Polizia, “sparare al ladro in fuga si può”. Strafalcioni e orrori nei temi degli agenti promossi a ispettori nel concorso farsa

http://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/concorso-da-vice-ispettore-la-polizia-spara-strafalcioni/

La selezione – Gli incredibili elaborati degli agenti (molti poi promossi): da “estrema orazio” a “che l’ho impartisce”. E tanti copiano dal web – Ecco il documento ufficiale

Estrema orazio” scrive un agente. Un altro usa percuotere con la “q”. C’è quello che s’inventa “l’ascriminante” e quello che non azzecca un’acca in tutto l’elaborato. Ma il problema non sono i crimini contro la grammatica. Ci sono agenti di polizia, poi risultati vincitori del concorso per diventare vice-ispettori e quindi destinati a far carriera, convinti che si possa sparare al rapinatore colpendolo alle gambe purché “disarmato e in fuga”. E altri che confondono pena con reato. È tutto nero su bianco negli elaborati del famigerato concorso per 1.400 posti da vice-ispettore bandito nel 2014. Quello che segnerà la futura classe dirigente della polizia e che sta suscitando una marea di scontento nel mondo delle questure. Centinaia di ricorsi tra gli oltre 20mila esclusi, per non dire di centinaia di messaggi infuriati sulle chat dei poliziotti. Lo stesso capo della Polizia, Franco Gabrielli, aveva bollato il concorso come un “papocchio”. Non solo: “Dovremmo porci il problema non di annullare il concorso – aveva aggiunto Gabrielli – ma di togliere la qualifica anche di agente a chi ha scritto” certi temi. Invece poi tutto è andato avanti e il 12 settembre scorso i vincitori hanno cominciato i corsi in diverse città. Non parliamo di aspiranti poliziotti, ma di agenti in servizio con almeno sette anni di esperienza sulle spalle.

Ogni concorso in polizia porta una polemica. Era già successo a quello per 559 nuovi agenti che Gabrielli aveva annullato dopo un’inchiesta della magistratura. Ma qui è più complicato perché si tratta di agenti che sono già in polizia, cioè di una selezione interna. Un concorso che ha spinto qualcuno ad appendere la divisa al chiodo per la rabbia e la delusione. Come Matteo Fiorio, fino al 31 luglio agente di polizia che oggi sale i gradini del Tribunale di Verona da avvocato. Dopo 15 anni di servizio ha preferito indossare la toga anche perché con una laurea in giurisprudenza e l’abilitazione alla professione forense è stato bocciato al concorso da vice-ispettore, “mentre – sostiene lui – colleghi che non sanno scrivere in italiano e ignorano l’abc del diritto sono passati”. Così ha deciso di fare ricorso contro la propria amministrazione al pari di altri 558 agenti, molti dei quali raccolti nell’associazione “Tutela&Trasparenza” che ora rappresenta come legale. Acquisiti gli atti del concorso e i temi dei vincitori, li ha fatti leggere anche al Fatto Quotidiano.

Per gli ispettori, si scopre dagli elaborati, saper scrivere in l’italiano non è poi “fondame-ntale”. Scritto e troncato così: -ntale. Insieme a “l’ho impartisce”, “l’ho esegue”. Eppure chi l’ha scritto ha vinto il concorso da vice ispettore. Ed è in buona compagnia perché tra i 2.127 idonei c’è chi scrive più volte “estrema orazio”, e nello spiegare cosa sia la legittima difesa inventa nuove teorie come “l’ingiusta offesa posta in essere anche da cose o animali”. Promosso pure lui, insieme a chi scrive “ammenta” con la t, “perquotono” e “endicap”. Non basta: “Tra i 2.127 idonei è stato analizzato un campione di 800 temi. Un centinaio presenta parti copiate da internet e libri di testo”, riferisce l’avvocato Fiorio. Ma tra i candidati vincitori c’è chi sostiene che – nel caso di un rapinatore in una banca – “non si è autorizzati a sparargli ad altezza petto bensì sulle gambe per evitare la fuga”. Un vincitore propone una nuova definizione dell’omicidio: “Un soggetto che deve uccidere una persona con la pistola, il soggetto per uccidere, deve materialmente, oltre che avere una condotta commissiva nel puntare la pistola con l’intenzione di sparare, affinché avvenga l’evento morte si deve verificare lo sparo”.

La storia inizia nel 2014 quando, a fronte di una carenza d’organico di11mila persone, il Ministero dell’Interno indice un concorso per 1.400 vice ispettori. Si candidano in 22mila e 7mila superano la prima selezione. Il 29 gennaio 2015 partecipano a quella scritta, un elaborato di diritto penale: struttura del reato, cause di giustificazione, l’esercizio del diritto, l’adempimento del dovere e l’uso legittimo delle armi. Il pane quotidianoper poliziotti con un minimo di 7 anni di servizio. Ma il 17 dicembre 2016, a distanza di quasi un anno dalla prova, ecco la sorpresa: passano 2.217 candidati di cui oltre 1.400 con lo stesso punteggio, circostanza che farà dubitare della corretta applicazione dei criteri di valutazione. Un professore di statistica della Sapienza, Andrea Polli, ha prodotto uno studioche ha aperto la strada a un mare di ricorsi. Ma il Tar del Lazio boccia la richiesta di provvedimenti immediati in attesa di pronunce sul merito. Sostanzialmente viene stabilito che la commissione gode di una sorta di intangibilità dovuta alla “discrezionalità tecnica”: non spetta ai giudici giudicare l’operato della commissione o gli elaborati dei ricorrenti. Fiorionon ci sta: “La giurisprudenza afferma che discrezionalità non è sinonimo di arbitrarietà”.

Il 6 gennaio scorso Gabrielli annuncia che tutti gli scritti sarebbero stati ricorretti da una speciale commissione di verifica, presieduta dal prefetto e all’epoca vice capo della Polizia Matteo Piantedosi. Il suo mandato è rivedere le posizioni “dei candidati titolari di contenziosi”. Gabrielli, dopo la rilettura dei testi, nel marzo scorso parla di “concorso a rischio annullamento”. Ai sindacati viene assicurato che oltre 330 candidati sui 550 esclusi che hanno fatto ricorso (in pratica il 66%) saranno riammessi e questo “per riabilitare colleghi bravi che si sono visti valutare in maniera non corretta”. Un concorso “nato male e finito peggio”, aggiunge Gabrielli.

Ma il 22 maggio viene annunciato che saranno avviati soltanto gli idonei: 1.400 come da bando, più i 475 ulteriori che erano stati dichiarati tali. Ciò senza alcuna correzione degli elaborati esclusi in quanto la commissione esaminatrice, convocata per la ricorrezione, “ha ritenuto di non voler provvedere ad un’attività di rivalutazione”. E neppure di divulgare ai ricorrenti i suoi atti perché ritenuti “non ostensibili”. Il 12 giugno il Dipartimento pubblica la graduatoria dei vincitori: avanti tutta. Così arrivano le interrogazioni firmate da Pippo Civati (Possibile), Nicola Molteni (Lega), Angelo Tofalo (M5S) ed Enrico Zanetti (Scelta Civica): chiedono di conoscere i costi della commissione di cui hanno fatto parte il vicecapo della Polizia, vari prefetti e funzionari d’alto livello chiamati a svolgere un lavoro che si è rivelato inutile. Ipotizzano responsabilità per danno erariale e all’immagine della Polizia. “Questo concorso è la sommatoria di tutto quello che non si deve fare”, ha detto Gabrielli mesi fa, mostrando disagio per il concorso nato prima del suo arrivo. I vertici della Polizia, interpellati ieri dai cronisti, non commentano la vicenda. Avanti tutta.

FACE A LA REPRESSION SAUVAGE DE MADRID ET AU REFUS DU REFERENDUM D’AUTODETERMINATION : LA CATALOGNE EN GREVE, POUR DEFENDRE SES DROITS DEMOCRATIQUES !

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ)

pour PCN-INFO/ avec PCN-SPO / 2017 10 03/

PCN-INFO - LM catalogne stratégie (2017 10 03) FR

« Une quarantaine d’organisations syndicales, politiques et sociales de Catalogne ont lancé dimanche un appel à la grève générale dans la région pour mardi, en réaction à l’intervention de l’Etat espagnol pour empêcher le référendum d’autodétermination jugé illégal par Madrid. “Nous condamnons fermement les violences commises par les forces de l’ordre espagnoles pour empêcher la tenue du référendum du 1er octobre”, ont déclaré les partisans de l’appel à la grève »

Madrid a perdu les 3 batailles essentielles :

Celle de l’image (répression dure contre des foules pacifistes désarmées), Celle de l’organisation (malgré les raids de la guardia civile, le referendum a massivement eu lieu), Celle de l’Histoire (Madrid et Rajoy apparaissent clairement comme les héritiers De la dictature franquiste, où est la « démocratie consolidée espagnole » ?) …

Le “oui” a remporté à 90% le référendum sur l’indépendance de la Catalogne, organisé dimanche en dépit de l’interdiction par le pouvoir central madrilène, a communiqué l’exécutif de la région autonome lundi vers 00h30.

Plus de deux millions de bulletins en faveur de l’indépendance ont été déposé dans les urnes. La police espagnole a tenté par la force d’interdire les Catalans de se rendre dans l’isoloir, faisant entre 300 et 90 blessés dimanche.

I-

SOLIDARITE AVEC LA GREVE GENERALE EN CATALOGNE

La Catalogne est en grève ce mardi, du FC Barcelone à la fameuse Sagrada Familia, pour défendre ses “droits” et dénoncer les violences policières perpétrées dimanche en marge du référendum interdit.

La grève avait dans un premier temps été convoquée par des syndicats minoritaires. Mais finalement, après les brutalités et les violences ayant amené dimanche plus de 800 personnes à solliciter une assistance médicale, les syndicats majoritaires dans la région ont décidé d’y adhérer pour montrer une image d’unité face à ces agressions. Les associations et partis indépendantistes, qui ont une importante capacité de mobilisation, également. “Je suis convaincu que cette grève sera très suivie”, a déclaré le président de la région Carles Puigdemont qui cherche aussi par ce biais à montrer que toute la société le soutient dans son bras de fer pour obtenir de Madrid, au minimum, un référendum d’autodétermination.

FACE A LA BRUTALITE DE MADRID (HERITEE DE LA DICTATURE FRANQUISTE) : LES ORGANISATEURS VEULENT FAIRE DE LA GREVE UNE DEMONSTRATION “DE PAIX”

Dans les faits, la grève est prévue au port de Barcelone, dans les universités publiques, les transports, le Musée d’art contemporain (MACBA), parmi les employés de l’opéra et même ceux de la fameuse Sagrada Familia, la cathédrale de Gaudi. Les organisateurs veulent en faire une démonstration “de paix”.

Le chef du gouvernement espagnol Mariano Rajoy est quant à lui resté silencieux, se réunissant lundi avec les leaders du parti socialiste et de Ciudadanos (centre, opposé à l’indépendance) pour étudier “le grave défi posé” par cette crise. Il a été pressé par l’Union européenne de dialoguer. L’ONU a souhaité une enquête sur les violences tandis que Berlin et Paris exprimaient honteusement leur soutien à une Espagne unie. Et le Parlement européen a annoncé qu’il débattra en urgence mercredi de la situation en Catalogne.

LE BARÇA SE JOINT A LA GREVE GENERALE PREVUE CE MARDI EN CATALOGNE

Le FC Barcelone a annoncé son intention de se joindre au mouvement de grève générale prévu mardi en Catalogne en réaction aux violences policières intervenues lors du référendum d’autodétermination de la région dimanche.

“Le FC Barcelone se joindra à la grève générale de mardi et en conséquence, le club sera fermé demain”, a indiqué le Barça dans un communiqué lundi. “Ni les équipes professionnelles ni les jeunes du centre de formation ne s’entraîneront demain”, est-il précisé.

L’immense majorité des stars du club, dont le quintuple Ballon d’Or Lionel Messi et Gerard Piqué, engagés dans des compétitions internationales cette semaine, ne devaient de toute façon pas s’entraîner mardi avec le Barça.

Les heurts intervenus dimanche entre policiers et partisans du référendum d’autodétermination ont fait au moins 92 blessés, et 844 personnes ont nécessité une intervention médicale, selon les autorités catalanes. A la suite de ces incidents, le Barça avait décidé de jouer à huis clos son match contre Las Palmas (gagné 3-0) dimanche soir, le président du club expliquant que cette décision avait été prise en réaction aux violences plutôt que pour des raisons de sécurité.

II-

POURQUOI NOUS SOUTENONS LES INDEPENDANTISTES CATALANS (ET TOUS CEUX DE L’UE, DU QUEBEC ET DES USA) !?

Notre position est simple :

Il faut affaiblir le Bloc politico-militaire américano-occidental et il faut briser les pays néocolonialistes et atlantistes à l’intérieur de celui-ci. Espagne, Grande-Bretagne, Roumanie, Belgique, etc …

Dans deux tribunes offertes par la Télévision d’état francophone iranienne PRESS TV, le géopoliticien Luc MICHEL, président du Bureau politique du PCN, expose LES CHOIX STRATEGIQUES ET TACTIQUES DE NOTRE ORGANISATION TRANSNATIONALE :

* Voir sur PCN-TV/

Emission complète « Reportage »

Les dessous de l’indépendance de la Catalogne sur https://vimeo.com/236546361

* Voir sur PCN-TV/

Emission complète « Le Débat »

Catalogne, un scrutin qui déchire l’Espagne sur https://vimeo.com/236551805

PCN-INFO/ LUC MICHEL/ ЛЮК МИШЕЛЬ/

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Parti Communautaire Néoeurasien, PCN,

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* PCN-SPO (Service de Presse du PCN)

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LES ‘CONFLITS GELES’ DE L’ESPACE POST-SOVIETIQUE

 

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE/

Luc MICHEL pour EODE/

Flash géopolitique – Geopolitical Daily/

2017 09 30/

LM.GEOPOL - Conflits gelés en cei (2017 09 30) FR (1)

Un des points chauds de la confrontation OTAN-Russie, ce sont les Républiques auto-proclamées de Pridnestrovie, Abkhazie et Ossétie du Sud, que l’on appelle aussi la « CEI-2 ». En outre, dans une confrontation similaire, c’est le Haut-Karabkh, soutenu par l’Arménie –  l’allié le plus proche de la Russie au Caucase, contre l’Azerbaïdjan, qui fut membre du GUAM pro-OTAN. C’est là que la confrontation entre l’OTAN et la Russie s’exprime directement, aux frontières caucasiennes et aux marches européennes de la Russie. Les USA et l’OTAN ont besoin de ces foyers de tension pour leur politique agressive anti-russe …

LM.GEOPOL - Conflits gelés en cei (2017 09 30) FR (3)

I-

LE CONTEXTE GEOPOLITIQUE :

« LES REPUBLIQUES VENUES DU FROID »

* L’Abkhazie (capitale Soukhoumi) :

ex-république autonome de la Géorgie soviétique depuis 1931, a combattu les forces géorgiennes de 1992 à 1994, au lendemain de la dissolution de l’URSS en décembre 1991. Soukhoumi ne reconnaît pas la souveraineté de Tbilissi sur son territoire et applique une politique visant à accéder à une indépendance reconnue par la communauté internationale.

* L’Ossétie du Sud (capitale Tskhinvali) :

Ex-région autonome de la Géorgie d’après la division administrative de l’URSS, l’Ossétie du Sud (capitale Tskhinvali) a proclamé son indépendance le 20 septembre 1990. Tbilissi a alors riposté et les opérations militaires ont fait des milliers de morts de part et d’autre de 1990 à 1992. Lors du premier référendum de janvier 1992, au lendemain de la disparition de l’URSS, l’Ossétie du Sud s’est massivement exprimée en faveur de son indépendance envers la Géorgie. Les Sud-Ossètes mettent le cap sur le rapprochement avec l’Ossétie du Nord, république du Caucase du Nord russe, notant que les Ossètes, du Nord comme du Sud, ont bénévolement intégré la Russie en 1774, une bonne trentaine d’années avant la Géorgie. Près de 99% des Sud-Ossètes ont dit « oui » au référendum organisé ce 12 novembre 2006 par les autorités séparatistes et proposant de faire de la région un Etat indépendant. Tskhinvali ne cache pas son objectif stratégique de réunification avec l’Ossétie du Nord, une république russe du Caucase du Nord, et refuse catégoriquement de reconnaître la souveraineté géorgienne sur son territoire.

* La Pridnestrovie (la PMR, capitale Tiraspol) :

zone la plus industrialisée de l’ancienne République soviétique de Moldavie et peuplée aux deux tiers par des Slaves, a proclamé son indépendance envers Kichinev en 1992, après la dislocation de l’URSS et à l’issue de plusieurs mois de combats contre les forces moldaves pro-roumaines. Depuis, Tiraspol refuse de reconnaître la souveraineté moldave sur son territoire et applique une politique indépendante, renforcée après le référendum sur l’indépendance de septembre 2006, très largement remporté par les partisans du rapprochement avec la Russie. Le 17 septembre 2006, un référendum a eu lieu en effet en République Moldave de Pridnestrovie (PMR), et, dans le cadre de cette consultation nationale, la majorité écrasante de la population de cette république autoproclamée s’est prononcée pour la poursuite de la politique d’indépendance de la Pridnestrovie et de son union avec la Russie.

* Le Nagorno-Karabakh (capitale Stepanakert) :

Enfin le Nagorno-Karabakh (capitale Stepanakert), qui se veut « le deuxième Etat arménien », enclave à majorité arménienne en Azerbaïdjan, a fait sécession de Bakou au terme d’un conflit armé qui a fait, entre 1988 et 1994, des milliers de morts. Le Haut-Karabakh bénéficiait, au sein de la république soviétique d’Azerbaïdjan, du statut de région autonome. En 1988, à la faveur de la perestroïka gorbatchévienne, la population locale a exigé la réunification de l’enclave à la république soviétique d’Arménie. Malgré de multiples tentatives de Moscou de faire revenir le calme dans le pays, une véritable guerre a éclaté entre la région et l’Azerbaïdjan après la chute de l’URSS en 1991. Le 2 septembre 1991, les autorités séparatistes ont proclamé l’indépendance de la République du Haut-Karabakh englobant la région autonome du Haut-Karabakh et le district de Chaoumian. Un cessez-le-feu est intervenu en 1994 mais la situation reste tendue, malgré des efforts de médiation du groupe de Minsk de l’OSCE. Depuis, des négociations sont en cours à différents échelons entre Bakou et Erevan.

II-

QUATRE « CONFLITS GELES »

Quatre « conflits gelés » perdurent autour de ces quatre républiques, que l’on tente, avec l’appui de l’OTAN et de Washington, d’annihiler par la force.

* En Abkhazie et en Ossétie du Sud agressées par la Géorgie, les combats n’ont cessé qu’après l’intervention d’une force internationale de maintien de la paix. Après l’agression de l’Ossétie du Sud par la Géorgie en août 2008 et la courte guerre entre la Russie et la Géorgie, Moscou a reconnu les deux républiques caucasiennes.

* La situation reste tendue dans le Haut-Karabakh, malgré le cessez-le-feu et les efforts de médiation de l’OSCE. « la prochaine guerre européenne évitable : le Nagorno-Karabakh » ? C’est la thèse du livre EUROPE’S NEXT AVOIDABLE WAR: NAGORNO-KARABAKH de Michael Kambeck (Editeur) et Sargis Ghazaryan (Editeur) pour Palgrave MacMillan. « Le Nagorno-Karabakh est le plus périlleux des conflits dits gelés en Europe de l’Est. Dans une région presque libre d’observateurs, les conséquences d’une nouvelle guerre dans le Haut-Karabakh sont largement sous-estimés », explique l’éditeur.

* La Pridnestrovie réclame depuis 16 ans son indépendance par rapport à la Moldavie, au travers de plusieurs referendum, et abrite un contingent de paix russe malgré l’opposition moldave. Avec l’arrivée de la Junte orangiste au pouvoir à Kiev (« Euromaidan »), un axe anti-PMR et anti-russe s’est constitué entre Bucarest, Chisinau et Kiev. USA et OTAN instrumentalisant la tension. Tiraspol, dont le poumon extérieur était Odessa, a été mise sous blocus.

III-

LA COMMUNAUTE DE LA « CEI-2 »

A noter que le 30 septembre 2006, les présidents des parlements de trois de ces républiques auto-proclamées – mais néanmoins en Droit international reconnues comme « sujets de droit international » en tant que parties à des conflits – (Abkhazie, Ossétie du Sud, Pridnestrovie) ont signé un accord instituant l’Assemblée parlementaire de la Communauté « Pour la démocratie et les droits des peuples ». Cette Communauté, qualifiée depuis de « CEI-2 », a été instituée en juin 2006 par les leaders des trois républiques et le Traité d’amitié prévoit une assistance mutuelle au niveau politique et économique, mais aussi, en cas d’agression, une assistance militaire.

(source : Luc Michel / EODE Think Tank)

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LE FANTOME GEOPOLITIQUE DE LA MITTELEUROPA (III). LA GRANDE-POLOGNE NOUVEL ALLIE PRINCIPAL DES USA EN EUROPE

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE/
Luc MICHEL pour EODE/
Flash géopolitique – Geopolitical Daily/
2017 09 29/

LM.GEOPOL - Nostalgies Mitteleuropa III pologne (2017 09 29) FR (1)

« la participation des dirigeants européens aux guerres des USA et de l’OTAN se fait contre les intérêts fondamentaux à long terme de leurs peuples »
– général autrichien Von Lohausen
(disciple de Thiriart, un des pères de la « Géopolitique de la Grande-Europe »).

LM.GEOPOL - Nostalgies Mitteleuropa III pologne (2017 09 29) FR (3)

* La Pologne nouvel allié privilégié des USA en Europe occidentale et centrale :
Le basculement a été opéré entre la « vieille Europe » (Berlin, Paris) et la « nouvelle Europe » (Varsovie et cie) par Washington comme allié privilégié. Basculement amorcé sous Obama et amplifié sous Trump (qui a une aversion personnelle contre Frau Merkel et des sympathies idéologiques pour les régimes de droite de la Mitteleuropa).
Dans l’optique de la IIIe guerre mondiale (annoncée brutalement – la brutalité est la marque de la géopolitique américaine depuis la politique du « big stick » de Téodore Roosevelt – dans les analyses prospectives de Stratfor), la Pologne devient l’allié géopolitique principal et l’Allemagne, à la tête d’une UE résiduelle de douze membres, sort de l’Histoire.

* La prespective de la IIIe Guerre mondiale vue de Washington :
Les pronostics des géostratèges américains sur la future IIIe Guerre mondiale (entre 2040 et 2070) et le rôle de la Pologne et de la Roumanie sont éclairants : le choc principal se fait entre la Grande-Pologne et la Grande-Turquie néo-ottomane (Washington y agite aussi des nostalgies géopolitiques) pour le contrôle des Grands-Balkans. Après avoir servi de champs de bataille principal, dévastée par des frappes nucléaires tactiques, à la fin de la guerre, la Roumanie … est cédée à la Grande-Turquie et redevient une province néo-ottomane. Tout ce scénario diabolique est décrit in-extenso par Georges Friedman, le patron du puissant Think Tank US STRATFOR, dans son livre « The next hundreds year » ! Les roumains semblent inconscient de ce que leur réserve « l’alliance américaine » ?

* Quel est le rôle assigné par les USA à la Pologne en Europe ?
Les USA jouent habilement sur la nostalgie à Varsovie de la GRANDE-POLOGNE des XV-XVIIe siècle, capable de rivaliser avec Moscou, dont la sphère d’influence allait de la Baltique à la Mer noire, et qui avait annexé des provinces aujourd’hui bélarusses, roumaines et ukrainiennes.
Nostalgie assumée à Varsovie puisque le courant dominant de la géopolitique étatique polonaise se résume lui-même au slogan « de la mer à le mer » ! Dans les plans des géostratèges américains, la Pologne joue un rôle central contre la Russie, puis ensuite comme acteur central de la IIIe guerre mondiale dont le cœur, pronostiquent-ils, sera le combat pour la possession de la Mittel-Europa et des Balkans …

* Diviser pour régner, la politique westphalienne de Washington en Europe :
Alors que l’administration Obama (avec Clinton et Kerry) avaient privilégié Berlin (jouant notamment sur les nostalgies géopolitiques de la « Grande-Allemagne » à Berlin) et Paris (« Axe Washington-Paris », compensation économique pour la « Françafrique » en échange de sa satellisation politico-militaire aux USA), Trump va jouer la « nouvelle Europe » contre la « vieille Europe » (souvenez vous de la crise irakienne en 2002-2003). Et neutraliser Paris en la transformant en « nouveau sherif de l’Afrique ».

* Paralyser Bruxelles et combattre Moscou :
Ici aussi les pays de l’ex Pacte de Varsovie basculés dans l’OTAN et aux mains de forces hostiles à la fois à Moscou et à Bruxelles vont continuer à servir de cheval de Troie américain, Varsovie en tête, qui sera le partenaire principal des USA en Europe pour les décennies 2020-2050 !

Le tout est théorisé dans deux projets géopolitiques (tous deux dirigés à la fois contre la petite-Europe croupion de Bruxelles et la Grande-Europe eurasiatique de Moscou) :
– l’« Intermarium » (Pologne-Lithuanie-Ukraine) de Varsovie
– et son amplification par Washington (Conçu sous Obama, repris par Trump et Mattis), le bloc géopolitique dit des « Trois mers » (Baltique-Adriatique-Mer noire) …

* Sur le contentieux Paris-Varsovie, voir sur PCN-TV/ LUC MICHEL SUR PRESS TV (IRAN)/ DANS ‘REPORTAGE’ (28 AOUT 2017) :
AU CŒUR DE LA CRISE DU PROJET POLITIQUE EUROPEEN DE BRUXELLES : LE DOSSIER FRANCE VS POLOGNE

Sur https://vimeo.com/236542666

(Sources : EODE Think Tank)

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REFERENDUM EN CATALOGNE, UN SCRUTIN QUI DECHIRE L’ESPAGNE

# LUC MICHEL SUR PRESS TV (IRAN)/ DANS ‘LE DEBAT’ (2 OCTOBRE 2017) :

PCN-TV/ 2017 10 02/

* LE REFERENDUM DE CATALOGNE : UNE BOMBE GEOPOLITIQUE AU CŒUR DE L’UNION EUROPEENNE ET DE L’OTAN.

* LA FACADE « DEMOCRATIQUE » DE L’UE S’EST LEZARDEE A BARCELONE …

2017-10-02_200615

PRESS TV, la télévision iranienne internationale francophone, débat avec le Professeur Pierrre Dortiguier et le géopoliticien Luc MICHEL …

PRESS TV :

«L’Espagne traverse l’une de ses pires crises politiques depuis le retour à la démocratie, après la mort du dictateur Franco en 1975. Les autorités catalanes étaient déterminées à organiser un nouveau référendum sur l’indépendance de la Catalogne, dimanche 1er octobre. Un scrutin illégal aux yeux de la justice espagnole et que le gouvernement de Madrid a tout fait pour empêcher. Cette consultation à haut risque soulève bien des questions. La Catalogne, région de 7,5 millions d’habitants située dans le nord-est de l’Espagne, à la frontière franco-espagnole, dispose déjà d’un statut de communauté autonome. Elle possède son Parlement et son gouvernement avec des compétences étendues. Mais les indépendantistes font valoir que leur région, qui possède sa langue et sa culture, est une “nation” et non une “nationalité” comme le stipule la Constitution espagnole de 1978. Ces éléments justifient selon eux qu’ils disposent de leur propre État. Ils avancent également un argument économique. La Catalogne est la région la plus prospère d’Espagne : elle représentait à elle seule 19% du PIB du pays en 2016, au coude-à-coude avec Madrid. Aux yeux des indépendantistes, elle verse une contribution financière trop élevée à l’État espagnol, et son économie serait bien plus vaillante si elle était indépendante.

D’une manière générale, le gouvernement espagnol reproche aux indépendantistes d’alimenter le populisme et de tenter de tirer parti du marasme économique et de la crise politique, alimentée par les nombreuses affaires de corruption qui éclaboussent la famille royale. En laissant la Catalogne organiser un référendum sur la question, Madrid ouvrirait en outre la porte à des scrutins semblables dans d’autres régions traversées par un sentiment indépendantiste. À commencer par le Pays basque.

Le gouvernement catalan proclame l’indépendance de la Catalogne ,cette éventualité contraindrait Madrid à réagir. Le chef du gouvernement espagnol, Mariano Rajoy, pourrait appliquer l’article 155 de la Constitution qui l’autorise à suspendre l’autonomie de la Catalogne et prendre le contrôle de sa police. Il pourrait aussi arrêter des dirigeants catalans, tel le président Carles Puigdemont. Mais l’image de ces personnalités encadrées de policiers risquerait de faire le tour du monde et donnerait aux indépendantistes l’occasion de “passer de la logique de l’indépendance à celle de la défense de la démocratie contre un État répressif”. Le ton est monté entre indépendantistes catalans et autorités espagnoles, dimanche 1er octobre, alors que 5,3 millions de personnes étaient appelées à voter lors du référendum d’autodétermination de la région. Personnes âgées évacuées manu militari, irruption de la police antiémeute dans les bureaux, heurts avec les militants… La journée de vote a été marquée par plusieurs scènes fortes.

Luc Michel, géopolitologue et Pierre Dortiguier analyste politique nous donnent plus de détails à ce sujet.»

LUC MICHEL :

Dans ‘LE DEBAT’,

PRESS TV (Iran) débat avec le Professeur Pierrre Dortiguier et le géopoliticien Luc MICHEL …

* Voir sur le Site de PRESS-TV/

Emission complète « Reportage »

Catalogne, un scrutin qui déchire l’Espagne

http://www.presstv.com/DetailFr/2017/10/02/537225/Rfrendum-en-Catalogne-un-scrutin-qui-dchire-lEspagne

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LES DESSOUS DE L’INDEPENDANCE DE LA CATALOGNE

# LUC MICHEL SUR PRESS TV (IRAN)/ DANS ‘REPORTAGE’ (1er OCTOBRE 2017):

PCN-TV/ 2017 10 01/

2017-10-02_194353

PRESS TV, la télévision iranienne internationale francophone, interroge le géopoliticien Luc MICHEL …

PRESS TV :

«Des milliers de Catalans ont commencé à se masser dimanche dès l’aube devant des écoles, collèges ou centres de sports transformés en bureaux de vote pour participer à un référendum d’autodétermination illégal que Madrid a promis d’empêcher. Il s’agit du plus grand défi pour le pouvoir central depuis 40 ans. Le 6 septembre, les indépendantistes majoritaires en Catalogne depuis septembre 2015 avaient convoqué ce référendum, malgré l’interdiction de la Cour constitutionnelle et l’absence de consensus au sein de la société catalane. La région, où l’indépendantisme gagne du terrain depuis le début des années 2010, est en effet divisée presque à parts égales sur l’indépendance. Mais les Catalans souhaitent majoritairement, à plus de 70%, un référendum d’autodétermination légal et accordé avec l’État. Depuis le 6 septembre ni les poursuites judiciaires ni les arrestations ou perquisitions n’ont donc dissuadé les indépendantistes de cette région où vivent 16% des habitants du pays d’organiser le scrutin interdit.

Lors d’un entretien avec l’AFP, samedi, Carles Puigdemont a expliqué ressentir “une grande responsabilité”. “C’est un moment grave”, a-t-il dit en confirmant qu’en cas de victoire du oui il y aurait des “décisions politiques” qui pourraient déboucher sur une déclaration d’indépendance entraînant une phase de “transition” où il négocierait le départ de la Catalogne. Luc Michel, géopolitologue nous donne plus de détails à ce sujet.»

LUC MICHEL :

TOUT SAVOIR SUR LE REFERENDUM D’AUTO-DETERMINATION DE LA CATALOGNE !

POURQUOI LE CAMPS ANTI-IMPERIALISTE DOIT SOUTENIR LES MOUVEMENTS INDEPENDANTISTES DE L’UNION EUROPEENNE ET DES USA !?

Dans ‘REPORTAGE. L’INTERVIEW’,

PRESS TV (Iran) interroge Luc Michel, géopoliticien …

* Voir sur le Site de PRESS-TV/

Emission complète « Reportage »

Les dessous de l’indépendance de la Catalogne http://www.presstv.com/DetailFr/2017/10/02/537218/Les-dessous-de-lindpedance-de-la-Catalogne

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