JOHN MAHAMA, PRESIDENT DE LA REPUBLIQUE DU GHANA: ‘L’AFRIQUE N’A PAS BESOIN DE VOTRE AIDE AU DEVELOPPEMENT’

# PANAFRICOM/ 

PANAF - VISUALS mahama ghana onu (2016 09 26) FR

 John Mahama, président de la République du Ghana à la tribune de l’ONU ce 21 septembre 2016 :

« L’Afrique n’a pas besoin de votre aide au développement, l’Afrique a besoin de possibilité équitable de commercer avec le reste du monde et avec d’autres pays africains. Des progrès réalisés pour la création d’une zone de libre échange continental sont louables et ils doivent être accélérés. Relever le commerce africain permettrait de créer des possibilités pour les jeunes africains ».

John Mahama prône l’indépendance économique du continent et la nécessité de traiter d’égal à égal avec l’occident, vantant les capacités des africains à évoluer entre eux …

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The choice between an unnecessary train and very necessary housing – “La scelta tra un treno non necessario e una necessaria politica abitativa

 

 

http://stophs2.org/news/16076-choice-unnecessary-train-housingARRESTO HS2 - La campagna nazionale contro ferroviario ad alta velocità 2

Posted on Sep 7, 2016 by Guest Author

By Madeleine Wahlberg

You will have seen the dreadful destruction from the recent earthquake in middle Italy. As well as the tragic impact on lives, there will be the on-going massive impacts on jobs, housing, transport, health etc. Italy has not yet managed to repair the damage from the previous earthquakes not far away so it is quite unclear how they are going to find the resources to address the new devastation.

The map shows the areas with the highest probabilities of major earth movement (dark). It is clear that dealing with earthquake damage should be a prime priority for resources. Earthquakes may be unpredictable but they are not a ‘one-off’ freak event.

carta sismica europea

So here is one helpful suggestion from the residents of the Susa Valley. Avid and seasoned readers of this blog will remember that the Susa Valley is on the route of the Lyon to Turin HSR that is so controversial. Local communities have fought it for over 24 years and watched while the existing rail service (yes, there is an existing service!) is artfully downgraded so as to ‘justify’ the need for a new service.

The suggestion is that the money and, as important, the building capacity that has been allocated to the Susa Valley HSR shenanigans, should be diverted to the desperate needs of the earthquake zone.

Usefully, the EU is currently in the first phase of a mid-term review of expenditure http://www.europarl.europa.eu/RegData/etudes/BRIE/2016/572679/IPOL_BRI(2016)572679_EN.pdf . They note (page 4) that it is probably necessary to shift cash between budget headings in order to cope with the refugee crisis, terrorist attacks and Russian ‘playfulness’. So it would be a perfect moment to say ‘hang on chaps – why not also move cash into a budget for repairing earthquake damage?’

Now this will be an interesting one to watch given our similar belief that there are far higher priorities for expenditure than HS2. Can the Italian, French and EU politicians work out the difference between the ‘need’ for a gravy train and the needs of people living in tents – without any gravy? Tricky!

riflessione di Madeleine Wahlberg  di STOP HS2 (alta velocità inglese) 

“La scelta tra un treno non necessario e una necessaria politica abitativa

Avrete visto la terribile distruzione del recente terremoto in Italia centrale.

Oltre al tragico impatto sulle vite, ci sarà un continuo impatto sul lavoro, abitatività, trasporti, salute, ecc. L’Italia deve ancora riparare il danno dai terremoti precedenti in zone non lontane per cui è piuttosto poco chiaro come verranno trovate le risorse per affrontare la nuova devastazione.

La mappa mostra le aree con le più alte probabilità di importanti movimenti della terra.

E’ chiaro che la priorità per le risorse dovrebbe essere i danni del terremoto.

I terremoti possono essere imprevedibili ma non sono eventi che si verificano una volta e poi basta.

Ed ecco quindi un utile suggerimento dalla gente della Val Susa.

Gli abituali avidi lettori di questo blog ricorderanno che la Val Susa è sul tragitto della controversa linea ad alta velocità Torino-Lione.

Le comunità locali l’hanno combattuta per 24 anni ed hanno visto che l’esistente servizio ferroviario (si, c’è un servizio ferroviario) è stato artatamente sottovalutato per giustificare la necessità di un nuovo servizio.

Il suggerimento è che il denaro e, altrettanto importante, le capacità costruttive allocate agli sciagurati promotori della linea Tav siano destinate ai disperati bisogni delle aree terremotate.

Appositamente, la UE è attualmente nella prima fase della revisione di spesa di medio termine.

Fanno notare che potrebbe essere necessario spostare voci di budget per far fronte alla crisi dei profughi, agli attacchi terroristici e alla “giocosità” della Russia.

Sarebbe quindi il momento giusto per dire ” Un attimo ragazzi, perchè non spostare soldi su un budget per riparare i danni del terremoto?”

Sarà interessante stare a vedere cosa succederà visto la nostra simile convinzione che ci siano altre maggiori priorità di spesa che non un Tav.

Riusciranno i politici europei, italiani e francesi a capire la differenza tra un “succoso” treno e i bisogni della gente che vive nelle tende – “senza niente da spremere”?

 

CURDI, RIBELLI MODERATI, ELMETTI BIANCHI, CORIFEI IN PIAZZA: NELLA MATRIX DELLA GUERRA MONDIALE

http://fulviogrimaldi.blogspot.it/2016/09/curdi-ribelli-moderati-elmetti-bianchi.html

MONDOCANE

LUNEDÌ 26 SETTEMBRE 2016 

All’amico Piero devo queste puntualissime citazioni:
Nacque così il socialismo feudale, metà lamentazione, metà libello; metà eco del passato, metà incombere del futuro; colpiva la borghesia al cuore con giudizi amari e spiritosamente laceranti, ma con un effetto curioso, derivante dalla totale incapacità di capire il corso della storia moderna. A mò di bandiera questi signori inalberavano la bisaccia del mendicante, per attrarre il popolo; ma quando il popolo li ha seguiti, ha visto i loro sederi ornati dei vecchi blasoni feudali e si è disperso con fragorose e irriverenti risate”. (K. Marx e F. Engels, Il Manifesto del Partito Comunista). Temo non rimanga che tirare un frego sopra tutte le nostre massime morali. La gente è troppo occupata a cercare di salvarsi la pelle. Le buone intenzioni la portano sull’orlo dell’abisso, e le opere buone ve la precipitano dentro”. (Bertold Brecht, L’anima buona del Sezuan)Al momento di marciare molti non sanno che alla loro testa marcia il nemico. La voce che li comanda è la voce del loro nemico. E chi parla del nemico è lui stesso il nemico”.
(ancora Bertold Brecht).Vergogne e Matrix d’Italia

Il 24 settembre scorso su Roma, come ho scritto nell’ultimo articolo, s’è rovesciata una piccola colata di putride vergogne. Era la chiassata pro-curdi e anti-Siria (con la foglia di fico di dare addosso all’orco Erdogan) di quella consorteria di orripilanti ipocriti su cui i sopracitati Marx, Engels e Brecht hanno ai loro tempi già pronunciato verdetti definitivi. Hanno manifestato contro il despota turco con l’evidente effetto collaterale (casuale come quello delle bombe a grappolo Usa lanciate dai sauditi sui civili yemeniti, dai nazisionisti sugli abitanti di Gaza, o del fosforo su Falluja), con l’intento di colpire il legittimo presidente siriano per interposti curdi amerikkkani. Sono esattamente gli stessi – dall’Arci alla Cgil, dal PRC ai trotzkisti, dalle Ong sorosiane alla cupola della disinformazione di regime, fino alla Rete dei Comunisti che vaneggia della nascita di qualcosa di nuovo e bello a Kobane – che lanciano in giro per l’Europa anatemi agli indirizzi dei cosiddetti “populisti, xenofobi, ultradestri”, rappresentando essi stessi la vera, autentica, ultradestra che si sia vista in Europa dopo la caduta del nazifascismo, ma forse anche da prima. Siamo in piena Matrix.

Stanno con l’UE, con la Nato, con i “valori della civiltà occidentale”, con i razzismi dell’eurocentrismo, dai trascorsi e futuri genocidii in chiave colonialista. Stanno con gli interventi umanitari che spazzano via paesi, civiltà, culture e popoli cui si imputa il demerito di farsi governare da “dittatori” cui devono una serenità e dignità che non gli spetta. Stanno con le Olimpiadi. Hanno per House Organ quasi tutta la stampa italiana: dal Corriere al manifesto. Giornaletto, quest’ultimo, cui si consente di incoronare taumaturghi della sinistra i muselidi che via via sbucano dai tombini, o di sparare qualche mortaretto in favore di manifestanti operai, purchè sulle cose che contano, sulle strategie imperiali, da Regeni-Egitto ad Assad-Putin, dal Dalai Lama alle Olimpiadi, si mantengano fedeli alla linea.
Danno degli ultradestri, antipolitici, xenofobi agli altri, mentre fanno passare i curdi per rivoluzionari e gli scuoiatori jihadisti per moderati, cioè esattamente coloro che si vendono da mercenari e masskiller agli interessi e alle operazioni genocide del tecno-nazismo imperiale. Gli reggonola coda, violando ogni briciola residua di deontologia, di ruolo super partes e di guardiani del potere, gli organismi – Federazione della Stampa, Articolo 21 – preposti alla buona gestione della professione giornalistica, tramutandosi così in botoli ringhianti al guinzaglio dei loro domatori. Ne è simbolo supremo una presidente Rai, Monica Maggioni, disinformatrice cronica dai tempi dell’assassinio dell’Iraq., frequentatrice Bilderberg, ora responsabile della Trilateral per il nostro paese: massima autorità del servizio pubblico rappresenta tutti questi presstituti formicolanti nel postribolo dove i grandi papponi complottano per l’avvio del 99% al patibolo in fondo alla via.

 
Ci si mettono anche i 5 StelleViviamo nella matrix di un gigantesco menzognificio e nei luoghi e nelle fasi in cui il boia uccidentale e USraeliano si gioca alcune esecuzioni cruciali. Il raggiro, la truffa, l’inganno diventano l’aria che respiriamo. Ora proverò a mettermi la maschera antigas, ma prima un breve excursus verso i 5 Stelle, a costo di ricevere un altro sgrullone di dileggi. Ne ho apprezzato più cose di quante ne abbia criticate e ho sempre avuto qualche problema con chi, un bel po’ a priori, si sbilancia in processi alle intenzioni e arriva a definirli virgulti di chissà quale tenebroso potere cosmico anglosionista, da Bilderberg a Goldman Sachs. I presstituti del giro Bilderberg, comandati dalla Maggioni e Giulietti (segretario FNSI), si vede come trattano i 5Stelle e io qui voglio esprimere tutta la mia solidarietà a coloro che questa canizza di allupati di sangue pentastellato a Palermo l’hanno presa a spintoni e le hanno dato dei “venduti”. Aggiungo il mio entusiasmo per l’incredibile coraggio e probità nella difesa della nostra comunità e dell’ambiente che hanno dimostrato opponendosi con il NO alle Olimpiadi a una delle greppie più ricche e putrescenti che la consorteria facente capo a Bilderberg, Trilateral e Goldman Sachs si era predisposta. In cambi gli consento anche qualche altra cantonata. In tanto una che non hanno commesso è che, tra sedicenti sinistri e sedicenti umanitaristi e sedicenti pacifisti impegnati in piazza a leccare piedi curdi in marcia con le SS americane, loro non c’erano.Gli amici dei nemici dell’umanità

Per chi hanno manifestato coloro, tutti odiatori dei 5 Stelle, che, secondo Brecht, non sanno (ma lo sanno!) che alla loro testa marcia il nemico e che, ancora meglio, sempre secondo il grande drammaturgo tedesco, sono il nemico che parla del nemico? Per coloro che ai massacratori da quasi sei anni della libera, laica e ben governata Siria hanno concesso sette basi nel Nord della Siria da loro abitata, o recentemente occupata ed etnicamente pulita. L’ennesimo grido d’aiuto viene dall’ennesimo prelato siriano, stavolta l’Arcivescovo siro-cattolico Jacques Hindo, che denuncia – ovviamente al vento degli slogan pro-curdi dei nostri manifestanti – la caccia all’uomo non curdo e non musulmano che l’YPG – fratello del PKK curdo – sta attuando in tutte le aree arabe invase, fino ad Hasakah, ancora contesa tra curdi ed esercito di Damasco, ma dove da interi quartieri i cristiani e non curdi vengono espulsi.

Questa pulizia etnica, garantita dalla copertura militare degli Usa senza la quale l’YPG, nonostante il supporto dell’incenso tribolato dai fan occidentali, resterebbe dove gli spetta di stare, è l’altra faccia dello squartamento della Siria perseguito in termini militari dal terrorismo mercenario e, ora, dal bombardamento Usa diretto con strage di guarnigioni siriane. Grazie alle disponibilità di una comunità curda, a suo tempo cresciuta per l’ospitalità data dagli Assad ai curdi in fuga dalla repressione turca e allo stesso Ocalan, gli americani hanno ora ben sette basi nel Nord della Siria, su territorio curdo, o dai curdi strappato agli arabi.

La prima è più importante è quella di Abu Hajar, vicino a Rmeilan, provincia di Hasaka, dove i curdi hanno lasciato che un vecchio campo d’aviazione per aerei usati in agricoltura venisse trasformato, con una pista di 2,5 km, in possente base aerea dove ora è anche collocato il centro operativo delle FFAA Usa in Siria. Violazione della sovranità siriana, rottura del diritto internazionale, crimine di guerra. Grazie ai curdi. Presidi di Forze Speciali Usa e Nato, ormai migliaia, sono stati costituiti a Mabrouka, nel centro di produzione di cemento Lafarge tra Kobane e Ain Issa (nord-est), ad Ain Issa stessa, a Kobane (oltre 300 militari Usa), a Tel Byder, vicino ad Hasaka, con un eliporto, a Tal Abyadh, dove sono concentrate le truppe corazzate e i loro mezzi. Tutto questo, più la menzionata pulizia etnica, costituisce secondo “Contropiano”, rivista del clan Rete dei Comunisti, il tentativo curdo, “dopo decenni di oppressione di dare concretezza al proprio progetto nazionale e democratico” (sic). Alla faccia della sovranità del paese in cui vivono. Detto da chi un tempo valutava spinte nazionali o separatiste a seconda che fossero in sintonia (Kosovo) o in contrasto (Nord Irlanda) con l’imperialismo, l’affermazione rientra a pieno titolo nell’affascinante mondo di Matrix.

Con Soros: dai Berretti Bianchi in Serbia agli Elmetti Bianchi di Aleppo. Uno per tutti e tutti per Nato.Nella quale Matrix si muovono e vanno fatti muovere e mostrati all’universo mondo, nel candore illibato dei loro caschi, gli Elmetti Bianchi di Aleppo e dintorni. Sono quei santi e martiri che recentemente, in simultanea con la necessità di distrarre dall’eccidio dell’US Airforce a Der Ezzor e di attrarre sdegno e commozione sull’agonia di Aleppo Est e dei suoi bambini, bambini, bambini, mentre le forze patriottiche stanno per liberare l’intera città, ci sono stati propinati a schermi ed edicole unificati.
Ovvio anche il sincronismo con lo tsunami scatenato da Usa, Regno Unito e Francia alle Nazioni Unite per ottenere una risoluzione che copra con l’OK del maggiordomo Ban Ki Moon quello scontro diretto con russi e siriani che era reso difficile dalla presunta comune lotta contro l’Isis, ma che ora è stato avviato col bombardamento della base siriana di Der Ezzor, proprio nel momento in cui l’Isis attaccava la guarnigione. Del resto la virago Samantha Power, ennesima femmina terrorista (dopo Albright, Susan Rice,Condoleezza Rice, Hillary e, nella cuccia, Pinotti e Mogherini) con le zanne, gli zoccoli e la coda, ambasciatrice Usa all’ONU, ha ieri dichiarato in forma solenne il suo appoggio a Isis e Al Nusra. Chiarezza è fatta anche per chi finora abboccava. Di sollievo per i siriani, in tali intemperie, è stata la rottura delle perenni esitazioni dei russi quando, da una loro nave, missili hanno polverizzato il segretissimo centro di comando degli aggressori ad Aleppo, eliminando dalla scena ben 30 tra elementi dell’intelligence israeliana, Usa, turca, saudita, britannica e qatariota. Plauso. Era ora di finirla con l’altra guancia.Un primo episodio, rapidamente archiviato perché di una falsità oscena subito svelata, era quello del bimbo Omran ad Aleppo, calato da un buco, imbrattato di sangue e polvere (poi risultato indenne) e schiaffato sul sedile di un’ambulanza degli Elmetti Bianchi. Non per essere tempestivamente esaminato e curato, ma per essere fotografato, filmato per minuti e minuti e poi sparato addosso al mondo da un’efficienza comunicativa che quel centro operativo colpito dai russi probabilmente assicurava.L’origine è sorosiana, come di tutte le furberie tese a spianare coscienze fragili e fargli passare sopra i tank e gli F16 della civiltà occidentale. Nel 1999, in pieno bombardamento di Belgrado, li vidi spuntare come “Berretti Bianchi” e fare comunella con quattro scalzacani dell’opposizione cara a Washington, Berlino, D’Alema e al Vaticano. Si qualificavano “forza di pace e di interposizione”. Sì, interposizione tra i fatti e chi li voleva conoscere. Tornati a casa, dalle parti di Pisa, balbettarono ancora qualche minchiata contro Milosevic e poi andarono underground. Erano un primo tentativo, abortito, di far credere che degli spioni e sguatteri dell’aggressore fossero eroici e disinteressati soccorritori e pacificatori sopra le parti.

Stanno ad Al Baghdadi come Bertolaso stava a Berlusconi

In Siria sono maturati. Di questi giorni, coperti di polvere, con in braccio bambini presunti estratti dalle macerie provocate dall’orrido Assad e dal cattivissimo Putin (sono sempre gli unici che sparano), li vediamo corroborare la vulgata che Aleppo Est, ultima ridotta dei jihadisti, stia venendo crocefissa. Cioè coloro che, reclutati per ogni dove da Nato, Usa e Golfo, da 5 anni assediano e colpiscono i tre quarti della seconda città della Siria, sarebbero le vittime di un assedio che non è altro che il sacrosanto dovere del governo di liberare la sua città. Gli elmetti bianchi, autonominatisi anche “Difesa Civile Siriana”, neutrale e disarmata, per quanto attivi unicamente in zone sotto controllo jihadista, da noi sono definiti Ong dei Diritti Umani. Che poi video, non ritenuti degni dei nostri canali, li mostrino aggirarsi baldanzosi con armi a tracolla in mezzo alle peggiori bande di tagliagole, è dettaglio trascurabile.

Dietro? I soliti noti.

Come nel caso di altri elementi della matrix che ci accompagna con dolcezza alla riconquista del mondo da parte delle potenze coloniali, ex e contemporanee, magari passando per una guerra mondiale atomica, tipo Amnesty, Avaaz, HRW, USAID, gli Elmetti Bianchi si apprezzano meglio quando se ne conoscono fondatori e finanziatori. Esce fuori che sono nient’altro che il braccio umanitario del peggiore mercenariato della Nato e di Israele. Fondati a Istanbul nel 2013 da James Le Mesurier, ex-ufficiale britannico e poi mercenario dell’impresa privata di contractors Olive Group, attivo in Bosnia , Kosovo, Iraq, Libia e Palestina. Olive Group, si è poi fusa con la famigerata Blackwater formando la Constellis Holdings. I finanziamenti arrivano da George Soros attraverso una ditta di PR, la Purpose Inc, che lancia campagne internazionali per l’abbattimento di Assad. Fondatore della Purpose è tale Jeremy Helmans che ha pure confondato Avaaz, anch’essa finanziata dalla Open Society Foundation di Soros e diretta da elementi con retroterra Wall Street. Negli anni dell’infiltrazione in Siria, supporto logistico agli Elmetti Bianchi è stato fornito dalla Protezione Civile turca. Nel 2013 ricevono 13 milioni di dollari da Regno Unito, Stati Uniti e idal Consiglio Nazionale Siriano (“governo siriano” di cartapesta a stelle e strisce alloggiato a Istanbul).

Tra i maggiori “azionisti” della farlocca organizzazione di intervento di soccorso e pace è USAID, l’agenzia Usa per lo Sviluppo che è uno degli strumenti principali del Dipartimento di Stato per la destabilizzazione di paesi insofferenti al vassallaggio Usa, come ben sanno i latinoamericani. Una sua relazione del luglio 2015 ammette chiaramente di aver assistito gli Elmetti Bianchi con oltre 16 milioni di dollari. Sempre passando attraverso USAID, il Dipartimento di Stato gli ha versato 23 milioni nel 2016. Lo ha confermato alla stampa, il 27 aprile, Mark Tener, portavoce del ministero.


Umanitari per intervento diretto e No Fly Zone, come Erdogan, Nato, Israele, Golfo e Washington comandano.

Oltre a fare da Protezione Civile per il terrorismo jihadista ad Aleppo, gli EB si muovono anche sul piano politico, invocando costantemente interventi occidentali e, con particolare urgenza al Consiglio di Sicurezza, la famosa No Fly Zone perseguita dalla Turchia. Intervento prontamente realizzato a Der Ezzor, No Fly Zone all’ordine del giorno dell’ONU.

La bufala delle bombe-barile che Damasco rovescerebbe da anni su Aleppo (come se i russi non potrebbero fornire di meglio all’aviazione siriana) è stata diffusa da Raed Saleh, capo degli EB in Siria, spesso fotografato sottobraccio tra “ribelli” inneggianti su prigionieri giustiziati. Dalle bombe come dai gas di Assad, Saleh si vanta di aver salvato 40.823 persone. L’insistenza sui bambini di Aleppo, su cui si straccia le vesti Furio Colombo del “Fatto Quotidiano”, e non solo lui, un giorno sì e l’altro pure, è lavoro suo. Nell’aprile 2016 a Washington gli è stato conferito il “Premio per il contributo all’assistenza umanitaria”. Alla celebrazione, l’oratrice principale è stato Gayle Smith, amministratore di USAID.

Raed Saleh, gradito ospite al Consiglio Atlantico.

Interessante anche la matrice di altri dirigenti degli EB. Mosab Obeidad, il cui assistente è stato scoperto fornire armi per 2,2 milioni ai gruppi terroristi in Siria (Vedi “Al Akhbar”, giugno 2013), era vicedirettore della Croce Rossa del Qatar, il nemico arabo più virulento contro Assad e quartier generale dei Fratelli Musulmani (la cui gazzetta in Italia è il “manifesto”). Altri dirigenti erano, prima di scoprirsi umanitari, capi di gruppi “ribelli”, come Faruq al Habib a Homs.

Specialisti di Photoshop e bufale propagandistiche, gli EB si sono fatti valere, tra le altre occasioni, oltre che con la campagna Omran, di cui ho avuto modo di parlare in un precedente post, con la sequenza strappalacrime dell’Elmetto Bianco di Aleppo che tiene in braccio una bambina sanguinante e racconta di averla recuperata insieme a molti altri civili feriti. Twitter ha scoperto che la foto era un falso. Scattato altrove in altri tempi.

Ce ne sarebbe ancora. Ma quanto qui è esposto è stato ritenuto più che sufficiente perchè agli EB venisse assegnato dalla Fondazione svedese “Right Livelihood Award” quello che è conosciuto come “Premio Nobel Alternativo” e che comporta un assegno di 352.000 dollari. Il premio è stato condiviso con l’attivista femminista egiziana Mozna Hassan, con la russa Svetlana Gannushkina, ferocemente anti-Putin ma pro-migranti e, foglia di fico, con il quotidiano turco Cumhuriyet. Nulla di cui stupirsi. Non abbiamo un Premio Nobel della Pace che dirige ben sette guerre e insegna al mondo come la polizia deve trattare i diversi? Un Giulio Regeni, collaboratore di signori dello spionaggio e degli squadroni della morte, che prende a Napoli, postumo, il Premio Giancarlo Siani, giornalista assassinato dalla Camorra? Non siamo in Matrix? Ci sveglieremo solo quando all’orizzonte vedremo profilarsi un fungo atomico?. Ed è davvero il caso, stando come stanno le cose, di andare a sfrucugliare i Cinque Stelle, unici contro guerre e sanzioni e loro responsabili veri, perchè qua perché là, o di mettersi a contare i peli nel naso a Putin?

 
Pubblicato da alle ore 18:44

LE RAPPORT SUR LE BURUNDI : UNE IMPOSTURE ONUSIENNE !

# LUCMICHEL. NET/

LUC MICHEL : « LE RAPPORT SUR LES DROITS DE L’HOMME AU BURUNDI, UNE IMPOSTURE OCCIDENTALE »

Avec Panafricom/ 2016 09 26/

https://www.facebook.com/Pcn.luc.Michel/

http://www.lucmichel.net/

https://twitter.com/LucMichelPCN

LM.NET - VISUAL rapport burundi (2016 09 26) FR

Infographie : PCN-Agitprop.

LE PRESIDENT BACHAR AL-ASSAD REPOND A FRANCOIS HOLLANDE : ‘LA FRANCE EST DEVENU UN SATELLITE DE LA POLITIQUE AMÉRICAINE’

SYRIA COMMITTEES/ 

Bachar- Al-Assad répond à David Pujadas !

Pujadas : « Vous savez ce que le premier ministre français à dit de vous ? Il a dit c’est un boucher ! »

SYRIA - VISUAL bachar boucher (2016 09 26) FR

Al-Assad : « Je vais être franc avec vous. Personne ne prend plus au sérieux les déclarations des responsables français pour une simple raison c’est que la France est devenu un satellite  de la politique américaine dans la région. Elle n’est pas indépendante et n’a aucun poids. Elle n’a aucune crédibilité ».

Avec SANA/ 2016 09 26/

http://www.syria-committees.org/

https://www.facebook.com/syria.committees/

* Infographie : PCN-Agitprop

MESSAGE DU PRESIDENT NKURUNZIZA AUX BARUNDI …

# PANAFRICOM/ PRESIDENT NKURUNZIZA : ‘LES BURUNDAIS SONT UNIS ET ILS VEILLENT !’

 PANFRICOM/ 2016 09 24/

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PANAF - Nkurunziza mess aux barundi (2016 09 24) FR

Comme l’élite politique burundaise, le Président Nkurunziza privilégie Twitter pour délivrer ses messages (il n’a accordé aucune interview depuis le coup d’état avorté contre lu de mai 2015, à l’exception de l’entretien accordé à luc Michel).

* Voici la reproduction intégrale des twitts de S.E. le Président Pierre NKURUNZIZA

@pnkurunziza, ce samedi 24 septembre 2016 :

« LES BURUNDAIS SONT UNIS ET ILS VEILLENT ! »

Imana ni nziza. Irakunda Uburundi, Irakunda Abarundi, Irakunda Abagumyabanga. Twame twibuka kuyishimira, vy’umwihariko. Intsinzi ya @CnddFdd yo muri 2015, ni ikimenyetso c’ubwizigirwa budasanzwe Imana yatugiriye, ngo turongore u #Burundi mubihe bigoye nk’ibi.

Turanezerewe kandi yuko @CnddFdd yaraye ihejeje igikorwa kidasanzwe co kwishingira indongozi nshasha mu #Burundi bwose. L’étape franchie depuis plus d’un an est solide. Le #Burundi est dans la paix, les Burundais sont unis, quoique disent certaines langues.

C’est ma foi, c’est ce que j’ai vécu: au final, ce n’est pas le nombre de mensonges ou rumeurs qui compte, ni la force de ceux qui les disent. Au final, la vérité triomphe. Même seul, face au monde. La sagesse du #Burundi rappelle que “Ukuri guca muziko ntigusha”.

Que les élections de 2015 se soient passées dans des circonstances exceptionnelles fut “une chance” pour le #Burundi: nous avons tant appris. Les élections de 2015 au #Burundi ont ouvert les yeux à des millions, aux Burundais, au @CnddFdd, aux pays frères d’#Afrique, au monde. Il y avait plusieurs provocations, plusieurs pièges mortels pour la Nation du #Burundi, autour des élections de 2015. Tous ont été défaits.

Si le renversement des institutions du 13 mai 2015 avait réussi, personne aujourd’hui ne peut dire ce que serait devenu le #Burundi. L’objectif du putsch de mai 2015: retirer au #Burundi son droit à élire librement ses leaders, en mettant en place une transition arrangée. Ceux qui étaient derrière le coup ont vu le contraire: non seulement le putsch a échoué, mais le processus électoral s’est accéléré.

S’il n’y avait pas eu d’élections en 2015, le #Burundi ne serait pas en paix à cette heure. “Uwambaye ikirezi ntamenya ko cera”, dit-on. Au #Burundi comme ailleurs, il est fondamental de savoir d’où l’on vient, pour constater où on est, et se fixer un cap pour avancer.

CETTE VICTOIRE (AUX ELECTIONS DE 1961) A IRRITE LE COLON.

AVEC LA COMPLICITE DE CERTAINS BURUNDAIS, LE PRINCE LOUIS RWAGASORE FUT TUE

Les élections de 2015 n’étaient pas les premières au #Burundi. Il y avait eu celles de 1961, qui nous avaient conduit à l’Indépendance. Cette victoire a irrité le colon. Avec la complicité de certains Burundais, le Prince Louis Rwagasore fut tué, avec sa femme et ses enfants: le premier avait 18 mois, le second 4 mois… L’objectif, c’était d’effacer sa trace au #Burundi

Pourquoi une telle haine? Quelle menace présentaient le Prince Rwagasore et l’Uprona à ce moment pour qu’on décime toute sa famille? Et bien, Rwagasore avait commis une faute inexcusable pour le colon et ses relais burundais: il avait uni le #Burundi vers un idéal.

En 1965, de nouvelles élections. Le projet de décapitation de l’Uprona progressait, avec de nouvelles tueries. Pour régner, il fallait diviser. Ceux qui étaient tués provenaient de toutes les ethnies, avec tous un seul tort: vouloir s’unir. “Uja mw’ishamba utazi ugaca inkoni utazi”

Après la décapitation du leadership unificateur de l’Uprona, le #Burundi héritait des divisions ethniques, régionales, claniques, etc. Ces divisions ont engendré au #Burundi des horreurs cycliques, sous toutes les formes de la barbarie humaine. Jusqu’en 1993.

Là encore, le Président Ndadaye démocratiquement élu a été; ses collaborateurs, de la base au sommet, de simples citoyens, ont tous été tués. Ceux qui voulaient ces horreurs étaient contre la démocratie au #Burundi. Le leadership du Frodebu vainqueur en 1993 sera lui aussi décapité.

Après le putsch de 1993, ce sera la guerre, des négociations, les Accords d’Arusha suivis de l’intensification des combats, jusqu’en 2003. C’est en 2003, avec l’Accord Global de Cessez-le Feu, que le #Burundi connaît l’accalmie et que le pays se fixe de nouveaux horizons.

L’Accord Global de Cessez-le Feu donne au #Burundi des forces de sécurité, FDN, PNB, SNR, représentatives de la diversité sociale du pays. C’est sur base de cette confiance nationale dont jouissaient les nouvelles forces de sécurité que les élections de 2005 ont été un succès.

Hélas!, les auteurs du putsch de 1993 ont de nouveau essayé de renverser les institutions du #Burundi en 2005, après les élections. En vain.

En 2010, les élections arrivaient alors que le #Burundi était sous pression de plusieurs pièges pour freiner le processus électoral. En vain. Cette pression ne s’est jamais relâchée, entre 2010 et 2015. Mais grâce à la vaillance de la FDN, de la PNB et du SNR, le #Burundi a tenu.

LA BASE DE NOTRE VICTOIRE, C’EST L’UNITE

Dès 2012, alors que le #Burundi célébrait ses 50 ans d’Indépendance, certaines voix ont dit que le pays ne connaîtrait pas de vote en 2015. Le #Burundi a tenu face aux fausses prophéties et cette pression parce que les Burundais sont unis. La base de notre victoire, c’est l’Unité.

Aucun Burundais ne ressemble à un autre. Nous sommes tous différents. Et ce sont toutes ces différences qui font la richesse du Burundi. Aucun Burundais ne se suffit. Le militaire a besoin du policier, le policier a besoin du journaliste, nous avons besoin d’ingénieurs, etc.

Si, 54 ans après l’Indépendance, le #Burundi n’est pas aussi développé que le paraissent d’autres pays, c’est qu’il nous a manqué l’Unité. La preuve: sur 8 dernières années [de 2008 à 2016] que le @CNDD-FDD rassemble les Burundais, nous avons construit 5000 écoles. [Alors que pendant 40ans] de 1962 à 2007, il y’avait seulement 1900 écoles.

Et si des Burundais ont fui en 2015, ce n’est pas parce qu’il y avait un parti ou le pouvoir qui les pourchassait, mais à cause des rumeurs. Encore une fois, nous nous adressons à tous nos compatriotes en exil: Kaze! Le #Burundi est votre pays, le nôtre à tous.

DES ACTIVISTES EN MAL DE VISIBILITE ONT TROUVE UN SLOGAN:

“GENOCIDE AU #BURUNDI”

Aucun étranger n’aimera notre pays plus que nous-mêmes. Des activistes en mal de visibilité ont trouvé un slogan: “Génocide au #Burundi”. Nous leur avons expliqué de façon rationnelle, légalement, socialement, humainement, qu’il n’y aura jamais plus de génocide au #Burundi. Pourtant, ils reviennent avec la même pancarte: “Génocide au #Burundi”. Surtout quand c’est le moment de grandes rencontres internationales.

Chers compatriotes, donnez aux porteurs du message “Génocide au #Burundi” un seul message: “Hagarike, twarabahinyuye. Nimwisubirire inyuma”. Dites-leur de cesser ces montages de petits calculs politiciens. Qu’ils cessent leurs rumeurs. Les Burundais sont unis, et ils veillent.

@pnkurunziza

PANAFRICOM

WebTV : http://www.panafricom-tv.com/

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Néopanaficanisme (idéologie) :

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Un messaggio della Valle Susa a Notre-Dame-des-Landes in vista della manifestazione di sabato 8 ottobre 2016

Comunicato del Movimento No TAV

26 settembre 2016

 Un messaggio della Valle Susa a Notre-Dame-des-Landes in vista

della manifestazione di sabato 8 ottobre 2016

 Per un futuro senza Aeroporto di NDDL, senza Torino-Lione

… senza Grandi Opere Inutili e Imposte


Di fronte all’arroganza e alla violenza di Governi, nel momento nel quale i disastri ambientali e sociali hanno confermato la loro capacità di danneggiare l’ambiente e di mettere in grave pericolo la vita delle persone, le cittadine e i cittadini da anni affermano che il futuro del pianeta non può essere delegato a coloro che lo minacciano.

La lotta di NDDL è un simbolo vivente e resistente, una lotta sorella alla nostra.

Il Movimento No TAV è vigilante e mobilitato in Valle Susa con lo stesso impegno e con gli stessi vostri obiettivi che ci uniscono nella lotta alle GOII.

Il 6° Forum internazionale contro le Grandi Opere Inutili e Imposte 2016 svoltosi a Bayonne ha assunto una chiara posizione di sostegno alla lotta di NDDL, ha sottolineato l’importanza della mobilitazione contro le GOIII nella lotta ecologica e climatica a livello globale, ha dato grande attenzione alle le comunità in lotta e ai percorsi trasversali delle lotte popolari e alle incoerenze delle decisioni pubbliche a seguito della COP21 di Parigi.

Richiamiamo in questa circostanza la Sentenza del 2015 del Tribunale Permanete dei Popoli –

 Diritti fondamentali, partecipazione delle comunità locali e Grandi Opere.

In particolare il TPP ricorda che lo spirito capace di dare forza alla lotta della ZAD di NDDL come quella dei NO TAV è lo “spirito di fraternità”: una fraternità tra esseri umani e con la natura che ci ha permesso di ricostruire una collettività capace di resistere al partito trasversale degli affari e di progettare un futuro migliore e più vivibile per tutti.

Siamo e saremo fino in fondo con le donne e con gli uomini che a Notre-Dame-de Landes come in Valle di Susa hanno deciso di riprendersi il proprio destino contro i distruttori della loro terra e del mondo.

Questo è un momento in cui il Governo francese con Holland e quello italiano con Renzi, con gli sgomberi e gli attacchi ai movimenti in lotta vogliono ripristinare regimi chiamati democratici, in Francia armando i poliziotti con strumenti che feriscono accecano e uccidono operai e oppositori, in Italia con arresti e militarizzazione dei territori. Tutti alzano muri e recinti che noi dobbiamo abbattere.

Notre-Dame-de-Landes con la ZAD e le cascine abbattute e la Valsusa con il cantiere continuano da anni con la stessa lotta e non si fermeranno mai. I giovani e i più anziani delle nostre due realtà combattono gli sprechi e la corruzione di queste mostruose opere che distruggono interi territori, essi vogliono un cambiamento ed una vera democrazia dal basso.

Forza NO TAV e AMASSAD;a sarà dura !

I veri servi sciocchi sono da ricercarsi un po’ a Parigi e tanti a Roma, non di certo a Berlino

di Gianni Petrosillo – 22/09/2016
servi
Fonte: Conflitti e strategie
 
Nell’ultimo articolo pubblicato su questo sito, riprendendo un intervento di Becchi-Sacchetti su Libero, ho scritto che l’Ue è un prodotto americano e che l’euro è stata la contropartita da far pagare ai tedeschi per l’unificazione delle due Germanie. E’ una lettura storica ampiamente confermata, sia dai critici dell’Ue che dai suoi sostenitori, come Mario Monti. Becchi-Sacchetti, il giorno seguente, sempre su Libero, hanno persino rovesciato questo dato storico affermando che “l’Ue e l’euro sono stati fondati per affermare la supremazia della Germania sugli altri stati membri”. Questa cosa non sta né in cielo, né in terra. 
 
Successivamente, Sacchetti sulla sua pagina social ha scritto che il sottoscritto non avrebbe capito la portata dello scontro in atto tra Germania ed Usa in Europa. Solo che lo stesso studioso ritiene la Germania… uno dei leader di questo progetto americano di sottomissione dell’Ue. Allora dove sarebbe lo scontro? Secondo Sacchetti nel fatto che i tedeschi “stanno esagerando con la loro intransigenza… mettendo a rischio la prosecuzione” del progetto medesimo. Quindi la Germania ci metterebbe persino troppo zelo nell’esecuzione di questi ordini statunitensi andando oltre la volontà del “padrone” (ammettendo ma non concedendo che l’esagerazione sia una concreta categoria politica) oppure, penso io, coltiva la recondita intenzione di fare effettivamente fallire questo programma di subordinazione. Però Sacchetti afferma anche che il servo zelante può permettersi di respingere il TTIP “perché va contro i suoi interessi commerciali nell’UE”. E torniamo alla mia seconda ipotesi. Dobbiamo deciderci, o il servo serve oppure non serve, almeno non così bene come dovrebbe, con o senza esagerazione. E se non vuol servire si prepara ad un’altra “fase”. 
 
In secondo luogo, la prospettiva di Sacchetti è ciecamente economicistica. Difatti, se casca l’euro che, ricordiamolo fu la contropartita per l’unificazione tedesca, voluta da Usa e Francia, non è detto che caschi l’Ue (ci sono paesi che sono nell’Ue senza avere l’euro) ed anche se implodesse l’Unione per “frammentazione monetaria” (cosa tutta da dimostrare) c’è sempre la Nato (il vero problema di un’Europa potenza geopolitica e non più terreno passivo di scontro dell’era multipolare) a sbarrare il passo alla Russia o ad altri. I tedeschi digerirono l’euro consapevoli del fatto che sarebbe stato usato contro di loro. Senza la moneta unica probabilmente avrebbero corso di più, anche negli intenti egemonici . Purtroppo, chi ragiona economicisticamente perde questi passaggi fondamentali. Termino col dire che, certamente, la Germania è la parte più importante dei piani americani (lo ha detto chiaramente George Friedman di Stratfor) ma è anche la nazione più difficile da sottomettere perché si piega ma fino ad un certo punto alla grammatica unipolare statunitense. La Germania riesce ancora a coltivare i suoi autonomi interessi (purtroppo pure a scapito degli altri membri comunitari) pur evitando attriti diretti con gli Usa dai quali uscirebbe oggi con le ossa rotte. La Francia ne coltiva sempre meno (e quelli che coltiva sono tutti a nostro discapito, come ha scritto giustamente Alvi su Il Foglio: “L’Italia è un paese ricco, con enormi patrimoni e resta una grande potenza manifatturiera. Manca uno stato che coordini i nostri interessi strategici. Almeno dai tempi di Craxi, di cui si può dire tutto tranne che non avesse una sua politica. Non abbiamo multinazionali e non proteggiamo le nostre aziende. In ogni caso, sarei più preoccupato di ciò che fanno in Italia i francesi piuttosto che gli arabi, i cinesi o i russi: sono più ostili anche dei tedeschi….L’Europa ha funzionato finché non è diventata una struttura troppo allargata e complicata. Se vogliamo dirla tutta l’ideale europeo presupporrebbe un approccio non subalterno alla globalizzazione e la fine della dipendenza americana, compresa la Nato. Ma la politica non ha a che fare tanto con gli ideali e chi se ne fa vanto è spesso il più farabutto. L’euro è stato solo un’ipocrisia. Esistono delle nazioni con i loro interessi”). L’Italia ormai non ne coltiva proprio per niente di interessi autonomi. I veri servi sciocchi sono da ricercarsi un po’ a Parigi e tanti a Roma, non di certo a Berlino.

Il piano degli USA per balcanizzare la Siria

di Pepe Escobar – 24/09/2016
balcanizzare siria
Fonte: controinformazione
 
Scordatevi delle riunioni interminabili fra Serguei Lavrov e John Kerry, scordatevi della guida russa per prevenire il caos vigente Siria…..Scordatevi che si possa stabilire una tregua reale e che venga questa ripettato dai gruppi jihadisti alleati degli USA e dell’Arabia Saudita.
 
Scordatevi del Pentagono che possa seriamente  analizzare quello che è accaduto con il suo “errore” di bombardare le truppe siriane a Deir el Zor.
La prova definitiva di quello che è il programma dell’impero del caos in Siria si può trovare in un rapporto della “Defence Intelligence Agency “(DIA) del 2012 in un documento desecretato nel Maggio dell’anno scorso.
 
Nel verificare tale documento, voi troverete alla pagina 291, sezione C, ove si legge (in maiuscolo):
“L’OCCIDENTE, I PAESI DEL GOLFO E LA TURCHIA CHE APPOGGIANO L’OPPOSIZIONE (SIRIA)….ESISTE LA POSSIBILITA’ DI STABILIRE UN PRINCIPATO SALAFITA DICHIARATO O NON DICHIARATO NELLA SIRIA ORIENTALE ((HASAKA Y DER ZOR), E QUESTO E’ESATTAMENTE QUELLO CHE I POTERI IN APPOGGIO ALL’OPPOSIZIONE VOGLIONO, CON IL FINE DI ISOLARE IL REGIME SIRIANO CHE SI CONSIDERA LA PROFONDITA’ STRATEGICA DELL’ESPANSIONE SCIITA (IRAK E IRÁN) “.
 
Il rapporto della DIA è un documento segreto /NO FORN classificato in precedenza, che costituisce il raccordo di tutta la sintesi dell’alfabeto di intelligence degli Stati Uniti, dalla CENTOM, alla CIA, FBI, DHS, NGA e il Dipartimento di Stato.
 
Questo documento stabilisce e prova che, già da oltre quattro anni, l’intelligence USA aveva creato la copertura tra il costituito Al Qaeda (conosciuto come Fronte Al Nusra) in Siria e l’apparizione successiva dell’ISIS (Daesh), conosciuto anche come Stato Islamico.
Già questo è ormai di dominio pubblico, dovuto ad una decisione volontaria, in quanto fu fatto filtrare dall’attuale consigliere di Donald Trump, il tenente generale Michael Flynn, che rivelò come Washington aveva permesso il sorgere dello Stato Islamico – ricordate il luccicante convoglio di Toyota bianche che attraversavano il deserto tra Iraq e Siria  apertamente? – considerato come un attivo strategico più conveniente per gli USA e non come un nemico nella interminabile Guerra Globale scatenata dall’11 S. in poi.
 
road map siria
Road Map USA in Syria
 
Risulta molto chiaro come viene proposto nel documento: un “Principato Salafita” che deve essere alimentato come un mezzo per dividere e governare una Siria frammentata in un perpetuo caos.
 
Se si stabilisce tale mezzo attraverso lo Jabhat al-Nusra – riconosciuti anche come “ribelli moderati” – nel gergo utilizzato dal Beltway o come “Califfato di Baghdadi”  è un dettaglio molesto ed insignificante.
 
Curiosamente si evidenzia che Hasaka e Deir Ezzor sono nominate nel rapporto della DIA e contro queste località  è stato diretto esattamente il bombardamento del Pentagono che ha preso di mira, per “uno sbaglio” la base siriana (80 morti e cento feriti fra i soldati siriani).
 
Non bisogna meravigliarsi che il capo del Pentagono, l’imperatore dei “piagnistei”, Asthon Carter, non ha dovuto prendere alcun prigioniero per sabotare direttamente l’accordo che Kerry aveva preso con Lavrov.
Nessuno potrà vedere e capire di  questi collegamenti stabiliti attraverso i media del sistema pilotati dagli USA, per esempio, la Cupola dei neocons che sentenzia attraverso le pagine di editoriali del Washington Post. Tutavia il meglio della controinformazione attraverso il Web riesce a far trapelare qualche informazione.
 
Quali sono le opzioni della Russia?
 
La domanda cruciale è, naturalmente, che farà la Russia circa questo programma – oltre quanto dica Vitaly Churkin, il rappresentante russo all’ONU, che è rimasto del tutto costernato davanti allo sproloquio di falsità pronunciate dalla regina del dramma, la “mezza pazza”, Samantha Power (rappresentante USA all’ONU).
 
Che farà Mosca circa il fatto che l’intera nebulosa descritta da Beltway come “ribelli moderati” , tutti loro di matrice ideologica wahabita, gode e continuerà a usufruire, soprattutto sotto Hillary Clinton (regina della guerra) di una CIA o del Pentagono strettamente collegati?
 
Il documento della DIA lo sillaba verso l’esterno, in un collegamento marcato da tutti i precedenti schemi del “Divide et Impera”, dal piano israelino Yinon ed il progetto per il delirio di un nuovo secolo americano (PNAC).
In termini di gasdotti, questo continua ad essere conforme  ai piani del Qatar e della Turchia, attraverso la Siria – un gasdotto di gas naturale diretto contro il proposto gasdotto dell’Iran-Iraq.Siria di 10 bilioni di dollari per cui esiste già un accordo di intesa. (il motivo del gasdotto, rifiutato da Assad, fu all’origine dell’ostilità degli USA al regime siriano).
 
Lavrov è troppo diplomatico per rompere ed andarsene in malo modo ma, dopo gli avvenimenti di Deir Al Zor, Mosca dispone della prova definitiva che qualsiasi tregua o alt al fuoco accordato con Washington è stato interrotto e non ha più senso.
 
Le guerre USA tanto interminabili, una volta di più si estendono per metastasi dalla lotta contro al-Qaeda ,”il male”, fino a permettere che al Qaeda in Siria ed il suo spin-off Califfato salafita trovi il suo spazio privilegiato.
 
Niente di sostanziale accadrà prima delle elezioni presidenziali di Novembre – a parte episodi simili agli “errori” di tiro di Deir al Zor per essere subito ordinati dal “non occupato” Ash Carter.
Quindi tutte le scommesse sono appagate. Per i contrattisti che alimentano il complesso militare- industriale di sicurezza e vigilanza, la demonizzazione della Russia continua ad essere una storica opportunità di affari”. Rimane soltanto da aspettare che le tre arpie ottengano di mettere le loro mani tentacolari sull’impero del caos.
 
Traduzione: Luciano Lago

Lettera Ibanez a Sivardière 21-SET-2016

Monsieur Sivardière

La question est : 15 millions de tonnes de marchandises sur la ligne historique Suisse du Gothard en 2013, 3,2 millions de tonnes sur la ligne du Mont Cenis qui est identique.

Que proposez vous pour que l’on utilise la ligne du Mont Cenis comme celle du Brenner ou celle du Simplon (1905) ou celle du Gothard. Vos propositions concrètes.

L’autre question est pourquoi le fret ferroviaire décline là où il n’y a pas de montagne avec des engagements pris le 9 juillet 2013 a minima qui ne sont pas tenu par ceux que vous soutenez.

Par ailleurs, puisque vous m’en donnez l’occasion, je vous remercie de me donner les paramètres qui vous permettent de déclarer que le tunnel de base permettrait d’économiser 40% par rapport à la ligne existante.
Vous ne m’avez pas répondu lors de notre débat à Grenoble, vous avez maintenant eu le temps de compulser votre documentation et me répondre par retour sur les paramètres qui vous conduisent à ce résultat, votre ami Gérard Mathieu n’ayant visiblement pas envie de répondre ni sur les 19 millions de passagers ni sur les 40% allégués. Vous avez ici mon engagement que je publierai votre réponse.

Pendant que j’y suis j’en profite pour vous redemander ce qui vous a conduit à changer la position que vous avez écrite en 1999 considérant que faire le tunnel avant de traiter les accès serait “mettre la charrue avant les bœufs”. Je publierai également votre réponse.

Pour répondre à votre question Monsieur Sivardière, nous condamnons une taxe cadeau pour les autoroutes que vient d’octroyer Alain Vidalies et nous condamnons la sous-utilisation de la voie ferrée existante entre France et Italie, nous condamnons le fait que les subventions qui auraient pu être versées pour des matériels intermodaux par l’ADEME
n’ont pas été utilisées, nous condamnons le fait que l’ADEME ne dispose plus d’un centime pour l’intermodalité.

Nous exigeons l’utilisation de la ligne ferroviaire existante au départ de Ambérieu en Bugey comme vous le défendiez avec tous les syndicats cheminots et les élus communistes à la région. (l’équivalent de 1200 camions par jour) (pièce jointe)

Là encore vous aurez à cœur de nous expliquer pourquoi vous ne le défendez plus. Syez certain que je publierai votre réponse.

Nous ne faisons qu’exiger le report des camions de la route vers le rail dans les conditions exactes que vous défendiez et ne défendez plus aujourd’hui sans que personne ne sache pourquoi.

Alors je vous prie de vous abstenir de tenter de nous faire passer pour des partisans du routier car nous ne le sommes pas et expliquez vous sur vos revirements ce qui aidera à un débat serein documentation à l’appui.
Je reste donc dans l’attente de vos documents que je publierai également.

Bien à vous

Daniel Ibanez

TRADUZIONE

Signor Sivardière

La domanda è : 15 milioni di tonnellate di merci sulla linea  storica Svizzera del Gottardo nel 2013, 3,2 milioni di tonnellate sulla  linea del Moncenisio che è identica.

Cosa propone perché si utilizzi la linea del Moncenisio come  quella del Brennero o quella del Sempione (1905) o quella del Gottardo ?

Quali sono le sue  proposte concrete?

L’altra domanda è perché il merci ferroviario declinato là dove non c’è montagna con impegni presi il 9 luglio 2013 ha dei  minimi che  non sono considerati da quelli che Lei sostiene.

Inoltre, dato che mi ha dato l’opportunità, ringrazio di avermi dato i parametri che Le consentono di dichiarare che il tunnel base permetterebbe di risparmiare il 40% rispetto alla linea esistente.

Lei non mi ha risposto nel corso del dibattito a Grenoble, Lei ora ha avuto il tempo per consultare la sua documentazione e rispondermi proprio sui parametri che portano a questo risultato, il Suo amico Gérard Mathieu non aveva ovviamente voglia di rispondere nè sui 19 milioni di passeggeri  nè sui presunto 40% inclusi. 

Qui ha il mio impegno che pubblicherò la Sua risposta.

Con l’occasione vorrei chiedere ancora una volta ciò che l’ha portata a modificare la posizione che aveva scritto nel 1999, considerando che fare  il tunnel prima di trattare gli accessi sarebbe stato “mettere il carro davanti ai buoi”. Pubblicherò anche la Sua risposta.

Per rispondere alla Sua domanda, Signor Sivardière, condanniamo il regalo di una tassa per le strade principali concessa da Alain Vidalies e condanniamo il sottoutilizzo della  linea esistente tra Francia e Italia, condanniamo il fatto che le sovvenzioni che avrebbero dovuto essere pagate per attrezzature  intermodali da l’ADEME non sono stati utilizzati, condanniamo il fatto che l’ADEME non ha più di un centesimo per l’intermodalità.

Esigiamo l’utilizzo della linea ferroviaria esistente alla partenza  da Ambérieu en Bugey come Lei l’ha difesa con tutti i sindacati dei lavoratori delle ferrovie e politici comunisti della regione. (equivalente a 1200 camion al giorno) (allegato)

Là ancora Lei abbia a cuore di spiegarci perché Lei non lo  difende più.

Sia certo che  pubblicherò la Sua risposta.

Noi richiediamo l’invio dei camion dalla strada alla ferrovia nelle esatte condizioni che Lei difendeva e che oggi non difende più, anche se nessuno sa perché.

Allora La prego di astenersi di tentare di farci passare per quelli   che preferiscono il traffico stradale perché noi non lo siamo e spieghi circa  i Suoi ripensamenti, il che aiuterà a un dibattito sereno con supporto di documentazione. 

Resto dunque in attesa di Suoi documenti che pubblicherò comunque.

Cordiali Saluti  Daniel Ibanez