Corruzione, 24 arresti: dopo il fratello di Alfano, spunta il nome del padre- Le intercettazioni

ma non si può criticare quest’uomo, ha fatto tanto per l’accoglienza….
Scritto mercoledì 6 luglio 2016 10:48 
 
Nelle intercettazioni allegate all’inchiesta portata avanti dalla Procura di Roma su corruzione e riciclaggio c’è anche il nome del Ministro degli Interni, Angelino Alfano, citato per l’assunzione a Postecom del fratello. Ma un’altra conversazione tira in ballo anche il padre: avrebbe mandato 80 curriculum di gente da assumere alle Poste.
 
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Nelle intercettazioni allegate all’inchiesta portata avanti dalla Procura di Roma su corruzione e riciclaggio c’è anche il nome del Ministro degli Interni, Angelino Alfano, il quale viene diverse volte citato per l‘assunzione del fratello Alessandro a Postecom, una società legata a Poste italiane. Al centro dell’inchiesta sull’organizzazione criminale che ha portato ieri all’arresto di ben 24 persone, c’è Raffaele Pizza- fratello dell’ex sottosegretario Giuseppe Pizza- colui che pilotava appalti pubblici e condizionava le nomine presso società private avvalendosi di potenti conoscenze. E’ in una intercettazione del 9 Gennaio 2015 che Pizza, a telefono con Davide Tedesco (fedelissimo del ministro Alfano), rivendica di aver fatto assumere Alessandro Alfano alle Poste per uno stipendio annuo di ben 160 mila euro.
L’INTERCETTAZIONE “Angelino lo considero una persona perbene un amico…se gli posso dare una mano…mi ha chiamato il fratello per farmi gli auguri…tu devi sapere che lui come massimo (di stipendio, ndr) poteva avere 170.000 euro…no…io gli ho fatto avere 160.000. Tant’è che Sarmi stesso gliel’ha detto ad Angelino: io ho tolto 10.000 euro d’accordo con Lino (il soprannome di Pizza, ndr), per poi evitare. Adesso va dicendo che la colpa è la mia, che l’ho fottuto perché non gli ho fatto dare i 170.000 euro…cioè gliel’ho pure spiegato…poi te li facciamo recuperare… sai come si dice ogni volta…stai attento… però il motivo che non arriviamo a 170 è per evitare che poi dice, cazzo te danno fino all’ultima lira. Diecimila euro magari te li recuperi diversamente”.
 
Tedesco: “Ma di chi parlava?”
Pizza: “Hai la mia parola d’onore che questo (Alessandro Alfano, ndr) va dicendo in giro che io l’ho fottuto. Perciò io ho paura…dico… cazzo te faccio avere un lavoro… aoh…m’avve a fare u monumento… mo a minchia la colpa mia che quistu dice che (incomprensibile) 10.000 euro in più…che è stata una scelta politica come tu sai”
Tedesco: “Oculata e condivisibile”
Pizza: “E condivisa…no ma..io glie l’ho fatto dire da Sarmi al fratello davanti a me”.
SPUNTA IL NOME DEL PADRE DI ALFANO Un sistema di tangenti enorme, un sistema di favoritismi e assunzioni pilotate che vede come protagonisti l’Inps, l’Agenzia delle Entrate, i ministeri ed una fitta di intimi collaborati e familiari delle stesse persone coinvolte in primo piano. Tanto che alle orecchie attente delle fiamme gialle del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria di Roma non è sfuggita nemmeno un’altra conversazione, quella tra due donne entrambe indagate, Marzia Capaccio, segretaria di Raffaele Pizza ed Elisabetta C, le quali sembrano lamentarsi di qualcosa tirando  in ballo il nome del padre del ministro Angelino Alfano: dal discorso emerge che l’uomo avrebbe mandato 80 curriculum di gente da sistemare all’interno delle Poste (“tu buttali dentro“, dice ad una delle donne. ndr). Ecco la conversazione diffusa dai giornali nazionali:
 
CAPACCIO: “io ti ho spiegato cosa ci ha fatto a noi Angelino…”
 
ELISABETTA: “e…lo so…lo so…lo so…”.
CAPACCIO: “cioe’ noi gli abbiamo sistemato la famiglia…questo doveva fare una cosa….la sera prima…mi ha chiamato suo padre…mi ha mandato ottanta curriculum… ottanta….”.
 
ELISABETTA: “aiuto….aiuto…”.
CAPACCIO: “ottanta…. e dicendomi…non ti preoccupare….tu buttali dentro…la situazione la gestiamo noi…e il fratello comunque e’ un funzionario di Poste….anzi e’ un amministratore delegato di Poste…”.
ELISABETTA: “si..si..lo so..lo so…”.
CAPACCIO: “e questo e’ un danno che ha fatto il mio capo (ndr. Pizza)…io lo sputerei in faccia solo per questo…”.
ELISABETTA: “vabbe’…tanto ce ne sono tanti Marzia…e’ inutile dirsi…questo e’ il sistema purtroppo…”.
LE POLEMICHE E LA RISPOSTA DEL MINISTRO La bufera che piomba pesantemente sulla famiglia Alfano, costringe il giorno stesso il ministro a porre le mani avanti, avanzando quella che vuole essere una difesa quasi “forzata”. Ed è proprio per questo che alcuni esponenti del M5S nazionale, tra cui lo stesso deputato Alessandro Di Battista (GUARDA IL VIDEO QUI), chiedono che “colui che gestisce le forze dell’ordine e che dovrebbe tutelare la nostra sicurezza, verrebbe di corsa in Parlamento a fornire spiegazioni sull’accaduto”: uno scandalo enorme che “in qualsiasi altro paese avrebbe aperto una crisi di governo” e che in altre occasioni, per molto meno (si veda lo scandalo Lupi ed il rolex regalato al figlio) ha portato alle dimissioni.
 
“Siamo di fronte al ri-uso politico degli scarti di un’inchiesta giudiziaria – ha detto il ministro attraverso un comunicato stampa diffuso nella giornata di ieri- Ciò che i magistrati hanno studiato, ritenendolo non idoneo a coinvolgermi in alcun modo, viene usato per fini esclusivamente politici. Le intercettazioni non riguardano me, bensì terze e quarte persone che parlano di me. Persone, peraltro, che non vedo e non sento da anni”.
 
Roberta Barone
Corruzione, 24 arresti: dopo il fratello di Alfano, spunta il nome del padre- Le intercettazioniultima modifica: 2016-07-07T19:19:45+02:00da davi-luciano
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