Perchè George Soros compra oro?

soros oro
 
George Soros è uno dei più grandi speculatori della finanza internazionale. Un vero e proprio squalo, in grado, con le sue operazioni, di mettere in ginocchio interi paesi. Come accadde nel lontano 1992, quando bastò un suo attacco speculativo per far crollare la lira.
Soros è uno che dai problemi degli stati ci guadagna. Cifre enormi. E le sue ultime mosse, simili a quelle che aveva fatto nel 2007, sembrano prefigurare una nuova crisi.
Il Wall Street Journal riporta che “il miliardario investitore di hedge fund ha recentemente diretto una serie di grandi investimenti, al ribasso” e la Soros Fund Management LLC “ha venduto le azioni e ha comprato oro o partecipazioni azionarie dei produttori del prezioso metallo, anticipando la debolezza dei vari mercati”.
Quando i mercati sono in subbuglio l’oro è un investimento sicuro. E, stando a quanto ci racconta il WSJ, è il voto sul Brexit a preoccupare Soros, in quanto l’eventuale uscita di Londra dall’UE “potrebbe scatenare un esodo generale e a quel punto la disintegrazione dell’Unione Europea diventerebbe di fatto inevitabile”.
Cosa sa George Soros che noi non sappiamo? L’Europa è vicina al disastro?
di Marcello Foa – 14/06/2016

Governo Renzi tra “bufale” ed “ecoballe”

di Mario Bozzi Sentieri – 13/06/2016
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Fonte: Arianna editrice
E’ ormai lungo, lunghissimo – come il naso di Pinocchio – l’elenco delle promesse fatte da Matteo Renzi. Varrebbe la pena predisporre un dossier organico, aggiornabile giornalmente online, vista la travolgente fantasia del presidente del Consiglio.
Dalla  crescita “col botto” alle assunzioni nella pubblica amministrazione, dalla riduzione  delle tasse ai pagamenti da parte delle amministrazioni pubbliche, dagli 80 euro per i pensionati alle grandi opere (ivi compreso il mitico Ponte sullo Stretto), dalla soppressione del bollo auto alla riforma di Equitalia  è uno scoppiettio di annunci. Ultimo in ordine di tempo quello  sulla rimozione delle eco balle dalla cosiddetta Terra dei Fuochi. Annuncia l’hastag “Via le ecoballe dalla Terra dei Fuochi. Via la camorra dalla gestione rifiuti. Finalmente si fa sul serio #lavoltabuona”. Bazzecole gettate al vento … naso lungo e memoria corta, visto che poi le stesse eco … balle sono il frutto della gestione Bassolino, sodale del premier.
Nell’ultimo fine settimana, a Santa Margherita Ligure, durante la loro kermesse annuale, anche i giovani industriali,  governativi convinti, non hanno potuto fare a meno di manifestare il loro imbarazzo per le reticenze e gli omissis del Presidente del Consiglio. “Accettiamo le sfide del premier – dichiarano gli imprenditori in erba – ma lui ha dribblato molti temi”. A chi gli ha chiesto dei ritardi nei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione, Renzi ha manifestato … “comprensione”. A chi ha posto questioni concrete Renzi ha dato  soluzioni generiche. A chi voleva impegni dalla politica, la risposta è stata “rimboccatevi le maniche”.
Renzi insomma esorta, affabula, dispensa ottimismo. Poi quando qualcuno lo contesta – come è successo  all’assemblea annuale di Confcommercio – si scaglia contro chi fischia, toccato nell’orgoglio. In alternativa si nasconde – è accaduto l’altro giorno a Lucca, durante il suo intervento sul Terzo Settore – dietro  il tormentone è   “il Paese non lo cambia chi urla, chi fischia, ma chi rischia”.
Alla fine due battute e l’immancabile selfie: troppo poco per dare il senso di un Paese rimesso in carreggiata e di un governo in grado di dare risposte concrete. Con queste premesse non solo tramonta l’ipotesi del Partito della Nazione, a meno di non volere considerare i verdiniani come le avanguardie di questo progetto, ma si sfarina lo stesso Pd ridotto a macchiettistico palcoscenico del suo leader piuttosto che ad aggiornato strumento riformista.
A questo punto si tratta di voltare pagina. Ne prendano atto anche quanti, sul versante del centrodestra, erano stati affascinati dall’eloquio del bugiardissimo e dal suo prorompente giovanilismo. I fatti parlano chiari. Tra “bufale” ed “eco balle” Renzi ha reso palese la sua inconsistenza politica.  Ora – da parte del centrodestra – si tratta di scuotersi di dosso ogni complesso referenziale e di iniziare a lavorare per costruire l’alternativa.
L’hastag #lavoltabuona è il “brand” usato da Renzi  per fissare le sue promesse. A quanto  #lavoltabuona per mandarlo a casa ?  Dopo di lui – cominciamo a prenderne coscienza  –   non c’è il diluvio, ma la riapertura di un corretto confronto politico-programmatico. Un confronto che non potrà non fare bene, al di là degli schieramenti,  a tutta l’Italia.

 

La nuova Banca Centrale Irachena

di Nicoletta Forcheri – 13/06/2016
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Fonte: Nicoletta Forcheri
Come in Italia abbiamo avuto il CLN – Comitato di Liberazione Nazionale – alla fine della guerra per garantire ai vincitori il nostro controllo così l’Irak, dopo l’invasione della coalizione, ha avuto il CPA, Coalition Provisional Authority – l’Autorità Provvisoria della Coalizione – onde garantire la “indipendenza” della Banca centrale irachena, sia pur con i dovuti distinguo: il CLN non fu apparentemente imposto dall’esterno, il CPA invece lo è stato spacciatamente. Il parallelismo si fa più pertinente poi con l’imposizione del modello bancario europeo, con una BCE e BCN “indipendenti”, che da noi fu imposto dalla lettera di Andreatta che predispose il divorzio tra BC e Tesoro nel 1981 e dal successivo vincolo del trattato di Maastricht….L’esplicito formale scopo è la “indipendenza” della Banca centrale del paese, indipendente dalla politica per essere meglio e più dipendente dai banchieri privati e anonimi.
E infatti nell’Ordine 18 del 7 luglio 2003 dell’Autorità Provvisoria della Coalizione si legge nelle premesse che la legge bancaria della Banca centrale irachena permette il finanziamento dei ministri “il che mina il potere della BCI di controllare la crescita monetaria”, in quanto “la politica monetaria e creditizia della BCI dev’essere libera da qualsiasi interferenza governativa”
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Documento Coalition Provisional
Articolo 1
Prestiti ai ministri del governo
“Gli articoli 21 e 22 della legge n. 64/1976 della Banca Centrale Irachena sono abrogati in quanto autorizzano la Banca Centrale a finanziare i ministri del governo iracheno”.
Articolo 2
Controllo della politica monetaria e creditizia della BC
“La BC irachena avrà la facoltà di determinare e attuare la politica monetaria e creditizia senza l’approvazione del ministero delle Finanze. Le misure dell’articolo 14 della legge bancaria sono abrogate in quanto richiedono l’approvazione del Ministero delle Finanze per le decisioni di politica monetaria e creditizia. Unicamente i membri del consiglio di amministrazione della BC irachena, funzionari della stessa e accreditati dall’Amministratore [Paul Bremer] possono decidere in merito a questioni relative alla determinazione e all’attuazione di politiche monetarie e creditizie”.
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E poi la firma:
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Guerra e controllo privato della banca centrale dei paesi occupati, è il modello imperante di questo colonialismo monetario.

Bilderberg a Dresda: conferenza innocente o un palese conflitto d’interessi?

di Charlie Skelton – 13/06/2016
 
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Fonte: Come Don Chisciotte
 
I titoli degli industriali straricchi non collimano con l’evento del Bilderberg allo stesso modo dei titoli accademici “professore” o “associato”
 
Quando arrivano al Bilderberg, alcuni degli invitati semplicemente non possono non sogghignare. È troppo divertente. È il loro grande evento: il loro ingresso nel sancta sanctorum del potere. La possibilità di strofinare di potere blocnotes e fare una pausa sigaretta con il re d’Olanda. Fare buona impressione, sciorinare qualche barzelletta sul primo ministro del Belgio e magari ritrovarsi nel CDA della Royal Dutch Shell.
 
Quando Dave Cote, il capo del gigante delle forniture per la difesa Honeywell, è uscito dalla sua limo, ho seriamente pensato che stesse per esplodere di gioia. Non era stato così felice da quando la sua azienda era stata selezionata per produrre i motori dei droni Reaper.
 
Ma persino il sorridente Dave non era felice come Niall Ferguson. Il biografo di Kissinger è saltato fuori dalla sua Mercedes come Usain Bolt scatta dai blocchi. Tre giorni chiuso in un seminterrato con il suo adorato Henry! Cosa ci può essere di più adorabile?
 
Attraverso l’accecante intensità della sua gioia Niall ha notato Jacob Wallenberg, il miliardario svedese, che entrava con il suo bagaglio. È svicolato attraverso il vialetto dell’hotel come una gazzella, saettando tra i concierge per poter entrare al fianco di Waalenberg. Da zero a marchetta in 4.8 secondi. È da record del mondo.
 
Ferguson fa parte della lista del Bilderberg in qualità di “professore di storia ad Harvard”, vero, ma forse non a sufficienza. Forse sarebbe meglio specificare, per l’occasione, che fa parte del CDA della boutique di investimenti AMG, che “attualmente gestisce circa 642 miliardi di dollari di asset”. Non male per un prof. Di storia.
 
Forse non è sorprendente, dato l’amore patologico per la privacy dei ragazzi del Bilderberg, che ci siano persone a Dresda che si nascondono dietro ad un dito. Marie-Josee Kravis, ad esempio, è vagamente menzionata come “senior fellow dell’Hudson Institute”, invece che membro di Publicis – una delle più grandi aziende pubblicitarie e di PR – e direttore dell’LVMH, la più grande azienda legata ai beni di lusso. Era nel CDA di Ford – definirla un’accademica è come definire Cliff Richard un mercante di vino. Sicuramente se la cava bene con il syrah portoghese, ma ciò non è il modo migliore per definirlo. Si potrebbe anche dire si Marie-Josee Kravis che è “la persona con il bagaglio più grande del Bilderberg”. Vero, ma non dal punto di vista degli interessi.
 
Un esempio ancora migliore è Marta Dassù, partecipante come “senior director, per gli affari europei, dell’Aspen Institute”, che suona più arido ed accademico di “membro del CDA del conglomerato industriale italiano, il Trevi Group” o “direttore di una delle più grandi aziende di armi al mondo, Finmeccanica”.
 
Marta ha il tipico sorriso che ci si aspetta dal direttore di un’azienda di appalti della difesa. Si capisce che la presenza di Honeywell e Finmeccanica ad una conferenza organizzata da Airbus, che vede nel proprio comitato organizzativo Alex Karp della Palantir (con alle spalle la CIA) insieme a Jacob Wallenberg (azionista di maggioranza di Saab), vi farà osservare una fantastico focus group sugli armamenti. Questa non è l’immagine pubblica che il Bilderberg vuole dare (sempre che ne voglia dare una).
 
Ovviamente tutti questi ruoli aziendali sono pubblici, ma non fanno pendant con il Bilderberg come quelli accademici.
 
Parlando di professori non dimentichiamoci il grande capo del Bilderberg, il professor Victor Halberstadt, il quale, con i suoi baffi da Geppetto e gli occhiali scuri, sembra una via di mezzo tra un falegname e un sicario siciliano in pensione.
 
Victor è sulla lista in qualità di “professore di economia della Leiden University” ma è anche nel CDA di Goldman Sachs. È il silenzioso olandese nel cuore di Bilderberg ed è vicino al potere e ai soldi che contano da decenni. Era “l’informatore di sua maestà la regina”, un indizio alle origini della sua influenza: Beatrice e i reali d’Olanda.
 
I politici che sono al Bilderberg, come la laburista Helen Goodman, dovrebbero sapere che un meeting con Halberstadt è un meeting con Goldman Sachs più che uno con la Leiden University.
 
Goodman è un caso interessante. Menzionata come “parlamentare laburista” è anche membro del tesoro della Casa dei Comuni. Questo comitato supervisiona la “politica economica di sua maestà”.
 
Tutto questo è toccante, se si realizza che la Goodman sarà rintanata tre giorni in un meeting privato organizzato da Deutsche Bank con due membri del CDA di HSBC. Sarà circondata da banchieri e dsa capi di istituti finanziari, senza la stampa a supervisionare e con grande pressione per non riferire in pubblico gli argomenti delle discussioni. Si tratta di conflitto di interessi o solo uno “scambio di vedute”, come sostiene Bilderberg? Chi lo sa? Forse potrebbe chiedergliene conto un altro membro del parlamento al suo rientro.
 
Solo alcuni anni fa, Helen Goodman, parlamentare laburista per Bishop Auckland, rimproverava David Cameron in parlamento per essere andato all’estero con un dirigente di una compagnia petrolifera, Ayman Asfari. Ora si rintana tre giorni in un evento di lobbying a Dresda con il CEO di Royal Dutch Shell e tre membri del CDA di BP. Che stranezza!
 
Forse è per questo che al suo arrivo il suo sorriso sembrava fragile. Non sorrideva con gli occhi. Era improvvisamente dubbiosa delle frequentazioni dei giorni successivi. O forse non sapeva come rivolgersi al re d’Olanda. In caso ci fossero ancora dei dubbi io suggerirei “vostra altezza reale azionista di maggioranza in Shell”, dovrebbe funzionare.
 
 
 
Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione FA RANCO

Perché Rita Katz ci ha messo la firma?

di Maurizio Blondet – 13/06/2016
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Fonte: Maurizio Blondet
I selfie  dello  stragista di Orlando sono stati  diffusi ai media con stampato il logo del SITE  (Search for International Terrorist Entities) della nota (ai nostri lettori) Rita Katz. Come mai la signora (grande produttrice di video di Osama bin Laden, nota provocatrice e in passato fabbricatrice di accuse a musulmani a beneficio dell’FBI) ci ha voluto mettere la firma?
 
L’assassino  solitario  era noto all’FBI, che l’aveva interpellato tre volte  (un classico); tuttavia aveva armi regolarmente detenute, perché lavorava come agente di sicurezza. Presso una ditta che i media chiamano “security company G4S”.  Ora, giusto pochissimi giorni prima, il 3 giugno, l’organizzazione Judicial Watch (Sentinella Giudiziaria) aveva accusato la G4S di fare uno strano lavoro sporco per il Dipartimento della Homeland Security:  “trasporta silenziosamente immigranti illegali dal confine del Messico a Phoenix, e li rilascia senza regolare registrazione o senza produrre intimazioni di comparire in tribunale. Lo hanno rivelato a Judicial Watch fonti delle guardie di frontiera (“Border Patrol)”, evidentemente stupefatte di questo trattamento di immigrati per ordine del ministero che dovrebbe dare  “sicurezza alla madrepatria”.  Questo tipo di immigranti fatti infiltrare, aggiunge Judicial Watch, sono definiti  nel linguaggio burocratico del Dipartimento Other Than Mexican (OTM):  cioè “d’altra origine che messicana”. Non è inquietante?  Chi sono? Quanti di loro sono Musulmani? E perché sono lasciati passare senza registrazione?
La G4S sostiene di essere prima nel mondo per “le soluzioni di sicurezza, presente in cento paesi e con 610mila dipendenti”. In Usa, la ditta ha 50 mila dipendenti e la sede a Jupiter, Florida.  Judicial Watch ha già avanzato una quantità di richieste scritte per obbligare le autorità a spiegare in  base a quale contratto il governo a incaricato la G4S a infiltrare immigranti clandestini e senza identità accertata, OTM.
Secondo la ex  moglie, Omar Saddiqui Mateen era “una persona instabile”.  Anche il papà dell’assassino non sembra essere del tutto in sé: direttore dello  Islamic Center of Fort Pierce Inc..   con attività economiche chiamate  Wonderworks Production, LLC   e  Durand Jirga, Inc.,  ne ha appena fondato una terza che si chiama “Governo Provvisorio dell’Afghanistan Corporation”:  e  ha diffuso dei video dove lui, il papà, si candida alla presidenza dell’Afghanistan. Gente  suggestionabile, manovrabile? Teleguidabile?
Ovvaimente, prima di sparare, l’assassino ha telefonato al 911 (equivalente al 113 italiano)  per dichiarare la sua fedetà al Califfo Al Baghdadi: era proprio la sua voce, lo assicura Katz. E anche il Califfo ha rivendicato (tramite il SITE): “Era un nostro guerriero”.
Per ricordare cosa è il SITE, qui:

Oggi giornata mondiale in ricordo di Berta Caceres

Berta vivedal Blog di Fulvio Grimaldi

Oggi giornata mondiale in ricordo di Berta Caceres, militante rivoluzionaria dell’Honduras, leader indigena, assassinata dagli sgherri del regime fascista e delle multinazionali, installato con il colpo di Stato organizzato da Killary Clinton, segretaria di Stato USA nel 2009. Da allora l’Honduras è preda delle rapine della mafia al potere in combutta con le multinazionali USA ed ha superato il Messico, altra narco-colonia Usa, nel primato dei morti ammazzati in America Latina. Per chi vuole rivederla e riascoltarla c’è il mio docufilm “HONDURAS, IL RITORNO DEL CONDOR”

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SUR AFRIQUE MEDIA CE DIMANCHE 19 JUIN 2016/ JAN VANZEEBROECK : L’OR ENJEU GEO-ECONOMIQUE ET GEOSTRATEGIQUE MONDIAL

Dans la séquence CORRESPONDANTS

En entrée du DEBAT PANAFRICAIN
Vers 14h30 (Douala/malabo) ou 15h30 (Bruxelles/Paris)

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Jan VANZEEBROECK (Expert ONG EODE) parlera de :
L’OR ENJEU GEO-ECONOMIQUE ET GEOSTRATEGIQUE MONDIAL Des achats d’or du financier Georges SORÖS (conseiller financier
d’OBAMA) à la « course à l’or » de Moscou et Pékin, comment l’Or est devenu un enjeu géostratégique mondial ?

AFRIQUE MEDIA

* en STREAMING sur http://lb.streamakaci.com/afm/

* sur SATELLITE sur http://www.lyngsat.com/Eutelsat-9B.html

* WebTV sur http://www.afriquemedia-webtv.org/

CE DIMANCHE 19 JUIN 2016 SUR AFRIQUE MEDIA/ LE DEBAT PANAFRICAIN

Vers 14h30 (Douala/Ndjaména/Malabo) ou 15h30 (Bruxelles/Paris/Berlin) Duplex de Douala – Yaoundé – Ndjaména Et Luc MICHEL en direct du plateau de Malabo !

AFRIQUE MEDIA
* en STREAMING sur http://lb.streamakaci.com/afm/

* sur SATELLITE sur http://www.lyngsat.com/Eutelsat-9B.html

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THEMES DE CE 19 JUIN 2016 :

SUJET1 : PRESIDENTIELLE 2016 AU GABON
Que peut CasimirOye MBA ?
L’opposant farouche au président Ali Bongo se dit prêt à écrire à tous les autres candidats à la Présidentielle pour que des actions communes soient menées aussi bien auprèsdes chefs d’Etats africains amis du Gabon qu’auprès des institutions nationalescomme internationales pour que le président Ali Bongo ne se représente plus.

SUJET2 : LYBIE
Après avoir délogé de son bastion de Syrie l’organisation Etat islamique, le gouvernement d’union nationale de FAYEZAl SARRAJ peut-il crier victoire?
L’ONUqui le soutient peut-elle enfin lever l’embargo sur les armes décrétées ?

SUJET3 :SOMALIE
Après plusieurs années de terreur, comment rendre la Somalie gouvernable?

AFRIQUE MEDIA / EODE-TV
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‘JE SUIS AFRIQUE MEDIA’
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https://vimeo.com/135906462

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