“Inviare truppe Nato al confine con la Russia”

nato3
Mag 31, 2016/
Si fanno sempre più forti le preoccupazioni della Nato nei confronti degli Stati baltici (Lituania, Estonia e Lettonia). Proprio a partire dalla possibile invasione da parte di uno di questi Paesi da parte di Vladimir Putin si apre 2017, guerra con la Russia,il libro dell’ex generale della Nato  Sir Richard Shirreff., pubblicato proprio in questi giorni.
Secondo il generale il 2017 sarà l’anno in cui – “finalmente” – Russia e Nato si scontreranno e sarà ovviamente una guerra nucleare. E sembra proprio che la Nato stia andando in questa direzione. Proprio oggi si sono conclusi i tre giorni dell’Assemblea parlamentare del Patto Atlantico, che ha partorito una dichiarazione finale parecchio ostile a Mosca.
Nel suo intervento, il vice segretario della Nato Alexander Vershbow ha affermato che il confronto con la Russia sarà su due binari: quello militare e quello diplomatico.
 

 

Il piano militare consiste – molto tragicamente – nella presenza fissa e stabile di soldati al confine con il fronte russo: “Nel vertice del Galles è stato concordato il rafforzamento della difesa collettiva e delle capacità di prevenzione. Ed è una promessa mantenuta. La forza di risposta della Nato agisce con velocità. È stata triplicata, raggiungendo 40 mila unità, delle quali 5 mila hanno la capacità di muoversi nel giro di 2-3 giorni sul territorio dell’Alleanza, nel sud o nell’est”. Non solo, aumenteranno le esercitazioni Nato al confine con l’Orso russo.
 
Il vicepresidente della Nato è caduto poi in contraddizione affermando che il sistema missilistico da poco installato in Romania serve per contrastare i russi. Gli esponenti del Patto Atlantico, infatti, avevano affermato che si trattava di un sistema per prevenire gli attacchi dall’Iran. Una storiella alla quale nessuno – soprattutto i russi – credeva e che dimostra che i piani della Nato sono quelli di accerchiare la Russia.
 

 

Il presidente dell’Assemblea, Michael Turner, ha invece affermato che “serve una strategia, per garantire che la rinnovata aggressività della Russia abbia un prezzo e che ulteriori aggressioni vanno scoraggiate. A Varsavia, dobbiamo ribadire che la deterrenza – convenzionale e nucleare – e la difesa collettiva rimangono le prime ed essenziale missioni della Nato“. Anche per Turner una presenza militare ai confini con la Russia è d’obbligo, come riporta Nova  , che ha parlato di “presenza di unità multinazionali, organizzate in battaglioni offerti dagli alleati europei e quelli del Nord America, ai confini dell’Est dell’Europa”. Parere condiviso anche dal vice segretario della Nato Vershbow: “Con le incrementate capacità della Russia e la mobilitazione di un considerevole numero di truppe da combattimento ai suoi confini, la Natonon dovrebbe limitarsi solo al pronto intervento. Noi dobbiamo essere presenti sul posto” – ha affermato – aggiungendo che “dobbiamo rendere chiaro a tutti quelli che ci fanno del male che in caso di attacco nei confronti di un nostro membro, dovranno fare i conti con le forze dell’Alleanza. Questa presenza sarà difensiva, proporzionale ed in rispetto agli impegni internazionali, incluso l’accordo fra Nato e Russia. La Nato non chiede un confronto, ma difenderà ogni suo alleato da qualsiasi probabile attacco”.
 

 

Ma c’è poi anche il secondo binario da seguire, quello del dialogo. Anche in questo caso i membri Nato sono stati chiari: sì alla discussioni, ma alle nostre condizioni o, per usare le parole di Vershbow, “dalla posizione del più forte”. Il vice segretario della Nato ha poi proseguito dicendo che “la Russia potrebbe essere ancora una fonte di stabilità nel mondo, e l’abbiamo visto sulla questione dell’accordo nucleare con l’Iran o sulla distruzione delle armi chimiche in Siria. Ma in Europa – ha precisato Vershbow – fino a quando la Russia continuerà con le azioni di aggressione contro l’Ucraina, violando le norme internazionali, le opportunità di partenariato sono limitate”.
 
A questo punto non possiamo più girarci attorno. Molto probabilmente, nei prossimi mesi, lo scontro tra Nato (o sarebbe meglio dire Usa?) e Russia si sposterà nel Baltico. Con conseguenze ancora imprevedibili.
 Matteo Carnieletto
 
Nato a Cantù il 28 febbraio del 1990, entro nella redazione de ilGiornale.it nel dicembre del 2014. Da sempre appassionato di politica estera, ho scritto assieme ad Andrea Indini “Isis segreto”, “il tuffo fisico di due cronisti dentro la melassa del terrorismo islamico”, per usare le parole del direttore de ilGiornale Alessandro Sallusti. Attualmente sto dedicando i miei approfondimenti alla figura di Vladimir Putin. Sono sposato con Margherita.
“Inviare truppe Nato al confine con la Russia”ultima modifica: 2016-06-05T22:44:29+02:00da davi-luciano
Reposta per primo quest’articolo