Il Fmi ricatta la Grecia, richieste fuori dall’accordo di salvataggi

sotto art da La Stampa, che si “commuove” per le misure di austerità contro i greci MENTRE LE ESALTA E INVOCA PER L’ITALIA, praticamente quotidianamente. Ma per fortuna che loro hanno Tsipras il ribelle che lotta per i più poveri e deboli vero?
 
mercoledì, 27, aprile, 2016
 
Il Fondo monetario internazionale (Fmi) avrebbe avanzato richieste che non rientrano nell’accordo di salvataggio siglato dalla Grecia con i creditori: lo ha detto oggi Olga Gerovasili, portavoce del governo di Atene, dopo lo stallo nei negoziati per la revisione del terzo programma di salvataggio del paese.
 
“L’Fmi sta mettendo davanti richieste che sono al di fuori dell’accordo (di salvataggio) e che stanno minando gli sforzi compiuti dal governo e dalle istituzioni europee”, ha detto Gerovasili durante una conferenza stampa. La portavoce ha criticato l’Fmi per aver respinto la proposta greca di introdurre un meccanismo automatico che farebbe scattare i tagli di spesa in caso non venissero raggiunti gli obiettivi di budget. “Una legislazione sulle misure contingenti non rientra nel quadro del Costituzione (greca) e dei valori giuridici europei”, ha continuato spiegando che è vietato legiferare su un eventi ipotetici. (Agenzia Nova)
 
La sinistra europeista ama tanto le tasse, SI COMPRENDE PERCHE’
 
No della Germania al vertice Ue, la Grecia torna con le spalle al muro
Ue, Bce e Fmi chiedono nuove misure di austerità a Tsipras: le durissime riforme su fisco e pensioni imposte nell’estate del 2015 non bastano più per avere i finanziamenti che erano stati garantiti
 
schauble
Il ministro dell’Economia tedesco Wolfgang Schauble
27/04/2016
roberto giovannini
 
Si ricomincia, povera Grecia. Atene e i creditori non hanno raggiunto un’intesa sui nuovi tagli aggiuntivi che adesso vengono chiesti da Ue, Bce e Fmi per sbloccare la nuova tranche di aiuti nell’ambito del piano di salvataggio da 86 miliardi stabilito nel 2015. Non ci sarà il vertice dei leader dell’Unione Europea chiesto dal premier greco Alexis Tsipras per provare a sbloccare la situazione e a chiedere che i fondi promessi nel 2015 in cambio dell’accettazione e dell’attuazione delle riforme vengano pagati. Si era detto subito scettico il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk, e stamani il punto finale lo ha messo il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble: «Sono contrario» ha detto. E non ci sarà nemmeno l’Eurogruppo straordinario sulla Grecia sollecitato, ha detto il portavoce del presidente dell’Eurogruppo e dell’Ecofin Jeroen Djisselbloom: «c’è bisogno di più tempo».
 
I tedeschi, e per ragioni opposte anche il Fondo Monetario internazionale, prima di dare i fondi garantiti (vitali per il funzionamento dello Stato ellenico) vogliono che la Grecia si impegni ad approvare oltre alle riforme del fisco e delle pensioni già approvate dal Parlamento anche altri 3 miliardi di misure, una somma immensa e pari al 2% del Pil greco. Misure non previste dagli accordi della scorsa estate, e che dovrebbero essere adottate «automaticamente» se – come appare evidente – la Grecia mostrerà di non essere in grado di centrare gli impossibili obiettivi di bilancio, ovvero un avanzo primario del 3,5% del Pil nel 2018.
 
Del resto, nelle intercettazioni rese note da Wikileaks era stato detto chiaro e tondo dai funzionari del Fondo Monetario Internazionale: «bisogna portare la Grecia sull’orlo del baratro allungando i negoziati fino a luglio, perché solo quando sono con le spalle al muro fanno concessioni». E così in effetti sta andando. Come tutti sapevano, l’applicazione delle misure di austerità imposte dall’Unione Europea e dal Fondo Monetario Internazionale lo scorso luglio non ha fatto ripartire l’economia greca (l’ha anzi affossata), non ha rimesso in ordine i conti pubblici greci (li ha anzi peggiorati), non ha permesso di generare il surplus di bilancio necessario per rimborsare il debito ai creditori internazionali (il bilancio è più che mai in rosso).
 
Su questo o quell’aspetto minore il governo greco di Alexis Tsipras – che ha fatto approvare le misure imposte, a costo di ridurre al lumicino la maggioranza parlamentare conquistata nelle elezioni dello scorso settembre – potrebbe non aver applicato o varato le riforme al 150 per cento. Ma del resto, neanche i creditori hanno rispettato la promessa di cominciare a discutere di abbattere il debito pubblico ellenico che la stessa numero uno del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde sa bene essere insostenibile e impossibile da ripagare. Quel che è certo, ha detto il ministro dell’Economia greco Euclis Tsakalotos, è che una megaclausola di salvaguardia è «anticostituzionale», oltre che irrealizzabile per le sue dimensioni.
 
Insomma, la Grecia verrà ancora una volta messa spalle al muro: ha applicato le misure ma non avrà i soldi promessi, a meno di applicare nuove e più draconiane misure di austerità. A meno di sorprese – un cambiamento di linea dei leader europei, che non è alle viste – ricomincerà nei prossimi giorni lo stillicidio dei vertici, degli incontri e dei negoziati. Che si concluderanno dopo un po’ quando a un certo punto Ue, Bce e Fmi cercheranno di obbligare Tsipras a obbedire strangolando le banche elleniche (come avvenne l’anno scorso) o lo Stato (che sta già ricorrendo a misure di emergenza per recuperare liquidità).
Il Fmi ricatta la Grecia, richieste fuori dall’accordo di salvataggiultima modifica: 2016-04-30T22:37:14+02:00da davi-luciano
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