Obama, il mercante d’armi

la società civile moralmente superiore NON HA MAI “RIMPROVERATO” il premio nobel per la pace Obama per questo traffico, nessuno di questa società al caviale ha desiderato mollargli un pugno. Se i pacifisti non spendono tanto in armi si rischia “l’isolazionismo”….terribile non poter bombardare chi da fastidio all’impero vero?

Obama, il mercante d’armi
Quella di Barack Obama passerà alla storia come l’amministrazione americana che ha venduto più armi nel mondo e sopratutto ai Paesi in via di Sviluppo; niente male per un Presidente premio Nobel per la Pace (sulla fiducia), mito dei terzomondisti liberal e pacifisti. Dal 2008 al 2015 (in pratica durante i suoi due mandati), gli Usa hanno chiuso accordi per 200 miliardi di dollari, pari al 42% dell’intero ammontare del traffico di armi in questi paesi.
Il dato eclatante risulta da un recente studio pubblicato dal Congressional Research Obama trafficanteService, l’Istituto di Ricerca del Congresso americano. Secondo il report, gli accordi di trasferimento di armi nei Paesi in via di Sviluppo, hanno rappresentato più dell’80% di tutto il mercato delle armi globale; e l’America di Barack Obama è stata leader assoluta con una quota di mercato più del doppio di quella della “famigerata” e “guerrafondaia” Russia di Putin.
Non solo, ma se a quelli Usa si aggiungono gli accordi di Francia (51 bln $), Germania (19,5 bln $), Gran Bretagna (14 bln $), Italia (10 bln $) e altri paesi europei (53 bln $), si raggiunge la cifra di 357 miliardi di dollari di accordi di trasferimento armi nei Paesi in via di sviluppo; e la differenza con la Russia diventa superiore di quattro volte. Interessante notare che anche aggiungendo alla Russia, le vendite della Cina (le due nazioni che secondo la vulgata occidentale, mettono a rischio la pace nel mondo), non si raggiunge neppure la metà del controvalore del traffico d’armi generato dall’Occidente.
 
In altri parole i paesi Nato hanno inondato di armi di ogni tipo le aree più a rischio del pianeta.
Quando?
Secondo il rapporto, le scelte di trasferimento armi rispondono a precise necessità della politica estera americana e di tutela degli interessi nazionali di Washington.
Dalla fine della Seconda Guerra mondiale, la strategia Usa è stata quella di aiutare alleati e nazioni amiche ad affrontare le minacce alla sicurezza regionale.
Eppure colpisce il fatto che la maggiore quantità di vendita armi in Medio Oriente (76 miliardi di dollari) sia stata autorizzata da Obama nel biennio 2011-2012, quello per intenderci che ha generato le famose Primavere arabe, la guerra (ovviamente umanitaria) in Libia e quella civile in Siria; lo stesso biennio che ha preparato l’ascesa dell’Isis e la formazione del Califfato. In altre parole sembra che “la politica delle armi” di Obama non sia servita alla stabilizzazione regionale ma, al contrario, ad alimentare le crisi che oggi stiamo attraversando.
Dove?
Per l’America di Obama, l’area privilegiata per la vendita di armi è stato il Medio Oriente; qui, nella polveriera del mondo, gli Usa hanno chiuso oltre il 70% dei loro accordi complessivi.
Limitatamente all’ultimo triennio 2012-2015, la Russia detiene la principale fetta di mercato in Asia (76%), la Cina in Africa (22%), mentre l’America Latina riceve in prevalenza armi europee.
Chi?
L’Arabia Saudita è il paese acquirente che più di ogni altro ha chiuso accordi commerciali di armi al mondo per un valore complessivo di oltre 93 bln $; di questi, secondo la ricerca, circa 72 miliardi dagli Usa ed il restante dai paesi europei (Francia in testa). L’India il secondo con 34 miliardi.
Rimanendo nel Medio Oriente, gli altri Paesi maggiori acquirenti di armi sono stati Egitto (30 bln $), Iraq (29 bln $), Emirati Arabi (25,6 bln $) e Qatar (24 bln $).
Da notare che per l’Egitto dal 2012, anno della presa di potere di Al-Sisi, il Obama trafficante 2principale fornitore di armi è diventata la Russia; segno evidente di un cambiamento della politica estera di un paese che per decenni è stato il riferimento degli interessi Usa in Medio Oriente.
Focus 2015
Nel 2015, anno più recente preso in considerazione, gli Usa hanno chiuso accordi di vendita armi per 40 miliardi di dollari, pari al 50,2% dell’intero mercato mondiale; questo significa che più della metà del traffico di armi nel mondo è gestito dagli Stati Uniti.
Ma il dato più eclatante è che per la prima volta, al secondo posto tra i paesi fornitori di armi, non c’è la Russia (nonostante abbia leggermente aumentato il valore degli accordi commerciali) ma la Francia del socialista Hollande che ha raggiunto la cifra di 15 miliardi di dollari di armi vendute, a coprire quasi il 20% del mercato mondiale (nel 2014 era di 5,5 miliardi).
 
Limitatamente ai Paesi in via di Sviluppo, Usa e principali produttori europei (Francia, Germania, Gran Bretagna e Italia) coprono quasi il 70% valore del traffico d’armi; la Russia il 17% e la Cina il 9%.
 
Nella relazione è specificato come “i principali fornitori dell’Europa occidentale, singolarmente, hanno migliorato la loro posizione competitiva nelle esportazioni di armi attraverso il forte sostegno marketing dei propri governi “; insomma appare chiara la natura della politica estera occidentale.
 
Probabilmente nel 2016 il volume trasferimenti complessivi di armi autorizzati dall’amministrazione Obama risulterà aumentare considerevolmente se verrà confermato lo sbalorditivo accordo di 115 miliardi di dollari siglato da Obama con il governo saudita. Armi, che ricordiamolo, sono utilizzate dalle monarchie del Golfo per condurre la criminale guerra nello Yemen in aperta violazione del diritto internazionale.
Chissà se nel discorso di commiato che Barack Obama si appresta a fare alla nazione americana, racconterà anche di questo suo merito: il Presidente che avrebbe dovuto proiettare il mondo verso una nuova era di pace e distensione internazionale è stato il maggior esportatore di armi (e guerre) nella storia americana.
Fonte: Gli Occhi Della Guerra gennaio 11 2017

Yemen: otto milioni di bambini senza cure mediche

immagino che quelle donne e uomini tanto arrabbiati in piazza per l’arrivo bambini yemendell’ISOLAZIONISTA (ossia chi non vuole BOMBARDARE paesi altrui) Trump, che si indignano per il bimbo siriano morto sulle coste di un altro paese mentre fuggiva dalla guerra, ritengono assolutamente GIUSTO che l’alleato saudita del pacifista OBAMA STERMINI IL POPOLO YEMENITA. Nessun corridoio UMANITARIO PER IL POPOLO YEMENITA??????

A quasi due anni dallo scoppio della guerra, l’emergenza sanitaria in Yemen si aggrava. A pagare sono soprattutto i bambini, che non ricevono le cure mediche di base necessarie. Il sistema sanitario yemenita, ormai allo stremo, è ad oggi incapace di far fronte a malattie infantili prevenibili e curabili.
È questa la denuncia dell’ultimo rapporto di Save The Children sul Paese più a sud del Golfo Persico, già prima dell’aggressione saudita tra i più poveri al mondo. Questo conflitto, dimenticato dall’Occidente, ha portato all’implosione di un sistema sanitario da tempo precario. La situazione tragicamente statica degli scontri e la instabilità da questi generata, si ripercuotono sulle fasce della popolazione più deboli, con un tasso di 100mila morti in più all’anno. Morti prevedibili, dovute a malattie come infezioni delle vie respiratorie, diarrea o malnutrizione, facili da debellare con una risposta medica adeguata.
L’organizzazione riporta dati allarmanti: otto milioni di bambini non hanno accesso alle cure mediche e l’incremento della mortalità infantile, già drammatico prima dell’inizio della guerra, ha raggiunto i mille decessi a settimana. Tra le cause, la povertà dilagante che impedisce ai pazienti di raggiungere gli ospedali e alle stesse strutture di riparare o sostituire macchinari fondamentali come le incubatrici. Molti ospedali sono stati chiusi o distrutti dalle bombe saudite e altri, allo stato attuale, sono parzialmente funzionanti.
La crisi economica e l’aumento delle tasse che sono ormai in pochi a pagare, sono elementi non trascurabili. Alla base della crisi sanitaria c’è infatti un aumento dei costi. Da quando è iniziato il conflitto il prezzo della maggior parte dei farmaci è aumentato del 300%, secondo Hilel Mohammed al-Bahri, vice-direttore dell’ospedale Al-Sabeen Hospital di Sana’a.
Per far fronte a questa crisi, la richiesta a tutte le parti coinvolte nel conflitto è di permettere l’accesso di aiuti umanitari che possano permettere il rifornimento degli ospedali, per arginare i danni di questa devastante guerra che sta devastando lo Yemen.
gennaio 11 -2017
– di Vincenza Lugnano per Il Faro Sul Mondo

Yemen, bambini malati di cancro muoiono in agonia

un articolo di dicembre, ma non credo che sia stato trattato il genocidio degli yemeniti ad opera dell’Arabia Saudita, tanto cara alleata del Premio Nobel per la pace Obama, Chissà chi minacciava la stampa se ne avesse parlato, sicuramente Putin o Trump no?

Ce ne parlerà senz’altro Meryl Streep o Robert de Niro, del perché sono evidentemente diversamente musulmani, perché loro “non vanno salvati”? Grazie OBAMA, per questo  (ed altri) genocidio, le proteste contro Trump DIMOSTRANO QUANTO I MORALMENTE SUPERIORI HANNO GRADITO I TUOI MASSACRI


Yemen, bambini malati di cancro muoiono in agonia

bambini malati yemen
Mentre i nostri bambini sono in attesa dei regali di Natale, in altri Paesi, come in Yemen, i bambini aspettano le feste tra bombe, fame, malattie da malnutrizione e agonie da cancro, sotto gli attacchi militari sauditi quasi su base giornaliera, che hanno ucciso migliaia di persone e distrutto infrastrutture civili del Paese, tra cui ospedali, scuole e fabbriche.
Anche prima dello scoppio del conflitto, nel marzo del 2015, lo Yemen doveva affrontare le sfide da povertà diffusa, insicurezza alimentare e mancanza di servizi sanitari. Ma ora, con più di 3,2 milioni di persone sfollate, cibo e carburante da importazioni tagliate, e i mezzi di sussistenza distrutti, più di quattro su cinque yemeniti hanno bisogno di un qualche tipo di assistenza umanitaria. In tutto lo Yemen, almeno 370mila i bambini sono affetti da malnutrizione acuta grave.
Sono sopratutto i più vulnerabili, i bambini, a pagare un tributo devastante
Migliaia sono i bambini morti o feriti sotto i bombardamenti. Sono 10mila i bambini morti nello scorso anno, tutti sotto i cinque anni di età, per malattie del tutto “evitabili e prevenibili”, come la diarrea e la polmonite, secondo le Nazioni Unite.
Il conflitto ha portato lo Yemen indietro di centinaia di anni. La maggior parte del Paese è senza lavoro e ci sono carenze di energia elettrica, gas, acqua e cibo. Per quasi 600 giorni i bambini sono andati a letto, ogni singola notte, terrorizzati dal rumore degli aerei.
Un semplice colpo di tosse, una febbre, il freddo può uccidere quando lo stomaco è vuoto e il corpo debilitato, le strade sono polverizzate dai bombardamenti e gli ospedali sono irraggiungibili sia finanziariamente che logisticamente.
Il colera si sta diffondendo e la minaccia della carestia si profilaStiamo vedendo scene che ricordano il Biafra o l’Etiopia negli anni ’70 e ’80, scrive un cittadino yemenita che vive a Sana’a, la città che ha affrontato – insieme a Saada, al confine con l’Arabia Saudita – la maggior parte degli attacchi aerei della vile aggressione saudita. Egli scrive anche di come si muore di cancro in Yemen.
I due figli di Mohamed Ahmed
Mohamed Ahmed, padre di due figli, entrambi i quali hanno una forma grave e dolorosa di cancro alla lingua. Cercava aiuto ed è stato solo in grado di raggiungere la capitale Sana’a perché gli amici nel suo villaggio hanno raccolto donazioni per finanziare il suo viaggio.
La prima figlia di sei anni, Gaza, aveva il cancro alla lingua e nonostante le visite in molti ospedali non ha trovato un trattamento efficace per lei. L’unica soluzione era un intervento chirurgico urgente, possibilmente con trapianto di lingua, ma a causa della guerra i medici non sono nelle condizioni attualmente di effettuare tale trattamento. Non è stato possibile trasportarla in un ospedale fuori dal Paese, perché l’aeroporto di Sana’a è stato chiuso a causa di un blocco dei sauditi. E Gaza ha aspettato a letto la morte sopportando atroci dolori.
Ma lo strazio dei genitori non è finito, continua con il loro figlio, Mohamed, di due anni colpito dallo stesso male, un cancro alla lingua che ha bisogno dello stesso trattamento. In questo modo, atroce, i bambini muoiono di cancro in Yemen.
dicembre 09 2016,   di Cristina Amoroso

Dov’era Meryl Streep quando Obama andava a caccia degli informatori e bombardava i matrimoni?

son proprio dei pagliacci a comando di Soros
 
Non poteva mancare un intervento di George Soros, il grande magnate, longa manus della elite di potere, il quale, presente a Davos (il convegno dei potenti) ha dichiarato di considerare Trump come “un impostore, un truffatore ed un potenziale dittatore che farà tremare i mercati finanziari”.
Soros, che è stato uno dei grandi sponsor della campagna presidenziale della Clinton, ha manifestato fiducia che il Congresso e la Costituzione mettano un freno a Trump. fonte

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Bene, prima di rischiare qualche malinteso, premetto una cosa: io adoro Meryl Streep.  potete dire tutto quello che volete, ma “Il diavolo veste Prada” è un classico e non dovrò mai pentirmi di averlo detto ed il discorso anti-Trump  della Streep nella notte di Domenica ai Golden Globes è stata un’altra performance sublime,  recitata con emozione e con grazia. Un vero e proprio strappalacrime per tutti quelli che si sentono preoccupati per l’inizio della prossima epoca-Trump.
Eppure … si sentiva un cattivo odore. In effetti qualcosa puzzava:  era vera ipocrisia allo stato puro.
Perché la Streep, purtroppo, viene da una razza di ipocriti della Hollywood- Liberal.
Parlo di quelli che, quando l’inquilino della Casa Bianca è un democratico, che si è appena fatto un giretto con Beyoncè, non sentono che il loro cuore sanguina, anzi, diventano improvvisamente introvabili.
Nel suo discorso appassionato,  la Streep ha invitato colleghi e fan ad unirsi a lei nel fare una donazione al Comitato per la protezione dei giornalisti: “Abbiamo bisogno di una stampa che abbia dei valori,  che sappia chiedere al potere di rendere conto del proprio comportamento, che sappia metterli all’angolo ogni volta che si fa un sopruso. E’  per questo motivo che i padri fondatori della nostra Costituzione sancirono  la libertà di stampa”.
Ha ragione, naturalmente. Ma ci si chiede se la Streep sia stata almeno a conoscenza, per esempio, che l’amministrazione Obama  ha  perseguito più informatori – whistleblowers  di quanti ne abbiano mai perseguito tutti i suoi predecessori messi insieme?  E’ una  tradizione questa, che  Trump probabilmente continuerà, ma è piuttosto strano che un un pensiero del genere, finora, non le fosse ancora passato per la mente.
Dove stava la Streep – quella che all’improvviso si preoccupa del fatto che ” violenza chiama violenza” – quando Obama aiutava l’ Arabia Saudita a radere al suolo lo Yemen,  bombardando funerali e feste di matrimonio?
O quando  con un “intervento umanitario” in Libia ha prodotto tanti di quei disastri da trasformare la Libia in uno stato fallito, permettendo  ai terroristi dell’ ISIS di crescere e prosperare?
O quando il grande unificatore si guadagnava il soprannome di ‘The Drone King- Il Re dei Droni’ , quando decideva di espandere il programma dei droni americani, fino a portare 10 volte più attacchi  di quanti ne faceva George W. Bush?  Un ‘altra tradizione  che anche Trump probabilmente sarà ben felice di mantenere.
https://twitter.com/realDonaldTrump
Meryl Streep, one of the most over-rated actresses in Hollywood, doesn’t know me but attacked last night at the Golden Globes. She is a…..
Dove era la  Streep quando il Premio Nobel per la Pace bombardava non uno, due o tre – ma  sette paesi diversi?
Per correttezza nei confronti della Streep, probabilmente non se ne poteva accorgere perché neanche la “stampa  che difende i valori” sembrava essersene accorta. La cosa divertente anche su questo punto è che –  dal momento che la Streep e i suoi amici sembrano preoccupati per l’apparente disprezzo che manifesta Trump verso gli stranieri: Tutti i paesi bombardati dall’amministrazione Obama erano paesi musulmani.
E dove stava la Streep quando l’amministrazione Obama, in Siria,  negoziava a nome dei ” ribelli moderati” legati a Al Qaeda?
Certo dove stavano tutti quelli ipocriti seduti in sala, quando Obama nel corso del solo 2016   ha fatto buttare  26.171 bombe?
Oh, è vero, stavano tutti  festeggiando a casa sua!
Attenzione, queste persone hanno tutto il diritto di fare tutte le rimostranze contro Trump  che vogliono fare- e devono farle. E’  legittimo fare rimostranze. Ma  non si meritano né gli applausi, né l’adulazione dalle masse, se mettono la testa sotto la sabbia per non vedere e non sentire,  quello che meritano è che qualcuno le scuota e le svegli.
La loro indignazione morale è vuota e senza senso, a meno che non siano – loro stessi – sempre coerenti.
 
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Per quanto riguarda  Trump,  è facile leggere tutto il suo livore nella risposta al discorso della Streep, quando l’ha  definita un’attrice “sopravvalutata” – cosa che difficilmente ha ferito i sentimenti dell’attrice, quanto le parole della Streep hanno ferito lui. Per lui, il Presidente-eletto, questo potrebbe essere il momento giusto per rendersi conto che, durante i prossimi quattro anni, riuscirà a fare molto poco,  se continuerà a rispondere ad ogni insulto, anche poco importante scrivendo ogni volta su  Twitter.
 
Il fatto è che, molte delle offese subite –  contro cui la Streep e tutta l’elite di Hollywood stanno combattendo – non sono specificamente dirette contro Trump, non sono nuove offese. Sono oltraggi che la gente sta già subendo. Obama, l’eroe di Hollywood,  è quello che si è messo di traverso con i giornalisti e gli informatori ed è quello che ha bombardato degli innocenti, se questo è il percorso migliore che trovato, ha reso ancora più facile il compito di Trump.   E’ ora di svegliarsi.
 
Sei grande una grande attrice Meryl.  Molti dicono che tu sia  la migliore. Potresti far finta di pensare solo a questo, e lasciar perdere tutto il resto.
Danielle Ryan è una freelance irlandese, scrittrice, giornalista e analista dei media.  Ha vissuto e viaggiato in  USA, Germania, Russia e Ungheria. Ha pubblicato su  RT, The Nation, Rethinking Russia, The BRICS Post, New Eastern Outlook, Global Independent Analytics e altri, oltre a lavorare su numerosi altri progetti di copywriting e editing. Website www.danielleryan.net.
di Danyelle Rian – 11/01/2017
Link : https://www.rt.com/op-edge/373182-meryl-streep-obama-bombing-golden-globes/
Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione Bosque Primario
Fonte: Comedonchisciotte

MPS: LA TRUFFA DEL SECOLO!

è etico e moralmente superiore regalare soldi alle banche. VEDETE QUALCUNO IN 20 mild MPSPIAZZA? Guai, sarebbe populista. A milano però risbucano le donne di se non ora quando international edition contro Trump (manco fosse uno stupratore seriale) mah
PER 800 MILIARDI DI EURO DELLA UE ALLE BANCHE non si indigna nessuno, sono soldi del popolo quelli. Ma per i poveri quanti soldi sono stati elargiti???????

MPS: LA TRUFFA DEL SECOLO!
Lasciate perdere i tecnicismi, quello che vi racconteranno sulla più colossale truffa del secolo, MPS, lasciate perdere le spiegazioni che Gentiloni e Padoan proveranno a dare sull’operazione MPS, editoriali e articoli della stampa mainstream, intrisa di balle e manipolazione mediatica e concentratevi solo ed esclusivamente su una cosa, questa…
Poi parleremo anche della BCE, della Germania, della truffa dei subordinati, ma ora concentratevi solo su questo, mentre l’apatia e la tollerenza regna nei confronti di questi truffatori legalizzati, che a libro paga hanno politici e revisori, vigilanza e spesso e volentieri anche la legge.
 
Come sempre sulla stampa qualche scribacchino a libro paga in questi mesi scriveva che la colpa era di risparmiatori avidi, mentre ora vi raccontano la verità…
Negli anni in cui la Germania, la Gran Bretagna e molti altri Paesi salvavano le banche con soldi pubblici, in Italia ad aiutare gli istituti creditizi sono stati ignari risparmiatori: solo nei quattro anni più bui della crisi (cioè 2008, 2009, 2011 e 2012) le banche italiane hanno infatti collocato obbligazioni senior e subordinate alle famiglie per 578 miliardi di euro. Quando i mercati internazionali erano ostili e lo Stato italiano (a differenza di quasi tutti gli altri) non interveniva, sono stati insomma i risparmiatori a garantire alle banche una parte importante della liquidità di cui avevano bisogno. Oggi si chiude il cerchio: lo Stato non solo salva Mps in crisi, ma anche gli obbligazionisti subordinati retail.
Quanto accade oggi rappresenta di fatto una sanatoria a errori stratificati negli anni: non era giusto che le banche vendessero obbligazioni anche subordinate a chi non era in grado di capirle, non era giusto che offrissero ai risparmiatori rendimenti molto più bassi rispetto a quelli del mercato professionale. E forse non è giusto neppure che oggi si faccia una sanatoria così clamorosa, aumentando tra l’altro l’amaro in bocca dei risparmiatori che invece hanno avuto la sfortuna di comprare obbligazioni della Popolare dell’Etruria e delle altre banche salvate un anno fa. Un mercato nato storto, quello dei bond retail delle banche, viene raddrizzato improvvisamente. Una storia paradossale. Che va raccontata.
 
E’ chiaro ora su chi ha tenuto in piedi le banche italiane in questi anni, altro che leggende metropolitane, racconti di banche che facevano bene il loro lavoro! La truffa dei subordinati è la truffa del secolo e ora stanno aiutando anche gli investitori istituzionali e i fondi avvoltoi.
 
E’ inutile che vi scaldiate tanto per quello che sta accadendo all’economia, alla vostra vita, se state perdendo, diritti, sicurezze, lavoro, se i vostri figli sembrano non avere più futuro, i principali responsabili sono loro, solo loro!

Ottocento miliardi… 800.000.000.000

800 miliardi di euro, sono gli aiuti con cui l’Ue ha sostenuto il settore bancario tra il 2008 e il 2014; 330 miliardi sono stati recuperati ( Sole24Ore )
Milleseicento miliardi…1.600.000.000.000
Alla fine del 2011 i miliardi erano diventati 4.500 come ammesso dalla stessa Commissione europea  A rendere pubblica questa cifra impressionante è stato il Commissario Ue al Mercato interno Michel Barnier alla presentazione della proposta della Commissione di prevenzione e gestione delle crisi bancarie. Una montagna di soldi che equivaleva al 37% del Pil dell’intera Unione europea. Barnier, 4.500 mld per salvataggi banche
Quattromilacinquecento miliardi…4.500.000.000.000
Questi sono solo aiuti statali e non sto mettendo in conto la politica monetaria delle varie banche centrali.
In America la cifra messa sul piatto per salvare le banche da parte dello Stato è di 7.700 miliardi di dollari a favore di Wall Street, pari a circa la  metà del Pil, aiuti che hanno procurato alle banche plusvalenze extra per 13 miliardi di dollari da distribuirsi tra i banchieri e gli amici degli amici.
Settemilasettecento miliardi…7.700.000.000.000
E’ chiaro il concetto, mentre il popolo dorme e si beve le balle che i media li raccontano, tra le quali quelle che lo Stato ci guadagna sempre da queste operazioni. In fondo le cifre le danno loro, manipolarle non è poi così difficile, la gente comune beve qualunque cosa.
 
Volete qualche esempio?
soldi pubblici a banche
La Spagna ha perso per sempre più di 26 miliardi di euro dei contribuenti che erano stati destinati dallo Stato alla ricapitalizzazione delle banche, ossia la metà della somma complessiva. Lo ha ammesso una fonte della Banca di Spagna al quotidiano El Pais. Nelle casse dello Stato è tornato soltanto il 5% di 51 miliardi.
Nel Regno Unito non hanno visto un centesimo dal salvataggio di Royal Bank of Scotland e recentemente hanno dovuto iniettare altre liquidità, in Germania meglio non dire nulla, tutto a fondo perduto.
 
Ora osservate quello che è successo a MPS alla quale secondo la BCE servivano 5 miliardi di ricapitalizzazione, visto che aveva dato il via libera all’intervento sul mercato.
 
Ora che lo Stato è stato costretto ad intervenire sale a 8,8 miliardi richiesta Bce per l’aumento di capitale
Evidente la differenza rispetto al fabbisogno di 5 miliardi ancora avallato dalla Bce il 23 novembre, alla vigilia dell’ assemblea straordinaria del Monte, che aveva approvato l’ aumento. L’ ammontare sarebbe stato rivisto, si apprende, in base ai risultati degli stress di luglio, valutati però alla luce del trattamento riservato a suo tempo alle banche greche: degli 8, 8 circa 4, 5 sarebbero direttamente a carico dello Stato, gli altri 4, 3 degli obbligazionisti (con circa 2 miliardi rimborsabili però sempre dallo Stato ai bondholder retail).
Questi inutili contabili da baraccone sono solo capaci di simulare stress test farlocchi come è successo negli ultimi anni, dove banche considerate sane sono fallite ( Dexia, Bankia, Allied Irish e via dicendo…) oppure fare favore a banche come Deutsche Bank, falsando i dati.
Hanno fatto fatica a trovare un accordo per imporre una ricapitalizzazione selvaggia in stile Grecia in seno alla BCE ma con questa mossa oltre il 65% del MPS sarà in mano allo Stato e la banca con buona pace di chi ancora oggi usa altri termini NAZIONALIZZATA!
Ripeto lasciate perdere i tecnicismi che vi raccontano i giornali sulla decisione all’ultimo minuto della BCE questi fenomeni da baraccone sono totalmente inaffidabili!
 
Concludiamo infine con il solito sermone del solito liberista a corrente alternata de noantri si Zingales che sarebbe addirittura pronto a fare una rivoluzione … si con il …. de voantri!
gennaio 02 2017
– Tratto da Iceberg Finanza

Saviano, un intellettuale al servizio del pensiero unico

Cliché, buonismo stucchevole, promozione dell’ordine simbolico dominante: così lo scrittore si garantisce visibilità permanente e applausi senza fine.
Il ceto degli intellettuali è oggi in larga parte composto da opinionisti che non credono in saviano sindacinulla, parlano di tutto e sono permanentemente in cerca di visibilità mediatica e, soprattutto, di danaro. Tra questi, poi, vi sono alcuni esponenti del ceto intellettuale che più degli altri sono abili nel surfare le onde del pensiero unico politicamente corretto: e, per ciò stesso, si garantiscono visibilità permanente, applausi senza fine e seguito delle masse teledipendenti e sempre più lobotomizzate dalla manipolazione organizzata.
UN INTELLETTUALE IMPECCABILE. Roberto Saviano è sicuramente un intellettuale impeccabile. Non sbaglia un colpo. Dice sempre la cosa giusta al momento giusto: sembra sincronizzato per fornire ad hoc le superstrutture funzionali alla struttura dominante. Ora fa l’elogio di Israele (modello insuperato della democrazia missilistica); ora infanga l’appena defunto Fidel Castro come “dittatore” sanguinario (secondo il logoro cliché che ormai anche i muri ripetono in maniera automatica); ora stigmatizza i populismi (senza, ovviamente, dire nulla sull’unico vero pericolo oggi esistente, che si chiama capitalismo finanziario).
OMELIE DA SOMMINISTRARE ALLE MASSE. Adesso, dulcis in fundo, ci spiega che il suo sogno per il 2017 sono «sindaci africani», ha letteralmente asserito in una recente intervista rilasciata a Gianni Riotta e prontamente trasformata in nuova omelia televisiva da somministrare alle masse subalterne e indotte – grazie anche a spettacoli di questo tipo – ad amare le proprie catene.
La neolingua ha sempre la parola giusta per disinnescare la critica e determinare l’immediato riallineamento delle coscienze
Guai a chi osi rammentare, en passant, che l’immigrazione di massa è una deportazione a uso del capitale e contro migranti e lavoratori: l’accusa di xenofobia fioccherebbe all’istante, perché la neolingua ha già sempre la parola giusta per disinnescare in partenza la critica e per determinare l’immediato riallineamento delle coscienze all’ordine mondializzato classista.
IL CAPITALISMO CI VUOLE TUTTI MIGRANTI. Perché mai, in Italia e segnatamente nel Mezzogiorno, dovremmo “sognare sindaci africani”? Non avrebbe invece senso sognare sindaci giusti, africani o italiani che siano? Il buonismo stucchevole ha preso, ancora una volta, il sopravvento.
E guai a chi osi metterlo in discussione, ché subito – non dubitatene – sarà nuovamente diffamato come xenofobo per il semplice fatto che non aderisce al nuovo mito immigrazionista di un capitalismo che elogia il migrante (nell’atto stesso con cui lo sfrutta senza pietà) perché, di fatto, ci vuole tutti migranti, precari e sradicati, mobili come il mercato delocalizzante.
PROMOTORE DELL’ORDINE DOMINANTE. Saviano – che lo sappia o no poco importa, in fondo – è tra i principali promotori dell’ordine simbolico dominante. In questo, almeno in questo, egli è nel vero quando afferma la necessità di «rimanere fedeli a un’idea di se stessi».
– di Diego Fusaro – gennaio 11 2017
Fonte: Lettera43