
Lavoro prima agli immigrati. Nelle scuole la Fedeli assume stranieri come bidelli

Una volta, tanto tanto tempo fa, tale sindacato, come gli altri, lottava per i diritti del lavoro, per migliori condizioni salariali, pensionistiche, di salute.
Sono passati da: “occupiamo le fabbriche” a picchiamo i “fomentatori di paure” che altro non sono che cittadini semplici (non gruppi di naziskin) i quali come sempre devono subire le scelte calate dall’alto, a loro spese e senza il loro consenso.
Tempi moderni, che l’accoglienza sia un valore senza dubbio, ci sono inchieste su cosche/COOP che lo provano, ma per i kompagni del Pd questo ed altro.
Peccato non sia mai un dovere garantire vitto e alloggio agli 8 milioni di italiani sotto la soglia di povertà, per non parlare di Job act etc. Se si lottasse con la stessa enfasi per tutti i poveri, lavoratori indistintamente sarebbero certo più credibili, peccato che costoro tacciano di POPULISMO chiunque chieda diritti per gli italiani disagiati.
Curioso anche l’accusa alla Lega di essere ladri citando Belsito. IO ASPETTO ANCORA CHE PARLI LUSI, ma è ancora in convento? Non disse se parlo io cade il Pd? Nessuno è interessato a ciò che ha da dire? Mah.
Momenti di tensione alla fiaccolata dei cittadini di Genova Multedo che protestano contro il centro di accoglienza per 50 migranti che dovrà sorgere nell’ex asilo della cittadina. Un centinaio di appartenenti a ‘Genova solidale’ che ricomprende anche alcuni metalmeccanici della Fiom Cgil si è avvicinato ai manifestanti urlando ‘vergognatevi, accoglienza’ FONTE
Migranti a Multedo, ieri sera presidio della Fiom: “No ai fomentatori di paure”
I metalmeccanici volevano partecipare a una riunione degli abitanti: “Torneremo per ribadire che l’accoglienza è un dovere e un valore”
di Katia Bonchi – 11 ottobre 2017 –
Genova. “Ci avevano detto che ieri sera ci sarebbe stata una riunione tra gli abitanti che sono contrari all’arrivo dei profughi così siamo andati perché volevamo spiegare che la Cgil, la Fiom e in generale gli operai genovesi sono invece per l’accoglienza”. Il coordinatore dell’rsu di Fincantieri Giulio Troccoli spiega così la presenza di ieri sera a Multedo di un gruppo di operai dell’Ilva e dell’Ansaldo nei pressi dell’ex asilo Contessa Govone.
La riunione degli abitanti non c’è stata ma la Fiom garantisce che tornerà: “Vogliamo capire perché questi abitanti si sono intestarditi su poche decine di persone, ma la risposta è semplice – dice Troccoli – a Multedo sono arrivati i mestatori di paure e noi non ci stiamo. Genova è città medaglia d’oro della resistenza, città antifascista e antirazzista e l’accoglienza non è solo un dovere, ma anche un valore”.
Questo pomeriggio alle 17 a Tursi si tenterà una nuova mediazione, auspicata anche dal sindaco Marco Bucci: “Speravo – ha detto ieri il sindaco – che la proposta della Curia fosse accettata, ora torneremo a negoziare esattamente come si fa con le aziende”. Ieri sera intanto don Giacomo Martino, direttore del progetto Migrantes, che gestirà il Cas di Multedo, ha chiesto a tutti di non alzare ulteriormente il livello di scontro: “Prego davvero tutti di non innalzare i toni, di non contrapporsi ma di spiegare, di non fare muro ma di dialogare. Temo gravemente di finire tirato da più parti. Temo strumentalizzazioni su un progetto di accoglienza di cui ho, con i miei, la prima responsabilità e non vorrei essere parte di nessuna fazione come sino ad ora”.
La Fiom intanto assicura che parteciperà all’assemblea di quartiere: “Chiariremo in modo assolutamente sereno la nostra posizione” ribadisce Troccoli che ricorda poi l’appuntamento del 19 ottobre al teatro Verdi di Sestri ponente per la costituzione del comitato Genova solidale.
Migranti a Multedo, ieri sera presidio della Fiom: “No ai fomentatori di paure”
Il progetto era quello di creare un passaggio attraverso i Pirenei che mettesse in omunicazione Spagna e Francia. E così, ecco nascere nella comunità autonoma dell’Aragona la gigantesca stazione di Canfranc. In territorio spagnolo, tranne un binario, a tutt’oggi considerato francese. Un’opera imponente, in ferro e vetro, con tanto di ospedale, un ristorante e degli alloggi per chi ci lavorava. Nel 1928, quando venne inaugurata, era soprannominata “il Titanic delle montagne”. Nel 1970, un convoglio merci deragliò all’ingresso del ponte L’Estanguet in Francia, da allora il traffico internazionale in quella tratta venne interrotto e la gigantesca stazione è abbandonata. Ma conserva intatto il suo fascino (foto canfranc.es)
https://ilmanifesto.it/grandi-manovre-nucleari-alla-camera/
L’arte della guerra. La rubrica settimanale a cura di Manlio Dinucci
Il giorno prima che il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari venisse aperto alla firma alle Nazioni Unite, alla Camera dei deputati è stata approvata il 19 settembre, a grande maggioranza (296 contro 72 e 56 astenuti), una mozione Pd a firma Moscatt e altri.
Essa impegna il governo a «continuare a perseguire l’obiettivo di un mondo privo di armi nucleari attraverso la centralità del Trattato di non-proliferazione (Tnp), valutando, compatibilmente con gli obblighi assunti in sede di Alleanza atlantica, la possibilità di aderire al Trattato per vietare le armi nucleari, approvato dall’Assemblea generale dell’Onu».
La mozione Pd, «su cui il governo ha espresso parere favorevole», è una cortina fumogena per nascondere il fatto che l’Italia è accodata al crescente riarmo nucleare Usa/Nato ospitando, in completa violazione del Tnp, le bombe nucleari Usa B-61 che dal 2020 saranno sostituite dalle ancora più pericolose B61-12.
La vera posizione del governo Gentiloni è emersa il giorno dopo quando, attraverso il Consiglio nord-atlantico di cui fa parte insieme agli altri 28 governi della Nato, ha respinto in toto e attaccato il Trattato Onu. Alla Camera dei deputati la mozione Pd è stata votata da Forza Italia, Fratelli d’Italia, Scelta Civica, Alternativa Popolare, Democrazia Solidale e Gruppo Misto.
La Lega Nord, assente in aula al momento del voto, con una sua mozione chiama il governo «a non rinunciare alla garanzia offerta dalla disponibilità statunitense a proteggere anche nuclearmente l’Europa e il nostro stesso paese, non necessariamente rispetto alla Russia».
Come se l’Italia fosse in grado di stabilire contro chi debbano essere puntate le armi nucleari Usa. Sinistra Italiana e Articolo 1, nelle loro mozioni respinte dalla Camera, chiedono la rimozione delle armi nucleari Usa dall’Italia in base al Trattato di non-proliferazione e l’adesione dell’Italia al Trattato Onu. Però, sulla mozione Pd, entrambi i gruppi non hanno votato contro ma si sono astenuti. Ha invece espresso voto contrario il Movimento 5 Stelle.
Nella sua mozione, anch’essa respinta, esso non chiede però al governo né la rimozione delle armi nucleari Usa dall’Italia in base al Trattato di non-proliferazione, né l’adesione dell’Italia al Trattato Onu, ma di «relazionare al Parlamento sulla presenza in Italia di armi nucleari, non facendosi più paravento di un vincolo atlantico alla riservatezza inesistente per i cittadini e i parlamentari Usa» e di «dichiarare l’indisponibilità dell’Italia ad utilizzare armi nucleari, a non acquisire le componenti necessarie per rendere gli aerei F-35 idonei al trasporto di armi nucleari».
La mozione del M5S rispecchia la posizione espressa dall’aspirante premier Luigi Di Maio che «non vogliamo uscire alla Nato» (come ha dichiarato lo scorso aprile in una conferenza negli Usa), che (come ha dichiarato in un’intervista lo scorso giugno) «vogliamo restare nella Nato, ma vogliamo parlamentarizzare gran parte delle scelte».
Illusione o peggio.
Nel Consiglio nord-atlantico, stabiliscono le norme Nato, «non vi è votazione né decisione a maggioranza», ma «le decisioni vengono prese all’unanimità e di comune accordo», ossia d’accordo con gli Stati uniti cui spettano per diritto la carica di Comandante supremo alleato in Europa e gli altri comandi chiave, compreso quello del Gruppo di pianificazione nucleare della Nato.
Promettere che gli F-35, aerei concepiti per l’attacco nucleare soprattutto con le B61-12, possano essere usati dall’Italia con una sorta di sicura che impedisca l’uso di armi nucleari, equivale a una favola raccontata ai bambini per fargli dormire sonni tranquilli.
PCN-TV/ 2017 10 09/
Emission complète sur :
Les commentaires de PRESS TV (qui cite Le Monde) :
« Dans son numéro du 2 octobre, le quotidien Le Monde consacre tout un article à l’indépendance de la Catalogne. ” Le scénario des événements de dimanche 1er octobre était écrit d’avance. Le Premier ministre espagnol, Mariano Rajoy, avait prévenu qu’il ne laisserait pas s’organiser, au mépris de la loi et de l’autorité de l’État, le référendum sur l’indépendance de la Catalogne, interdit par la Cour constitutionnelle espagnole. Le président catalan, Carles Puigdemont, l’a maintenu envers et contre tout, au nom de la « légitimité populaire » et de l’« engagement » pris envers ceux qui ont porté au pouvoir la coalition indépendantiste en Catalogne, en septembre 2015. La police nationale intervenant pour empêcher la tenue d’un vote de toute façon illégal et sans effet – était quelque part ce qu’attendaient les autorités catalanes afin d’apparaître sur les réseaux sociaux et dans les médias comme victimes d’une oppression que certains n’ont pas hésité à qualifier de répression rappelant ce qu’a connu l’Espagne sous la dictature franquiste. Cela dit sur le fond, le dossier était mal engagé. Le gouvernement de Madrid refuse depuis l’arrivée du Parti populaire (PP) au pouvoir en 2011 toute négociation, tout dialogue sérieux pouvant aboutir à un compromis avec les partis nationalistes catalans. Ces derniers, devenus indépendantistes, n’ont pas cherché à nouer des liens avec d’autres forces politiques afin d’essayer de trouver une solution dans le cadre de la Constitution espagnole. C’est pourtant manifestement ce qu’attend une majorité de Catalans, si on en croit les sondages ainsi que les rapports de force apparus aux dernières élections catalanes, où les partis indépendantistes ont obtenu 48% des suffrages exprimés, soit une majorité de sièges, mais une minorité de voix. Par ailleurs, les anti-indépendantistes, qui sont partisans d’un dialogue afin de sortir de la crise catalane, étaient appelés à descendre dans la rue, ce samedi et dimanche 7 et 8 octobre. (Source : Le Monde) » (ON NOTERA – suivre Le débat – que Le Monde, lié aux Réseaux Sorös et à sa fondation OSIWA, ne soutient nullement l’indépendance catalane).
LE DEBAT SE FAIT AUSSI SUR UNE COMPARAISON ENTRE LES REFERENDUM CATALAN ET KURDE …
Les commentaires de FARS NEWS (Iran) :
« Cependant, l’ambiance reste tendue en Espagne bien qu’un représentant du gouvernement de Mariano Rajoy ait présenté ses excuses pour les violences policières dont ont fait l’objet, la semaine dernière, les électeurs catalans. Selon Fars News, l’Espagne refuse que l’Union européenne serve de médiateur entre le gouvernement régional de Catalogne et le gouvernement central espagnol. En outre, l’agence AFP fait savoir que l’Union européenne a proposé d’intervenir dans le conflit entre le gouvernement espagnol et les séparatistes catalans afin d’atténuer les tensions par des négociations,ce qui a été refusé par Madrid.
D’autre part, le référendum du pouvoir kurde à Erbil, capitale du Kurdistan irakien, survenu lundi, suscite ailleurs qu’en Irak une vive opposition. Le gouvernement de Bagdad a certes fait connaître la sienne aussi, mais l’État-nation irakien est si faible que là n’est pas vraiment la question : l’enjeu est surtout international, et tous les États concernés de près ou de loin par ce qui se passe dans cette partie du monde ont indiqué leur refus de ce projet, à l’exception notable d’Israël. Ici, ce n’est pas d’abord la démocratie interne à un État-nation qui est en jeu, mais des équilibres géopolitiques régionaux, voire mondiaux. »
UN DEBAT TRANCHE AVEC DEUX VISIONS OPPOSEES DE LA CONFRONTATION MADRID-BARCELONE …
PRESS TV (Iran) propose un débat avec Luc Michel (Bruxelles, pour l’affaiblissement du Bloc occidental et de l’Espagne), géopoliticien, et Antoine Charpentier, analyste politique (plutôt anti catalan) …
* Voir sur le Site de PRESS-TV/
Débat: l’Espagne et la Catalogne plongent dans l’inconnu sur http://www.presstv.com/DetailFr/2017/10/09/538028/LEspagne-et-la-Catalogne-plongent-dans-linconnu
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Flash géopolitique – Geopolitical Daily/
2017 10 10/
Interesting point of view (to know and to discuss) on RIA novosti on the travel of Saudi King to Moscow and how Russia sees Moscow’ strong geopolitical position in Middle-East …
* Reactions To Saudi King’s Visit To Moscow from RIA news agency:
“Putin Is The New Lord Of The Middle East” …
Document/
“The Saudi royal visit to Russia concluded on October 8. One of King Salman’s main goals during his visit to Moscow was to convince Russia not to place “all its cards in the region on Iran.” On October 5, 2017, Saudi King Salman met with Russian President Vladimir Putin.On that occasion, the Saudi monarch stressed the importance of stability in the Persian Gulf as an essential pre-requisite for achieving security and stability in the world. King Salman added: “This requires that Iran abandon attempts to interfere in the domestic affairs of the states in the region and stop the activity that destabilizes the region.”
On October 6, during his meeting with Russian PM Dmitry Medvedev, King Salman reiterated his position towards Iran. The Saudi monarch told Medvedev: “[Earlier with the Russian President] we also discussed the necessity to reach peace and stability in the Middle East region. In order to do that, Iran has to stop its policy, maintain good neighborly relations and respect international legality.”
The royal visit was also an opportunity for Saudi and Russian companies to sign business deals. Nezavisimaya Gazeta reported that over a dozen deals were signed, in the fields of defense, communications, space, trade and investment.
Concerning the oil and energy market, Saudi Aramco signed five Memoranda of Understandings (MOUs) with key Russian energy entities during Salman’s visit.
As for defense, Saudi Arabia signed a preliminary agreement to buy S-400 air defense systems. The Saudi Press Agency also specified that the Saudi Ministry of Defense signed with Russia contracts for the supply of S-400, Kornet-EM systems, TOS-1A missiles, AGS-30 bombers, Kalashnikov AK-103 assault rifles and their ammunition. It is worth noting that immediately following the S-400 deal, the U.S. government approved the sale to Saudi Arabia of the advanced Terminal High Altitude Area Defense (THAAD) missile defense system for $15 billion.”
* However, following the news of the S-400 deal, RIA news agency published a comment expressing reservations about a possible sale to Saudi Arabia:
Document 2/ “An unidentified expert from the Center for Analysis of Word’s Arms Trade was quoted, as saying: “Moscow should approach this issue with healthy pragmatism– if Riyadh really wants to purchase those systems [S-400], then let’s stamp the agreement with 100% payment in advance and only then they will stand in a line for delivery after we supply the systems to China, Turkey and, as expected, India.”
The expert recalled that Russia already had a negative experience of military cooperation with Saudi Arabia. He stated that in the past Saudi Arabia made preliminary agreements to purchase Russian weapons, but the whole thing ended up in nothing concrete. The expert said that the Saudis actually promised to purchase weapons if Russia renounced its intention to supply S-300 systems to Iran. It should be noted that Iran’s Revolutionary Guard Corps recently displayed the S-300 in Tehran on September 24, 2017. The expert then added: “If in fact there are signed agreements regarding building the nuclear plant in Saudi Arabia and there are [Saudi] investments in exploring and producing oil and gas in the Arctic shelf, then the S-400 contract will be a great supplement to this package.”
During his stay, King Salman also met with the presidents of the predominantly Muslim republics of Chechnya, Ingushetia, and Tatarstan in Moscow. Saudi Arabia sees itself as the leader of the Sunni world, whereas the Russian hosts may see the meeting as conferring Muslim religious legitimacy upon Moscow.”
* RIA Columnist:
“Saudi Arabia Reached The Conclusion That The U.S. Is No Longer Able To Protect The Kingdom”
RIA news agency columnist Gevorg Mirzayan penned an article, titled “The Visit To The New Lord Of The Middle East: The Saudi King In Moscow.” In the article, Mirzayan stated:
Document 3/ “Despite the fact that the two sides for a long time were considered to be adversaries, Moscow’s and Saudi’s comments regarding their intention to strengthen their mutual relations prove that both sides decided to leave the emotions behind… “Part of the Saudi leadership began to endorse the conclusion that the U.S. is no longer able to fulfill the Quincy Pact (struck in 1945 between [President] Roosevelt and the first King of Saudi Arabia Abdulaziz) and protect the Kingdom of the Two Holy [Cities]. For that reason, Ryiadh, according to Prince Mohammad Bin-Salman, would like to hedge the risks….
(…) The Russian national interest implies creation of balance of interests in the region – only then no power will contemplate ejecting Moscow from the region, but [instead] there will be an attempt to seek Russian support to shift the balance in its favor.”
(From Ria.ru, October 5, 2017)
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