“Inviare truppe Nato al confine con la Russia”

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Mag 31, 2016/
Si fanno sempre più forti le preoccupazioni della Nato nei confronti degli Stati baltici (Lituania, Estonia e Lettonia). Proprio a partire dalla possibile invasione da parte di uno di questi Paesi da parte di Vladimir Putin si apre 2017, guerra con la Russia,il libro dell’ex generale della Nato  Sir Richard Shirreff., pubblicato proprio in questi giorni.
Secondo il generale il 2017 sarà l’anno in cui – “finalmente” – Russia e Nato si scontreranno e sarà ovviamente una guerra nucleare. E sembra proprio che la Nato stia andando in questa direzione. Proprio oggi si sono conclusi i tre giorni dell’Assemblea parlamentare del Patto Atlantico, che ha partorito una dichiarazione finale parecchio ostile a Mosca.
Nel suo intervento, il vice segretario della Nato Alexander Vershbow ha affermato che il confronto con la Russia sarà su due binari: quello militare e quello diplomatico.
 

 

Il piano militare consiste – molto tragicamente – nella presenza fissa e stabile di soldati al confine con il fronte russo: “Nel vertice del Galles è stato concordato il rafforzamento della difesa collettiva e delle capacità di prevenzione. Ed è una promessa mantenuta. La forza di risposta della Nato agisce con velocità. È stata triplicata, raggiungendo 40 mila unità, delle quali 5 mila hanno la capacità di muoversi nel giro di 2-3 giorni sul territorio dell’Alleanza, nel sud o nell’est”. Non solo, aumenteranno le esercitazioni Nato al confine con l’Orso russo.
 
Il vicepresidente della Nato è caduto poi in contraddizione affermando che il sistema missilistico da poco installato in Romania serve per contrastare i russi. Gli esponenti del Patto Atlantico, infatti, avevano affermato che si trattava di un sistema per prevenire gli attacchi dall’Iran. Una storiella alla quale nessuno – soprattutto i russi – credeva e che dimostra che i piani della Nato sono quelli di accerchiare la Russia.
 

 

Il presidente dell’Assemblea, Michael Turner, ha invece affermato che “serve una strategia, per garantire che la rinnovata aggressività della Russia abbia un prezzo e che ulteriori aggressioni vanno scoraggiate. A Varsavia, dobbiamo ribadire che la deterrenza – convenzionale e nucleare – e la difesa collettiva rimangono le prime ed essenziale missioni della Nato“. Anche per Turner una presenza militare ai confini con la Russia è d’obbligo, come riporta Nova  , che ha parlato di “presenza di unità multinazionali, organizzate in battaglioni offerti dagli alleati europei e quelli del Nord America, ai confini dell’Est dell’Europa”. Parere condiviso anche dal vice segretario della Nato Vershbow: “Con le incrementate capacità della Russia e la mobilitazione di un considerevole numero di truppe da combattimento ai suoi confini, la Natonon dovrebbe limitarsi solo al pronto intervento. Noi dobbiamo essere presenti sul posto” – ha affermato – aggiungendo che “dobbiamo rendere chiaro a tutti quelli che ci fanno del male che in caso di attacco nei confronti di un nostro membro, dovranno fare i conti con le forze dell’Alleanza. Questa presenza sarà difensiva, proporzionale ed in rispetto agli impegni internazionali, incluso l’accordo fra Nato e Russia. La Nato non chiede un confronto, ma difenderà ogni suo alleato da qualsiasi probabile attacco”.
 

 

Ma c’è poi anche il secondo binario da seguire, quello del dialogo. Anche in questo caso i membri Nato sono stati chiari: sì alla discussioni, ma alle nostre condizioni o, per usare le parole di Vershbow, “dalla posizione del più forte”. Il vice segretario della Nato ha poi proseguito dicendo che “la Russia potrebbe essere ancora una fonte di stabilità nel mondo, e l’abbiamo visto sulla questione dell’accordo nucleare con l’Iran o sulla distruzione delle armi chimiche in Siria. Ma in Europa – ha precisato Vershbow – fino a quando la Russia continuerà con le azioni di aggressione contro l’Ucraina, violando le norme internazionali, le opportunità di partenariato sono limitate”.
 
A questo punto non possiamo più girarci attorno. Molto probabilmente, nei prossimi mesi, lo scontro tra Nato (o sarebbe meglio dire Usa?) e Russia si sposterà nel Baltico. Con conseguenze ancora imprevedibili.
 Matteo Carnieletto
 
Nato a Cantù il 28 febbraio del 1990, entro nella redazione de ilGiornale.it nel dicembre del 2014. Da sempre appassionato di politica estera, ho scritto assieme ad Andrea Indini “Isis segreto”, “il tuffo fisico di due cronisti dentro la melassa del terrorismo islamico”, per usare le parole del direttore de ilGiornale Alessandro Sallusti. Attualmente sto dedicando i miei approfondimenti alla figura di Vladimir Putin. Sono sposato con Margherita.

MILIONI IMBOSCATI A PANAMA? NESSUNO TI DICE CHE C’E’ ANCHE DE BENEDETTI, TESSERA NUMERO 1 DEL PD?

1. QUANTO AVRANNO GODUTO IERI LA D’URSO E VERDONE ALLA NOTIZIA CHE TRA I FURBETTI SONO SBUCATI I DE BENEDETTI, GLI EDITORI CHE HANNO PUBBLICATO I ‘’PANAMA PAPERS’’?
2. IL “CORRIERE DELLA SERA” OGGI COLPISCE IL BERSAGLIO GROSSO: “LA NOW GROUP HOLDING CORP. DELLE BRITISH VIRGIN ISLANDS NON È UNA FINANZIARIA OFFSHORE QUALUNQUE. LÌ DENTRO FINO AL 2006 C’ERA UNA FETTA DEL PATRIMONIO DI CARLO DE BENEDETTI. ERA DOMICILIATA E SI APPOGGIAVA PER VARIE PRATICHE AMMINISTRATIVE ALLO STUDIO PANAMENSE MOSSACK FONSECA MA ERA GESTITA DAI SEGRE, I COMMERCIALISTI TORINESI DI FIDUCIA”
3. SAPETE PERCHE’ NOW GROUP AVEVA SEDE (DA PRIMA DEL 2000) ALLE ISOLE VERGINI E NON A CAPRI O ISCHIA? LA RAGIONE – SPIEGANO QUELLI DELL’INGEGNERE – È CHE L’EQUIPAGGIO ERA FATTO DA DUE AUSTRALIANI E DUE AMERICANI CHE NON VOLEVANO UN CONTRATTO ITALIANO
 
Mario Gerevini per il “Corriere della Sera”
 
 Non è ancora emersa dall’immenso archivio dei Panama Papers. E chissà se verrà fuori. Eppure la Now Group Holding Corp. delle British Virgin Islands non è una finanziaria offshore qualunque. Lì dentro fino al 2006 c’era una fetta del patrimonio di Carlo De Benedetti, fondatore del gruppo Cir e presidente del Gruppo Editoriale L’Espresso. Ma va ricordato che aprire un’offshore, conferire patrimonio e attività è lecito se dichiarato. E fonti vicine all’Ingegnere sostengono che «è tutto dichiarato e trasparente».
 
La sede era in un palazzo (Akara Building) di Road Town, capitale delle Isole Vergini. Esattamente al numero 24 di De Castro Street. Cioè dentro l’ufficio dell’ormai arcinoto studio panamense Mossack Fonseca che alle Isole Vergini ha diversi dipendenti e proprio lì sfornava a livello industriale società su misura per clienti generalmente facoltosi e spesso desiderosi di coperture societarie o di dribblare il fisco. Ma va ricordato che aprire un’offshore, conferire patrimonio e attività è lecito se dichiarato. E fonti vicine all’Ingegnere sostengono che «è tutto dichiarato e trasparente».
 
 Prima di entrare nei dettagli della storia di Now Group bisogna però parlare di uno dei figli dell’Ingegnere. Rodolfo De Benedetti, presidente del gruppo Cir, la holding che controlla l’Espresso compare nei Panama Papers. È un’ anticipazione proprio dell’Espresso sul prossimo servizio con 80 nomi che vanno ad aggiungersi ai 200 già noti. E tra questi ci sono anche Domenico Bosatelli, patron della Gewiss di Bergamo, Silvio Garzelli, ex manager del gruppo Ferrero, l’immobiliarista Daniele Bodini, con base a New York e il costruttore napoletano Raffaele Raiola.
 
«Tra i nomi in chiaro, – scrive il settimanale – i Panama Papers riportano quello di Rodolfo De Benedetti, collegato alla McIntyre holding Ltd, registrata nel 1995 a cura di Mossack Fonseca nel paradiso fiscale delle Isole Vergini Britanniche». Era stato nominato amministratore ma non era beneficiario economico.
 
«La società è stata chiusa da molti anni», afferma De Benedetti. «In passato – spiega – McIntyre si era occupata di investimenti finanziari nel continente americano gestendo antichi risparmi di famiglia e la posizione di questi ultimi fu regolarizzata con il fisco italiano nel 2003. Sottolineo che da sempre dichiaro tutti i miei redditi e pago le tasse in Italia».
 
La Now Group del papà ha invece una storia più recente. Era domiciliata e si appoggiava per varie pratiche amministrative allo studio panamense Mossack Fonseca ma era gestita dai Segre, i commercialisti torinesi di fiducia.
 
Nel 2000 cinquanta miliardi di lire partono dalle Isole Vergini per ricapitalizzare la Romed International, cassaforte lussemburghese dell’Ingegnere. La Now Group si prende così il 24% della cassaforte ma solo in nuda proprietà, cioè senza poter esercitare i diritti patrimoniali (per esempio incassare i dividendi). L’usufrutto spetta all’Ingegnere che poi, come dimostrano le carte di varie altre operazioni, è anche il beneficiario finale.
 
Il 2006 è l’anno dei rimpatri: la Romed lascia il Lussemburgo e la Now Group le Isole Vergini, entrambe trasferite in Italia. L’ex offshore caraibica viene smantellata poco dopo.
 
Le fonti vicino all’Ingegnere confermano che era intestata a lui. Aggiungono che aveva come asset la barca a vela «Adesso» con la quale l’imprenditore voleva «navigare a vela solo nel Mediterraneo- dichiarava, dopo aver venduto lo yacht a motore, in un’intervista del 2007 a Yacht Capital – per questo ho chiamato così la barca, sta per “Adesso cambia la mia vita”». Ma perché, allora, Now Group aveva sede (da prima del 2000) alle Isole Vergini e non a Capri o Ischia? La ragione – spiegano sempre dall’entourage dell’Ingegnere – è che l’equipaggio era fatto da due australiani e due americani che non volevano un contratto italiano.
FONTE DAGOSPIA

FRANCESCHINI APRE BOCCA: VOTARE NO AL REFERENDUM E’ “UN ATTO CONTRO IL PAESE”! MENTRE TOGLIERE L’ART 18, ALLUNGARE A SPROPOSITO L’ETA’ PENSIONABILE NON E’ STATO UN ATTO CONTRO IL PAESE?

ART 18, LEGGE FORNERO E LE LEGGI SALVABANCHE NON INFASTIDISCONO LA SOCIETA’ CIVILE TANTO DA BRUCIARE GAZEBI O PICCHIARE GLI ADDETTI DEL PD
 
Votare No al referendum è “un vero atto contro il Paese”. “Usare una riforma attesa da 30 anni per buttarlo giù è un atto contro il Paese”. A puntare l’indice è, in un’intervista a Repubblica, il ministro dei beni culturali Enrico Franceschini .«Penso ai fiumi di parole che abbiamo versato in riunioni e convegni per raggiungere il risultato contenuto nella legge costituzionale e nella legge elettorale. Penso ai professori, ai commentatori, ai mondi intellettuali della sinistra che hanno accompagnato quel dibattito. Dimenticare il passato solo per una ragione di lotta politica, è inaccettabile», spiega Franceschini.
 
Quando Renzi dice che se perde si ritira “non è una minaccia, non è una personalizzazione. A me sembra – afferma Franceschini – una con-sta-ta-zio-ne. Questo governo, ed è agli atti, nasce per fare le riforme. Se le riforme non si fanno chiude bottega il governo e chiude anche la legislatura, mi pare ovvio. Anche perché non stiamo scegliendo tra due riforme diverse, che è il tema più surreale usato da alcuni costituzionalisti. Stiamo scegliendo tra la riforma e niente”.
 
“Qualcuno punta a colpire Renzi? Siamo nella fisiologia della politica, non mi sconvolge. Lo strumento però è sbagliato. Chi vuole affrontare il segretario dentro il Pd, lo sfidi al congresso; chi lo vuole sconfiggere nel Paese, lo sfidi alle politiche. Ma usare una riforma attesa da 30 anni per buttarlo giù è un atto contro il Paese”, sottolinea.
 
Roma, 29 mag. (askanews) 

A Ventimiglia i centri sociali gestiscono il business dei clandestini

Soros finanzia BENE, quanto MAFIA CAPITALE
 
In Liguria gli attivisti “no borders” decidono la collocazione degli immigrati e aggrediscono i giornalisti. La Lega: “Errore gravissimo coinvolgerli”
di Redazione
30 Maggio 2016 alle 21:16
 
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I “no borders” manifestano in stazione a Ventimiglia. Foto ANSA
 
Ennesima giornata di tensione a Ventimiglia, dove il vescovo chiede ai parroci di aprire le parrocchie per scongiurare lo sgombero della tendopoli. Già negli scorsi giorni attivisti dei centri sociali avevano interrotto una diretta Rai sputando addosso all’inviato e lanciandogli della spazzatura, prima di prendere il microfono dalle mani del cameraman con l’intenzione di scagliarlo contro il giornalista che era riuscito a schivare il colpo. Oggi la scena si è ripetuta, con giornalisti di altre testate che sono stati raggiunti dal lancio di pietre e di gavettoni. I cosiddetti “no borders”, che vorrebbero eliminare tutte le frontiere, gestiscono ormai di fatto la dislocazione e la non identificazione dei clandestini, il loro obbiettivo principale infatti è evitare che vengano ripresi o fotografati in modo tale da evitare che possano essere riconosciuti; sono loro ad indirizzare e accompagnare gli immigrati, loro a decidere dove debbano alloggiare. Il vescovo di Ventimiglia-Sanremo, monsignor Antonio Suetta, si era detto disposto ad accogliere le tende in un terreno del seminario chiedendo alla Croce rossa di pensare a pasti e assistenza e alla Protezione civile di allestire i servizi igienici, ma circa 70 immigrati potranno rimanere sul territorio come ospiti della parrocchia, come ha assicurato padre Francesco Marcoaldi, frate della congregazione Figli di Maria Immacolata e parroco a Ventimiglia dopo la disponibilità in merito espresso dal vescovo, monsignor Francesco Suetta.
 
Durissima la reazione della vice presidente della Regione Liguria e assessore regionale alla sicurezza e all’immigrazione, la leghista Sonia Viale: “La gestione dell’emergenza immigrazione non può essere un fatto improvvisato, ma necessita di un’adeguata collaborazione tra tutte le istituzioni preposte all’ordine pubblico, quindi forze di polizia e prefetture, e alla sanità pubblica. La proposta di aprire una tendopoli per 100 immigrati non identificati all’interno del seminario di Bordighera, appresa dalla stampa locale, non può che preoccuparci visto che sarebbe anche accompagnata dall’impiego dei cosiddetti no border di Ventimiglia nell’assistenza degli immigrati“. La vice presidente chiede un intervento da parte dello Stato, che finora sembra totalmente assente: “Vista l’estrema delicatezza, sotto ogni profilo, della questione, sarebbe auspicabile una presa di posizione di contrarietà netta da parte della Prefettura, anche in relazione agli impegni presi dal ministro degli Interni con il Presidente della Regione. Prioritaria è l’identificazione degli immigrati per poter procedere all’espulsione o all’esame delle richieste di asilo. Il rischio reale e concreto – conclude la Viale – sarebbe quello di creare un centro di addestramento vero e proprio di no border che non può essere in alcun modo condiviso e accettato da istituzioni di buon senso visto che i componenti dei centri sociali, in questi mesi a Ventimiglia, si sono ripetutamente resi protagonisti di episodi fuori dai confini della legalità. Sarebbe questo il tipo di integrazione promosso dal governo? L’affidamento ai centri sociali?”

Germania, proseguono le violenze sessuali di massa da parte dei clandestini

sono le donne tedesche razziste che non la danno allo straniero
 
A 5 mesi dai fatti di Colonia
Diciotto donne sono state vittime di abusi ad opera di richiedenti asilo pakistani nel corso di un festival musicale a Darmstadt, nel land dell’Assia
 
di Redazione
31 Maggio 2016 alle 22:03
 
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La piazza della stazione di Colonia a Capodanno, durante le violenze. Da Youtube
 
Non c’è pace per Angela Merkel, che sta stando ai recenti sondaggi sta subendo un tracollo nelle preferenze dei tedeschi a causa delle sue posizioni buoniste a favore dell’accoglienza. A distanza di cinque mesi dai fatti di Colonia, in Germania torna l’incubo delle violenze sessuali di massa. Teatro degli abusi è questa volta Darmstadt, città di 150mila abitanti nel land dell’Assia, dove nello scorso fine settimana si è svolto il festival musicale Schlossgrabenfestes: diciotto donne hanno infatti presentato denunce per le molestie sessuali subite durante i concerti.
 
Stando alle notizie riportate dallo Spiegel on line, la polizia ha già arrestato tre richiedenti asilo trentenni di origine pakistana, ma almeno altrettanti sono ancora ricercati. Secondo quanto denunciato dalle donne alla polizia già nelle prime ore di domenica, sarebbero state avvicinate da gruppi di uomini che le avrebbero poi molestate sessualmente toccandole nelle parti intime.
 
Il festival all’aria aperta dura quattro giorni, e vede ogni giorno la presenza di almeno 100mila persone. I media tedeschi scrivono che i casi di molestie potrebbero essere ben più dei diciotto finora denunciati: è probabile che nei prossimi giorni altre vittime prenderanno coraggio e si recheranno a fare denuncia. L’episodio ricorda molto da vicino i fatti di Capodanno a Colonia, quando decine di donne furono violentate nel corso dei festeggiamenti per la notte di San Silvestro, da uomini in gran parte di origine straniera. Anche in occasione dei festeggiamenti per il Carnevale, nel capoluogo del Nord Reno-Westfalia si erano registrati altri casi di molestie.

Due marocchini aggrediscono anziano e nipote in carrozzina a Cuneo

la kultura delle risorse. Attendiamo la solidarietà e indignazione della SOCIETA’ CIVILE.
 
Quale integrazione?
Gli immigrati, poco più che maggiorenni, si sono poi recati in un centro commerciale della zona come se nulla fosse accaduto
di Redazione
1 Giugno 2016 alle 09:31
 
Sono stati arrestati per rapina aggravata in concorso e poi scortati nel carcere di Cuneo a disposizione dell’autorità giudiziaria due ragazzi marocchini, di 18 e 19 anni, residenti uno a Fossano e l’altro a Beinette. Il fatto è avvenuto nel quartiere di Borgo Gesso a Cuneo, dove i giovanissimi hanno aggredito e derubato un anziano a passeggio con il nipote in carrozzina. L’uomo, aggredito alle spalle, è riuscito a ferire uno dei due malviventi con un morso alla mano, ma non a evitare il che gli venisse sottratta la collanina in oro che portava al collo. A quel punto il ragazzo è fuggito, raggiungendo il complice appostato con la macchina, una Fiat Punto, a bordo strada e pronto a partire.
 
La vittima ha subito chiamato il 112 e all’arrivo della volante ha fornito una descrizione dei soggetti agli agenti, per poi essere accompagnato all’ospedale e affidato alle cure dei medici che gli hanno prescritto una prognosi di 5 giorni. I ragazzi invece sono stati rintracciati poco dopo nel centro commerciale alla periferia di Cuneo ed arrestati. Uno dei due aveva ancora nella tasca la catenina rubata e alla mano il morso del suo proprietario, non ancora rimarginato. Ora le autorità stanno indagando su possibili ulteriori reati da loro commessi, come furti e scippi, ai danni di altre persone.

Brescia, clandestino senegalese violenta una senzatetto italiana

è sicuramente una bufala. Le risorse NON fanno queste cose e le donne italiane NON VIVONO IN MEZZO AD UNA STRADA. Gli e LE italiane sono RICCHE e tutelate dalla società civile
L’uomo è stato fermato in flagranza di reato mentre abusava per strada della donna, malata e senza fissa dimora
 
di Redazione
 
– 31 Maggio 2016 alle 09:55
 
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Foto ANSA
 
Lo stupro è avvenuto di prima mattina, verso le 4.30, in Via Milano a Brescia. La vittima è una donna italiana di 54 anni, senza fissa dimora e con problemi di salute, che dorme abitualmente in strada su giacigli fatti di cartone o coperte. Lo stupratore, un clandestino senegalese 31enne, è stato arrestato proprio mentre compiva la violenza sessuale ai danni della malcapitata, che cercava disperatamente di difendersi e di allontanarlo gridando.
 
La 54enne non è riuscita ad opporre resistenza, ma ha attirato l’attenzione dei residenti, chiedendo aiuto con tutta la voce che aveva in corpo. A segnalare lo stupro gli inquilini dei palazzi vicini, che hanno subito chiamato il 112: sono stati inviati sul posto i carabinieri di Brescia e un’ambulanza. Il clandestino è stato fermato flagranza di reato. La vittima è stata invece trasportata al pronto soccorso del l’Ospedale Civile per le cure e le medicazioni del caso.
 

IMMENSO ALBERTO ANGELA: SPUTTANA FAZIO IN DIRETTA TV, DA VERO SIGNORE! ECCO COSA E’ ACCADUTO

i kompagni possono violare ogni regola, se viene negata loro questa opzione, sei “fascista”. 
 
Riavvolgiamo il nastro fino a domenica sera. Siamo su Rai3, dove Fabio Fazio sta officiando la sua messa laica che risponde al nome di Che tempo che fa. Sfilano Massimiliano Allegri, la Gialappa’s Band, Niccolò Fabi e Flavio Caroli. Poi, certo, c’è spazio, tempo e modo anche per Luciana Littizzetto. La trasmissione prosegue, si chiacchiera, ci si dilunga. Anzi, ci si dilunga tantissimo: quasi un’ora, uno sforamento probabilmente che vale un record assoluto.
 
E a pagarne le conseguenze è il povero Alberto Angela, il cui Ulisse doveva andare in onda alle 21.45 e, invece, è cominciato a ridosso delle 22.45. Insomma, un ottimo motivo per essere nervosi. Non soltanto per una questione di rispetto, ma anche per una questione di share: a quell’ora il pubblico si riduce e l’audience ne risente. Ma Alberto Angela, come ha notato l’attentissimo Italia Oggi, si è vendicato. Come? Semplice, nel corso della puntata di Ulisse ha messo in onda la protesta dei telespettatori, facendo scorrere in sovrimpressione lo “scoramento” di chi ha dovuto a lungo attendere il programma. E, in parallelo – come potete vedere nella gallery – lo scontento montava su Twitter: vi proponiamo soltanto alcuni dei (numerosissimi) messaggi infuocati contro Fazio e le sue lungaggini.
 
Certo, Fabio Fazio è “padrone”, in Rai fa quello che vuole, e lo dimostra l’indifferenza con cui ruba addirittura 45 minuti al collega. Ma applausi a scena aperta per Alberto Angela, che ha il coraggio dei giusti, quello che serve per “ribellarsi” in diretta al “padrone” Fazio.
 
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Bulgaria: terminata la barriera di filo spinato per fermare i clandestini, “qui non si passa”

dove mafia capitale non c’è….c’è “razzismo”. Come è noto la Bulgaria è un paese benestante, ricchissimo, quindi è solo per razzismo che non “condividono” tale ricchezza con “le risorse”.
 
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La Bulgaria ha ultimato la costruzione di ulteriori 35 km di barriera di filo spinato al confine con la Turchia, sul territorio della regione di Yambol. Scopo della barriera, riferiscono i media locali, è di ostacolare il passaggio illegale in Bulgaria di migranti clandestini provenienti dalla Turchia. La lunghezza complessiva della barriera al confine con la Turchia dovrebbe arrivare a 268 chilometri.

Ustiona connazionale con acqua bollente, arrestato

mercoledì, 1, giugno, 2016
 
VENEZIA, 1 GIU – Un cinese è stato arrestato dai carabinieri di S.Donà di Piave per aver gettato dell’acqua bollente addosso ad un connazionale che è finito anch’egli in manette perchè latitante dal 2011 dopo essere stato condannato a 6 anni di carcere per atti sessuali nei confronti di minori. Quest’ultimo si è presentato in ospedale, in gravi condizioni, con ustioni di secondo grado su buona parte del corpo, volto compreso.
 
L’immigrato ha riferito ai carabinieri di vivere da un connazionale, cuoco in un ristorante. Per motivi in corso di accertamento, il cuoco avrebbe versato una pentola di acqua bollente addosso al latitante, identificato tramite le impronte digitali, mentre si trovava sdraiato sul letto. La vittima si è poi fatta accompagnare in taxi fino all’ospedale di San Donà e da qui trasportata al centro gravi ustionati di Padova dove è stato dichiarato in stato di arresto. L’uomo, piantonato dai militari, è in prognosi riservata. Sono poi scattate le manette al connazionale per lesioni personali gravissime. ansa