Ben spesi! 500 euro per il ritardo della fine del concerto di ieri

Dal blog di Gabriele Ferraris (ex direttore di Torino Sette della Stampa, esperto musicale):

“PROTESTE AL CONCERTO, MAX CASACCI MEDIA CON LA PIAZZA

http://gabosutorino.blogspot.it/2016/04/proteste-al-concerto-ma-casacci-si.html

Rapidissime note di cronaca sul concerto di stasera in piazza Castello per il Torino Jazz Festival. Come sapete c’era la prima assoluta di “Pulse!”, il nuovo progetto di Max Casacci, Vaghe Stelle e Emanuele Cisi. Prima dell’inizio dello spettacolo era prevista una celebrazione ufficiale del 25 aprile.

Schierati sul palco le solite autorità e gli ex partigiani.

Dalla piazza sono arrivati fischi e proteste di un nutrito gruppo di manifestanti che inalberavano cartelli con le fotografie di alcuni giovani sottoposti a misure cautelari per varie accuse legate a manifestazioni di tipo politico e/o sociale. Fassino ha rinunciato a parlare

Le contestazioni e i fischi sono continuati anche quando sul palco sono saliti i presentatori del concerto.

I manifestanti volevano che prendesse la parola un loro rappresentante per leggere un appello.

A quel punto è arrivato Max Casacci, ha preso il microfono e ha detto semplicemente che la madre di uno dei giovani in questione venisse pure su a leggere l’appello.

La madre è andata sul palco, ha letto l’appello, tutti hanno applaudito, poi il concerto è cominciato, le bandiere e i cartelli sono spariti, molti dei manifestanti se ne sono andati a casa soddisfatti, il resto del numeroso pubblico si è molto divertito.
Problema risolto

Sennonché fra fischi, discorsi interrotti, canto di “Bella ciao”, schieramenti di polizia, cori “vergogna vergogna”, intervento di Max, lettura dell’appello, applausi di consenso, varie ed eventuali, il concerto è partito con mezz’ora di ritardo; di conseguenza ha sforato di almeno una quindicina di minuti l’orario delle 23,30 previsto dalla deroga sui rumori notturni.

D’altra parte, era impossibile tagliare a metà l’ultimo brano. 

Gli organizzatori del Festival, ovvero il Comune e la Fondazione per la Cultura, hanno dovuto accettare, seppure a malincuore, la prospettiva di pagare la sanzione prevista in questi casi: 500 euro.
On vit une époque formidable”.

Alleanza strategica fra Austria e Russia

Apr 9, 2016
 
La compattezza della politica anti-russa dell’Unione Europea è incrinata.
 
A infrangere il muro dell’ostilità nei confronti di Mosca è l’Austria, che all’inizio di questa settimana ha fatto sapere, per bocca del Capo di Stato Maggiore generale Othmar Commenda, che le forze armate austriache sono pronte a cooperare militarmente con quelle russe.
 
E questo “nonostante gli avvertimenti delle altre potenze mondiali”. Si tratta di un avvertimento importante, che arriva dopo mesi in cui Vienna ha continuato a lanciare segnali, flebili ma continui, al resto dell’Europa.
 
In principio erano stati i migranti a provocare la decisione del governo di Werner Faymann di chiudere le frontiere meridionali con la Slovenia, in barba alle proteste di quella Germania da cui pure dipende tanta parte della politica estera austriaca.
 
Proprio nell’ambito della gestione dell’emergenza migranti Vienna era tornata ad esercitare un rinnovato protagonismo fra quei Paesi della MittelEuropa cui è inevitabilmente legata per evidenti ragioni storiche: la scelta di bloccare i flussi provenienti dalla rotta balcanica offre infatti una sponda alle rigide politiche adottate dal gruppo di Visegrad, che riunisce Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia.
 
In autunno Vienna ha ospitato le sessioni dei colloqui di pace per la guerra Siria, riconfermando la propria tradizione di grande capitale della diplomazia. Dopo la seconda guerra mondiale, infatti, all’Austria venne assegnato il ruolo di “Stato cuscinetto”, esterno sia all’Alleanza Atlantica che al Patto di Varsavia.
 
Anche successivamente al crollo del Muro di Berlino Vienna mantenne sempre una politica autonoma, senza aderire mai alla Nato ed entrando nell’Unione Europea solamente nel 1995.
 
Difficile certo che la mossa austriaca possa impensierire l’Unione Europea o la Nato: si tratta tuttavia di un’apertura che contribuisce a rompere ulteriormente l’accerchiamento contro la Russia e di un’altra attestazione di sfiducia nei confronti della leadership di Bruxelles.
 
A febbraio il vice-cancelliere Reinhold Mitterlehener aveva apertamente criticato le sanzioni alla Russia durante una visita a Mosca, ricordando i danni subìti dalle centinaia di imprese austriache impegnate nel commercio con i russi, discutendo anche di politiche energetiche.
 
L’intesa cordiale con Mosca insomma sembra orientare i futuri sviluppi della politica estera austriaca. E a questo proposito c’è anche un altro fattore da tenere presente: come ricorda Giampiero Venturi su DifesaOnline, la chiusura dei confini meridionali alla frontiera con l’Italia, recentemente decisa da Vienna, si basa sul presupposto che i migranti in arrivo dal nostro Paese provengano dall’Africa – e non dalla Siria. Dunque, per la maggior parte si tratterebbe di migranti economici anziché di rifugiati politici in fuga dalla guerra.
 
Resta da capire se questo calcolo si basa sull’assunto – per la verità ancora tutto da verificare  – che la Siria possa essere stabilizzata in tempi brevi. Magari proprio sulla base di quei colloqui ospitati a Vienna.

Sul 25 Aprile a Donato litigano Partigiani e Pd

Inserito tra i relatori un esponente del Comitato per il no al referendum sulla riforma costituzionale e alla richiesta dei sindaci di toglierlo l’Anpi reagisce duramente: “Difendiamo la Costituzione nata dalla Resistenza”
 
25 aprile
Un’immagine della scorsa edizione
 
Clima incandescente quello che si prospetta alla celebrazione forse più sentita tra quelle del 25 Aprile, cioè quella in programma a Donato Lace lunedì mattina. Tutto a causa dell’inserimento tra i relatori di Marco Bellini, promotore a Ivrea di un “Comitato per il No nel Referendum sulle modifiche alla Costituzione”, cioè contro la riforma fortemente voluta dal Governo e dal premier Matteo Renzi. Comitato nato: “Per difendere la Costituzione nata dalla Resistenza”.
 
La presenza di Bellini ha indispettito un altro canavesano, il sindaco di Parella, che ha scritto alla collega di Donato, rimarcando, a suo parere come il portavoce del Comitato intenda: “approfittare dell’occasione della memoria della Resistenza per affermare che la riforma costituzionale ne tradisce gli ideali” e spiegando che nel caso il programma fosse confermato lui non avrebbe partecipato. Raccolti i dubbi, questa volta verbali, anche di un altro primo cittadino, il sindaco di Donato Desirée Duocco ha fatto presente, sempre attraverso i canali ufficiali, la questione agli organizzatori dell’Anpi Valle Elvo, aspettandosi probabilmente un possibile accomodamento.
 
Invece la risposta dell’Associazione Partigiani è stata durissima. “Per noi un intervento a Lace che riguardi la riforma della Costituzione approvata dal Parlamento e che dovrà essere sottoposta a referendum confermativo da parte dei cittadini è particolarmente importante – scrivono Paolo Bonino, Andrea Favario, Pierangelo Favario, Oreste Frassati, Pier Adelchi Maffeo, Renzo Sarteur e Roberto Teagno –. La Costituzione promulgata nel 1948 è l’eredità più grande lasciata dalla Resistenza nei confronti degli italiani, schiacciati da oltre vent’anni di dittatura fascista ed è scritta con il sangue, le sofferenze dei partigiani uccisi e di tutta la popolazione piegata da una guerra insensata. I partigiani non hanno dato la vita per difendere la democrazia liberale, semmai l’hanno data per liberare il nostro paese dal fascismo e dal nazismo, suo fratello, con l’ambizione di promuovere una democrazia non solo liberale ma anche comunista, socialista, azionista e di matrice cattolica. Ed è purtroppo una verità inoppugnabile che la riforma costituzionale approvata da poco dal Parlamento comporterà l’abbandono della democrazia costituzionale in favore di un premierato assoluto. Già ora con l’adozione di vari sistemi di voto di tipo maggioritario il voto democratico è fortemente compromesso e la rappresentatività ristretta, con la riforma del Senato accompagnata dall’introduzione di una nuove legge elettorale, unita alla legge elettorale già in vigore alla Camera, la possibilità per i cittadini di eleggere i propri rappresentanti in modo trasparente e consapevole viene ulteriormente e definitivamente frustrata. Quindi quale miglior ricorrenza se non il 25 Aprile, per parlare e far conoscere ai cittadini la riforma che intende far piazza pulita della Costituzione nata dalla Resistenza?”.
 
Un attacco in piena regola. “La difesa della Costituzione e quindi anche contro l’ultimo tentativo di modifica è tra le priorità dell’Associazione dei partigiani e degli antifascisti, associazione che ha fra l’altro deliberato già a dicembre 2015 la propria contrarietà a questa riforma ed ha invitato i propri aderenti ad impegnarsi nei comitati per il no o a promuoverli. E’ quindi un dovere, oltre che un piacere, per noi accogliere l’intervento del rappresentante di uno di questi comitati a Lace”.
 
La risposta non è naturalmente piaciuta gli esponenti democratici (o almeno a chi ne è già  venuto a conoscenza), con alcuni che probabilmente diserteranno l’evento e altri che già annunciano di volersi allontanare quando sul palco salirà Bellini. Considerando che tra i presenti potrebbero esseri la senatrice Nicoletta Favero, convinta sostenitrice di Renzi, e il presidente della Provincia Emanuele Ramella, a sua volta renziano, l’imbarazzo istituzionale pare certo.
 
Altri sindaci invece, come quello di Mongrando Tony Filoni avrebbero accolto di buon grado l’iniziativa e sembrano pronti ad appoggiarla. Una divisione netta, che potrebbe tradursi in malumori e contestazioni che proseguiranno ben oltre il 25 aprile, andando a  peggiorare i rapporti sempre più tesi tra sinistra estrema e Partito Democratico.

Francia : delibera “più efficente di un tunnel contro l’inquinqmento”

rassemblement

COMMUNIQUE DE PRESSE”

Lyon, le 25 avril 2016!

Un arrêté municipal : plus efficace qu’un tunnel contre la pollution”

En ce jour d’ouverture de la conférence environnementale à Paris, les élu-e-s du Rassemblement citoyens, écologistes et solidaires (RCES) mènent une action concrète auprès plus de 1000 Maires de la région Auvergne Rhône-Alpes. La pollution fait de plus en plus de morts par an et augmente considérablement le nombre de maladies chroniques, notamment chez les plus faibles. Notre région n’est pas épargnée et les zones les plus touchées sont les vallées alpines, traversées de toutes parts par des poids lourds.

“Nous saluons la ville de Grenoble qui vient de retirer sa participation financière au projet Lyon-Turin estimant que l’urgence allait à l’amélioration de la ligne existante, et nous lançons ce jour à notre tour une initiative permettant de faire un nouveau pas décisif dans la lutte contre les pollutions” a déclaré Corinne Morel Darleux, élue du Rassemblement qui s’est rendue en Val de Suse le mois dernier pour y rencontrer les élus opposés à ce projet de Lyon-Turin.

Cette action s’inscrit dans le cadre du décret publié par les gouvernements français et italien, suite à l’accord sur la LGV Lyon-Turin (2014-1002 le 4 septembre 2014) promettant la restriction, voire l’interdiction de circulation de certains poids lourds dans les vallées alpines. Car comme le déplore Jean-Charles Kohlhaas, qui siège dans la commission Transports : “Depuis hélas, rien n’a été fait. Les camions continuent à circuler, exposant ainsi la population aux risques de cancer et de maladies chroniques”

En conséquence, les élu-es du groupe RCES adressent ce 25 avril un courrier à 1024 Maires des vallées pour les inciter à prendre des mesures pour l’intérêt général et leur proposent un modèle d’arrêté municipal.
Pour Fabienne Grébert élue du territoire concerné et membre de la commission environnement: ” Nous ne pouvons pas rester les bras croisés. La lutte contre la pollution et le changement climatique fait partie de nos fondamentaux. Nous avons travaillé main dans la main avec la coordination des opposants au Lyon-Turin pour
écrire ce courrier aux Maires et surtout leur proposer un modèle d’arrêté municipal interdisant la circulation des poids lourds. La ligne ferroviaire existante entre Ambérieu et Modane peut parfaitement permettre le transport de près de 15 millions de tonnes de marchandise par an, il est vital de débarrasser nos vallées des camions.”

Contact presse : Le rassemblement : citoyens, écologistes, solidaire -“
Corinne Morel-Darleux – 06 77 85 65 95 / Jean-Charles Kohlhaas – 06 79 47 05 20″

 rassemblement

 

 

Région Auvergne Rhône-Alpes
Groupe RCES
1 esplanade François Mitterrand
69002 Lyon

Madame, Monsieur le Maire,

Lors de la campagne des élections régionales, nous nous étions fortement engagé-e-s à porter l’intérêt général au coeur de l’action publique.
Après l’installation du Conseil Régional, le temps est donc venu de tenir ces engagements. Nous avons promis d’agir pour la diminution de la pollution consécutive aux transports de marchandises par la route. Cet engagement nous semble prioritaire, du fait de l’urgence du problème de santé publique.
Le Centre International de Recherche sur le Cancer (CIRC) a déclaré le 12 juin 2012 que l’exposition des populations aux rejets des moteurs diesel est directement responsable de l’apparition de cancers du poumon.
Evaluation
Les données scientifiques ont été examinées à la loupe par le Groupe de Travail qui a globalement conclu qu’il disposait d’indications suffisantes de la cancérogénicité pour l’homme des gaz d’échappement des moteurs Diesel. Le Groupe de Travail a constaté que les gaz d’échappement des moteurs Diesel provoquaient le cancer du poumon (indications suffisantes) et a également noté une association positive (indications limitées) à un risque accru de cancer de la vessie (Groupe 1).

Groupes d’évaluation – Définitions
G roupe 1 : L ’agent est cancérogène pour l’homme.
Cette catégorie est utilisée lorsque l’on dispose d’indications suffisantes de cancérogénicité pour l’homme. Exceptionnellement, un agent peut être placé dans cette catégorie lorsque les indications de cancérogénicité pour l’homme sont moins que suffisantes, mais que l’on dispose d’indications suffisantes de sa cancérogénicité pour l’animal de laboratoire et de données probantes, chez l’homme exposé, selon lesquelles l’agent suit un mécanisme de cancérogénicité pertinent.
Les gouvernements français et italien, conscients des risques pour les populations et pour le climat, ont précisé à l’annexe 3 de l’accord du 30 janvier 2012 sur le projet de ligne à grande vitesse Lyon-Turin, publié sous forme de décret 2014-1002 le 4 septembre 2014 :
Dans l’année suivant la date de signature du présent Accord et après avis des sociétés concessionnaires et des transporteurs, les commissions intergouvernementales franco-italiennes respectivement compétentes pour le contrôle du tunnel routier du Mont-Blanc et celui du tunnel routier du Fréjus, seront invitées à orienter le trafic des poids lourds vers les classes Euro les moins polluantes, en modulant les péages en fonction de ces classes dans le respect du droit en vigueur dans les deux Etats, en particulier s’agissant du régime des concessions routières. Les transports de marchandises dangereuses feront également l’objet de modulations tarifaires adaptées.
En tenant compte de la disponibilité des services de transport ferroviaire alternatif, notamment de ferroutage, des restrictions, voire, si les conditions le permettent, des interdictions du trafic de certains poids lourds pourront également être envisagées aux tunnels du Mont-Blanc et du Fréjus.

Elles pourront concerner:

– les poids lourds de classe Euro 1, voire Euro 2;
– les transports de marchandises dangereuses.
Comme vous le savez la ligne ferroviaire existante entre Ambérieu (Est de Lyon) et Modane puis l’Italie a permis en 2000 de transporter 9,4 millions de tonnes de marchandises et Réseau Ferré de France a publié une capacité de la voie existante de 14,6 millions de tonnes de marchandises par an soit la circulation de 120 trains par jour (60 par sens) outre les trains de voyageurs. Ce qui établit “la disponibilité des services de transport ferroviaire alternatif” puisqu’il ne circule aujourd’hui que 20 trains par jour environ pour un total de 3,3 millions de tonnes au cours de l’année 2014.
Les Codes de la Santé Publique et de l’Environnement, engagent les responsables des collectivités territoriales à prendre des mesures dans l’intérêt général et la prévention des risques de santé publique.
Nous devons malheureusement constater comme vous, que l’engagement d’interdiction de circulation routière des camions Euro 1, Euro 2 et marchandises dangereuses, qui aurait dû intervenir au plus tard le 29 janvier 2013, ne se trouve pas traduit dans les faits et que les camions continuent de circuler dans les vallées alpines malgré ces dispositions et l’exposition des populations au risque avéré de cancer du poumon. Les pouvoirs publics, malgré les diverses interpellations, se sont abstenus de toute mesure d’interdiction permanente.
C’est la raison pour laquelle, nous prenons l’initiative concrète de vous inviter à publier un arrêté municipal d’interdiction de circulation, sur votre commune, conformément au Décret 2014-1002 du 4 septembre 2014.
Vous trouverez en pièce jointe le projet que nous vous proposons, qui sera un signe fort de votre engagement et celui de votre Conseil Municipal contre l’injustifiable surexposition de la population de votre territoire au risque du cancer du poumon.
Dès à présent nous vous indiquons que l’argument selon lequel il s’agirait d’une mesure discriminatoire au sens de l’article 36 du Traité sur le Fonctionnement de l’Union Européenne (TFUE) ne peut être soutenu. Il suffit pour s’en convaincre d’observer les interdictions effectives au tunnel du Mont-Blanc qui visent les mêmes véhicules.
Nous restons à votre disposition pour toute information complémentaire et vous assurons de notre engagement à lutter contre la pollution et la détérioration du climat de façon concrète.
Nous reviendrons prochainement vers vous dans le cadre de notre engagement de voir les marchandises circulant sur la route entre la France et l’Italie transportées sur les voies ferroviaires à hauteur de la capacité annoncée par RFF. Pour cela nous nous sommes engagés à exiger la mise en service d’un report modal effectif à court terme au départ d’Ambérieu par SNCF Fret grâce aux différentes techniques disponibles en Europe et inutilisées en France (Polyrail, Wagon petites roues, Multiberce…).
Vous remerciant pour votre attention, nous vous adressons, Madame, Monsieur le Maire nos sincères salutations.
Monique Cosson, Présidente du groupe RCES

Vu la publication du Centre International de Recherche sur le Cancer / OMS daté du 12 juin 2012,

Vu le décret n°2014-1002 du 4 septembre 2014, annexe 3 – A.2., reprenant les termes de l’accord Franco-Italien du 30 janvier 2012.
Vu l’absence de mesures prise en application du décret n°2014-1002 du 4 septembre 2014, annexe 3 – A.2.,
Vu le code de la santé publique, notamment son article L1335-1
Vu le Code de l’environnement Titre II du Livre II et notamment ses articles L220-1 et L220-2
Vu le Code de la Route article 318-1
Vu le Traité sur le Fonctionnement de l’Union Européenne (TFUE) et notamment les articles 34, 35 et 36,
Vu les objectifs fixés par Livre Blanc Feuille de route pour un espace européen unique des
transports – Vers un système de transport compétitif et économe en ressources publié le 28 mars 2011 (page 10)
Vu le Code de l’Environnement notamment ses articles L110-1 et L110-2, L222-6,
Vu les risques pour la santé publique,
Vu l’exposition des riverains aux risques,
Vu l’urgence,
ARRETE
Article 1er
La circulation des poids lourds de norme Euro 1 et Euro 2 en provenance ou en direction de l’Italie est interdite sur toutes les voies de circulations de XXX (nom de la ville).
Article 2
La circulation des poids lourds transportant des marchandises dangereuses en provenance ou en direction de l’Italie est interdite sur toutes les voies de circulations de XXX (nom de la ville).
Article 3
Toute infraction aux dispositions du présent arrêté sera constatée et poursuivie conformément aux lois et règlements en vigueur.
Article 4
Cette interdiction sera matérialisée sur place par une signalisation conforme à l’instruction
interministérielle sur la signalisation routière
Article 5
Le présent arrêté entrera en vigueur à compter de son affichage.

Petrolio Genova, Toti: “No allarmismi. E poi la corrente porta verso la Francia”

23 aprile 2016 | di F. Q.
  
“Tutto si sta muovendo secondo i piani, la macchina organizzativa sta funzionando come doveva. L’emergenza in mare è stata aggredita, quella sul fiume è sotto controllo. Il sistema di difesa ha tenuto nonostante le piogge che sono arrivate come ampiamente previste dal nostro sistema meteo”. Lo ha detto il Presidente della Regione Liguria,Giovanni Toti, nel corso del sopralluogo sul Polcevera per fare il punto sull’emergenza petrolio a Genova. Il gruppo di lavoro regionale ha partecipato in mattinata alla nuova riunione del tavolo tecnico in Prefettura, nato nei giorni scorsi su iniziativa della Regione, per fare un aggiornamento sui lavori. “Le operazioni di recupero a terra del materiale sversato stanno per essere ultimate – ha detto l’assessore alla Protezione CivileGiacomo Giampedrone – con uno spiegamento di forze che si è rilevato fondamentale per affrontare l’emergenza meteo delle ultime ore”. Secondo i monitoraggi tecnici in corso le chiazze attualmente rilevate sono molto a largo della costa savonese e imperiese e non destano preoccupazione inoltre le correnti le stanno indirizzando verso la Francia. Nei prossimi giorni la Regione Liguria sarà impegnata a monitorare costantemente il materiale in mare al fine di eseguire tutti gli interventi possibili per garantire la massima sicurezza, anche in vista della stagione estiva, del nostro litorale con delle analisi specifiche da parte dei tecnici di Arpal

Tav, denunciamo l’omertà delle Istituzioni

http://www.beppegrillo.it/movimento/parlamentoeuropeo/2016/04/tav-denunciamo-lomer.html

Ancora un altro muro. Nonostante le pressioni e le domande del Movimento 5 Stelle, le omertà sulla TAV continuano. Il presidente del consiglio di amministrazione della società Torino-Lione, Hubert du Mesnil, ospite della Commissione Controllo di Bilancio del Parlamento europeo, si è trincerato dietro un no comment davanti alla richiesta di rendere pubblici tutti i documenti relativi al progetto di collegamento ferroviario ad alta velocità fra Torino e Lione. Eppure il Parlamento europeo lo scorso 8 marzo, all’interno della Relazione 2014 della Lotta contro la frode, aveva approvato alcuni emendamenti presentati dal Movimento 5 Stelle in cui si invitava la Commissione Europea a rendere pubblici tutti i documenti attinenti al progetto di collegamento ferroviario ad alta velocità TAV Torino-Lione e ai relativi finanziamenti. Grazie al Movimento 5 Stelle il Parlamento europeo chiede chiarezza e trasparenza sulla gestione, quella che è stata negata dall’amministratore Hubert du Mesnil. Hanno paura di svelare quanto inutile e costosa sia questa grande opera che non serve né ai cittadini, né al territorio. L’impegno dei portavoce contro la TAV è massimo. Marco Valli ha presentato una richiesta di accesso ai documenti relativi ai costi e alle spese sostenute per finanziare la TAV. Ma la Commissione europea ha sempre risposto alla Ponzio Pilato, rinviando ai governi francesi e italiani la responsabilità. Questa omertà è illegittima perché uno dei compiti dei deputati della Commissione Controllo di Bilancio è proprio quello di verificare come vengano spesi i fondi europei. Ricordiamo che metà degli stanziamenti previsti per costruire la TAV provengono proprio da risorse europee. Eleonora Evi si è battuta per ottenere la calendarizzazione delle petizioni sul Tav al Parlamento europeo, mentre Daniela Aiuto – relatrice del parere sulla Regione Alpina all’interno della Commissione Trasporti – ha presentato degli emendamenti per rivedere la lista dei grandi progetti infrastrutturali, tra cui la Torino – Lione, redatta dalla Commissione europea. In particolare, si è chiesto di valutare tutti i progetti in materia di trasporti, dando priorità alla valutazione dell’impatto su ambiente e salute dei cittadini e alla rivalutazione e utilizzo delle infrastrutture già esistenti. In aggiunta si è proposto di effettuare consultazioni referendarie per coinvolgere i cittadini nelle scelte che impattano a livello regionale e locale. La relazione verrà votata in Commissione il 24 maggio. Titolare del rapporto è Mercedes Bresso del Pd, per la quale la TAV va fatta perché l’offerta genera la domanda. Non molleremo mai!
VIDEO. L’affondo di Marco Valli in Commissione Controllo di Bilancio sulla Tav, una opera inutile e costosa.
https://youtu.be/5tLwyZNig1M

VIDEO. Daniela Aiuto si batte in tutte le Commissioni per portare trasparenza sulle grandi opere. Ecco il suo ultimo intervento.

https://youtu.be/Hg1kyKxBtC0

Les îles Tiran et Sanafir cédées à l’Arabie qui s’engage à respecter les accords de camp David

Par Agence | 12/04/2016 | 9:19

sanafir_tiran100

Avant que l’Egypte ne concède à l’Arabie saoudite les deux îles Tiran et Sanafir, à la position stratégique qui sépare la mer Rouge du golfe d’Aqaba ,  elle en a informé les responsables israéliens.

 Au motif que leur statut figure dans l’accord israélo-égyptien de Camp David signé en 1979, les Israéliens devraient eux aussi donner leur feu vert pour leur transmission aux Saoudiens. Il semble que ces derniers ont d’ores et déjà donné leur engagement à respecter les clauses de cet accord concernant les deux îles.

Selon le journal égyptien al-Ahram, des contacts se sont déroulés entre les deux cotés israéliens et égyptiens concernant la signature de l’accord entre le Caire et Riyad pour déterminer le tracé de frontière maritime dans le golfe d’al-Akaba et des conséquences qui en découlent.

Les responsables égyptiens ont fait part à leur homologue israéliens que l’Arabie saoudite allait respecter les engagements qui les concernent.

Selon le journal, les Égyptiens ont montré aux Israéliens le message que le deuxième prince héritier Mohammad Ben Salmane a donné au Premier ministre égyptien Charif Ismail, dans lequel il affirme que l’Arabie respectera les termes de l’accord que l’Egypte avait conclu, lorsqu’il entrera en vigueur après le vote favorable du Parlement égyptien.

« Si Israël accepte le contenu de ce discours, l’accord du tracé des frontières maritimes entre l’Égypte et l’Arabie saoudite nécessitera une modification du traité de paix israélo-égyptien, pour laquelle le gouvernement israélien se doit de convoquer le Parlement israélien», explique le journal, selon lequel le gouvernement israélien n’a opposé aucune fin de non-recevoir.

Selon l’éditin arabe de l’encyclopédie en ligne Wikipedia, ces deux îles sont saoudiennes, mais avaient été louées à l’Egypte avant qu’elles ne soient occupées par Israël durant la guerre de 1967.

Depuis la signature du protocole militaire du traité de camp David, ce sont des forces internationales qui s’y trouvent et il est interdit à l’Egypte d’y installer une présence militaire. Les bateaux militaires égyptiens et saoudiens ne peuvent  s’en approcher sans permission préalable des forces internationales.

Une concession illégale

Sur le plan intérieur, le renoncement du gouvernement égyptien à ces deux îles a soulevé un tollé considérable au pays des pyramides.     Le choc est surtout du aux propos des responsables officiels égyptiens qui ont déclaré que ces îles appartiennent initialement à l’Arabie et doivent lui être restituées.

Sur les réseaux sociaux, des pages de livres scolaires d’histoire présentant les deux îles comme égyptiennes ont été postées.

« Si ces deux îles étaient réellement saoudiennes, comme le dit le gouvernement égyptien, pourquoi l’Égypte est-elle restée attachée à elles toutes ces années », a répliqué l’ex-candidat à la présidentielle l’avocat Khaled Ali pour le journal assafir.

Selon lui, ces deux îles appartiennent à l’Égypte depuis le traité de 1906. « Les forces internationales y sont présentes en fonction d’un accord conclu avec l’Égypte et non avec l’Arabie saoudite », a-t-il protesté.

Il a poursuivi : «  il y a deux éventualités : la première est que ces deux îles sont égyptiennes et par conséquent il n’est nullement permis d’y renoncer… la deuxième éventualité est qu’elles sont réellement saoudiennes, mais que l’Égypte y exerce sa souveraineté ».

Et Khaled Ali de conclure : «  En fonction de la clause 150 de la constitution, seul un référendum peut permettre le renoncement  à une souveraineté. Raison pour laquelle cet accord n’est pas constitutionnel et nous allons saisir le tribunal contre lui».  (Agences)

Acqua gratis per tutti: non si pagherà il “minimo vitale”

acqua3
aprile 21 2016
 
Garantiti fino a 50 litri al giorno gratis a persona anche ai morosi che non hanno pagato la bolletta.
 
Anche chi non ha pagato la bolletta dell’acqua non rischierà mai più di restare “a secco”: ha infatti ottenuto il primo sì alla Camera il testo di legge che prevede un minimo vitale di acqua gratis per ogni italiano; insomma, saranno garantiti a tutti i cittadini 50 litri di acqua al giorno per i quali non bisognerà più pagare la società fornitrice. Il servizio, dunque, si considererà completamente gratuito e “fuori-bolletta”, in quanto bene fondamentale della vita e necessario per la sopravvivenza. Questo significa anche che chi riuscirà a restare entro questo tetto non sborserà mai neanche un euro.
 
Ciò vale anche (e soprattutto) per chi è moroso con gli arretrati: intanto non perderà il diritto ai 50 litri di acqua gratis e, in più, non dovrà più temere il pericolo di un’interruzione della fornitura solo perché è in ritardo coi pagamenti se presenta un Isee basso dal quale risulti una situazione di morosità incolpevole.
 
Ma chi pagherà questo regalo agli italiani? Il costo non sarà sostenuto dallo Stato, ma dai privati stessi ossia da coloro che hanno i redditi più alti: il costo, infatti, dei 50 litri di acqua gratis a cittadino verranno scaricati sulla tariffa applicata agli scaglioni più alti di consumo, in modo da garantire al contempo progressività e incentivazione al risparmio delle risorse idriche.
 
C’è poi da chiedersi quale impatto avrà questa norma sulla nuova disposizione del codice civile, introdotta con la riforma del condominio [1], che consente all’amministratore, nel caso in cui qualche condomino non paghi le spese mensili da oltre 6 mesi, di sospenderlo dall’utilizzo dei servizi condominiali “suscettibili di godimento separato” come appunto – secondo molti – l’acqua.
 
La bolletta dell’acqua, poi, sarà più trasparente. Oltre al dettaglio dei consumi, gli utenti potranno conoscere i dati sugli investimenti effettuati dai gestori, sui costi di depurazione sostenuti e anche sulle percentuali medie di perdite idriche nelle reti.
 
I comuni, infine, potranno decidere se gestire il servizio idrico in proprio o attraverso società in house o se invece andare a gara.
 
Sono questi gli aspetti più caratterizzanti della proposta di legge sulla “tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque” che ha ricevuto ieri il primo via libera dalla Camera dei Deputati (243 sì, 129 voti contrari e due astenuti). L’opposizione è scesa subito sul sentiero di guerra accusando la maggioranza di aver tradito il risultato del referendum del 2011 che escludeva la possibilità di una privatizzazione del sistema idrico.
[1] Art. 63 disp. att. cod. civ. introdotto dalla legge n. 220/2012.

Siria, i russi avrebbero aperto il fuoco contro i caccia israeliani

mig3
aprile 22 2016
 
Netanyahu: “Dobbiamo evitare contrattempi, malintesi e scontri inutili”. Putin: “Date le circostanze, può capitare”.
 
Le forze russe in Siria avrebbero aperto il fuoco contro i caccia israeliani in almeno due occasioni, spingendo il primo ministro Benjamin Netanyahu a cercare un migliore coordinamento operativo con Mosca.
 
Nelle ultime 72 ore i media ebraici hanno rilevato a più riprese dei contatti che sarebbero avvenuti tra le forze armate dei due paesi attive in Siria.
 
Sono venuto qui con un obiettivo principale – ha detto Netanyahu durante l’incontro con il presidente russo Vladimir Putin – per rafforzare il coordinamento tra di noi così da evitare contrattempi, malintesi e scontri inutili“.
 
Data la complicata situazione nella regione – ha risposto Putin – questi contatti potrebbero essere comprensibili, anche se non sono a conoscenza di incidenti“. Putin ha quindi ribadito lo stesso concetto espresso durante l’ultimo incontro con il presidente israeliano Reuven Rivlin, che ha visitato Mosca il 15 marzo scorso.
 
Lo scorso ottobre, poche ore dopo il dispiegamento russo in Siria, i due paesi crearono uncanale di coordinamento per “evitare spiacevoli malintesi”. Più volte, così come confermato dal Ministro della Difesa Moshe Ya’alon, i velivoli russi hanno violato lo spazio aereo di Israele.
 
Noi non li ostacoliamo – disse Moshe Ya’alon il 29 novembre scorso – quando si avvicinano nel nostro territorio, ma anche loro non intervengono quando i nostri caccia agiscono a protezione degli interessi della nazione“. Mosca, dallo scorso ottobre, ha istituto una no-fly zone che comprende la maggior parte della Siria e parte di Israele, Golan compreso. Lo schermo difensivo copre anche la zona meridionale della Turchia e le basi utilizzate dagli USA per i raid in Siria. Il consenso russo per ogni tipo di volo nelle zone controllate è implicito.
 
Nonostante il coordinamento, in almeno due occasioni le forze terrestri russe avrebbero aperto il fuoco contro i caccia israeliani, secondo quanto riportato dal quotidiano ebraico Yedioth Ahronoth.
 
Ha aggiunto Netanyahu: “Credo che tale coordinamento sia fondamentale perché dobbiamo mantenere la libertà di movimento per l’aviazione a garanzia della nostra sicurezza. In alcun caso lasceremo le alture del Golan e faremo di tutto per colpire le linee di rifornimento di Hezbollah“.
 
Lo scorso dicembre Netanyahu affermò che Israele non avrebbe mai permesso il transito di forniture militari dalla Siria al Libano. Israele sarebbe ufficialmente neutrale nella guerra civile siriana, ma dal 2013 ha effettuato una dozzina di attacchi aerei in tutto il paese colpendo anche strutture governative. I caccia israeliani hanno distrutto decine di convogli destinati alle truppe Hezbollah, presenti in Siria a sostegno delle forze lealiste del presidente Bashar al-Assad. Quest’ultimo, inserisce Israele tra i “terroristi di altra natura” attivi in Siria. Netanyahu ritornerà in Russia il prossimo sette giugno.
 

Il pg non si arrende: «Quello dei No Tav fu blitz terroristico»

http://www.cronacaqui.it/cronaca/39980_il-pg-non-si-arrende-quello-dei-no-tav-fu-blitz-terroristico.html

CronacaQui
26 Aprile 2016, ore 08:27 | di Giovanni Falconieri

Il pg non si arrende: «Quello dei No Tav fu blitz terroristico»

Sul terrorismo nessun passo indietro, anzi. Perché nonostante le sentenze pronunciate dai giudici di Torino e i pareri espressi dai loro colleghi romani della Cassazione, la procura generale del capoluogo piemontese ha deciso di non arrendersi e ha scelto di proseguire sulla strada già tracciata dai due sostituti procuratori Andrea Padalino e Antonio Rinaudo e dall’ex pg Marcello Maddalena. Il nuovo numero uno della procura generale, Francesco Saluzzo, darà infatti ancora battaglia sulla “condotta con finalità di terrorismo” nell’udienza che verrà celebrata davanti alla Suprema Corte nel procedimento a carico di Claudio Alberto, Niccolò Blasi, Mattia Zanotti e Chiara Zenobi.

Dopo l’assoluzione ottenuta anche in secondo grado dai quattro attivisti No Tav accusati di aver assaltato il cantiere dell’alta velocità ferroviaria di Chiomonte, il nuovo pg ha infatti deciso di presentare ricorso in Cassazione contro la decisione dei giudici della Corte d’Assise d’Appello di Torino di non riconoscere il reato di terrorismo ai quattro imputati. Imputati che sono stati tuttavia condannati a 3 anni e sei mesi di reclusione per violenza a pubblico ufficiale, danneggiamento seguito da incendio e porto d’armi da guerra in relazione all’utilizzo di bombe molotov.