L’autonomia economica a 38 anni. Tra un decennio a 48. L’inferno che nessuno vuole vedere

0-20070un altro grande successo delle istituzioni europee, anti populiste, quelle giuste, globaliste e progressiste. Poi dicono che tocca importare braccia perché non si fanno figli. Ma le femministe si chiedono perché tante donne abortiscono PERCHE’ NON HANNO I MEZZI per mantenere i figli e quindi sono COSTRETTE non “scelgono” di rinunciare ad un figlio?

E’ un genocidio silenzioso.


La Fondazione Bruno Visentini, istituzionalmente collegata alla Luiss, si occupa di analizzare i problemi economici giuridici di maggiore rilevanza per il nostro sistema di imprese e, più in generale, del sistema socio-economico del Paese. La Fondazione ha presentato oggi un interessantissimo rapporto dal titolo: «Il divario generazionale tra conflitti e solidarietà: generazioni a confronto».

Vi si evince chiaramente una cosa che tutti presentiamo da anni, anche se mai ci viene posta davanti agli occhi nero su bianco. Una cosa che rimuoviamo, altrimenti il nostro Io se ne uscirebbe in frantumi. La rimuoviamo come i traumi, i desideri inappagabili, le più profonde paure.

Questa cosa è che la nostra società, il modo in cui essa è strutturata e in cui vi sono distribuite le risorse, è divenuta un insormontabile ostacolo al normale, al fisiologico sviluppo della vita umana.

Biologicamente la maturità inizia a 18 anni. Questo significa che a quell’età noi siamo pronti per essere autonomi. Bene, nella nostra Italia nel 2004 l’autonomia economica si raggiungeva in 10 anni. In altri termini, mettevi su casa a 28. Nel 2020 per metter su casa dovrai aspettare i 38, oltre dunque la prima fase della maturità.

Per vent’anni la tua psiche sarà costretta ad essere quella di un ragazzo. Per non impazzire. Ma anche essere ragazzi a trent’anni è una forma di profonda alienazione foriera di mille nevrosi.

Nel 2030 si prevede che l’autonomia economica sarà raggiunta soltanto a 48 anni. È incommentabile.

È la sovversione dell’ordine naturale delle cose: per chi ha un’idea sacrale della vita, una cosa più blasfema non può esistere. Per gli scientisti, non può esistere una cosa più stolta.

Stiamo vivendo in un film horror e non ce ne accorgiamo.

Allora ripeto per l’ennesima volta che o si pone rimedio immediatamente al divario generazionale in termini di distribuzione delle risorse o non stupiamoci più di alcuna aberrazione, di alcuna efferatezza, di alcuno scriteriato integralismo: perché quello che abbiamo costruito continuando a guardare il nostro ombelico pasciuto si chiama Inferno.

A presto.

di Edoardo Varini – 23/03/2017 Fonte: linkiesta

http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=58556

Ci siamo sempre sbagliati. Il Cociv merita il massimo rispetto

 

Ci siamo sempre sbagliati. Il Cociv merita il massimo rispetto

No Tav – Terzo Valico

20 marzo 2017 

L’ultima novità è stata sbandierata ieri su Il Secolo XIX e su La Stampa da Matteo Indice, uno che deve avere qualche santo in paradiso dentro qualche Procura. Scrive che ad essere messo sotto accusa sarebbe il consorzio tutto in base ad una specifica legge sulla responsabilità amministrativa e non più solo i suoi uomini arrestati nell’ultima operazione. Per i Pubblici Ministeri il Cociv sarebbe un consorzio corrotto e non sarebbe parte lesa. A questa conclusione eravamo già arrivati anche noi tapini, non serviva essere dei PM. La novità però sarebbe che oltre ad aver smaltito lo smarino con l’amianto “ad minchiam” (il latino aiuta per questa finezza), mettendolo anche nelle cave dove non sarebbe dovuto andare, pare che se lo rivendessero pure a ditte compiacenti che lo rimettevano in circolo come se fosse del normalissimo smarino senza amianto. Il movimento aveva sollevato il problema della mancata valutazione dei costi per lo smaltimento di amianto con tanto di esposto alla Corte dei Conti e alle Procure di Alessandria e Genova. Devono aver pensato che l’unico modo per gestirsi il problema amianto fosse quello di farlo sparire lucrandoci pure sopra nel totale disprezzo della pericolosità di questa operazione per la salute di tutti. “…Tanto la malattia arriva fra trent’anni…” come ci ha ricordato quel galantuomo di Ettore Pagani, Gran Mascalzon, Lup Man, Pezz di Merd (citazione di “Fantozzi alla Riscossa”), nonché ex Vice Presidente di Cociv. Agevoliamo video. A noi il Pagani sembra tanto il dottor Barambani e uno che volete dei vostri amati sindaci (da scrivere rigorosamente con la s minuscola) ci sembra Fantocci.

sbagliati

Davanti a tutto questo schifo i sindaci sono muti, forse impegnati a pulirsi le giacche con le salviettine di cui scrivevamo prima. Il Commissario Iolanda Romano, che di norma convoca conferenze stampa anche per dire quante volte è andata in bagno, tace. E i due liocorni? Niente, anche Borioli ed Esposito non hanno ancora esternato il loro pensiero in grado di modificare le sorti dell’umanità.

Ricapitoliamo. Ci son state le mazzette, le infiltrazioni della ‘ndrangheta, le infiltrazioni della camorra, il cemento come colla che defluiva a cazzo, la talpa in Prefettura, l’amianto messo dove non doveva essere messo, l’amianto rivenduto e rimesso sul mercato, l’amianto in falda ad Alessandria. E sicuramente ci siamo dimenticati parecchie cose, perché è impossibile ricostruire tutte le nefandezze commesse da questi signori. Basta il commissariamento di Cociv per risolvere questi problemi? Non fateci ridere e andatevi a nascondere, Cociv deve essere buttato fuori dal Terzo Valico ed il Terzo Valico deve essere buttato fuori dalla storia.

Per concludere due cose. La prima è che secondo noi, visto anche il successo di tutte le assemblee che stiamo facendo, è il tempo di tornare in piazza in migliaia di persone e di farlo insieme a tutti quelli che difendono la loro terra da chi la vuole devastare.

Dove? Laddove possiamo fare più male. Quando? Quando possiamo fare più male.

La seconda la scriviamo nel più totale rispetto di chi di andare a votare proprio non ne vuole sapere. Se siete persone che votano fatelo con la stessa maturità con cui è stato fatto il 4 dicembre. Un voto contundente contro chi sostiene il Terzo Valico. Tanto a Serravalle quanto ad Alessandria e a Genova non vi sarà difficile riconoscere chi in questi anni ha marciato insieme al movimento.

Continuiamo a combattere con ogni mezzo necessario fino a fermarli.

P.S: la settimana scorsa il nostro webmaster ed un nostro militante, preso veramente “ad minchiam” (vedi spiegazione data sopra per l’utilizzo del latino), sono stati condannati con decreto penale di condanna emesso dal Tribunale di Alessandria al pagamento di 300 euro ciascuno per il reato di diffamazione. Sotto accusa questo articolo del 2013. Abbiamo urtato la loro sensibilità nello scrivere che non sono inclini al rispetto delle regole e per averli definiti un ammasso di banditi. Ed un giudice pensava di risolverla con un decreto penale. No grazie, ovviamente abbiamo deciso di farci il processo. Il nostro dispiacere più grande? Che chi ci ha querelato si trovi in questo momento agli arresti domiciliari con accuse un tantino più gravi di quella di diffamazione. Non sappiamo se avrà il coraggio di venire in aula a guardarci negli occhi considerato che è affaccendato in questioni un pochino più serie. Comunque noi oggi lo ripetiamo con ancora più forza. Il Cociv non è incline al rispetto delle regole e sono un ammasso di banditi. Magari finiamo di nuovo a processo e questa volta insieme ai PM di Genova e di Roma. Sai che circo che viene fuori?

J’accuse! Un video sulla questione amianto nel Terzo Valico

J’accuse! Un video sulla questione amianto nel Terzo Valico

No Tav – Terzo Valico

Non sono poveri e non scappano dalla guerra né dalla fame, ecco perché i profughi vengono in Italia.

 http://www.lavocedeltrentino.it/2016/10/24/non-poveri-non-scappano-dalla-guerra-ne-dalla-fame-perche-profughi-vengono-italia/

Anna Bono, (nella foto) docente di Storia e Istituzioni dell’Africa all’Università di Torino, conoscendo a fondo la materia, ribalta un bel gruzzolo di luoghi comuni.

Al giornalista Marco Dozio in un’intervista molto interessante, spiega che chi sbarca o viene traghettato sulle nostre coste, arrivando prevalentemente dall’Africa subsahariana, per la stragrande maggioranza dei casi non è un profugo.

E nemmeno un povero in fuga dalla fame. Ma un giovane maschio, spesso appartenente al ceto medio, che non scappa da guerre o persecuzioni. “La maggior parte di chi lascia l’Africa subsahariana per l’Europa non scappa né dalla guerra né dalla povertà estrema”.

Professoressa, ci raccontano che gli immigrati che arrivano in Italia sono profughi.

«I dati dicono che dall’inizio dell’anno il numero di persone che hanno fatto domanda di asilo politico, e che hanno ottenuto risposta positiva, si assesta intorno al 4%. Significa che tutti gli altri non rientrano nei parametri previsti dalla convenzione di Ginevra, quindi non sono persone che hanno lasciato il loro Paese sotto la minaccia di perdere la libertà o la vita: non sono persone perseguitate».

E ci raccontano che chi non scappa dalla guerra però scappa dalla fame.

«I costi elevatissimi dell’emigrazione clandestina contraddicono questa tesi comune. Ormai è risaputo che chi vuole venire in Europa deve mettere insieme 4mila, 5mila o 10mila dollari per potersi appoggiare a un’organizzazione di trafficanti che provveda all’espatrio. Cifre appunto elevatissime soprattutto se rapportate ai redditi medi dei Paesi di provenienza. Chi arriva generalmente appartiene al ceto medio o medio basso, comunque per la gran parte non si tratta di indigenti. C’è chi risparmia, chi si fa prestare il denaro dai parenti, chi paga a rate, chi vende una mandria, però i soldi ci sono, i trafficanti vogliono essere pagati in contanti. È gente che ha una disponibilità economica. Certo c’è la delusione di vivere in Paesi dove avanzano prevalentemente i raccomandati: la spinta può arrivare anche da lì, da delusioni lavorative, come succede per chi parte dall’Italia».

Per quale motivo chi è eventualmente coinvolto in un conflitto dovrebbe far rotta dall’Africa subsahariana verso l’Europa?

«Infatti non succede questo. In Africa i profughi sono milioni e milioni ma la quasi totalità di coloro che ottengono asilo non lascia il continente. I profughi sono più di 60 milioni, dato del 2015, di cui 41 milioni sono profughi interni, sfollati. Quando si vive in uno stato di conflitto o di pericolo ci si allontana solo il minimo indispensabile per mettersi al sicuro, pensando di poter fare ritorno a casa propria. La maggior parte delle persone si allontana restando all’interno dei confini nazionali, mentre un’altra porzione di persone oltrepassa i confini per essere ospitata nei campi dell’Unhcr anche per lungo tempo, come per il caso della Somalia. Benchè la diaspora somala sia una delle più numerose al mondo, a causa di vent’anni di instabilità e del terrorismo di Al Shaabab, solo una parte dei profughi è fuggita all’estero: la gran parte ha oltrepassato i confini nazionali riparando nel vicino Kenya».

Qual è la situazione nei Paesi di partenza?

«Molti emigranti arrivano per esempio da un Paese come il Senegal che non è in guerra, non vive gravi problemi di conflitti e come tutti i Paesi africani, con poche eccezioni, vive un periodo positivo dal punto di vista economico. Da anni quasi tutta l’Africa presenta una crescita del prodotto interno lordo costante e in certi casi consistente. Il problema è che questa crescita non si traduce in vero e proprio sviluppo economico o umano, anche a causa della corruzione endemica e del malgoverno».

Per quale motivo telegiornali, grande stampa e larga parte della politica insistono nel parlare erroneamente di “sbarchi di profughi o rifugiati”?

«Mass media, politici, chiunque parli di immigrazione utilizza emigrante, profugo o rifugiato come fossero sinonimi. Ma ovviamente non lo sono. In parte ciò è frutto di una confusione involontaria. In parte però si tratta di un errore voluto, perché c’è la tendenza ad affermare che chiunque lasci il proprio Paese abbia una forma di disagio e dunque abbia il diritto di essere ospitato. Questo approccio si traduce in ciò che vediamo: centinaia di migliaia di persone in marcia per arrivare in Europa. Molti dei quali non sono indigenti e per la maggior parte, circa l’80%, sono giovani uomini di età non superiore ai 35 anni. Poi c’è una fetta crescente di minori non accompagnati, metà dei quali non si sa che fine faccia. Si parla tanto di accoglienza e poi lasciamo sparire 5mila bambini nel nulla».

L’esodo è favorito da una sorta di propaganda?

«Nei Paesi dell’Africa subsahariana esistono pubblicità che incitano ad andare in Italia, spiegando che qui è tutto gratis. E in effetti lo è. Mi immagino le telefonate di questi ragazzi ai loro amici, in cui confermano che effettivamente tutto viene assicurato loro gratuitamente».

Come vede la questione in prospettiva?

«Se continuiamo ad andarli a prendere a poca distanza dalle coste africane, come illustrava una vignetta satirica di Krancic, (sotto) la situazione non potrà che peggiorare. In Grecia non sbarca quasi più nessuno da quando è stato siglato l’accordo con la Turchia. Se chi pensa di venire in Italia ha la certezza di essere rimandato indietro, non avendo le caratteristiche per ottenere l’asilo, alla fine desiste. Manca la volontà politica. Che ci sia un divario notevole tra le condizioni di vita dell’Africa, del Sudamerica o di una parte dell’Asia rispetto all’Occidente è evidente. Però noi abbiamo 4 milioni e 600mila poveri assoluti e il 40% dei giovani senza lavoro, numeri di cui tenere conto».

In molti si chiedono perché i migranti non raggiungono gli stati europei in aereo visto che costa anche meno. Ebbene, per poter fare domanda di asilo politico o di asilo umanitario in uno stato europeo bisogna essere fisicamente presenti sul territorio di questo stato. Questo vuol dire che non è possibile inoltrare una richiesta di asilo ad uno stato europeo da un’ambasciata di questo paese in uno stato terzo. Non esiste neanche la possibilità di avere un permesso temporaneo per giungere nel paese di propria scelta per poter chiedere asilo.

L’unico modo per raggiungere un paese europeo che promette di garantire diritti e assistenza, come ha fatto la Svezia per prima nel 2013, è quello di usufruire di mezzi illegali e pericolosi e di affidare se stessi e la propria famiglia ai trafficanti di persone.

Questo, per chi è in Egitto ed in Libia e per la maggior parte dei siriani, significa arrivare via mare. I trafficanti di esseri umani hanno come primo ed unico interesse il profitto economico e cercano quindi di guadagnare il più possibile stipando fino al limite centinaia di persone in barconi in pessime condizioni. Chi arriva via mare in Europa e sulle coste italiane rischiando la vita, non lo fa né perché è conveniente né per nascondersi dalle autorità, lo fa perché le leggi europee sull’immigrazione non gli permettono di fare altrimenti.

In Trentino il costo dell’immigrazione per la comunità è altissimo e la gestione non prevede un vero e proprio piano di accoglienza e di integrazione. Per ogni immigrato la provincia autonoma di Trento mette a disposizione 35 euro al giorno, più 2,5 euro in contanti per ogni richiedente asilo. Inoltre i benefit per i migranti presenti sul nostro territorio sono molto importanti e vanno dai trasporti gratis, le visite e tutte le medicine in forma gratuita, le card per le ricariche telefoniche e per la spesa al supermercato.

È plausibile pensare che per ogni richiedente asilo la provincia autonoma di Trento spenda oltre 1.500 euro ogni mese, questo per circa 24 mesi, cioè il tempo per decidere se sarà rilasciato lo status di profugo al migrante. Tempo che spesso viene raddoppiato visto che quasi tutti i richiedenti asilo a cui non viene riconosciuto lo status di profugo presentano un ricorso, che viene preso in considerazione dopo altri 24 mesi che nel frattempo il rifugiato passa sul nostro territorio naturalmente mantenuto dai contribuenti. Lo stesso ricorso viene patrocinato dallo stato italiano, quindi tutti coloro che depositano il ricorso hanno diritto alla difesa gratuita, per loro, che però paga la comunità italiana.

Oltre a questo da tenere in seria considerazione sono i professionisti che ruotano intorno al fenomeno, cioè psicologi, mediatori culturali, operatori, medici ecc ecc.. tutti pagati dalla comunità.

Pare che intorno al fenomeno dell’immigrazione solo in Trentino ruotino circa 3.000 dipendenti. Per la ristrutturazione dei campi profughi di Marco di Rovereto e dell’ex caserma Damiano Chiesa la Provincia autonoma di Trento ha speso quasi un milione di euro.

Ad oggi sul territorio trentino sono presenti quasi 1.500 richiedenti asilo, numero destinato a salire molto in fretta visto i quasi 3.000 stranieri che sbarcano a Lampedusa ogni giorno. Purtroppo solo una piccola parte avranno diritto allo status di profugo.

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TERRORISME : ‘COMEDIANTE’ A BRUXELLES … ‘TRAGEDIANTE’ A LONDRES ET DAMAS !

LA REPUBLIQUE D’EUROPE/ 2017 03 22/
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Show monarchiste à Bruxelles, alors que le royaume abrite le siège de l’OTAN, qui porte une lourde responsabilité dans l’émergence des djihadismes en Eiurope …
Les djihadistes commémorent les attentats du 22 mars 2016 à Bruxelles en frappant Londres ! Nouvelle faillite absolue, après celles de Bruxelles et Paris, des services de sécurité de l’OTAN …
A Damas, les alliés de l’OTAN, dont al-Qaida en Syrie (la soi-disant “armée de la reconquête”, dont les bases arrières sont en Israël, sur le Golan occupé, et en Jordanie, deux alliés proches de l’Alliance atlantique), lancent un assaut terroriste en plein coeur de Damas. Ce qui réjouit fort les médias de l’OTAN (style Libé il y a 48h) …
Comediante, tragediante !
* Lire sur LLB :
Le couple royal rend hommage aux victimes de la station Maelbeek
* Lire sur LUCMICHEL. NET :
UN AN APRES LES DJIHADISTES N’ONT PAS DESARMES !
ATTAQUE CONTRE LE PARLEMENT BRITANNIQUE … ET AU CENTRE DE DAMAS !!!
LM/ LA REPUBLIQUE D’EUROPE/
PCN Wallonie-Bruxelles
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A sessant’anni dai Trattati di Roma: “vertici” e “celebrazioni” che hanno fatto il loro tempo

trattati romail popolo dovrebbe festeggiare la troika che li dissangua a suon di austerità? Ah già si deve altrimenti si è populisti….


Piccolo esempio di come gettano al vento i nostri soldi: i festeggiamenti per i 60 anni del Trattato di Roma che istituì la Comunità Economica Europea.

Pensate a quanto costerà quest’inutile ed autoreferenziale fanfaronata, anche solo dal punto di vista della “sicurezza”. Da giorni cercano di coinvolgerci emotivamente con le “informative dei nostri (?) 007″: l’Isis, i Black Bloc, la Banda Bassotti, Fantomas e pure il Jolly Joker caleranno sulla Città Eterna per metterla a sacco!

Ma se proprio hanno tanta voglia di festeggiare, perché queste nullità “europeiste” non s’incontrano da qualche parte, in un esclusivissimo albergo di montagna, cenano a caviale e champagne, si scambiano baci e abbracci, leggono un paio di banalità dei “padri dell’Europa” e poi se ne tornano ordinatamente a casa loro? D’altronde non è quello che fanno quando si riuniscono per il Bilderberg, la Trilaterale, al Bosco Boemo e via cospirando?

Invece no: devono imporre questa “festa” a Roma perché tutti la devono vedere, spendendo cifre assurde per le delegazioni, la farsa della “sicurezza” (ma chi vi fila!) e l’immancabile parterre di ‘escort dattilografiche’ al seguito, tutti pagati dal mitico ed esangue “contribuente”.  E questo senza citare il disagio che questi “summit” provocano nella cittadinanza, espropriata della città per far posto a Sua Maestà l’oligarchia europoide.

Viene sinceramente il dubbio che uno degli scopi dell’evento sia effettivamente quello di far calare dei “contestatori”, che come al solito spaccheranno tutto, dai cassonetti dell’immondizia alla vetrina della bottega del pizzicagnolo, dalle cabine del telefono alla macchina del ragionier Fantozzi parcheggiata sotto casa, che, si sa, sono i simboli per antonomasia dei “padroni”.

Solo di agenti in servizio, questa orgia auto-celebrativa che poteva essere evitata organizzando una comoda audio-conferenza gratuita su Skype, costerà un capitale che, in tempi di deprecati “sprechi”, dovrebbe far sobbalzare sulla sedia di strapagati grilli parlanti i vari professionisti della berlina per “la Casta” ed i suoi vizi, che invece taceranno come tacciono sempre quando annusano pericoli per il loro quieto vivere.

Eppure è tutto così evidente. Ora, tutto questo dispendio di soldi ed energie per mettere intorno a un tavolo i cosiddetti “grandi della terra” può verificarsi puntualmente ed impunemente perché in giro non c’è manco il barlume di una “coscienza storica”. Ma avendo il sottoscritto una preparazione da storico contemporaneo, non mi può sfuggire un particolare non da poco.

Fino a qualche decennio fa gli “incontri al vertice” erano davvero appuntamenti importanti, preparati per mesi, nei quali si decideva qualcosa. Penso, prima della Seconda guerra mondiale, alle Conferenze di Stresa o di Monaco. Oggi, ogni settimana c’è un “vertice”, fatto tanto per fare, per dare l’impressione che esista una politica estera espressione della volontà dei politici. Un inutile ed indecoroso walzer di facce di bronzo che girottolano con le loro cartelline di cui ignorano i contenuti, con un codazzo di delegazioni da fare spavento, più alberghi e cene e via sperperando, fino all’immancabile foto di gruppo (o di classe, da bravi scolaretti che hanno fatto bene i “compiti”) da dare in pasto alle agenzie e ai tiggì, senza che di tutto ciò – intendiamoci – resti traccia nella Storia…

Ecco, di questi sessant’anni dei Trattati di Roma, di cui non frega assolutamente nulla a nessuno, rimarrà probabilmente solo l’ennesimo ammanco di cassa, di danari nostri estorti dal nostro sudore ed andati in cene, conferenze, parate, alberghi, leccapiedi e pattugliamenti di terra, del cielo e dell’aria; e forse, come sussurra qualche malalingua, in dame di compagnia ed altro “materiale umano” per allietare le notti dei convenuti, di certi particolari convenuti alla “festa” di un’Europa senz’anima nel vero senso della parola.

Sì, perché non è credibile mettere su un piano – quello del “terrorismo” – tutti i cattivi pronti a rovinare la “festa” e presentare come delle mammolette prese a studiare il meglio per noi gli stessi che, un colpo dietro l’altro, “commissariando” le nazioni europee, ci hanno esautorato di ogni sovranità, esponendoci oltretutto al pericolo di “spectre” che, come le migliori inchieste hanno dimostrato (Meyssan, Estulin…), sono fabbricate nello stesso esatto luogo dal quale escono i “rispettabili” cantori della “globalizzazione”, di cui questa “Unione Europea” è una diretta ed evidente espressione.

di Enrico Galoppini – 23/03/2017 Fonte: Il Discrimine

http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=58553

APRES L’ATTAQUE TERRORISTE DE LONDRES : PLONGEE AU CŒUR DU ‘LONDONISTAN’ !

 

Luc MICHEL/ En Bref / 2017 03 23/

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Le vrai problème de l’information, ce ne sont pas les fameuses « fake news ». Mais bien les infos biaisées, manipulées des médias de l’OTAN. Nouvelle démonstration avec le raid terroriste de Westminster …

Comment de Londres à Birmingham, les gouvernements et les services secrets britanniques Mi5 et Mi6, au cœur de l’OTAN, ont fait de Londres et Birmingham le centre du « Londonistan » !

Le flirt avec les djihadistes et le « scénario du diable » : depuis la collaboration avec les parrains d’al-Qaida, pakistanais et saoudiens, contre les Soviétiques au soutien aveugle aux djihadistes libyens et syriens contre Kadhafi et les Assad … Le résultat est là, payé cash par le citoyen anglais. Comme il l’a déjà été en Belgique, en France ou en Allemagne !

Tout çà est occulté par les médias de l’OTAN.

La police britannique a donc mené dans la nuit un raid à un domicile à Birmingham, dans le nord du pays, quelque heures après l’attentat à Londres d’inspiration islamiste qui a fait 4 morts, ont indiqué jeudi les médias. Birmingham le « Molenbeek » britannique …

* Lire sur

Raid de la police à Birmingham après l’attentat de Londres (VIDEO)

http://www.lalibre.be/actu/international/raid-de-la-police-a-birmingham-apres-l-attentat-de-londres-video-58d2c895cd705cd98e199579

LM

Photo : manifestation salafiste à Londres.

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LA CRISE PETROLIERE EST-ELLE TERMINEE ?

# LUC MICHEL SUR PRESS TV (IRAN)/ DANS ‘REPORTAGE’ (22 MARS 2017) : LA CRISE PETROLIERE EST-ELLE TERMINEE ?
PCN-TV/ 2017 03 22/
 
PRESS TV, la télévision iranienne internationale francophone, interroge 
le géopoliticien Luc MICHEL sur la crise pétrolière et la chute sans fin du prix du baril …
2017-03-23_070329
OU ASSISTE-T-ON A L’EMERGENCE D’UN NOUVEAU MARCHE PETROLIER SOUS DOMINANCE DES USA ET DE LEUR PETROLE DE SCHISTE (THESE DE LUC MICHEL) ?
PRESS TV : 
« Luc Michel, géopolitologue, nous donne une vision détaillée de la crise pétrolière dans le monde. À ne pas manquer ! »
 
Dans ‘REPORTAGE. L’INTERVIEW’,
PRESS TV (Iran) interroge Luc Michel, géopoliticien …
 
* Voir sur le Site de PRESS-TV/
Emission complète « Reportage »
La crise pétrolière est-elle terminée ?
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# PCN-TV
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AFREXIT CFA : LUC MICHEL ANALYSE LA SUITE DU DEBAT (KABORE VEUT QUITTER ET HOLLANDE VEUT DISCUTER) SUR ‘LIGNE ROUGE’ …

# AFRIQUE MEDIA & EODE-TV/ 
Ce jeudi matin 23 mars 2017
Dans LIGNE ROUGE
la grande émission matinale de AFRIQUE MEDIA !
Présentée par Manuela Sike
2017-02-21_072242
Thème de l’émission de ce jour :
« Le président Roch Kaboré favorable à un retrait du FCFA. Francois Hollande appelle à l’ouverture des discussions ».
En direct de Bruxelles, le géopoliticien Luc MICHEL (et patron de EODE Think Tank) dévoile tous les dessous de la suite du Dossier de l’AFREXIT CFA (1).
Le géopoliticien, qui est aussi un militant panafricaniste et dirige l’organisation transnationale PANAFRICOM (2), « néopanafricaniste » (3), répondra aux questions :
* Qui est le président panafricaniste Kaboré ?
* Quel est l’enjeu de la rupture avec le Franc CFA ; Vous parlez d’une « rupture décisive avec le système néocolonial de la Françafrique » ?
* Vous dites que « François Hollande » et « tous les politiciens français qui parlent de débattre ou de rediscuter du Franc CFA ne sont pas sincères ». C’est un panafricaniste, mais aussi un homme engagé de l’autre côté de la Grande mer contre le système franco-occidental, qui l’affirme. Pourquoi cette position radicale ?
(1) Il existe depuis plusieurs mois un mouvement d’insoumission généralisée de l’Afrique à l’encontre de la CPI, initié par le Burundi, le premier État à quitter l’institution. Mouvement que l’on désigne sous le nom d’ « AFREXIT CPI » et parallèle à l’ « AFREXIT CFA » contre le Franc CFA, deux grandes causes panafricaines initiées par AFRIQUE MEDIA …
(2) Sur PANAFRICOM :
* Découvrir la WebTv/ 
* Voir la Page Officielle Panafricom/ 
(3) Sur le NEOPANAFRICANISME :
* Aborder l’Idéologie panafricaniste/ 
Voir la Page Panafricom II – Néopanafricanisme
EODE-TV / EODE PRESS OFFICE
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SUR AFRIQUE MEDIA/
LUC MICHEL DANS ‘LIGNE ROUGE’
LA GRANDE EMISSION DU MATIN
Ce jeudi matin 23 mars 2017
de 05h30 GMT à 08h GMT
(Malabo-Ndjaména-Douala et 
Bruxelles-Paris-Berlin de 6h30 à 9h)
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AFRIQUE MEDIA