No a container o case in muratura I paesi scelgono i «minichalet»

 per loro niente alberghi
 

tutti indignati per le parole di Vespa sulla disgrazia del terremoto che sarà un volano per l’economia. Ma nessuno si è accorto che siamo un paese capitalista E CHE IL CAPITALISMO VIVE DI DISGRAZIE E SOFFERENZE ALTRUI?

Mah. Se ci si ammala BIG FARMA aumenta il profitto, e quindi anche il Pil. Si indigna qualcuno?
 
Il corriere già sponsorizza gli chalet, pare ci sia già un appalto e mazzette. Si sà. lo psiconano “ricostruisce” l’Aquila, è un mostro, mentre piovo proposte e “soluzioni” di ogni sorta e nessuno che ci veda il malaffare come non fossimo in Italia. AH, giusto, sarà l’effetto “governo amico”.
 
la ricostruzione
Milano, 28 agosto 2016 – 22:07
No a container o case in muratura
I paesi scelgono i «minichalet»
di Andrea Arzilli
 
Un minichalet a nucleo famigliare. Per i cinque anni stimati per la ricostruzione dei paesi terremotati, i 2.500 sfollati dell’area di Arquata del Tronto hanno bocciato sia le soluzioni provvisorie, come i container, sia quelle in muratura che danno concretezza al concetto di definitivo. Così ieri, dopo il summit al comando (Dicomac) a Rieti, la Protezione civile ha deciso di imboccare la via di mezzo: «La logistica ha le sue regole, cuore e umanità ne hanno altre. E noi stiamo virando verso il cuore», dice l’ingegner Cesare Spuri che coordina le operazioni della Protezione civile nei 5 campi tra Arquata e Pescara del Tronto.
 
Costruire una new town di container sarebbe stato più semplice, insomma, ma non avrebbe dato risposta ai terremotati che chiedono di restare il più vicino possibile alla loro abitazione oggi lesionata o completamente distrutta. In tanti anche stanotte hanno rinunciato alla branda sotto i tendoni per dormire in auto davanti al portone di casa. Per paura degli sciacalli, ma soprattutto per non staccarsi da quel che resta del passato.
 
 
Entro 3 mesi le nuove case
Entro 3 mesi arriveranno le soluzioni in legno su modello tedesco, già utilizzate a Onna nel 2009. Intanto molti sfollati troveranno ospitalità in alberghi sulla costa di Lazio e Marche. «A gruppi, per non disperdere la comunità», dice il sindaco di Amatrice, Pirozzi. Casette calibrate sulle dimensioni di ogni famiglia, alcune sono già state acquistate dalla Protezione civile sotto la gestione di Franco Gabrielli. Servono 20 giorni tra costruzione — una o due camere più cucina e bagno — e allacci. Soprattutto il riscaldamento, cruciale nelle zone del sisma che nel giro di un mese potrebbero veder scendere la neve; 1.400 euro il costo per metro quadrato delle strutture a grandezza variabile. Una casetta di 40 mq costa circa 55 mila euro, il noleggio di un container delle stesse dimensioni molto meno, ma «meglio un euro in più se si può recuperare almeno un po’ di quotidianità — dice Spuri —. È impensabile che in 5 anni, e ci metterei la firma se i tempi fossero questi, non si possano invitare a cena degli amici per ritrovare un po’ di normalità».
 
Partito il censimento
Questo lo spirito, ricreare un contesto umano: oggi parte la fase delle ispezioni nelle strutture pubbliche, le scuole in particolare, con l’obiettivo di aprirle almeno entro il 30 settembre. Poi municipi, farmacie, ambulatori e aree per la socialità, maxitendoni vicino ai parchi giochi per l’aggregazione, specie dei bambini. Ciò che non è utilizzabile sarà ospitato da un modulo. Resta da stabilire il numero di moduli necessari. Ieri nei tre Comuni terremotati (ad Arquata consiglio comunale «all’aperto», lo ha definito il sindaco Petrucci) è partito il censimento per capire chi è restato e chi è andato via, magari da parenti: serve il numero dei nuclei famigliari da consegnare alla Protezione civile. Stime approssimative parlano di 700 chalet da distribuire sul territorio. Costo: circa 35 milioni. Le aree destinate agli chalet potrebbero però non corrispondere a quelle dei campi di oggi. Anche se l’ideale sarebbe far abitare ogni sfollato vicino al suo Paese.
 
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No a container o case in muratura I paesi scelgono i «minichalet»ultima modifica: 2016-08-29T19:01:35+02:00da davi-luciano
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Un pensiero su “No a container o case in muratura I paesi scelgono i «minichalet»

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