezia, figura amata dal pigmalione di Chiara. Fra Giordana e Appendino si instaura un rapporto di collaborazione e di fiducia sin dall’inizio. Lui fa valere i suoi canali, usa le informazioni raccolte stando al fianco di Fassino e le propone interpellanze, che diventano pallottole nella battaglia della consigliera grillina contro il «Sistema Torino». Lei si impone come unica candidata sindaca possibile per il M5s. Così Giordana la battezza e le dice: «Tu diventerai sindaco». Lei è incredula, ma Giordana è sicuro di condurla alla vittoria.

Il «Rasputin» di Appendino ha fatto della politica una professione, al contrario del dogma Cinque Stelle. E alla fine, come è successo con il capo di gabinetto della sindaca Raggi a Roma, il suo «professionismo» è finito per essere un ostacolo da rimuovere per permettere a Chiara Appendino di proseguire il mandato.

Chi è Paolo Giordana, il capo gabinetto di Chiara Appendino che si è dimesso dopo lo scandalo multaultima modifica: 2017-10-30T08:23:06+01:00da davi-luciano
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