Violentata dal branco sul treno, 7 denunciati: 3 sono minori

le risorse condividono la loro kultura, per questo le femministe tacciono
 
giovedì, 8, settembre, 2016
 
Accerchiata e violentata dal branco sul treno, denunciati 7 giovani: 3 sono minori. Si trovava sul treno Fabriano-Ancona e stava andando in bagno quando, ad un certo punto, è stata accerchiata da un gruppo di 7 ragazzi, che l’hanno palpeggiata senza darle possibilità di scampo.
 
Chiuse le indagini intorno al branco che lo scorso 18 agosto ha violentato una ragazza che viaggiava sul mezzo pubblico in compagnia del fidanzato. Le indagini, avviate dal compartimento Polizia Giudiziaria della Polfer in collaborazione con gli agenti Polfer di Falconara Marittima, hanno ricostruito la dinamica dei fatti, risalendo all’identikit dei 7 molestatori: 6 nordafricani e 1 italiano, 3 dei quali minorenni, gli altri di circa 20 anni. Una gang di giovanissimi, già nota alle forze dell’Ordine per dei precedenti penali relativi a fatti di spaccio di sostanze stupefacenti e furti. Sarebbero dunque stati loro ad aver abusato della ragazza che, dopo i fatti, ha denunciato tutto alle autorità. […]
 
L’accusa con cui gli inquirenti hanno denunciato la banda di stranieri è violenza sessuale di gruppo. Ora il fascicolo di inchiesta è in mano alla Procura di Ancona, che dovrà decidere se chiedere il rinvio a giudizio dgli indagati.
 

Entrambi disoccupati, espulsa la moglie italiana di un ticinese

giovedì, 8, settembre, 2016
 
È uno dei temi caldi dell’estate, quello delle espulsioni di genitori stranieri di figli svizzeri. Una pratica oggetto di due interrogazioni dei deputati PPD Giorgio Fonio, Maurizio Agustoni e Lorenzo Jelmini (una sui padri, l’altra sulle madri), i quali ritengono che il Canton Ticino stia adottando una politica troppo severa, che penalizza i figli.
 
Oggi, per corroborare la loro tesi, Fonio, Agustoni e Jelmini hanno pubblicato su Facebook un caso concreto, che riguarda un 45enne ticinese sposato da quindici anni con una donna italiana, alla quale di recente è stato intimato di lasciare il Paese.
 
Fonio e colleghi precisano che la storia è stata modificata per tutelare le persone coinvolte, ma che “le conclusioni sono invece (purtroppo) reali”.
 
A raccontare la storia è il protagonista della vicenda, che chiameremo Francesco.
 
“Buongiorno, mi chiamo Francesco, ho 45 anni e da 15 sono sposato con Irene. Io sono attinente di Corippo mentre mia moglie è cittadina italiana. Da 10 anni siamo genitori del piccolo Luca che è cittadino svizzero avendo preso la mia nazionalità” scrive l’uomo.
 
“Ho sempre lavorato come cameriere in un ristorante di Lugano. Purtroppo però 4 anni fa il titolare ha deciso di chiudere l’attività e sono finito in disoccupazione” prosegue Francesco. “Il mondo del lavoro in questi anni è sotto pressione e come molti altri ticinesi come me non sono riuscito a trovare nulla e dopo due anni, sono caduto in assistenza. Un dramma. Un’umiliazione. Una vergogna.”
 
“Mia moglie, operaia in fabbrica, quando è nato nostro figlio è rimasta a casa per prendersi cura di lui” scrive ancora l’uomo. “Non avevamo chiesto nulla allo stato, semplicemente facevamo una vita semplice: mai una pizza, niente spese pazze e in vacanza una settimana all’anno in campeggio.”
 
“Nei giorni scorsi ho ricevuto una lettera inaspettata: mia moglie a causa del fatto che io non ho un lavoro e di conseguenza siamo a carico dell’assistenza, dovrà lasciare la mia Svizzera nei prossimi mesi lasciando me e nostro figlio senza di lei” prosegue l’uomo. “Non so quanti dei miei contatti potrebbero trovarsi a vivere una situazione simile alla mia. Spero pochi. Ma sappiate che oggi qualcuno mi ha indicato la strada: se voglio continuare a far vivere mio figlio con sua madre devo lasciare la mia nazione!”
 
“Questo è quello che succede oggi nel mio cantone” conclude Francesco. “Grazie a tutti voi che avete dedicato il vostro tempo a leggere la mia storia.”  ticinonews.ch

Tirreno Power: decretati 186 licenziamenti

il kompagno svizzero de benedetti…
 
venerdì, 9, settembre, 2016
 
186 lavoratori in mobilità nei vari siti del gruppo in Italia, di questi 127 a Vado Ligure. Sono i numeri amari che i sindacati nazionali convocati a Roma in delegazione ristretta, hanno appreso da Tirreno Power che sull’argomento esuberi, almeno per il momento, avrebbe chiuso le porte a qualsiasi tipo di trattativa.
 
Ora si aprono scenari che comprenderanno sicuramente iniziative di sciopero che si preannunciano pesanti sia a livello nazionale, sia a livello locale. Amedeo Testa, segretario nazionale Flaei – Cisl ha affermato: “E’ una doccia scozzese che pensavamo si potesse evitare. Speravamo che l’azienda si presentasse, anche dopo gli impegni presi al ministero, con un piano ben preciso e stabilito di concertazione sugli ammortizzatori da adottare, invece con questo atteggiamento ha aperto la prima crisi vera nel settore elettrico con ripercussioni non indifferenti su tutta la catena di produzione del settore in Italia”.
 
Testa ha proseguito: “E’ ovvio che ora la situazione si complica e che iniziative di lotta a breve saranno organizzate in tutti siti italiani. Anche se confidiamo di poter ancora avere margini per ribaltare questa situazione, magari con gli incontri in previsione al ministero a fine mese”. […]
 
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UE: ogni mese soldi su carte di credito ai “profughi” in Turchia

l’importante che non accrediti niente ai propri cittadini MA CHE LI SPREMI E BASTA. Sarà mica la busta paga del mercenario?
 
giovedì, 8, settembre, 2016
 
immigrati-kos
L’Ue lancia il programma umanitario più grande della sua storia, per un valore complessivo da 348 milioni di euro, con un “sistema altamente innovativo”, attraverso cioè trasferimenti di denaro diretti ai profughi siriani in Turchia. I soldi, come spiegato dal commissario europeo alle Crisi umanitarie Christos Stylianides, verranno versati direttamente su carte elettroniche ogni mese per permettere loro di far fronte a tutte le necessità.
 
Il programma, che è destinato a sostenere un milione di rifugiati in Turchia, fa parte dei tre miliardi previsti dall’intesa Ue-Turchia. Secondo quanto spiegato da Stylianides, ogni famiglia di rifugiati siriani sarà dotata di una carta elettronica sulla quale verrà versato il denaro, che potrà essere speso per acquistare cibo e pagare ad esempio le spese scolastiche.
 
 
“Si tratta di un sistema innovativo sviluppato in stretta collaborazione con le autorità di Ankara”, ha sottolineato il commissario e sarà condotto attraverso il World Food Programme. Secondo Stylianides, il nuovo sistema può rappresentare “una svolta” nello schema degli aiuti umanitari poiché “riduce i costi intermedi e massimizza gli effetti”. “Il programma – spiega il commissario – sarà seguito molto da vicino, per assicurare che ogni euro inviato sia speso in modo corretto”. tgcom24

Senigallia: problemi economici, imprenditore si toglie la vita

venerdì, 9, settembre, 2016
 
Trovato morto nella sua azienda di Senigallia in zona Cesanella. Si è suicidato M. G., 61 anni noto imprenditore del senigalliese titolare di una ditta che produce materiali per rivenditori di ferramenta. A trovarlo questa mattina sarebbero stati i dipendenti dell’azienda una volta arrivati sul posto per la giornata lavorativa. Per i Carabinieri del Nucleo Radiomobile e del comando stazione di Senigallia non ci sono dubbi: l’imprenditore si è tolto la vita impiccandosi.
 
I militari stanno ascoltando i testimoni e tutti coloro che possono aiutare a ricostruire la dinamica e le motivazione alla base del tragico gesto. Secondo una prima ricostruzione, al vaglio degli investigatori, la ditta di recente avrebbe avuto qualche problema economico. Difficoltà che, insieme alla recente separazione dalla moglie, potrebbero aver indotto il 61enne a farla finita. “
 
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