Risulta impossibile mettere fine alla guerra in Siria se gli USA continuano a negare la loro complicità con il terrorismo

di Finian Cunningham – 01/09/2016
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Fonte: controinformazione
 
“E’ necessario che gli USA e gli altri Governi occidentali accettino di riconoscere la verità: loro sono parte del problema della Siria, non la sua soluzione”, lo scrive un analista internazionale, Finian Cunningham.
 
Le  maratona di conversazioni per circa 10 ore, svoltasi tra i ministri degli esteri degli USA e della Russia, a Ginevra, non ha ottenuto di produrre un “piano integrale” per mettere fine alla “brutale guerra in Siria”, deve constatare l’analista Cunningham, nel suo nuovo articolo per la RT, dove spiega che “il problema fondamentale” è quello che gli USA continuano a negare il loro “ruolo criminale nel fenomeno della guerra”.
Secondo l’analista, il ruolo degli USA e di vari loro alleati stranieri nell’appoggio dei gruppi armati illegali è quello che garantisce la continuità del conflitto nel paese arabo.
 
La “dissonanza cognitiva” di John Kerry
 
Il segretario di Stato statunitense, John Kerry, ed il cancelliere russo, Serguéi Lavrov, hanno annunciato che continueranno a lavorare nei dettagli di un piano per mettere fine alla violenza in Siria. “Tuttavia come sarà possibile trovare una soluzione quando uno dei negoziatori è parte del problema”? Si domanda l’analista aggiungendo che, inoltre, “il colpevole sta negando del tutto il suo ruolo nefasto”.
 
In questo modo, prosegue l’esperto, le discussioni tra Kerry e Lavorv “somigliano semre di più alla relazione tra un paziente ed un terapeuta”, dove Lavrov deve lavorare laboriosamente ” con dettagli circa i quali Kerry “soffre di una dissonanza cognitiva”.
Cunningham considera che parte del “problema logistico” dell’instaurazione di un cessate il fuoco in Siria, ed  un fattore importante che spiega perchè non hanno funzionato i cessate il fuoco precedenti, è quello che gli USA continuano a non voler fare alcuna distinzione tra i gruppi terroristi e le milizie islamiste, quelle che Washington definisce “ribelli moderati”.
 
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Lavrov con John Kerry
 
I media occidentali occultano ai cittadini la criminalità dei propri Governi
 
In altre parole, “Washington non ha alcuna idea di operare una distinzione realistica tra la pletora dei gruppi armati che cercano di rovesciare il Governo siriano”, assicura l’autore dell’Articolo, il quale ritiene che la maggioranza di questi gruppi sono “entità terroriste” che condividono la stessa metodologia ed le azioni dei terroristi, così come gli stessi patrocinatori stranieri per la fornitura di armi e il finanziamento, tra i quali l’analista elenca gli USA; il Regno Unito, la Francia, così come la Turchia, l’Arabia Saudita e le altre monarchie del Golfo.
A giudizio di Cunningham, i media occidentali hanno lo stesso problema nel riferirsi ai “moderati” ed “estremisti” in Siria, cosa che l’analista qualifica di “operazione psicologica di inganno per occultare ai cittadini europei la criminalità dei propri Governi”.
 
Segnali che la “terapia” sta funzionando
 
Tuttavia, l’analista segnala che ci sono indizi per cui si inizia a vedere che la “terapia” di Lavrov, volta a far comprendere la verità alla controparte statunitense, sta iniziando ad avere successo. Così, secondo quanto informa Reuters circa l’ultimo incontro di Ginevra, il futuro di  Bashar al Assad non ha costituito parte delle conversazioni, che si sono piuttosto concentrate nel “ricercare una soluzione efficace e duratura per mettere fine alla violenza in Siria”.
Il fatto che non sia parte dell’agenda dei colloqui il futuro di Al Assad è una “concessione significativa da parte statunitense”, sottolinea l’autore dell’articolo, cosa che spiega che, per quanto “senza alcun dubbio “Washington ancora vuole ottenere il premio di un cambiamento di regime” – il loro ” vero obiettivo originale per suscitare questa guerra”- , è notevole che Kerry non insista tanto nel “mantra del Al Assad deve andarsene” nei suoi incontri con Lavorv.
 
La successiva fase della “terapia diplomatica”
 
Nell’opinione dell’esperto, la successiva fase di “terapia diplomatica” di Lavrov sarebbe quella di “convincere il suo paziente statunitense di arrivare ad una accordo con la verità circa sua complicità con il terrorismo”, visto che le connessioni tra i politici dell’Amministrazione di Obama e la fornitura di armamenti ai terroristi sono “ben documentate e conosciute”.
 
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Schema della guerra in Siria
 
“E’ necessario che John Kerry e gli altri leaders dei Governi occidentali smettano di vivere nella negativa e che si diano conto della verità: loro sono parte del problema della Siria, non la sua soluzione”, afferma l’analista per concludere che senza questa “resa dei conti” tutte le dichiarazioni diplomatiche sul “porre fine alla vilenza” non hanno senso e sono inutili.
 
 
Traduzione: Luciano Lago
Risulta impossibile mettere fine alla guerra in Siria se gli USA continuano a negare la loro complicità con il terrorismoultima modifica: 2016-09-07T23:09:13+02:00da davi-luciano
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3 pensieri su “Risulta impossibile mettere fine alla guerra in Siria se gli USA continuano a negare la loro complicità con il terrorismo

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