Viareggio: Anziana in difficoltà economiche tenta suicidio dal viadotto, salvata dalla polizia

nella regione del diritto umanista solidale kompagno Rossi. Perché mai dovrebbe essere un titolo da prima pagina? L’indigenza per i pensionati non esiste, ci sono le risorse che ci pagano le pensioni no?
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Published On: lun, Lug 18th, 2016
 
 
Viareggio: Anziana in difficoltà economiche tenta suicidio dal viadotto, salvata dalla polizia
Poliziotti-eroi hanno salvato la vita a una donna di 78 anni di Viareggio che domenica mattina aveva deciso di suicidarsi gettandosi da un viadotto autostradale della Bretella Lucca-Viareggio.
Tormentata da una crisi depressiva, forse acuite da alcune difficoltà economiche, la donna domenica mattina all’alba aveva deciso di attuare il suo proposito suicida: dopo aver scritto un biglietto al marito e ai due figli, ha preso l’auto e ha imboccato la Bretella, fino a parcheggiare in una piazzola dopo una curva. A piedi ha raggiunto il centro del ponte, ha scavalcato il guard-rail e si è seduta sul muretto con le gambe nel vuoto.
Alcuni automobilisti hanno notato la scena ma non potevano fare nulla. In quel punto manca la corsia di emergenza e fermarsi è molto pericoloso. Dalla centrale operativa della Polstrada, dove era giunto l’allarme, sono state dirottate sul posto due pattuglie, con quattro poliziotti addestrati a gestire situazioni estreme. Da lontano gli agenti hanno compreso la gravità del momento.
Senza indugiare, in tre si sono avvicinati alla donna, con l’accortezza di non turbarla ulteriormente, mentre il quarto ha fatto a tutti da scudo, segnalando a chi arrivava il pericolo. La donna si dondolava verso il dirupo. I poliziotti, con voce rassicurante, le hanno trasmesso fiducia e, appena compreso che con lei si era instaurato un legame, hanno teso un braccio. Lei lo ha afferrato e, con quel gesto, si è riappropriata della propria vita. E’ stata condotta in caserma, dove nel frattempo era giunta un’ambulanza, ma lei ha chiesto ai poliziotti di non lasciarla.(…)
 
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Salerno: Senzatetto 52enne abbandonato da sei mesi su una panchina

guai pensare ai diritti umani degli indigeni, MICA SONO UMANI
 
Published On: mer, Lug 20th, 2016
Da sei mesi vive su una panchina. Giorno e notte. Lì, a pochi passi dalla metropolitana di Pastena, mangia, dorme, fa i suoi bisogni e si lava, come può. Sabatino Leone, 52 anni, è uno dei tanti senza tetto che avrebbero bisogno di assistenza. Di lui non si occupa nessuno, fatta eccezione per la madre anziana, attualmente ricoverata in ospedale e per un gruppo di volontari dell’associazione Venite Libenter , che raccoglie gli ex allievi del liceo classico Torquato Tasso.(…)
 
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Pordenone: Allarme ospedali, cento infermieri ​rimangono senza lo stipendio

la solita mafia delle esternalizzazioni pro coop tanto care al Pd che lasciano a bocca asciutta quei choosy degli italiani che si rifiutano di lavorare gratis
 
Published On: mer, Lug 20th, 2016
 
Lavoratori in appalto che operano nella sanità rimasti senza stipendio nel mese di giugno. In regione sono circa duecento: tra questi 115 operano nelle strutture sanitarie della provincia di Pordenone, sia nell’Azienda sanitaria 5 che al Cro di Aviano. Ma qual è il problema? L’agenzia del lavoro che gestisce l’appalto per conto della Regione, la Talea che ha sede nel Lazio, sarebbe in liquidazione e quindi ha problemi di liquidità che non consentono l’erogazione degli stipendi. L’appalto – per il quale la Regione ha già provveduto con una nuova gara già effettuata e vinta da una nova società – scade il 31 agosto e quindi il problema si potrebbe porre anche per luglio.(…)
 
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LA BULGARIA RIBADISCE IL NO ALL’EURO: ”SOLO COSTI E NESSUN BENEFICIO, ED E’ UNA VALUTA RISCHIOSA, GUARDATE LA GRECIA”

cattivi euroscettici xenofobi
 
giovedì 16 luglio 2015
 
LONDRA – Se c’e’ una cosa che la crisi greca ha insegnato  e’ che l’euro e’ un progetto fallimentare e chi ne e’ fuori farebbe meglio a starne alla larga il piu’ lontano possibile. L’ultimo in ordine di tempo ad affermarlo è niente di meno che il Fondo Monetario Internazionale, come riferisce il New York Times, che però in Italia – stranamente – non viene… tradotto.
In ogni caso, a proposito della sfiducia e della negatività che emana l’euro, e’ importante notare come il governo della Bulgaria non abbia la ben che minima intenzione di entrare a far parte della moneta unica, una posizione che e’ condivisa da quasi tutti i paesi dell’est europeo. Ne sono fuori e fuori vogliono rimanerne.
A mettere nero su bianco questo euroscetticismo della Bulgaria – che è bene sapere è in condizioni economiche difficili con molta povertà – e’ stato il ministro del lavoro e delle politiche sociali Ivaylo Kalfin il quale ha dichiarato che la moneta unica europea creerebbe enormi problemi alla Bulgaria visto che la sua economia non e’ ricca come quella di altri paesi europei. La Grecia insegna, quindi.
“Riguardo l’entrata nell’euro, vediamo solo costi e nessun beneficio. Per noi, entrare rappresenterebbe un rischio”. Secondo il ministro, l’entrata nell’euro comporterebbe l’adeguarsi alle politiche scelte dalle istituzioni europee, incapaci di gestire la crisi attuale. Inoltre, anche l’opinione pubblica non è d’accordo ad un’entrata nell’euro. Un “no” all’euro, sia dal Governo che dal popolo.
Ovviamente Kalfin ha ragione da vendere e semmai la vera sorpresa e’ che ci siano ancora politici che si ostinano a dire che l’euro e’ stato un enorme successo, ma questo e’ quello che succede quando al governo ci sono i servi dei poteri forti.
GIUSEPPE DE SANTIS – Londra
 
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GOVERNO FRANCESE: ”E’ VERO, ABBIAMO INVIATO FORZE SPECIALI IN LIBIA”

sì si per combattere il terrorismo, mica per addestrarli no eh
 
20 luglio – PARIGI – La Francia ammette ufficialmente di aver inviato in Libia reparti di forze speciali per combattere i terroristi islamici. Il portavoce del governo francese Stephane Le Foll ha confermato la presenza delle forze speciali francesi in Libia. ”Ovviamente le forze speciali sono li’ per garantire che la Francia sia presente ovunque nella lotta contro il terrorismo”, ha affermato il portavoce. Il ministro della Difesa francese – ha poi aggiunto Le Foll – si trova negli Stati Uniti per coordinare un attacco contro i terroristi dello Stato Islamico nella citta’ di Mosul, in Iraq. La presenza di forze speciali francesi operative in Libia non era stata fino ad ora mai confermata ufficialmente.

Una “strategia della tensione” a livello europeo?

di Luciano Lago – 20/07/2016
strategia alta tensione
 
 
I fischi e le urla della gente contro il ministro Manuel Valls che partecipava ai funerali delle vittime di Nizza sono indicativi del clima di esasperazione che sta montando in Francia contro un governo ritenuto imbelle ed incapace di fronte alle aggressioni terroristiche islamiche che stanno colpendo il paese.
Nel frattempo in Germania arriva l’islamista con accetta che aggredisce i passeggeri di un treno in Baviera, un giovane afghano rifugiato ed accolto dalle autorità’ tedesche e poi freddato dalla polizia.
Si moltiplicano le aggressioni di membri o di emulatori dell’ISIS in tutta Europa, in particolare in Francia ed in Belgio dove sono state fatte il maggior numero di vittime ma le aggressioni sono frequenti anche in Germania, in Svezia, in Olanda ed in altri paesi, spesso sottaciute dai media che filtrano le informazioni che riguardano i crimini degli immigrati nel tentativo di insabbiare.
In ogni caso il senso d’allarme si diffonde in ogni parte ed i cittadini europei iniziano a prendere coscienza del pericolo del fanatismo islamista che può’ colpire ovunque in modo inaspettato.
Non cosi’ i governanti europei i quali, non più’ tardi di dieci giorni fa si erano riuniti a Varsavia  per il vertice NATO in pompa magna, presenti Donald Tusk, Jean C. Junker e l’alto rappresentante Federica Mogherini, per discutere i vari temi dell’alleanza .
Fra le tante chiacchiere, i convenuti hanno di fatto consolidato il clima di guerra fredda con la Russia, indicata da segretario generale come la “principale minaccia” per l’Europa. 
 
Questo un fatto indubitabile tanto che il ministro degli Esteri russo Lavrov ha richiesto ” spiegazioni” circa le affermazioni fatte nel corso del vertice. I russi non sono stupidi ed hanno ben interpretato la mobilitazione di truppe e mezzi fatta dalla NATO sotto i loro confini, nei paesi baltici come nel Mar Nero, come un atteggiamento aggressivo verso il quale la Russia si sentirà’ obbligata a rispondere.
Sembra quindi che la sensazione di minaccia del terrorismo che si percepisce in Europa da parte dei cittadini non sia la stessa che percepiscono i governi europei. Questo si spiega con la totale subordinazione dei governi europei alle direttive degli USA che hanno voluto il rinnovo delle sanzioni e l’impegno alla mobilitazione di truppe. Persino l’Italia ha inviato un contingente militare nei paesi baltici, come se nel Mediterraneo  spirasse aria di tranquillità’ e di stabilita’.
D’altra parte con la ventilazione continua della “minaccia russa” gli USA si assicurano l’espansione costante della NATO e l’imposizione agli alleati di maggiori acquisti di armamenti Made in USA, un business per l’apparato industriale militare americano che si auto alimenta con il clima di guerra permanente.
Gli acquisti di armamenti USA non si reggerebbero sulla sola minaccia dell’ISIS che non dispone di aerei, navi ed armamento pesante, se non quello fornito dai sauditi.
Tuttavia anche negli USA cresce il conflitto razziale interno che porta la polizia a sparare sui neri ed i neri a sparare sulla polizia. Un esempio di integrazione fallita e di repressione dal paese che pretende di dare lezioni a tutto il mondo.
 
Questa situazione di scollamento dalla realtà’ da parte dei governanti europei inizia a mostrare le prime crepe anche nei paesi come la Germania , dove cresce l’insofferenza verso le politiche della Merkel come le sanzioni alla Russia che hanno creato enormi danni al paese e che non sembrano giustificate in alcun modo. Perché’ sanzionare la Russia, ci si chiede e non sanzionare i paesi mandanti del terrorismo, come Arabia Saudita, Qatar e Turchia che sono alleati dell’Occidente. Il contrasto tra la realtà’ e le costruzioni propagandistiche degli USA sta diventando troppo evidente.
In tutta Europa crescono  in modo impetuoso i movimenti nazionalisti che contestano le attuali politiche perseguite dai paesi europei e fra queste le politiche di sanzioni e di apertura dell’immigrazione che rischia di destabilizzare i paesi europei.
Le elite di potere iniziano a preoccuparsi del dissenso e questo spinge la creazione di eventi prefabbricati di provocazione che tendono a creare un clima di mobilitazione e di limitazione dei diritti per i cittadini che vogliono manifestare la loro repulsione.
 
Un clima adatto per favorire il consolidamento al potere di Governi sempre più’ impopolari. Esattamente quello che sta avvenendo in Francia. Non è’ fuori luogo pensare che si stia creando il clima adatto per una nuova strategia della tensione a livello europeo. I lupi perdono il pelo ma non il vizio.
Fonte: controinformazione

“I soldi dell’Unicef sarebbero finiti alla società della famiglia Renzi”

ma niente di grave, silenzio, il Pd ruba a fin di bene no?
 
L’ipotesi è che Andrea Conticini, marito della sorella del premier Matilde, abbia utilizzato scorrettamente fondi Unicef per iniettare capitale in tre società, tra cui la Eventi 6 della famiglia Renzi
 
di Marco Dozio
– 18 Luglio 2016 alle 21:27
 
unicef pd
Foto ANSA
 
I soldi dell’Unicef sarebbero finiti alla società della famiglia Renzi. L’ipotesi, inquietante, è stata rilanciata ieri dal Fatto Quotidiano in un’inchiesta firmata da Marco Lillo. Al centro della vicenda c’è il cognato di Matteo Renzi, Andrea Conticini, marito della sorella Matilde.
 
Conticini, stando alle ricostruzioni di stampa, sarebbe accusato di reimpiego di capitali (un articolo che nei primi due commi contiene il riciclaggio, come precisa Lillo) per aver utilizzato scorrettamente fondi Unicef destinati ai bambini dell’Africa, secondo l’accusa confluiti in tre società tra cui la Eventi 6 della famiglia Renzi. Il tutto attraverso un’associazione della famiglia Conticini che operava con l’Unicef. La Eventi 6 è la società di cui Matteo Renzi è stato dirigente in aspettativa fino al 2014. Le altre due società in cui sarebbero finiti i soldi destinati alle campagne di sensibilizzazione per i bimbi africani farebbero capo ai coniugi Patrizio Donnini e Lilian Mammoliti: il primo è l’uomo della comunicazione di Renzi e di altri dirigenti del Pd.