GIULIETTO CHIESA, L’IROSO DEBUNKER

http://fulviogrimaldi.blogspot.it/2016/07/giulietto-chiesa-liroso-debunker.html

MONDOCANE

GIOVEDÌ 21 LUGLIO 2016

Mi capita tra le mani questo indegno post, scritto da un imbecille che pretende di fare analisi.
Fulvio Grimaldi si rivela, ancora una volta, come persona fuori equilibrio. Non  più capace nemmeno  di leggere, tanta è la foga con cui pretende di demolire l’universo tutto.
Accusarmi di fare inversione ad U sull’11 settembre è un’infamia che merita per lo meno una risposta, affinché la leggano quelli che sono ancora sani di mente. Io ho usato le 28 pagine del rapporto, finalmente desegretate , semplicemente per rilevare che la versione ufficiale dell’11/9 è falsa. Non per scaricare la colpe sui sauditi e salvare Cheney e compagni. Il fatto che Grimaldi scriva queste infamità (che sono le stesse con cui mi attaccano ora i debunkers), dice tutto del suo livello di scorrettezza.
Mi spiace solo di avergli dato credito, pensando che fosse una persona onesta e solo un po’ sopra le righe. Adesso vedo che è solo sopra le righe.
Giulietto Chiesa
Sopra le righe
Il modo misurato e pacato con cui Giulietto Chiesa, gran bravo giornalista su temi a lui famigliari, argomenta la sua replica alle mie considerazioni sulla sua sorprendente rivalutazione del ruolo giocato dai sauditi nell’attentato dell’11 settembre mi pare la classica reazione di chi si sente colpito da un gesto di lesa maestà. Il fatto che gli siano saltati i nervi e sia uscito dai gangheri al punto da rispondere a rilievi fattuali con ingiurie che non solo negano all’interlocutore equilibrio mentale, onestà personale e correttezza, ma gli attribuiscono addirittura infamità e imbecillità, è inconfutabile prova che dell’uomo si è colpito un nervo scoperto. Con Giulietto Chiesa ho collaborato contro la Nato e su Pandora TV fino a quando la mia presenza non è risultata incompatibile con il suo ruolo di imperatore di un atollo dell’arcipelago di controinformatori, circondato da un corte di, a volte pur validi, yesmen. Ma questo lo approfondiamo dopo.
Ora, a beneficio di quanti, inesperti del soggetto, dei suoi tratti caratteriali e dei suoi trascorsi  politico-professionali, non possono non essere rimasti perplessi dal furibondo assalto all’arma bianca e pure impropria, portato da un rispettato giornalista a un collega che, pure, a dispetto delle svalutazioni del Giulietto furioso, qualche rispetto lo raccoglie qua e là, mi addentro nel tema. Il testo completo dello scritto di Giulietto è reperibile in rete digitando:

11 settembre, ancora ‘guai’ per i sostenitori della tesi ufficiale – Il Fatto ...www.ilfattoquotidiano.it › BLOG

1.      11 lug 2016 – 11 settembreancora ‘guai‘ per i sostenitori della tesi ufficiale. di Giulietto Chiesa …tesi ufficiale. Mondo. di Giulietto Chiesa | 11 luglio 2016.
Chiesa afferma nella sua replica a quanto da me scritto nel post “Francia: fanno tutto da soli, sono capaci di tutto (2) – Giulietto Chiesa fa inversione a U sull’11 settembre” (www.fulviogrimaldicontroblog.info), di aver usato il rapporto desecretato “File17” sul ruolo dei sauditi negli eventi dell’11 settembre “per rilevare che la versione ufficiale dell’11/9 è falsa. Non per scaricare le colpe sui sauditi e salvare Cheney e compagni…”.
Io, come sa chi ha letto il mio pezzo, avevo rilevato che, centrata in passato, come tutti coloro che non si sono bevuti la grottesca versione ufficiale, la responsabilità di aver voluto, pianificato ed eseguito gli attentati, sui neocon di Bush, Cheney, Rumsfeld, Kagan, Libby e altri, pareva contradditorio che ora si tirassero in ballo, con tanta enfasi, i sauditi, attribuendogli addirittura un ruolo decisivo. Il tutto fondato sulla rivelazioncella, fatta e rifatta da anni anche sui grandi media e da nessuno messa in discussione, che notabili, diplomatici e agenti sauditi abbiano concorso al piano, manifestamente con fondi, logistica e fornitura dei figuranti a cui sarebbe stato poi addossato il ruolo dei piloti dirottatori. Ora un oltremisura inviperito Chiesa nega di aver scaricato alcuna colpa sui sauditi, implicitamente riducendo lo spaventoso carico di responsabilità che grava sui neocon Usraeliani. I primi che dall’evento hanno tratto immediati e formidabili vantaggi sul piano interno (Patriot Act, militarizzazione della società, sviluppo dell’industria dergli armamenti) come su quello esterno: guerra infinita al terrorismo. Dunque Chiesa non ha scaricato colpe sui sauditi.
E’ così? Vediamo allora cosa scrive nel testo citato:
Ma adesso emerge, sempre più forte, l’evidenza: il governo saudita, alleato e amico dell’America, tirò le fila dell’attentato” (evidenziazione sua).
Ne risulta, se la logica e l’italiano conservano il loro valore, che da attore subordinato, ufficiale pagatore, fornitore di comparse patsies, il governo saudita è diventato il regista degli attentatiquello che “tira le fila”, non più burattino, ma burattinaio. Vi pare una differenza da poco? Con riferimento a un mito che gli deve essere caro, Chiesa arriva a definire la rimasticazione del discorso sulle complicità saudite, “apertura del vaso di Pandora”. Quindi qualcosa di nuovo e di grosso. Tuttavia un vaso di Pandora che già aveva sparso i suoi tesori sul New York Times nel 2009 e nel libro di Philip Shenon “The Commission”.
Nell righe successive Chiesa dà grande rilievo ad altre cose già ruminate per anni da chi non s’è accontentato dell’oscuramento operato dalla Commissione d’Inchiesta del Congresso: l’FBI e la CIA  sapevano dei maneggi dei sauditi in terra statunitense e non fecero niente, lasciarono correre. Lasciarono correre e basta?
Quella della inefficienza delle agenzie di intelligence e sicurezza Usa, compresa l’Aeronautica che si esercitava in quei giorni proprio sull’ipotesi di un incursione aerea contro le Torri, ma rimase silente e assente nelle ore dell’operazione vera, è pure una vecchia storia, con la quale si è tentato di depistare dalla certezza degli esecutori USA (e Israele) al sospetto che semplicemente non ci avessero saputo fare. Fortissima attenuante. Da dolosi a colposi.
Tanto inefficiente fu la Cia, lamenta Giulietto, da non aver seguito passo passo tale Al Mihdar, Imam saudita che, secondo “File 17”, con i fondi dell’ambasciata saudita avrebbe assistito un paio di dirottatori.Dirottamento e dirottatori dati oggi per scontati da Giulietto, per quanto nelle sue precedenti interpretazioni degli eventi avesse sempre condiviso l’analisi, del resto inconfutabile sul piano tecnico-scientifico e confermato dai fotogrammi e dalla dinamica delle esplosioni, che provava l’inesistenza dei dirottatori e la presenza di massicce dosi di esplosivo interno. Analisi condivisa da alcune migliaia di esperti, tecnici, ingegneri, architetti, piloti, arteficieri, testimoni. Ora, invece,  grazie ai saudti che li hanno foraggiati,  i dirottatori sono ricomparsi, inequivocabili e indiscutibili. E così i dirottamenti dei cosiddetti Boeing.
Seguire Al Mihdar avrebbe dovuto, la spensierata Cia, dato che sapeva – parla Chiesa – della “famosa riunione di Kuala Lumpur in cui Khaled Sheikh Mohammed aveva riunito il gruppo esecutivo dell’attentato del secolo”.
Dunque “gruppo esecutivo”. Cioè gruppo che s’è fatto le Torri Gemelle e, possibilmente, anche il Pentagono. Che forza questi sauditi! Altro che emissari neocon i quali, sotto occhio vigile di Cia e di chissà altro, per giorni e giorni avrebbero lavorato nelle Torri Gemelle, dalle cantine ai piani alti, per piazzare quei pacchetti di termite attorno ai pilastri d’acciaio (poi fortunosamente trovati dai tecnici danesi in Ground Zero).  Ubbie, nonsense. Dunque i sauditi, per Giulietto, “hanno tirato le fila” e sono stati il “gruppo esecutivo”. Mica bruscolini. Ma, per carità, Giulietto non si sognerebbe di “scaricare le colpe sui sauditi e salvare Cheney e compagni”! Salvare Cheney e compari, certamente no, ma scaricare le colpe sui sauditi, un pochino sì, dai!
 
E dispiace pure per qual poveraccio di Sheikh Mohammed che, tempo fa, abbiamo visto comparire in effigie, stralunato, strapazzato, disumanizzato e pestato, ridotto un mucchio di disperata inconsapevolezza per aver subito ben 180 sedute di waterboarding. Il minimo per una master mind dell’11 settembre, vero Giulietto? O forse non è che un altro capro espiatorio che, a dispetto di 180 trattamenti, non si è riuscito a far dire che sono stati i sauditi? Che erano dirottatori e che hanno dirottato tre aerei Boeing, pilotabili solo da superprofessionisti con qualche centinaio di ore di volo sulla cloche.
Parossistico nella sua reazione a chi gli chiede conto di certi capovolgimenti, alla fine Chiesa ripiega su un “sapeva il governo saudita, ma c’era chi sapeva anche all’interno dell’FBI e della Cia”. Benissimo, sapevamo anche noi. Da una quinidinca d’anni. Ma chi faceva? Al di là di quanto gli hanno innescato le mie contestazioni in termini perdita di eleganza e autocontrollo, chi faceva ce lo ha detto Giulietto:  il governo saudita tirava le fila e saudita era il gruppo esecutivo, ovviamente di dirottatori su altrettanto ovvii Boeing 747 e 777. Mandanti e sicari, dunque. E Cia e FBI sapevano. L’hai detto, Giulietto. E, per quanto ti sconvolga sentirtelo dire, è un rovesciamento dei termini dell’equazione, un’inversione a U.  Appunto.
Concludendo. Quella partita da Washington, e in cui Giulietto si è improvvidamente e sprovvedutamente voluto inserire, è una chiara mossa di avvertimento ai Saud, con i quali ultimamente si sono verificati diversi punti d’attrito (del resto condivisi anche dall’amico Erdogan), in particolare sul rapporto stretto tra Riad e il Cairo che disturba fortemente Washington, Ankara, Qatar, l’intera Fratellanza Musulmana, i suoi padrini occidentali e Israele.  Che tra i vecchi compari di tanta storia criminale si sia ai ferri corti lo ribadisce la replica saudita affidata al consulente giuridico della famiglia, Katib al Shammari, che la pubblica sull’autorevole periodico londinese (ma vicino alla famiglia reale) Al Hayat.
Senza mandarla a dire, l’incaricato di Re Salman fa sapere al mondo che sono stati gli Stati Uniti a perpetrare gli attentati dell’11 settembre e che da allora tentano di dare la colpa ad altri, a partire da Al Qaida e dai Taliban, per passare per Saddam Hussein e finire ora con l’Arabia Saudita. Il terrorismo, prosegue Al Shamman, è stato il pretesto per tutti i governi Usa per coprire le proprie nefandezze.
 
La pesantissima accusa è stata pubblicata alla vigilia della visita di Obama in Arabia Saudita nell’aprile scorso. Poco prima famiglie delle vittime dell’11/9 avevano chiesto a Congresso e Obama di poter perseguire i sauditi. Poco prima l’Arabia Saudita aveva finanziato lo sviluppo dei giacimenti di gas egiziani con ben 20 miliardi di dollari. Perché Giulietto Chiesa e gli altri che hanno attribuito lo storicamente più rilevante episodio di terrorismo, quello che ha permesso agli Usa e ai neocolonialisti e vassalli al seguito di lanciarsi alla depredazione del mondo e a una serie di sfoltamenti di umanità, sono entrati in campo adesso? Tra l’altro, non solo accanto alle famiglie denuncianti e ai rispettivi sponsor congressuali e presidenziali, ma perfino accanto ad Amnesty International che, da allora e tuttoggi, tempesta il web e le Ong affiliate di anatemi contro i sauditi, con richiesta di espellerli dalla Commissione ONU dei Diritti Umani per via fdelle esecuzioni, delle frustate, delle torture, dei bombardamenti sui bimbi yemeniti. Sacrosanto. Ma sappiamo anche in quale reparti sia inquadrata Amnesty, in quali assonanze suoni e, casualmente, come mai non se la prenda in questi giorni piuttosto con il mostro di Ankara e chiami a manifestare in Roma contro Al Sisi, piuttosto che contro Erdogan.
Chiesa è da anni che ha interrotto la sua intensa e lunga collaborazione con Radio Liberty, la radio che la Cia e Soros hanno creato per destabilizzare l’Oriente socialista e per la quale lavorava anche la pasionaria dei terroristi ceceni, Anna Politovskaja. Una radio sulla quale la nuova narrazione di Giulietto sarebbe risultata naturale. Sono lontani i tempi in cui a Washington era docente fellow del Wilson Center, di Istituti per studi avanzati sulla Russa e della fortemente destrorsa e facilitatrice di regime change Rand Corporationi
Credo sia tuttora eminente membro della Fondazione del distruttore dell’Unione Sovietica e venditore di pizze, Michail Gorbaciov. Ma che c’entra? Sarà per il mio fugace riferimento a questi suoi trascorsi, nel pezzo sul blog, che Chiesa se l’è presa tanto?. Eppure non gli ho mai disconosciuto il prezioso ruolo di propugnatore di verità geopolitiche. Giulietto, lascia perdere. Gorby, Liberty, Rand, roba vecchia, chi ci pensa più. Arroventare a tal punto le sinapsi non favorisce il loro sereno e sano invecchiamento. Eppoi, far entrare uno zufolo di contestazione nella calma piatta del cerimoniale cortigiano, non può che farle rinvigorire, le sinapsi.
Pubblicato da alle ore 19:40
GIULIETTO CHIESA, L’IROSO DEBUNKERultima modifica: 2016-07-22T14:22:33+02:00da davi-luciano
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