La porcata, Annunziata sugli attentati L’ultima vergognosa insinuazione

si chiedesse l’Annunziata come mai sti “jahidisti” non beccano mai un politico, un banchiere, un magnate….
 
di italia news · 20 luglio 2016
 
Lucia Annunziata: da noi zero attentati grazie a qualche “porcata”?
 
La domanda, certo, è un po’ quella che da qualche tempo a questa parte, si stanno facendo un po’ tutti in Italia: perchè tre attentati in Francia e nessuno in Italia, che pure è uno dei Paesi-chiave del continente europeo? Se la pone, sul sito che dirige, anche Lucia Annunziata. L’ex direttrice del Tg3 su huffingtonpost.it posta un lungo intervento nel quale formula 5 ipotesi girando la domanda ai nostri servizi segreti e responsabili della sicurezza nazionale.
 
1) Perchè non abbiamo ghetti come in Francia, nè un numero di immkigrati dai Paesi islamici minimamente paragonabile a quello francese. 2) Perchè non siamo stati un Paese imperialista, che ha lasciato dietro di sè odio nei Paesi un tempo colonizzati. 3) Perchè non partecipiamo attivamente agli interventi militari contro le forze del califfato islamico. 4) Perchè siamo più bravi nelle attività di intelligence e prevenzione degli attacchi. 5) Perchè stiamo facendo qualche “porcata”. Scritto proprio così. Cioè, qualche accordo sottobanco con le forze dei terroristi, tipo quello che negli anni ’79 i governi democristiani strinsero coi Palestinesi dell’Olp.
 
Non paga, l’Annunziata ci tira pure i piedi (cioè ci tira addosso un po’ di sfiga), chiedendo retoricamente agli ipotetici ideatori della “porcata”: “Vogliamo ricordare come fibì l’accordo coi Palestinesi?”. Per chi non avesse memoria, con il dirottamento della nave da crociera Achille Lauro e con la strage a Fiumicino del dicembre 1985.
 

Oggi l’opposizione no-global è sovranista

peccato che la sovranità sia vista come fumo negli occhi, tanto dai cosiddetti no global tanto quanto dai padroni globalizzatori, basta leggersi le dichiarazioni dei vari Rothschild, Rockefeller, Soros etc, strane “convergenze”
di Mario Bozzi Sentieri – 17/07/2016
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Fonte: Arianna editrice
A quindici anni dal drammatico G8 di Genova, che cosa ne è del movimento no-global ? Che fine ha fatto il popolo di Seattle ? E che ne è dei suoi capi storici ? E dell’attesa rivoluzione dei proletari del sud del mondo ? Rispetto al 2001, anno in cui il movimento no-global espresse  una grande capacità di mobilitazione,  ottenendo  il massimo della visibilità mass-mediatica, poco o niente pare resistere di quella stagione.
 
Luciano Capone , su “Il Foglio”,  è arrivato a celebrarne  l’autorottamazione, denunciando la scomparsa dei suoi leader: “Luca Casarini, il leader dei disobbedienti, va ogni tanto in tv o sui giornali per qualche processo pendente, ma fa una vita tranquilla. Vittorio Agnoletto è fuori dai radar. Francesco Caruso tiene un corso all’università e l’ultima volta che se n’è sentito parlare era per una colletta per una multa su un campeggio no global del 2003. Mentre Fausto Bertinotti, massima espressione politica del movimentismo, è passato dal dialogo col subcomandante Marcos dell’Ezln in Chiapas a quello con don Julián Carrón di Cl a Rimini”.
 
Di eredi di quella stagione non se vede, né di ideologi in grado di leggere gli attuali  contesti mondiali, oggi segnati dal nuovo internazionalismo di marca islamista, dove a prevalere non è il neoclassismo teorizzato, a suo tempo,  da  Naomi Klein, Toni Negri e Michael Hardt, ma la discriminante religiosa, l’idea che la fede possa soppiantare la politica. Prima vittima di questo nuovo contesto è stato proprio il movimento no-global, che ha così pagato le sue contraddizioni di fondo e le sue debolezze strategiche, incapace di scegliere tra la condanna dell’islam “reazionario” e le confuse ipotesi di un’alleanza impraticabile.
 
Il risultato – come ha notato Gilbert Achcar  – è che “L’integralismo islamico è cresciuto sul cadavere in decomposizione del movimento progressista”.
Il tracollo della sinistra terzomondista non esclude tuttavia una riconsiderazione degli scenari della globalizzazione, a partire proprio dalle debolezze del vecchio movimento no-global. Nella misura in cui la  globalizzazione è estraniamento culturale, perdita del senso e del valore della politica, esasperato economicismo, è passando attraverso la volontà-capacità di un nuovo radicalismo culturale che si può sperare di riavviare il dibattito. 
 
Gli “argomenti” non mancano: recupero delle identità  nazionali, difesa delle tradizioni e delle tipicità locali, sviluppo organico delle economie, rifiuto dei processi di finanziarizzazione, volontà di coniugare valori etici e valori produttivi, ripresa del senso e delle ragioni della Politica. Sono “linee di vetta” che sono patrimonio alto e comune della cultura europea e che parlano di libertà piuttosto che di “liberazione”, di giustizia piuttosto che di egalitarismo, di identità piuttosto che di cosmopolitismo.
L’elemento rilevante è che, oggi, essi non sono più esclusivo retaggio di una minoranza culturale, ma emergono a livello diffuso, di ampia sensibilità popolare.
“L’opposizione alla globalizzazione oggi è sovranista e questo va contro la lettura cosmopolitica e internazionalista prevalente per tanti anni – ha detto a “Il Foglio”  Damiano Palano, ordinario di Filosofia politica all’Università Cattolica – Già all’epoca lo schema impero-moltitudine era vago, non si capiva bene cosa fosse l’impero prima che la moltitudine, ma ora è del tutto superato dal ritorno degli stati nazionali come arena politica da cui guidare il processo di globalizzazione”.
Questa  nuova opposizione sovranista, spesso ancora confusa, attende di trovare organiche forme politiche di rappresentanza, in grado di coniugare le aspettative collettive con chiare indicazioni programmatiche ed una nuova volontà politica. A quindici anni dal G8 di Genova la sfida del cambiamento è ancora aperta e  certamente – visto  il contesto attuale – la vecchia sinistra terzomondista  non appare  in condizione  di vincerla.

Torino, i No Tav bacchettano Appendino: “Solidarietà alla polizia? Siete come Pd e centro destra”

http://torino.repubblica.it/cronaca/2016/07/19/news/torino_i_no_tav_bacchettano_appendino_solidarieta_alla_polizia_siete_come_pd_e_centro_destra_-144420187/
Torino, i No Tav bacchettano Appendino: "Solidarietà alla polizia? Siete come Pd e centro destra"

La sindaca Chiara Appendino in Sala Rossa (ansa)

La reazione dopo le dichiarazioni di condanna della violenza in Val Susa da parte della neo sindaca e del presidente grillino della Sala Rossa

di FABIO TANZILLI

19 luglio 2016

 
Dalla Val Susa, arriva una prima bacchettata alla neo sindaca grillina di Torino Chiara Appendino, al presidente del consiglio comunale Fabio Versaci e alla maggioranza dei 5 Stelle in Sala Rossa. Al movimento No Tav non è proprio andata giù la solidarietà espressa dai 5 Stelle lunedì pomeriggio, in occasione del primo consiglio comunale torinese, alle forze dell’ordine di Chiomonte per gli scontri avvenuti al cantiere Tav della Maddalena. “Siamo abituati purtroppo alle critiche come queste, alle condanne e ai cambi di barricata, quindi nulla ci stupisce – spiega il portale del movimento, notav.info – da oltre 25 anni lottiamo in autonomia da partiti e formazioni politiche, vecchie e nuove che siano, e sappiamo che abbiamo fatto sempre bene”.La solidarietà espressa a polizia e carabinieri dai grillini “di governo” a Torino, sia pure con la conferma della propria contrarietà al supertreno, rischia di aprire una crepa tra il movimento valsusino e i 5 Stelle, che da sempre si professano contro l’opera e hanno un grande bacino elettorale in Val Susa. “Proprio perché noi il Tav lo vogliamo fermare davvero”. E proprio su questo aspetto, i No Tav si rivolgono ai grillini: “Visto che vi dite Notav, e che avete ribadito la contrarietà all’opera, spiegateci un po’ come lo fermereste, perché ad oggi (e dopo oggi) non l’abbiamo ancora capito bene”. Il messaggio di solidarietà espresso ieri da Versaci viene considerato “il classico ‘trappolone’ teso abilmente da politici più navigati – aggiungono i No Tav – ma importa che ci si sia cascati con tutti i piedi, e magari pure con convinzione per un presunto ‘senso istituzionale'”.

Perché per i No Tav, di quell’atto di solidarietà grillina per polizia e carabinieri “non se ne sentiva il bisogno. La solidarietà la ricevono tutti i giorni, noi invece aspettiamo ancora che la smettano di piombarci in casa alle 5 del mattino, che la smettano di giocare al tiro al bersaglio con i loro lacrimogeni, che non si sentano impuniti e protetti e che magari mettano un bel numero sulla divisa”. Non si notano pertanto differenze con il passato amministrativo di Torino, almeno sulle frasi di rito e certi atteggiamenti: “Non siamo abili nei bizantinismi né tantomeno nelle ambiguità politiche, pertanto prendiamo atto che un consiglio comunale a maggioranza Notav (così sapevamo…) ha accettato di redigere e leggere un comunicato dello stesso tenore di tutti i comunicati che sono usciti da quell’aula, in seguito alla richiesta di esponenti del Pd e del centro destra”.

Lettera NOTAV a Chiara Appendino

Spettabile Sindaco di Torino  Chiara Appendino.

Le scrivo in merito alla solidarietà espressa   alle forze dell’ ordine in seguito agli ultimi fatti accaduti al cantiere di Chiomonte.

Premesso che sono stato Amministratore Comunale e che quindi  sono a conoscenza dei diversi ambiti di azione , i diversi ruoli e i doveri. So quanto è difficile muoversi  a tale riguardo, e ricordo bene quanti errori ho io stesso commesso e posso immaginare quanto lo sia di più in una metropoli rispetto a un paese di 5000 abitanti.

Non riesco a capire però quali siano stati gli eventi così drammatici  ( morti? Feriti? )  da spingere la Città di Torino a  esprimere la propria solidarietà alle forze dell’ ordine per fatti avvenuti  a  70 km di distanza dalla vostra città.

Nelle stesse ore il Tribunale di Ivrea condannava nomi altisonanti  e ben conosciuti al “sistema Torino”  per legami con le morti causate dall’ amianto sul posto di lavoro nell’ ex Olivetti.

Forse da ora in avanti mi devo aspettare  dichiarazioni di solidarietà per ogni atto di cronaca grigina, perché di cronaca nera non si può parlare , che avvenga nel raggio di 70 km da Torino  nei confronti di chi svolga il proprio lavoro ( perché  quello fanno a Chiomonte le forze dell’ ordine)  magari anche mal pagato ed eseguendo ordini  non sempre così  limpidi e comprensibili a noi “umani” ?

O  devo pensare  che  “ il sistema Torino”  sia ancora piuttosto influente  nel proteggere in special modo  le cose care, intoccabili  sempre e comunque anche quando avvengono a 70 km di distanza dalla propria giurisdizione ?

Ricordo che è notizia di poche ore fa l’ intercettazione riguardante l’ ndrangheta che pare abbia partecipato alla formazione di un presunto comitato “ SI TAV” al terzo valico . Non ha nulla da dichiarare il Consiglio Comunale Torinese ? 

Chiedo scusa per il tono provocatorio  e  per aver espresso perplessità su fatti  di cui sono venuto a conoscenza tramite i giornali e che quindi, magari, non corrispondono  alla realtà .

Resto  molto fiducioso, ma vigile, nel suo operato.  Pur non essendo cittadino di Torino osservo con attenzione le dinamiche del mio “ Capoluogo”  dal momento che Lei  diventerà di diritto Presidente di tutto il territorio dell’ ex provincia di Torino di cui anche io faccio parte.

Auguro un buon lavoro a lei e a tutta la sua squadra.

Mauro Galliano  – Condove-

IL GRAN RIFIUTO: “Vivre en Maurienne” dice NO all’invito del primo Ministro Valls

Claudio Giorno
20 luglio alle ore 12:35
Il testo del comunicato stampa:
“Vivere ed agire in Maurienne”,
Lettera aperta al Primo Ministro.
Villarbernon 73140 – Saint-Michel-de-Maurienne, 19 luglio 2016
Mr. Manuel Valls,
Servizi di intelligence interna ci hanno offerto un incontro con voi in occasione della vostra visita in Maurienne il 21 luglio 2016, concernente il progetto Lione-Torino. In primo luogo vogliamo ricordare che le cittadine mauriennaises e i citadini mauriennais sono vittime di una menzogna di stato per il raddoppio del tunnel autostradale del Frejus presentato come una galleria di sicurezza, e come tale difeso davanti alla Corte dal Prefetto e dal Ministro dei Trasporti Vi ricordiamo inoltre che sul progetto Lione Torino non c’è mai stato un dibattito pubblico ai sensi della legge, ma ha fatto seguito a un “accordo tra gentiluomini” occulto tra Louis Besson e Jacques Chirac risalente al 2003 ma rivelato solo il 4 novembre 2015 dalla trasmissione di France 3 “Parts Exhibit “, in cui il signor Besson si è proclamato orgoglioso di dire che a seguito e grazie a tale accordo, le conclusioni circa la inutilità del progetto Lione Torino, dichiarato da istituzioni competenti di stato non sono state seguite. (Consiglio Generale delle autostrade e Ispettorato generale delle Finanze). La Corte dei conti ha anche provato a respingere il progetto, sei volte più costoso che il link Perpignan-Figueras in fallimento dal luglio 2015 (150 milioni di euro l’km)! Il 13 luglio 2015, Michèle Rivasi eurodeputato e Daniel Ibanez e uno dei nostri i membri erano presso la Corte di Matignon dove sono stati ricevuti dai vostri consulenti. A seguito di questo incontro, Vi è stata inviata una lettera aperta rimasta fino ad oggi, senza risposta Nella Alte Alpi dove è andato l’anno scorso per incontrare associazioni, non troviamo i soldi per togliere tutta l’area di Briançon dall’isolamento, ma si sono trovati soldi pubblici per pagare una Tunnel Boring Machine acquistata da una società 100% cinese che non pagherà le tasse in Francia http://fr.nfm-technologies.com/-Historique-.html In Maurienne da sempre, c’è un fondo per lo sviluppo della politica dei trasporti intermodali nell’area alpina massiccio (FDPITMA) disciplinato dagli artt R 1512 e seguenti del Codice Trasporti. Il fondo è limitato a sovvenzionare la strada trasferendo i benefici del tunnel del Monte Bianco al tunnel stradale del Frejus (oltre 16 milioni di euro nel 2015), e non ha fatto nulla dal 2002 (data di inizio) per rimuovere un singolo camion o trovare soluzioni di finanziamento del trasferimento modale di merci dalla strada alla rotaia. Signor Primo Ministro, l’elenco di violazioni della democrazia e del buon uso del denaro pubblico è lungo e la morte di Remi Fraisse ha assunto un aspetto ancora più intollerabile con il divieto della marcia per commemorare il primo anniversario. Per questo motivo non possiamo accettare un invito di cui i media potrebbero fare un uso propagandistico che non potremmo impedire. Si potrebbe forse fare quando i fatti dimostreranno che si rispettano le opinioni dei commissari investigatori riguardo alle LGV (linee ad alta velocità) Sud Ovest o i pareri dei servizi di Stato sul dossier Lione Torino. Questi sono motivi che ci hanno indotto di non prestarci a un evento mediatico, mentre e vi invitiamo a:
– Annullare la decisione di traffico stradale della galleria presentato come “sicurezza” per il tunnel stradale del Frejus,
– Rispettare le opinioni e le raccomandazioni della Corte dei conti, l’Ispettorato generale delle Finanze e del Consiglio Generale delle autostrade che richiedono fermare questo progetto Lione-Torino inutile e dispendioso,
– Richiedere la destinazione di fondi provenienti da traffico stradale per il finanziamento del trasporto merci su rotaia da FDPITMA,
– Fornire linee guida perché la ferrovia esistente venga utilizzata al culmine di comprovate capacità, invece di chiudere le piattaforme merci Modane e Saint-Jean-de-Maurienne,
Queste sono le ragioni che ci portano a rifiutare l’invito
Annie Collombet, presidentessa
MA CHI E’ L’OSPITE DI TELT?
“Si era portato avanti col lavoro”…Era ancora e “solo” un giovane ministro degli interni, ma studiava già da Premier ministre e – soprattutto – da Presidente della Republique…Ma si sa, sono cariche per cui non basta studiare: Non solo gli esami non finiscono mai, ma non bastano mai i soldi (Le campagne elettorali sono sempre più costose). Per cui Manuel Valls già nel lontanissimo 2012 si “affacciava” nel mondo delle Grandi Opere promuovendo una colata definita virtuosa ma certamente grandiosa di conglomerato cementizio, col solito corredo di interessi bancari: : «La République cerca di riprendersi le periferie: sette anni dopo le rivolte, le banlieues tornano in primo piano nella vita pubblica francese(…). Soprattutto, dopo l’offerta di investimenti da parte del Qatar». Fa un po’ sorridere (ma molto amaramente) rileggere oggi di un progetto che avrebbe dovuto rendere felici i miserabili nordafricani delle periferie francesi degradate e gli emiri del Quatar cui si offriva un ulteriore investimento garantito per i loro inesauribili fondi…Oggi che la “guerra”, come l’hanno definita gli stessi vertici della Repubblica transalpina, è approdata nel centro di Parigi come di Nizza, e sui ricchissimi paesi del Golfo si affacciano ombre sempre più cupe che li identificano come possibili mandanti occulti! Ma non può stupire che chi occupava la poltrona poi ceduta a Bernard Cazeneuve (l’attuale titolare degli interni su cui grava la terribile responsabilità politica e morale dell’omicidio del giovane ambientalista Remy Fraisse) già da quella posizione “flirtava” con i Grandi Gruppi della Finanza e delle Costruzioni fino al punto di permettersi – in occasione del vertice franco-italiano di Lyon – anche una battuta “brillante” sulla opposizione ecologista montante in Francia, proponendo che il tunnel sia scavato non più e non solo tra Torino e Lyon ma si spinga sino a Nantes per «punire tutti assieme» i nemici della crescita che osano scambiarsi, oltre alle idee, anche la solidarietà…

Concluso a Bayonne – il 6 ° Forum internazionale contro le Grandi…

Claudio Giorno
20 luglio alle ore 12:34
Si è concluso – a Bayonne – il 6 ° Forum internazionale contro le Grandi Opere Inutili (GPII) Partendo dal richiamo non rituale alla Carta di Hendaye, (gennaio 2010) si è registrato il rafforzamento dei rapporti tra associazioni che parteciparono alla sua sottoscrizione e l’estensione a nuovi movimenti. A Bayonne sono stati rafforzati i legami e la solidarietà. Il forum di quest’anno si è tenuto in un contesto segnato dal “dopo Cop21” e dall’urgenza di fermare il riscaldamento globale, ma nel contesto più generale della crisi democratica, dell’indurimento dei conflitti sociali e del precipitare della condizione dei migranti. Alternando conferenze, workshop e discussioni, il forum è stata l’occasione per discutere le nostre pratiche, le nostre azioni e per migliorare la convergenza delle nostre lotte, con l’obiettivo di passare a una società ecologica e democratica. Alcuni attivisti hanno presentato performance artistiche durante il forum. Nelle varie conferenze e workshop si sono sottolineate: – L’impatto del movimento contro la GPII per la lotta ecologica e clima – Il concetto di interesse generale, – lotte comunitarie, e percorsi trasversali – Il ricatto occupazionale – Forme non violente di azione – Incoerenze in seguito alla Cop21 – La natura infida della compensazione commerciale del danno ecologico – Esacerbazione della repressione e la negazione della democrazia sotto la copertura della legalità in relazione alla “legittimità” delle bugie dell’informazione, i metodi mafiosi, la recrudescenza della protesta, la resistenza e le nuove forme democratiche. Sono state definite le prossime date che uniranno le nostre lotte, tra cui: – 8 Ottobre 2016 a Notre Dame des Landes, per il giorno della resistenza – Il 26 ottobre 2016 a Strasburgo per la consegna alle istituzioni europee e al parlamento della sentenza del Tribunale Permanente dei Popoli che ha condannato l’Unione europea, la Francia e l’Italia per aver violato i diritti fondamentali dei cittadini in molti GPII . – L’azione congiunta GPII Day che si svolge ogni anno a metà dicembre simboleggiata dal logo comune dell’elefante bianco. E’ anche stato ribadito il sostegno alla lotta contro il “seppellimento” di scorie nucleari a Bure, e ai movimenti internazionali che sono sotto estrema repressione.
A cura di “Presidio No Tav Europa 18 luglio 2016
QUI IL TESTO ORIGINALE IN FRANCESE
Le 6ème forum contre les Grands Projets Inutiles (gpii) Depuis la Charte d’Hendaye en janvier 2010, les relations entre associations en lutte contre de Grands Projets Inutiles et Imposés se sont renforcées et élargies à de nouveaux mouvements. Depuis 2011, chaque année, un forum a été organisé pour leur permettre de se rencontrer et d’avancer ensemble. Le 6ème forum international contre les Grands Projets Inutiles et Imposés (gpii) qui s’est tenu à Bayonne du 15 au 17 Juillet 2016, a de nouveau été un lieu d’échanges sur les expériences similaires et spécifiques militantes et il a permis de conforter les liens et la solidarité. Ce forum s’est déroulé cette année dans un contexte marqué par l’après Cop21 et l’urgence d’enrayer le réchauffement climatique, mais également marqué par une crise démocratique, le durcissement des conflits sociaux et la situation dramatique des migrants. Alternant conférences, ateliers et débats, ce forum a été l’occasion de débattre de nos pratiques, de nos actions et de renforcer la convergence de nos luttes dans l’objectif de basculer vers une société écologique et démocratique. Interpellant de manière différente sur la problématique des gpii, des militants ont présenté des performances artistiques au cours du forum. Après le rappel des luttes représentées, les différentes conférences et ateliers ont mis l’accent sur : – l’impact du mouvement contre les gpii pour la lutte écologique et climatique – la notion de l’intérêt général, – la communauté des luttes, et les itinéraires croisés des luttes – le chantage à l’emploi – les formes d’action non-violentes – les incohérences suite à la Cop21 – le caractère perfide du commerce des compensations des méfaits écologiques – l’exacerbation de la répression et du déni de démocratie sous couvert de légalité à mettre en relation avec la légitimité de la dénonciation des mensonges et des méthodes mafieuses, de la recrudescence de la contestation, de la résistance et de nouvelles formes démocratiques militantes. Des prochaines dates qui uniront nos luttes, notamment : – Le 8 octobre 2016 à Notre Dame des Landes, pour la journée de résistance – Le mercredi 26 octobre 2016 à Strasbourg : remise aux institutions européennes et au Parlement de la sentence du Tribunal Permanent des Peuples qui a condamné l’union européenne, la France et l’Italie pour avoir bafoué les droits fondamentaux des citoyens dans de nombreux gpii. – La journée d’action commune des gpii qui a lieu tous les ans à la mi-décembre, chaque lutte organisant sur son territoire une action (manifestation, réunion publique, débat, tracts) symbolisée par le logo de l’éléphant blanc. Nous allons continuer à renforcer notre solidarité dans un prochain forum et dans l’intervalle dans des manifestations centrales où nous nous rejoindrons. Enfin, nous réitérons notre soutien à la lutte contre l’enfouissement des déchets nucléaires à Bure, et aux mouvements internationaux qui subissent une très forte répression.

Lettera aperta e incontro con M Valls / opposants LYONTURIN de Maurienne

Villarbernon
73140 Saint Michel de Maurienne

Lettre ouverte à Monsieur le Premier ministre.

Saint-Michel-de-Maurienne, le 19 juillet 2016

Monsieur Manuel Valls,
Les services du renseignement intérieur nous ont proposé une rencontre avec vous lors de votre venue en Maurienne ce 21 juillet 2016 au sujet du projet Lyon-Turin.
Nous tenons tout d’abord à vous rappeler, que les mauriennaises et mauriennais sont victimes d’un mensonge d’Etat pour le doublement du tunnel du Fréjus présenté comme une galerie de sécurité, défendue comme telle devant le Tribunal par le Préfet, et que le ministre des transports a déclaré ouverte à la circulation routière le 3 décembre 2012 en violation des engagements du gouvernement.
Nous vous rappelons également que le projet Lyon Turin n’a jamais fait l’objet d’un débat
public conformément à la Loi, suite à un accord occulte entre Messieurs Louis Besson et
Jacques Chirac en 2003 qui a été révélé le 4 novembre 2015 par l’émission de France3 “Pièces à conviction” dans laquelle Monsieur Besson est fier de déclarer que suite à cet accord, les services de l’Etat, qui avaient conclu à l’inutilité du projet Lyon Turin, n’ont pas été suivis (Conseil Général des Ponts et Chaussées et Inspection Générale des Finances).
La Cour des Comptes a elle également conclu au rejet de ce projet qui coûte six fois plus cher (150 millions d’euro par kilomètre) que la liaison Perpignan-Figueras en faillite depuis juillet 2015.
Le 13 juillet 2015, Michèle Rivasi, députée européenne, et Daniel Ibanez l’un de nos adhérents étaient dans la Cour de Matignon et ont été reçu par vos conseillers. A l’issue de cette rencontre, ils vous ont adressé une lettre ouverte restée à ce jour, sans réponse de votre part.
Dans les Hautes-Alpes où vous vous êtes rendu l’an dernier pour rencontrer les associations, on ne trouve pas l’argent pour faire les travaux et désenclaver la région de Briançon et vous trouvez l’argent public pour payer un tunnelier acheté à une société 100% chinoise http://fr.nfm-technologies.com/-Historique-.html qui ne paie pas d’impôts en France

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En Maurienne toujours, il existe un Fonds pour le Développement d’une Politique Intermodale des Transports dans le Massif Alpin (FDPITMA) régi par les articles R 1512 et suivants du Code Transports. Ce fonds se limite à subventionner le routier en transférant les bénéfices du tunnel routier du Mont-Blanc vers le tunnel routier du Fréjus (plus de 16 millions d’euros en 2015) et n’a rien fait depuis 2002 (date de sa création) pour retirer un seul camion ou financer des solutions de report des marchandises de la route vers le rail. 
Monsieur le Premier ministre, les manquements à la démocratie et à la bonne utilisation de
l’argent public est longue et la mort de Rémi Fraisse n’en est qu’une des étapes catastrophiques avec l’interdiction de la marche commémorative du premier anniversaire.
Nous ne pouvons donc accepter une invitation dont nous connaissons l’utilisation médiatique que vous pourriez en faire alors que les faits démontrent que vous ne respectez pas les avis des commissaires enquêteurs dans les dossiers de LGV Sud Ouest, ni les avis des services de l’Etat dans le dossier Lyon Turin.
Nous avons donc décidé de ne pas nous prêter à une opération médiatique et vous invitons à :
– annuler la décision d’ouverture à la circulation routière de la galerie présentée comme de
“sécurité” au tunnel routier du Fréjus,
– à respecter les avis et recommandations de la Cour des Comptes, de l’Inspection Générale des Finances et du Conseil Général des Ponts et Chaussées qui demandent l’arrêt de ce projet Lyon-Turin inutile et ruineux,
– d’exiger la mise à disposition des fonds issus du trafic routier pour le financement du fret
ferroviaire par le FDPITMA,
– de donner les directives pour que la voie ferrée existante soit utilisée à hauteur des capacités reconnues, au lieu de fermer les plateformes de fret ferroviaire de Modane et Saint-Jean-de-Maurienne,
– de répondre à la lettre ouverte de Mme Rivasi et M Ibanez du mois de juillet 2015.

http://leplus.nouvelobs.com/contribution/1397703-tunnel-lyon-turin-opacite-conflits-dinterets-manuel-valls-ce-projet-n-a-aucun-sens.html

Telles sont les raisons qui nous mènent à décliner une invitation médiatique qui ne trouve pas de justification dans la pratique quotidienne.
Annie Collombet
Présidente
04 79 56 57 40

firma 2

Lyon Turin Visite de Manuel Valls

Villarbernon
73140 Saint Michel de Maurienne

vamaurienne@yahoo.fr

Saint Michel de Maurienne, le 18 juillet 2016

Communiqué de Presse

Inauguration d’un tunnelier chinois pour creuser un gouffre
financier français

L’inauguration le 21 juillet 2016 du tunnelier du chantier de la galerie de reconnaissance du tunnel de base Lyon-Turin de Saint Martin la Porte par le Premier Ministre Manuel Valls sera l’occasion de grandes déclarations sur le lancement de ce projet pharaonique, de plus de 30 milliards d’Euros, alors que son financement n’est toujours pas assuré. L’absence de financement devrait pourtant interdire la poursuite de ce projet comme l’a dit le Conseil d’Etat dans sa décision concernant la LGV Poitiers Limoges.

Tous les services de l’Etat : la Cour des Comptes, l’Inspection Générale des Finances, le Conseil Général des Ponts et Chaussées … ont confirmé que ce projet est un gouffre financier qui ne pourra se terminer que par la faillite comme c’est le cas pour la liaison Perpignan-Figueras.

Persister dans le déni est une marque de fabrique dans la conduite de ce projet. 
Dans une période où les finances publiques sont mises à la diète, plus que jamais les priorités sont dans la rénovation et l’entretien des infrastructures ferroviaires existantes pour assurer des transports de qualité au quotidien. La politique du tout TGV des différents gouvernements a contraint la SNCF à réduire ses effectifs, à supprimer des TER remplacés par des autocars dégradant sensiblement la qualité de service.
Pire, la sécurité du réseau ferré est menacée faute d’investissements massifs. Le Président de la SNCF, G Pepy, a déclaré à propos du Lyon-Turin : « Ce sera autant d’argent en moins pour moderniser le réseau ferroviaire existant » et le Président de SNCF Réseau a démissionné en pointant les problèmes de sécurité, celui de l’ARAFER ( Autorité de régulation des activités ferroviaires et routières ) de son côté se déclare « inquiet pour l’avenir du réseau » ferré français et « pas persuadé » que la SNCF soit capable d’en améliorer rapidement l’état (1).

Vivre et Agir en Maurienne dénonce la casse du fret ferroviaire avec les démontages des voies utiles à ses activités et réaffirme que la ligne existante du Mont Cenis, notoirement sous utilisée (2), peut et doit être utilisée dès maintenant pour le fret dans l’intérêt des transporteurs et des populations des vallées alpines soumises à la pollution des camions.

La réalité du Lyon-Turin :

– Ce sont des dégâts environnementaux irréversibles : la perte de terres agricoles, le drainage des eaux par les tunnels et le tarissement des sources, des millions de m3 de déblais, la destruction d’espaces et d’espèces protégés autorisée par arrêté préfectoral.
– C’est un projet de partenariat public privé (3) payé par l’argent public, basé selon le principe socialisation des pertes – privatisation des bénéfices. Vivre et Agir en Maurienne déclare que l’argent public doit aller aux services publics.
– C’est un grand projet confié aux majors du BTP avec leur cortège de travailleurs détachés souspayés, instaurant le dumping social qui mène à la justification de la destruction du Code du Travail.
– C’est le choix d’une société 100% chinoise qui ne paie pas d’impôts en France pour la commande du tunnelier inauguré en grande pompe par un Premier Ministre complaisant.
Ces réalités ne peuvent que mener Vivre et Agir en Maurienne à demander l’arrêt de ce projet.

VIVRE ET AGIR EN MAURIENNE
Contact presse :
Annie COLLOMBET : 04 79 56 57 40

(1)   http://www.europe1.fr/societe/le-gendarme-du-rail-quitte-son-poste-inquietpour-lavenir-du-reseau-ferre-2797276#xtor=CS1-16

(2) http://lyonturin.eu/analyses/docs/LES%20VRAIES%20CAPACIT%C3%89S%20DE%20LA%20LIGNE%20EXISTANTE%20AMB%C3%89RIEU%20CULOZ%20%E2%80%A6.pdf
(3) http://lyonturin.eu/analyses/docs/LYON_Turin_PPP_preuves.pdf