A LA GUERRE COMME A LA GUERRE in Siria, Africa, Italia. E per l’11/9 s’inventano piloti sauditi. Ma il 2 ottobre contro MUOS, guerre, scempi, tutti a Niscemi!

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MONDOCANE

VENERDÌ 30 SETTEMBRE 2016

Impressionante la sinergia delle varie articolazioni di distruzione della libera manifestazione del pensiero e dell’azione quando si tratta di infilare granelli o chiavi inglesi negli ingranaggi dell’imperialismo e dei suoi sicari locali.
Terroristi su Aleppo, pubblici ministeri su Valsusa
Lo squarcio della verità, della democrazia, dei diritti umani, della natura e della comunità, inflitto ai siriani, in queste ore soprattutto ad Aleppo, ha il suo riflesso in quello che subisce, agevolato da un sempre più feroce accanimento giudiziario-poliziesco, il popolo della Valsusa. Nicoletta Dosio, attivista quasi settantenne e anima internazionalista dei No Tav, viene perseguitata dalla solita Procura di Torino dove imperversano due dioscuri allevati dal indimenticabile e imperdonabile Procuratore Giancarlo Caselli, ora felicemente in pensione. Prima obbligo di firma per le solite imputazioni farlocche che aleggiano su tutti gli abitanti della Valle, purchè partecipanti a cortei contro il mostro ferroviario, o trovati in possesso di arnese atto a causare danni, tipo martello, o cesoie. Obbligo vessatorio che Nicoletta naturalmente ha ignorato. Ora arresti domiciliari, dato che, se a piede libero, l’anziana signora potrebbe far saltare per aria il cantiere dal quale si stupra la montagna.
Poi c’è Alberto Perino, da decenni figura di punta, di ispirazione e di guida del movimento No Tav. Non si contano più le trovate giudiziarie della solita Procura per mozzare il fiato, la parola e le gambe ad Alberto, vuoi con le intimidazioni alla sua libertà di movimento, vuoi con mazzate pecuniarie di cui ci si illude possano far arenare il movimento. Per l’ennesima volta Alberto Perino è rinviato a giudizio, stavolta per un episodio del 29 febbraio 2012, per il quale, paradossalmente, l’avvelenata Procura avrebbe dovuto rendere omaggio alla sua capacità di evitare accadimenti incresciosi dal punto di vista dell’ “Ordine Pubblico”. In un parapiglia con certi giornalisti televisivi, alcune attrezzature della troupe vennero sottratte. Alberto si adoperò  per mediare tra le parti, riportare la calma e restituire gli apparecchi. Ora dagli immaginifici PM di Torino viene accusato di ricettazione! Nei due casi è abbagliante il proposito di decapitare un movimento che in oltre un quarto di secolo, non solo ha compromesso con ogni probabilità l’esito finale del delinquenziale progetto, ne ha denunziato le infiltrazioni mafiose e di malaffari vari, eternamente ricorrenti nelle Grandi Opere, ma ha ha rappresentato per il mondo della resistenza nazionale e internazionale un riferimento di contrasto ai manipolatori e profittatori del pianeta.
Sicilia:Tribunali a stelle e strisce
L’altro grande polo della resistenza, stavolta alla guerra militare contro il popolo e contro la sovranità di cui il popolo è portatore costituzionale, è il movimento No Muos a Niscemi e in tutta la Sicilia. Dopo che la Procura di Caltagirone aveva imposto i sigilli al megacentro di comando Usa MUOS, perché illegalmente piazzato nel cuore di una riserva naturale nella quale qualsiasi alterazione era inibita, ecco che l’Avvocatura dello Stato, all’orecchio del Pentagono più che dello Stato, ha ottenuto dal Tribunale di Riesame di Catania il dissequestro. Ma la lotta di David contro il Golìa Usa, supportato da un governo che, come suole dal 1945 ad oggi, di tutto si preoccupa fuorchè di salvaguardare quella sovranità e gli interessi che ne discendono, non finisce qui. Nemmeno di fronte ai 129 avvisi di procedimento sparati contro gli attivisti No Muos che avevano pacificamente invaso la base, nemmeno davanti alle ulteriori 50 comunicazioni aggiuntesi questo mese per un presidio nella Sughereta di Niscemi, violata nella sua sancita integrità dal carcinoma incistato nel suo mezzo e a 3 km dai 28mila abitanti di Niscemi.
Grimaldi a processo
La mia modesta persona vi è compresa. Il sottoscritto, in quanto giornalista, ma indubbiamente con un colpevole punto di vista affine a quello di chi si oppone a violenze e ingiustizie, aveva seguito l’irruzione di un gruppo di militanti No Muos nel perimetro della base, verso un pozzo illegalmente sottratto alla comunità locale per rifornire, invece, le strutture sanitarie degli occupanti statunitensi. Un’attività professionale, seppure condotta con spirito solidale, della quale andrebbe sostenuto il pieno e ineludibile diritto dagli organi sindacali competenti (figurarsi, quelli stanno in piazza a deontologicamente manifestare per gli ascari curdi degli Usa e per il discepolo del capo-squadroni della morte John Negroponte, Giulio Regeni). Il caso si inserisce nella graduale soppressione del diritto di cronaca, sempre più diffuso nel liberale Occidente, allorquando la cronaca cozzi contro l’immagine delle cose del mondo elaborate da embedded, presstitute, e zoccolame vario al servizio dei lenoni. Si colloca accanto non tanto a quello di un Erri De Luca, al quale non gradisco essere appaiato, quando lo scrittore si era, a m io avviso correttamente,  dichiarato a favore dei sabotaggi compiuto dai No Tav, quanto all’aberrante condanna a due mesi di carcere, inflitta dalla solita Procura con le zanne, alla studentessa di Ca’Foscari, Roberta Chiroli, per aver seguito e documentato fasi della vertenza No Tav  nella sua tesi di laurea. Ci vedremo al processo e, come suol dirsi, sorvolando su Torino, ho piena fiducia nella magistratura. In questo caso di Gela.
MUOS, caput mundi bello rum
 
Il 2 ottobre a Niscemi si manifesta contro il Muos, sistema di comando e comunicazione satellitare che si collega a quattro stazioni analoghe in Virginia, Hawai e Australia, per comunicare, a una velocità senza precedenti, con tutte le unità Usa e Nato distribuite tra Africa, Medioriente e oltre, su tre quarti del pianeta e che, contemporaneamente, bombarda le popolazioni locali con onde elettromagnetiche al punto da far schizzare in alto il tasso di leucemie, tumori e altre patologie legate al suo uso. Un enorme, mostruoso promotore di guerre, distruzioni, morte.
La Russia ha risposto al bombardamento Usa e Nato della base siriana di Deir Ezzor (90 soldati uccisi) a sostegno di un’offensiva  dei mercenari Isis, con la distruzione ad Aleppo di un centro di comando popolato dall’intelligence israeliana, saudita, qatariota e Nato. Per sopperire alla perdita della testa strategica dei terroristi Al Nusra ancora annidati in Aleppo e che stanno per essere sloggiati dalle truppe che restituiscono alla Siria il maltolto dall’aggressore e dai suoi mercenari, è probabile che entri in funzione il Muos. Mentre da Sigonella, base Nato, decollano i droni armati di missili Hellfire con destinazione Libia, Sahel e oltre, il Muos provvede, nel suo raggio d’azione, a coordinare quei genocidii che dai nostri media ci vengono occultati sotto vagonate di bambini, tutti uccisi esclusivamente dalle bombe di Assad e di Putin.
E qui, in particolare con l’immancabile “manifesto”, appena rivoluzionato nel travestimento e l’agitprop Chiara Cruciati occidentalista, si è in pieno delirio, con metà della popolazione siriana dichiarata fuori paese o fuori casa, con tanti ospedali colpiti (da Assad) quanti non ce ne  sono in tutto il Medioriente, con mezzo milione di morti dove, appena ieri, si parlava di 200mila. Quanto agli 11 milioni sradicati su 22, la curiosità sta nel fatto che, a parte un quartiere di Aleppo, Raqqa, l’area curda e qualche settore a nord e a sud, protetto da Israele, il governo siriano controlla tutta la parte abitata del paese, mentre Isis e Al Nusra stanno in aree vaste, ma semidesertiche, a est.
 Tornano i dirottatori sauditi, Washington scarica l’11/9 su Riad. Giulietto Chiesa, il colto e l’inclita, agevolano.
 
Lo studio sulla demolizione controllata delle Torri Gemelle pubblicata da oltre 2000 scienziati nella rinomata rivista “Europhysics
 
E’ questo che consente ai propagandisti di dichiarare il 60% del paese sotto controllo dei “ribelli”.I neocon, autori del Programma per un Nuovo Secolo Americano (PNAC) e dell’operazione 11/9, ora scaricata dal Congresso Usa sui sauditi con la riesumazione dei fantasmatici 19 dirottatori che avrebbero abbattuto le torri e bucato il Pentagono, non sono mai usciti dal cerchio magico di Obama e, ora, stanno per celebrare la propria apoteosi con l’elezione di Hillary Clinton, figura intimamente connessa ai loro propositi di Armageddon planetario. E qui non si può non riconoscere un ruolo di apripista a Giulietto Chiesa, convertitosi per primo in Italia all’ipotesi dei piloti sauditi che, non sapendo pilotare, acrobaticamente colpiscono le torri e il Pentagono. Alla faccia di quanto da lui e da migliaia di esperti asserito per 15 anni circa una demolizione controllata eseguita dagli establishment USraeliani). Non poteva non essere della compagnia Tommaso De Francesco,  responsabile esteri del “manifesto”, che del resto, diversamente dal convertito Chiesa, da sempre supporta incondizionatamente la fiaba dei piloti dirottatori e da sempre sbertuccia con sarcasmo e livore noialtri, “affetti da complottismo”.
Con il Muos più guerre contemporanee in più scenari.
Il Muos, in questo contesto è indispensabile. Il PNAC vaticinava la possibilità per gli Usa di condurre più guerre in più scenari contemporaneamente, magari anche con l’uso di forze surrogate. E così con Obama abbiamo avuto guerre, bombe e golpe in Afghanistan, Pakistan, Iraq, Libia, Yemen, Siria, Honduras, Paraguay (dovremmo aggiungere il golpe parlamentare in Brasile, teleguidato da Washington). Ma l’orizzonte si allarga. Minacce si reiterano contro l’Eritrea, sotto tiro perché unico paese (credo con lo Zimbabwe)d ei 53 del Continente che non accetta presenze militari Usa o Nato e che, perciò, viene periodicamente aggredito dal vassallo occidentale Etiopia. E si riprende la campagna sudanese.
Muos per l’Africa: ricominciamo dal Sudan
 
E’ dal momento della sua indipendenza, 1955, che il Sudan, paese più grande dell’Africa, è nel mirino di coloro che da decenni puntano alla distruzione e frammentazione delle grandi entità statali multinazionali arabe. Il suo presidente, Omar el Bashir, è imputato davanti a quel noto consesso che si pregia di incriminare solo esponenti di pelle scura e che è il Tribunale Penale Internazionale dell’Aja. Bill Clinton, preso gusto a bombardare la Jugoslavia e l’Iraq sotto sanzioni, pensò bene di allargare il tiro al Sudan, dove riuscì a distruggere l’unica industria farmaceutica del paese e dell’intera regione. Lo sforzo combinato di Israele, Usa, i vecchio colonialisti di Londra e il Vaticano, brigarono per fomentare il separatismo della regione meridionale, cattolica e ricca di petrolio. Ci riuscirono.
Ma non si accontentarono della creazione di uno Stato da subito fallito, dove etnie opposte si fanno a pezzi per il controllo delle risorse, guidate rispettivamente dal presidente e dal vicepresidente dell’artificiale creazione. Dal 2003 è in atto una campagna, con il solito contributo degli affiliati Cia e Amnesty International di Hollywood, per ripetere l’operazione nella regione occidentale del Darfur. Qui la tensione tra tribù nomadi di allevatori e sedentarie di agricoltori, innescata dalla scarsità d’acqua provocata dalla progressiva desertificazione, viene strumentalizzata in Occidente come feroce repressione del governo di Khartum, chissà perché, contro la popolazione della regione. Nel quadro delle tante guerre che i neocon ritengono si debbano poter condurre, la campagna è tornata a farsi virulenta in questi giorni e cosa non poteva mancare anche qui? Ovviamente la pistola fumante contro Khartum: l’uso delle armi chimiche contro la popolazione del Darfur. Con tanto delle solite prove testimoniali della solita Amnesty. Peccato che il Sudan non abbia mai posseduto armi chimiche. Chissà se si consentirà che un organismo indipendente lo vada a verificare.

Ecco dunque il contesto per il quale il Muos si rende indispensabile. Il Sudan, il Darfur, l’Eritrea, l’intera Africa, di cui si va occupando il neocostituito comando continentale Usa, AFRICOM, come anche Siria, Iraq, Medioriente tutto, sono la sua circoscrizione. Le comunicazioni che ne dovrebbero consentire lo spolpamento, quando non la polverizzazione, partono da lì. Che poi, grazie al suo ruolo nello sterminio di genti, rende quelle di Sicilia passivo bersaglio di sempre possibili rappresaglie.  Se c’è una buona ragione per togliere di mezzo questo covo di killer dalla faccia della Sicilia e del Mediterraneo, l’abbiamo trovata e le vorremmo dar corpo il 2 ottobre a Niscemi.

Tutti con i No Muos il 2 ottobre a Niscemi.

Pubblicato da alle ore 18:48
A LA GUERRE COMME A LA GUERRE in Siria, Africa, Italia. E per l’11/9 s’inventano piloti sauditi. Ma il 2 ottobre contro MUOS, guerre, scempi, tutti a Niscemi!ultima modifica: 2016-10-02T13:31:21+02:00da davi-luciano
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