Procede inesorabile la la riconquista di Aleppo. Gli USA cercano di salvare i loro mercenari

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Procede inesorabile la la riconquista di Aleppo mentre gli USA e i governi occidentali “si preoccupano” per la sorte dei loro mercenari jihadisti assediati e decimati dalle forze siriane.
 
Nonostante le ingenti forniture di armi, provenienti dalla Turchia, e consegnate ai miliziani jihadisti, tra cui missili anticarro, missili Stinger a spalla (armi sofisticate che implicano un addestramento professionale), tutte armi che sono arrivate nella sacca di Aleppo tenuta dai “ribelli’, è fallita la controffensiva ed il tentativo di riaprire la via principale di rifornimento tra Aleppo ed il confine turco (la via del Castello).
 
I gruppi jihadisti di Al Nusra e Ahrar Sham, appoggiati da USA, Arabia Saudita e Qatar, non sono riusciti a rompere l’assedio in cui si trovano da giorni ad opera delle forze dell’Esercito siriano e dei combattenti di Hezbollah. L’obiettivo dei terorristi era rompere l’assedio e riconquistare i quartieri occidentali della città che si trovano sotto il controllo delle forze dell’Esercito siriano e dove vivono circa un milione e duecentomila abitanti.
 
Il gruppo dei miliziani, che era riuscito a riunificare le varie milizie di mercenari jihadisti sotto l’egida americana, nota come « Jaysh al Fateh » (una sigla di comodo per ottenere la qualifica di “ribelli moderati” dall’Occidente) s’è distinto in passato per la decapitazione dei soldati alawiti catturati, e recentemente per la decapitazione di un dodicenne ferito durante i combattimenti.
 
Non sono bastati i massicci rifornimenti ricevuti e l’addestramento militare fornito da istruttori USA: il contrattacco dei mercenari jihadisti si è infranto di fronte al muro oppposto dalle truppe d’elite siriane ( la “ForzaTigre”) e dagli implacabili bombardamenti effettuati dall’aviazione russa e siriana.
In queste ultime ore i terroristi sono stati indeboliti dagli incessanti bombardamenti aerei e dell’artiglieria sulle loro posizioni e sui canali logistici di rifornimento. I terroristi hanno iniziato ad arretrare lasciando sul campo i corpi dei morti e dei feriti (si parla di oltre 2.000 morti) e perdendo il controllo delle postazioni come la Fabbrica di Cemento, delle Officine del Gas e delle altre postazioni occupate nella zona Est di Aleppo e circostanti.
 
Gli americani avevano inviato John Kerry a negoziare con il ministro russo Lavrov per concordare “una tregua” che in realtà era un espediente per rifornire i gruppi terroristi da loro sostenuti e prepararli ad una controffensiva. I russi hanno ormai “mangiato la foglia” e non cadono nel tranello, continuando a spingere l’offensiva fino a alla riconquista totale della città, ormai definita “la Stalingrado” della Siria, dove si infrange il progetto USA-Saudita di smembramento ed occupazione del paese.
 
Naturalmente in concomitanza con gli avvenimenti è partita la grande campagna mediatica occidentale per accusare le forze siriane e russe di ogni nefandezza, con l’appello accorato per una “tregua umanitaria” in modo da consentire l’uscita a quella parte di popolazione (si parla di 200.000 persone circa) intrappolate dai terroristi ed utilizzate come ostaggi. 
Per la stampa occidentale sono le forze siriane di Assad che tengono in ostaggio i civili e sono loro che non consentono l’uscita, capovolgendo, come al solito, la realtà sul campo che invece è stata ben descritta anche dal Vescovo primate di Aleppo. Sono i terroristi che hanno brutalizzato ed assassinato la popolazione di Aleppo e nessuna tregua era stata mai chiesta dai media occidentali quando i gruppi mercenari, armati dagli USA dai sauditi e turchi, avevano conquistato la città scatenando le rappresaglie sulla popolazione.
 
La propaganda di guerra ha la sua importanza ma ormai gli statunitensi non nascondono più le loro vere intenzioni, tanto che si sono registrate le dichiarazioni di Dennis Ross, un deputato, ex consigliere dell’Amministrazione USA, il quale ha proposto pubblicamente: la Casa Bianca deve cominciare a parlare una lingua che Assad e Putin possano comprendere”, ed ha precisato quale lingua: missili da crociera e droni contro gli uffici governativi e la residenza di Assad, onde assassinare lui e il suo entourage. “Bomb Assad regime, not Islamic State!”, ha esclamato.
Caduta la maschera del Potere USA non si parla neppure più di “portare la democrazia” ma si manifesta il vero volto del potere imperiale degli psicopatici di Washington.
 
Procede inesorabile la la riconquista di Aleppo. Gli USA cercano di salvare i loro mercenariultima modifica: 2016-08-23T08:44:05+02:00da davi-luciano
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