LA SITUATION EN SYRIE DEBUT OCTOBRE 2016

* PCN-TV & SYRIA COMMITTEES/

SYRIA - PCN-TV situation syrie octobre 2016 (2016 10 09) FR (1)

LUC MICHEL:

GEOPOLITIQUE. LA SITUATION MILITAIRE, POLTIQUE ET DIPLOMATIQUE EN SYRIE DEBUT OCTOBRE 2016.

sur https://vimeo.com/186184459

SYRIA - PCN-TV situation syrie octobre 2016 (2016 10 09) FR (2)

EXTRAIT DU

‘DEBAT PANAFRICAIN’ DU 9 OCTOBRE 2016

SUR AFRIQUE MEDIA.

FILME A BRUXELLES POUR LE MULTIPLEX

PAR EODE-TV.

SYRIA - PCN-TV situation syrie octobre 2016 (2016 10 09) FR (3)

Rappelons que ce qui se déroule en Syrie depuis 2011 n’est pas « une guerre civile » (comme désinforment les médias de l’OTAN) mais une guerre d’agression impérialiste contre l’Etat syrien, menée par Washington et l’OTAN, avec l’aide d’Ankara, Paris, Bruxelles (UE), Tel-Aviv, Ryad, Doha. Le gouvernement syrien du Président Al-assad (réélu en juin 2013) est soutenu par Téhéran et le Hezbollah libanais (« L’Axe de la Résistance »), auxquels se sont joints Moscou (présent militairement depuis un an) et Pékin (qui a envoyé des forces spéciales et des navires depuis quelques semaines).

SYRIA - PCN-TV situation syrie octobre 2016 (2016 10 09) FR (4)

L’Armée Arabe Syrienne, appuyée sur les volontaires libanais et iranien, sur des milices populaires syriennes, et sur la puissante aviation russe, est en train de gagner la guerre. Damas contrôle toute la « Syrie utile » et la majeure partie de la population. Reste à reprendre le contrôle des 45% d’Alep (la capitale économique de la Syrie) dont se sont emparés les divers djihadistes. Une victoire à Alep représente la guerre gagnée pour Damas. D’où la fuite en avant des agresseurs américains, français, saoudiens et turcs !

Comme je l’analyse depuis 2012, la seule solution en Syrie est militaire et non politique ou diplomatique …

LM

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SYRIA COMMITTEES

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ВЫСТУПЛЕНИЕ МИНИСТРА ИНОСТРАННЫХ ДЕЛ РОССИИ С.В.ЛАВРОВА НА ПРИЕМЕ ПО СЛУЧАЮ МУСУЛЬМАНСКОГО НОВОГО ГОДА

# EODE-TV/ 

(МОСКВА, 3 ОКТЯБРЯ 2016 ГОДА)

on https://vimeo.com/186180098

EODE-TV - Russie Oci Muslims (2016 10 08) ENGL

Мы рады приветствовать вас здесь на мероприятии, посвященному дню Нового года по мусульманскому календарю. По традиции мы встречаем его с послами государств, стран-членов Организации исламского сотрудничества (ОИС), представителями федеральных органов власти Российской Федерации, основных российских религиозных объединений, общественными деятелями, учеными, политологами.

Отношения между Россией и исламскими государствами носят дружественный характер и основаны на взаимном уважении и учете интересов друг друга. За последние десятилетия совместными усилиями удалось достичь весомых результатов в наращивании многоплановых связей на благо наших народов. ОИС – наш партнер в поиске ответов на многие вызовы и угрозы современности, в углублении межцивилизационного, межконфессионального, межкультурного диалога.

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FOREIGN MINISTER SERGEY LAVROV’S SPEECH AT A RECEPTION ON THE OCCASION OF THE ISLAMIC NEW YEAR

 # EODE-TV/ 

EODE-TV - Russie Oci Muslims (2016 10 08) ENGL

Russia and of the Organisation of Islamic Cooperation (OIC), Russia and Russian Muslim Community, 30 millions integrated, patriots.

Far, far away of the dream of the so-called European “Pro-russian far right” on Russia …

 * EODE-TV/

FOREIGN MINISTER SERGEY LAVROV’S SPEECH AT A RECEPTION ON THE OCCASION OF THE ISLAMIC NEW YEAR, MOSCOW, OCTOBER 3, 2016

on https://vimeo.com/186182023

We are happy to welcome you at this event devoted to the Islamic New Year. By tradition we are celebrating it with the ambassadors of the member states of the Organisation of Islamic Cooperation (OIC), representatives of Russian federal authorities and major Russian religious associations, public figures, academics and political scientists.

Relations between Russia and Muslim nations are friendly and based on mutual respect and consideration of each other’s interests. Working together, in the past few years we have achieved meaningful results in our efforts to bolster multifaceted ties for the benefit of our nations. The OIC is our partner in the search for answers to the many challenges and threats of our times and in promoting dialogue between different civilisations, religions and cultures.

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Raid saudita in Yemen fa una strage durante un funerale: 700 tra vittime e feriti

ONU CI SEI??? NESSUNO CHE CHIEDE LA NO FLY ZONE PER GLI YEMENITI??? FANNO GOLA I PETROLDOLLARI SAUDITI
Raid saudita in Yemen
08.10.2016
(aggiornato 00:22 09.10.2016)
Il bilancio delle vittime a seguito di un raid della coalizione guidata dall’Arabia Saudita durante un funerale in Yemen è salito ad 82, mentre altre 534 persone sono rimaste ferite, segnala l’Associated Press riferendosi al governo dei ribelli del vice ministro della Sanità Nasser al-Argaly.
 
In precedenza si parlava di 45 vittime, mentre il numero totale di morti e feriti veniva stimato a 700 persone.
 
Secondo il ministro, il bilancio delle vittime potrebbe aggravarsi.
 
Una fonte ha riferito all’agenzia russa Sputnik che l’attacco aereo della coalizione saudita è stato diretto contro l’edificio in cui si celebravano i funerali del padre del ministero degli Interni del governo dei ribelli sciiti Huthi.
 
La capitale dello Yemen è sotto il controllo dei ribelli Huthi, le cui posizioni sono attaccate dalle forze aeree di una coalizione di Paesi arabi sunniti guidata dall’Arabia Saudita. La coalizione araba appoggia il governo ufficiale yemenita.
 
Nello Yemen dal 2014 divampa un conflitto armato, in cui da una parte combattono gli Huthi del movimento sciita “Ansar Allah” e l’esercito fedele all’ex presidente Ali Abdullah Saleh, dall’altra le forze governative e le milizie fedeli al presidente Abd Rabbo Mansour Hadi.
Correlati:
 

 

Coop Connection: ‘la Verità è la mamma della Libertà’

il libro sarà stato scritto da un “fascista”….le coop che sono tanto buone e solidali
 
martedì, 4, ottobre, 2016
 
Al di là degli steccati ideologi dei partiti, lunedì 3 ottobre nel Centro Congressi dell’Hotel Europa a Roma, si è tenuto il Convegno per la presentazione del libro COOP CONNECTION con la partecipazione dell’autore Antonio Amorosi.
coop-rosse
L’evento, che ha registrato la partecipazione di un folto e soprattutto selezionato pubblico e, cosa più unica che rara, ha visto la presenza di alcuni media, è stato promosso da Uniti Si Vince, la Lista Civica che ha consentito di esprimere le loro opinioni a diverse persone del pubblico nonché a: Daniele Carella, Lorenzo Tomassini e Michele Facci, in qualità di responsabili delle lista civica e organizzatori dell’incontro.
 
COOP CONNECTION, edito da Chiarelettere è, nello stile di Amorosi, un libro di denuncia dove si può dire che l’autore mette a nudo gli stakeholders di un sistema, quello delle Coop, ‘uno Stato dentro lo Stato’ che parrebbe intoccabile e, attraverso i tentacoli avvelenati di un’economia parallela, fattura oltre 150 miliardi di euro.
 
COOP CONNETION è, dopo anni di silenzio, la prima inchiesta sulle coop in Italia. E nonostante le inimmaginabili difficoltà, Antonio Amorosi è riuscito a introdursi in un mondo a sé stante, un sistema border line, sia con la fiscalità che con la legalità, ma che garantisce potere a pochi, continuità politica e soldi a tanti e lavoro a tantissimi. Insomma, un universo economico e soprattutto finanziario che da solo genera 151 miliardi di fatturato e che, dando lavoro a più di un milione di persone, automaticamente si garantisce milioni di voti.
 
Uno ‘Stato dentro lo Stato’ che, in nome di una storia secolare, di una falsa solidarietà e della retorica e demagogica difesa dei lavoratori, concentra potere e si arricchisce si grazie alla grande distribuzione, grandi opere, servizi, alimentazione, assicurazioni, medicinali, soprattutto grazie alle speculazioni finanziare e sistemi che vanno oltre il lecito ed anche l’illecito.
 
Antonio Amorosi, nel suo intervento – come fa nel libro – ha smontato quella becera e sterile propaganda che alimenta l’universo coop ed ha raccontato la realtà di quel business protetto, in cui la fanno da padrone: sfruttamento, corruzione e speculazione finanziaria seppure mai denunciati perché coperti dal marchio della legalità. Legalità ottenuta grazie alla compiacenza politica e di una gran parte della magistratura per le quali ‘per fare del bene tutto è concesso’: godere di un regime fiscale particolare (lo garantisce la Costituzione); allearsi con le mafie locali; pilotare gare d’appalto; pagare tre euro l’ora un lavoratore italiano o straniero che sia; arricchirsi col business della così detta accoglienza dei presunti migranti. Un molok: economico, politico, culturale che fa comodo a un’intera classe dirigente e che si basa sulla ‘distrazione’ della magistratura in un intreccio di potere difficile da scalfire.
 
COOP CONNECTION, è libro che denuncia un sistema che in nome dei  valori in cui credono tanti lavoratori, donne e uomini che hanno ispirato la nascita delle prime cooperative, attraverso i tentacoli avvelenati di un’economia parallela fattura più del Pil di alcuni Paesi Membri della Ue.
 
Armando Manocchia – – @mail

Tutti assolti (o quasi) dalle inchieste mediatiche del 2011: i giudici fecero politica per cambiare il governo? Fu un golpe?

http://comedonchisciotte.org/tutti-assolti-quasi-dalle-inchieste-mediatiche-del-2011-giudici-fecero-politica-cambiare-governo-fu-un-golpe/

Come Don Chisciotte – Controinformazione

Davide

DI MITT DOLCINO
scenarieconomici.it

Oggi scopriamo che nelle indagini mediaticamente esposte del 2011 tutti o quasi sono stati incredibilmente assolti. Come in Tangentopoli, sembra la prova che la magistratura italiana (una certa magistratura dominante) ha fatto politica – un eventuale reato costituzionale -, ovvero i giudici sono stati uno strumento per cambiare il colore politico del governo, per destabilizzare il paese. Praticamente tutte le opposizioni, quelle interne e/o gli avversari politici del grande disegno di cambiamento del 2011 sono stati prima messi alla berlina, quindi eliminati dalla scena ed oggi incredibilmente riabilitati perché il fatto non costituisce reato! Non vi dico i danni causati nel mentre…

Più o meno come in Tangentopoli – memento le parole di Justice A. Scalia sulla dubbia democraticità dei comportamenti dei PM milanesi, ndr –  dove però si andò ad incidere su un indubbio malaffare più antropologico che criminale, dopo 50 anni di vacche grasse e sostanziale impunità la classe politica aveva acquisito atteggiamenti nella gestione della cosa pubblica decisamente insostenibili (sebbene anche in tale caso il paese andasse molto bene in comparazione degli altri paesi europei, non a caso anche in tale momento storico una presidenza dem USA forte post JFK vide annichilire il nostro benessere assieme alla svendita del nostro patrimonio industriale, quella precedente aveva visto l’eliminazione di Aldo Moro).

image

Quanto accaduto è gravissimo, alcuni asseriscono fu un vero golpe. Notasi che i fatti del 2011 sono molto più gravi e lampanti rispetto al 1993/95 (sebbene ai tempi venne svenduta la spina dorsale dell’industria privata italiana), oggi non una ma quasi tutte le procure italiane rilevanti hanno agito all’unisono, Milano, Roma, Torino, Venezia, Taranto… [molte di queste, diciamo quelle più “ballerine“, hanno visto un avvicendamento al vertice a valle/cavallo degli eventi citati, ndr]. Ed il finale è da ridere, tutti assolti o quasi – anche in mafia capitale – perché il fatto, ripeto, non costituisce reato, memento la farsa degli scontrini di Marino e Cota.

Nella valutazione di cosa è accaduto tralascio l’etica, morta. Lascio perdere anche il bene dello stato, parole vuote che nessuno capirebbe.
Mi fermo ai danni materiali: oggi l’accaduto ha definitivamente ammazzato il benessere del paese abbattendo un governo democraticamente detto per volere ed interessi stranieri. Grazie a tale blitz “molto mediatico” si è fermata la crescita italiana! Infatti nel 2010/11 l’Italia era messa molto meglio degli altri paesi EU, di fatto non avevamo subito nessuna ripercussione dalla crisi subprime ed avevamo un amico ricco (Gheddafi) che ci salvava sempre quando c’era l’emergenza. Forse per questo andavamo abbattuti.

Oggi siamo in parabola discendente assoluta, non ci siano mai ripresi dal 2011 e quello che doveva essere un impulso momentaneo per cambiare l’indirizzo politico (ripeto, cambiamento voluto dall’estero e più precisamente dall’amministrazione Obama per conto dei paesi europei vistisi sorpassati dal Belpaese nel post subprime) non si è fermato ed anzi si è trasformato in uno strumento di continuità per uccidere il benessere di Roma ovvero del principale alleato USA non anglosassone in Europa.

Infatti la vera condanna italiana post 2011 è quella dell’emigrazione, italiani giovani e preparati, imprenditori che se ne vanno e non ritorneranno più nell’inferno fiscale italiano, col cavolo che vorranno farsi statassare per tenere su una baracca ormai in crollo. Forse per questo sono arrivati i migranti, per sostituire gli italiani che se ne vanno e dunque per indebolire a termine l’Italia, rendendola accessibile in tutto e per tutto… Insomma il piano per una colonia, tempo 10 anni.
Dopo quanto successo nessuno crede più nell’indipendenza della magistratura, alcuni la considerano addirittura in contrapposizione con gli interessi del paese. Chiaramente, esistesse un diritto i colpevoli andrebbero processati per alto tradimento: sembra incredibile che dopo tale immenso danno al Paese da parte dei giudici italiani – asserviti ad un progetto straniero –nessuno chieda oggi la sacrosanta separazione delle carriere in magistratura o quanto meno di far loro pagare in sede civile per i danni causati per dolo o colpa grave nell’esercizio delle loro funzioni. Si, perché un golpe sarebbe doloso…

image

Spero abbiate capito cosa è successo. Oggi l’emergenza giudiziaria italiana è rientrata solo perché Brexit e fine del mandato obamiano hanno costretto a cambiare registro i burattinai che permisero gli eventi dall’esterno: finalmente si sono accorti che tale sciagurata decisione del 2011 sta oggi andando contro i loro stessi interessi e dunque a vantaggio dell’asse franco-tedesco che vuole sostituirsi agli anglosassoni in Europa (la storia ci dirà come il vero colpevole sia stato Cameron – non a caso ostracizzato dalla politica UK per leso interesse sovrano -, si sa che dopo la seconda guerra mondiale, da Portella della Ginestra in avanti, l’ultima parola sulle operazioni geostrategiche italiane passa da Londra e da una certa nobiltà romana, la stessa che il giudice Priore sospettò implicata nell’affaire Moro).

Comprendo i burattinai stranieri che non essendo italiani hanno fatto (più o meno, chi la fa l’aspetti…) i loro interessi. Non vanno invece perdonati – nel caso – i traditori nazionali, i veri colpevoli, parlo dei nostri connazionali asserviti al progetto. Che andrebbero processati per tale enorme misfatto. Ossia per alto tradimento.
Vedremo.

Jetlag per Mitt Dolcino

Fonte: http://scenarieconomici.it

Link: http://scenarieconomici.it/golpe2012ab/

9.10.2016

LA NOUVELLE ‘GUERRE FROIDE’ MENACE LE MONDE (MINISTRE ALLEMAND STEINMEIER)

# EODE/

FLASH GEOPOLITIQUE/

Le ministre allemand des Affaires étrangères Steinmeier dénonce les dangers de la « nouvelle guerre froide » (« guerre glaciaire » disent même les géostratèges américain de Stratfor) …

EODE - FLASHGEO steinmeier guerre froide (2016 10 08) FR

Oubliant que la Grande-Allemagne revancharde de Mme Merkel joue un rôle écrasant dans celle-ci. Steinmeir oublie aussi son propre rôle : architecte de la politique offensive de Berlin en Mittel-Europa contre la Russie et du « retour de l’Allemagne en Afrique » sur fond de nostalgies coloniale, il a une lourde part de responsabilités !

* Voir sur EODE-TV :

LE GRAND JEU. AU CŒUR DE LA GEOPOLITIQUE MONDIALE:

LA GRANDE-ALLEMAGNE DE RETOUR/

PARTIE 1. UNE MENACE POUR L’EUROPE

https://vimeo.com/119400138

PARTIE 2. UNE MENACE SUR L’AFRIQUE

Sur https://vimeo.com/120234429

Avec Afp – Twitter/2016 10 08/

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LA SALE GUERRE DE LA COALITION SAOUDIENNE (PARAINNEE PAR WASHINGTON) CONTINUE AU YEMEN !

# EODE/

FLASH GEOPOLITIQUE/

 Ne pas oublier ce que Luc Michel appelle « la seconde guerre du Proche-Orient (avec la Syrie) …

EODE - FLASHGEO yemen (2016 10 08) FR

 * Voir sur EODE-TV :

LUC MICHEL :

GEOPOLITIQUE. GUERRE DU YEMEN ET CHOC TEHERAN-RYAD.

LA SECONDE GUERRE DU PROCHE-ORIENT …

sur https://vimeo.com/152874189

 Avec Afp – Twitter/2016 10 08/

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‘POLITIS’ DENONCE ‘L’EUROPE DES PROFITEURS’ !

# LUCMICHEL. NET/ 

Politis (Paris), la revue de Bernard Langlois, fait sa Une sur les profiteurs de l’Europe (en fait la petite-europe croupion de Bruxelles qui est tout sauf « l’Europe ») :

 LM.NET - VISUAL politis profiteurs (2016 10 08) FR

Extrait : « L’embauche de José Manuel Barroso par Goldman Sachs jette une lumière crue sur le pantouflage des ex-commissaires européens, une pratique très répandue dans cette institution « pro-business » (…) « L’événement est inédit. Il témoigne d’un ras-le-bol du personnel de l’Union européenne face à la multiplication des révélations sur l’avidité et l’affairisme d’ex-commissaires. Mercredi 12 octobre, d’anciens fonctionnaires européens iront remettre à chaque président des trois institutions de l’Union européenne (la Commission, le Conseil et le Parlement) une pétition réclamant « des mesures fortes et exemplaires contre José Manuel Barroso pour avoir rejoint Goldman Sachs ». Lancée en juillet par « un collectif spontané d’employés des institutions européennes », quelques jours après l’annonce de l’embauche de l’ancien président de la Commission européenne par la pieuvre bancaire, cette pétition en sept langues a passé la barre des 150 000 signatures, fin septembre. Si les initiateurs de la pétition, contraints à l’anonymat – leur fonction leur impose un devoir de réserve et de discrétion –, ne remettront pas eux-mêmes ces signatures à Jean-Claude Juncker, à Donald Tusk et à Martin Schulz, les anciens fonctionnaires qui s’en acquitteront à leur place seront bien leurs « porte-parole », nous assure un membre du collectif joint par téléphone. Il nous précise en outre qu’ils seront accompagnés par des représentants des principaux syndicats de fonctionnaires, marquant ainsi leur soutien, et celui de ceux qu’ils représentent, à la démarche. La remise, prévue en présence de la presse, devrait être toutefois très protocolaire en regard de celle qu’ont prévue de faire, le même jour, deux ONG, The Alliance for Lobbying Transparency and Ethics Regulation (Alter-EU) et Transparency International (EU Office), à l’initiative d’une pétition parallèle, « Barroso, ne vendons pas notre intérêt public à Goldman Sachs », signée par plus de 63 000 personnes. Trois mois après son annonce, la reconversion bancaire de l’homme qui, dix ans durant, de 2004 à 2014, a incarné l’Union européenne ne passe décidément pas. »

LUCMICHEL. NET

Avec Politis/ 2016 10 08/

https://www.facebook.com/Pcn.luc.Michel/

http://www.lucmichel.net/

* Couverture de Politis du 8 oct. 2016.

LUC MICHEL: LE BURUNDI QUITTE LA CPI. QUELLE ANALYSE POUR LA RESISTANCE AFRICAINE ? (SUR LIGNE ROUGE)

PANAFRICOM-TV/ 2016 10 08/

 PANAF-TV - LM burundi quitte la cpi (2016 10 08) FR

Le Burundi veut quitter la CPI !

Le Burundi devient le premier pays africain à engager une procédure de retrait de la CPI !

L’annonce a été faite à la radio nationale par le vice-président burundais Gaston Sindimwo.

Gaston Sindimwo assure que le Burundi est prêt à subir toutes les conséquences qui découleront de son retrait de la Cour pénale internationale (CPI).

 * SUR PANAFRICOM-TV/

LUC MICHEL:

LE BURUNDI QUITTE LA CPI.

QUELLE ANALYSE POUR LA RESISTANCE AFRICAINE ?

https://vimeo.com/186019420

EXTRAIT DE

‘LIGNE ROUGE’ DU 8 OCTOBRE 2016,

LA GRANDE EMISSION MATINALE

SUR AFRIQUE MEDIA.

FILME POUR LE DUPLEX

PAR EODE-TV A BRUXELLES.

A souligner la réaction de la CPI, qui toise Bujumbura. Interrogé par la BBC, Abdoulaye Tine Professeur de droit international et Avocat à la CPI souligne que “même si cette décision est souveraine, le Burundi a obligation de coopérer avec la Cour Pénale Internationale”. Toujours selon Abdoulaye Tine “en dépit du fait que l’article 127 du statut de Rome donne la possibilité à tout état membre de quitter l’organisation, la décision du gouvernement burundais d’annoncer son retrait de la CPI ne suspend pas les enquêtes en cours ” .

Le Burundi est donc le premier africain à franchir cette étape.

En janvier dernier, certains pays africains sur une proposition du Kenya soutenue par le tchadien, Idriss Deby Itno alors président en exercice de l’Union Africaine (UA), avaient fait part lors du sommet de l’UA de leur intention de quitter la CPI. “Ces pays estiment que la CPI ne cible que les dirigeants africains » conclut la BBC.

PANAFRICOM

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