Mentono sapendo di smentire

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di  | 3 luglio 2016

Mentono sempre. Ogni volta che respirano. E più perdono voti, più s’illudono di riconquistarli tenendo il piede in due scarpe. Cioè continuando a mentire. O a smentire quel che dicevano fino al giorno prima. Salvo poi smentire la smentita per tornare alla menzogna primigenia. E non capiscono che alla lunga, non appena si diradano le cortine fumogene della stampa embedded e dei Cinegiornali luce, la gente se ne accorge. E li punisce a vantaggio di gente magari più semplice, anche più sempliciotta, ma che dà l’impressione di avere una faccia e una parola sola.

Prendiamo Renzi sull’Italicum. Prima lo approva, poi fa intendere che vuole cambiarlo, poi dà dei voltagabbana ai 5Stelle che gli danno del voltagabbana, poi dice che non lo cambia. E i giornaloni dietro. Il 30.6 il Corriere titola che “il premier è pronto ad aprire per salvare il referendum”. Il 1.7 spiega che vuole cambiarlo, ma “i 5Stelle blindano l’odiato Italicum”. Poi, ieri, contrordine compagni: “I renziani difendono l’Italicum: è una legge ottima. M5S all’attacco”. Dài, scherzava.

Prendiamo Gennaro Migliore, ex Sel convertito al renzismo e premiato con la poltrona di sottosegretario, addirittura alla Giustizia. In visita al supercarcere de L’Aquila, quasi tutto occupato da mafiosi e terroristi al 41-bis (136 detenuti su 168), dice esattamente ciò che vogliono sentire e non sentivano dai tempi di B.: “L’impressione che ho avuto qui a L’Aquila è la stessa che ho avuto in altre carceri con detenuti al 41 bis: serve un’attenzione diversa… maggiore flessibilità, vanno garantiti diritti e dignità. E in generale pensiamo ad alcune innovazioni tecnologiche, come l’uso di Skype al posto della scheda telefonica dov’è possibile… Il 41-bis non può essere una interruzione dei diritti fondamentali. Serve una riconsiderazione dei regolamenti, per evitare applicazioni afflittive che non corrispondono ai dettami costituzionali”. Frasi riportate da Il Centro (gruppo Repubblica-Espresso, non certo antigovernativo) e in perfetta linea con le incredibili conclusioni della Commissione Manconi, che vede nel 41-bis una forma di tortura, e mai smentite finché il Fatto le rilancia. A quel punto Migliore strepita e vomita: “miserabili”, “titolo indegno”, “articolo inqualificabile”, “falso scoop”, “macchina del fango quotidiano”, “calunnia”, “insulti”, “attacco calunnioso, infondato e ingiurioso”. Se si trattasse di un passante, si potrebbe liquidare la faccenda affidando il soggetto alle cure dei sanitari, o degli esorcisti.

Invece si tratta purtroppo del sottosegretario alla Giustizia, in grado di far danni. Tipo l’ulteriore svuotamento di quel che resta del 41-bis, già di fatto smantellato nell’ultimo ventennio di trattative Stato-mafia. Un messaggio micidiale ai mafiosi, che da sempre considerano il 41-bis – ideato da Falcone e attuato solo dopo il sacrificio suo e di Borsellino – un’“interruzione dei diritti fondamentali” e una norma troppo “afflittiva”(povere stelle), e ora scoprono entusiasti che il governo la pensa come loro. Con l’aggravante che il sottosegretario dal cognome francamente fuorviante non ha neppure il coraggio delle sue parole: nelle supercarceri promette di ammorbidire il 41-bis, poi quando qualcuno se ne accorge strilla alla macchina del fango.

Prendiamo il Tav Torino-Lione, l’opera più inutile e dannosa della storia. Per vent’anni sinistra e destra, con affaristi e mafiosetti retrostanti, han tentato di imporla al popolo della Val di Susa, militarizzando i cantieri, facendo pestare i manifestanti, fomentando violenze, ingolfando i tribunali di processi anche ai limiti del demenziale (la studentessa condannata per la tesi). Renzi, nel 2013, definiva in un libro il Tav “un investimento fuori scala e fuori tempo”, “iniziativa non dannosa, ma inutile”, “soldi impiegati male”. Poi s’è messo al vento dei soliti noti, buttando altri soldi pubblici in quell’opera demenziale. Ora il suo ministro Graziano Delrio annuncia bel bello che basta e avanza la linea esistente: ergo, invece di 84 km di tunnel, se ne scaveranno “solo” 25. Un patetico tentativo di tendere la mano alla neo- sindaca No Tav di Torino, Chiara Appendino. La quale, si spera, non si farà abbindolare. Chi ha voluto la boiata chieda scusa, si rimangi le balle sull’opera indispensabile per l’umanità, blocchi i cantieri (tutti: gli sconticini non bastano) e restituisca il maltolto.

Prendiamo infine quegli zuzzurelloni di Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, e del suo Ufficio Studi, che tentano di terrorizzare gli italiani evocando scenari apocalittici in caso di vittoria del No al referendum. Mancava giusto il terrorismo confindustriale per dare l’ultimo tocco pagliaccesco alla propaganda del Sì. Secondo questi fresconi, se non passa il Senato dei nominati e degli immuni con tutto il cucuzzaro, in tre anni la produzione crollerà del 4% e il Pil dell’1,7, il debito pubblico balzerà al 144% del Pil, avremo 258 mila occupati in meno e 430 mila poveri in più. Invece, se vince il Sì, paradiso terrestre. Chiù pilu per tutti. E meno male che i populisti sono gli altri. Ci sarebbero gli estremi di una denuncia per “pubblicazione di notizie false o tendenziose atte a turbare l’ordine pubblico” (art. 656 Codice penale). Ma sarebbe fatica sprecata: gli italiani lo sanno benissimo che la Confindustria non ne ha mai azzeccata una. Quindi, sotto con le prossime previsioni: assalti ai forni, epidemie, pestilenze, deriva dei continenti, scioglimento dei ghiacciai, invasioni extraterrestri, fine del mondo. Tutte prospettive comunque più arrapanti di un’Italia ancora in mano a questi cialtroni.

Mentono sapendo di smentireultima modifica: 2016-07-03T21:29:00+02:00da davi-luciano
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