Austria: controlli al Brennero inevitabili, l’80% degli arrivi non sono profughi

martedì, 26, aprile, 2016
BOLZANO, 
Per Norbert Hofer i controlli al Brennero sono inevitabili. “Non mi fanno di certo piacere, ma non abbiamo altra scelta”, ha detto il leader dalla destra Fpö, vincitore del primo turno alle presidenziali austriache. Secondo Hofer, “i confini esterni di Schengen vanno messi in sicurezza, in questo modo potrebbero essere sospesi i provvedimenti temporanei”.
Nel corso di una conferenza stampa Hofer ha ribadito che “solo il 20% degli arrivi in Austria sono veri profughi che inoltre hanno attraversato paesi sicuri”.
(ANSAmed)

Addio Tfr, via ai fondi pensione obbligatori

L’italia sarà perfetta per altri casi Enron? Grazie ai tanti paladini dei diritti dei lavoratori…
 
26 aprile 2016, di Alberto Battaglia
 
ROMA (WSI) – Il governo pensa a potenziare il secondo pilastro. Nella Legge di Stabilità 2017 potrebbero arrivare importanti novità sul fronte delle pensioni, gli obiettivi sono noti: favorire la flessibilità del sistema. In particolare è stata oggetto di discussione nei giorni scorsi l’obbligo di destinare almeno una parte del Trattamento di fine rapporto (Tfr) ai fondi di previdenza complementare (in luogo del silenzio assenso che attualmente permette di sottrarsi a questo versamento).
 
Il tentativo, allo studio dell’esecutivo, è quello di aumentare il numero degli occupati attualmente iscritti a un fondo pensione: al momento la quota è inferiore al 30%. Se questa idea divenisse realtà sarebbero interessati qualcosa come 22-23 miliardi di euro all’anno.
 
Nel dettaglio, “il pacchetto di misure si muove su due fronti” spiega Studio Cataldi “da un lato introdurre l’obbligatorietà dell’adesione ai fondi pensione, che sarebbero resi più convenienti grazie all’alleggerimento della tassazione (di circa 3-4 punti) e l’aumento della deducibilità fiscale dei versamenti; dall’altro rendere obbligatoria la destinazione di almeno una parte del Tfr alle forme di previdenza complementare”.
 
Allo stato attuale la tassazione applicata sul Tfr lasciato in azienda è più conveniente (17% contro l’aliquota del 20% applicata sui fondi pensione), ma i rendimenti sono più modesti rispetto ai fondi (nel 2013 il confronto è stato del 5,7% contro l’1,9%).
 
Sul tavolo del governo impegnato in questa mini-riforma della previdenza ci sono anche almeno altri due dossier. Uno è quello del prestito pensionistico, che consentirebbe di uscire anticipatamente attraverso un prestito erogato dalle banche attraverso l’Inps, che poi verrebbe ripagato attraverso una decurtazione dall’assegno pensionistico una volta raggiunti i requisiti di vecchiaia.  L’altra possibilità in fase di studio è l’uscita anticipata, che potrebbe costare una riduzione dell’assegno del 3-4% per ogni anno di anticipo. Un intervento che per lo stato comporterebbe uscite più onerose nell’immediato, che potrebbero essere recuperate negli anni grazie al valore ridotto delle pensioni anticipate.

Bomba derivati sul debito: l’Italia e la scommessa sbagliata

salviamo le banche mi raccomando, non i 7 milioni di italiani in indigenza
26 aprile 2016, di Alberto Battaglia
 
ROMA (WSI) – L’Italia è il Paese dell’ Eurozona che più ha pagato a causa dei contratti swap, che avrebbero protetto dal rischio del rialzo dei tassi; lo ha messo in evidenza Bloomberg analizzando dati Eurostat, dai quali è emerso che nel 2015 i prezzo da pagare è stato di 6,8 miliardi di euro.
La protezione dello swap permette, dietro un costo, di convertire il pagamento di un tasso variabile (come quello sul debito pubblico) con un tasso fisso in grado di rendere prevedibili i pagamenti futuri. Una mossa prudente, da un lato, ma che ha “scommesso” nella direzione sbagliata, visto che negli ultimi tempi i tassi si sono mossi verso il basso. Il conto complessivo delle perdite sugli swap fra 2011 e 2014 anni è stato di 16,95 miliardi.
 
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I dettagli completi sugli swap contratti dall’Italia non possono essere rivelati, aveva detto a inizio mese il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, poiché “avrebbe effetti negativi sull’intera gestione del debito”.
 
Certamente è poco incoraggiante la “coincidenza” individuata da Stefano Feltri sul Fatto Quotidiano:
 
“Incrociando due tabelle dell’Upb si arriva a una conclusione inquietante: dai numeri del Tesoro sembra che il governo usi le privatizzazioni (quelle in arrivo sono vendite di quote di Ferrovie, la quotazione dell’Enav, forse altre quote di Poste o diEni) per coprire i buchi lasciati dai derivati. […] L’aritmetica induce a sospettare che il calo del debito dovuto alle privatizzazioni venga più che compensato da un aumento del debito dovuto all’effetto negativo dei derivati. Un altro indizio: nel 2015 i derivati ci sono costati 6,7 miliardi mentre nello stesso anno il governo otteneva esattamente 6,6 miliardi dalle privatizzazioni.
La morale della storia, purtroppo, è che i presunti risparmi portati dal famoso abbattimento dello spread, per il quale la Banca centrale europea ha dato un decisivo contributo, sono stati vanificati dai derivati del Tesoro. Nicola Benini, vice presidente di Assofinance, lo ha detto chiaramente:
 
“E’ molto probabile che negli anni avvenire le perdite e le passività italiane legate ai derivati eccederanno i cosiddetti risparmi portati da qualsiasi ribasso dei costi sul finanziamento del debito”.

Non riescono a pagare il mutuo e si uccidono. Trovati dopo un mese

Mattarella  parla di disuguaglianze economiche, come se non appartenessero allo scenario italiano, COSA INTENDE FARE PER I  7 MILIONI DI POVERI IN ITALIA?!? Quanto stanzia per loro, per garantire loro un tetto e vitto?
 
POGGIO A CAIANO (prato)
Marito e moglie erano distesi sul letti. L’uomo aveva ancora pugno una pistola calibro 7,65. Ai vicini e ai parenti avevano raccontato che sarebbero andati a fare un lungo viaggio in Bulgaria
di Marco Gasperetti
Li hanno trovati distesi sul letto matrimoniale, l’uno accanto all’altro. Lui teneva ancora in pugno una pistola calibro 7,65. Erano marito e moglie, («si volevano bene, erano sempre insieme», raccontano i vicini) e secondo i carabinieri hanno deciso di morire per gravi problemi finanziari: sembra non riuscissero più a pagare il mutuo ed erano terrorizzati di perdere la casa. Un omicidio-suicidio, dunque, avvenuto almeno un mese fa secondo i primi accertamenti del medico legale, anche se la coppia era scomparsa da due mesi.
 
«Partiamo per un viaggio»
Il ritrovamento nella notte a Poggio a Caiano in una palazzina di via Leonardo da Vinci. Lucio Leonelli, 50 anni, fiorentino, operaio e dipendente di una cooperativa e Grazia Spessato, 47 anni, di Padova, prima di scomparire avevano detto a parenti e amici che sarebbero andati a fare un viaggio in Bulgaria. «Partiamo il 2 marzo», avevano raccontato prima di scomparire. I vicini di casa non si sono accorti di niente sino a quando non hanno avvertito cattivi odori provenire dall’appartamento della coppia e, dopo aver suonato inutilmente il campanello di casa, la sera del giorno della Liberazione hanno avvertito i vigili del fuoco. La pistola usata, regolarmente denunciata, erra di proprietà della donna che in passato aveva lavorato per una società come guardia giurata. Poi, dopo l’ennesima ristrutturazione, aveva perso il lavoro e si arrangiava come collaboratrice domestica.
 
26 aprile 2016 (modifica il 26 aprile 2016 | 12:05)

Un No Tav color BLU

mediapost — 28 aprile 2016 at 11:10

perinfotavsucareSi comincia dal basso, si comincia dal fondo. Un fondale bianco (o grigio a seconda del muro! ) su cui dipingere per rappresentare la catena d’interessi lobbistici e particolari dei pochi che vogliono quel cantiere.

Blu è venuto alla centrale di Kiomontistan a portare a termine un lavoro cominciato un anno fa, quando l’apparato di sicurezza del cantiere si era mosso in grande stile contro il suo pennello no tav.

La polizia aveva costretto noi e i suoi pennelli a spostarci altrove, ancora una volta si scusasse qualcun’altro (i soliti noti, forze del disordine e partitocrazia) per il ritardo.
Ieri  finalmente ci siamo goduti il sole primaverile della Valle e la generosità di quest’artista, che della sua immaginazione ha fatto un arma potente.

Grazie BLU!

blu

…e intanto l’aria di primavera ha ispirato i notav presenti a rprendere le note di una famosa canzone nostrana.

Ci sentirete cantarla ancora per i sentieri della Val Clarea…buon ascolto!

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Lorenzin altra follia: chiusura Guardia Medica notturna

http://www.economicomensile.it/2016/04/lorenzin-chiusura-guardia-medica/

 aprile 2016 
Lorenzin propone altri assurdi tagli alla già martoriata Sanità, invece di chiudere gli ospedaletti di paese e di costruirne di nuovi, grandi ed efficienti. È bene ricordare che nei pronto soccorso dei nosocomi i malati vengono abbandonati su lettighe, quando ci sono, se non su sedie. Dunque il ministro farebbe bene ad aumentare i posti letto e ad allargare i punti di prima assistenza, invece di continuare nella politica scriteriata delle sforbiciate.

Trasmissione televisiva "Annozero"

La Federazione Confconsumatori-Associazione Consumatori Pie­monte sostiene la petizione su Change.org: “Sì alla Guardia Medica no all’h16” La Federazione Confconsumatori-Associazione Consu­matori Piemonte esprime pieno sostegno alla petizione diretta al Mi­nistro della Salute Lorenzin per chiedere che venga respinta l’ipotesi di arti­colare l’assistenza medica territoriale dalle ore 8 a mezzanotte, la­sciando quindi quale unica presenza notturna quella del servizio 118. La Federazione è, infatti, da sempre convinta che la politica dei tagli non possa e non debba essere presa in considerazione quan­do si ha a fare con il diritto all’assistenza dei cittadini.

Questo per­ché i servizi rivolti alle persone con problemi di salute, andrebbero rafforzati, migliorati, integrati e semplificati e mai e poi mai tagliati! In questo caso, invece, come ribadito nel testo della petizione che la Federazione ha deciso di sostenere e condividere: «I medici 118 si troverebbero a svolgere, in contemporanea, due tipologie di ser­vizio completamente diverse: il “codice rosso” di emergenza e le vi­site e prescrizioni per patologie minori. Questa situazione provoche­rà disfunzioni nell’assistenza medica molto gravi, con gli operatori stretti tra l’obbligo di intervento immediato in emergenza ed il peri­colo di commettere omissione di soccorso se costretti ad interventi molto differiti nel tempo, sia nelle zone a notevole estensione terri­toriale, sia nei centri urbani ad alta intensità abitativa». Laura Ferra­ioli, responsabile della sede veneziana della Federazione chiede: «Che senso ha allungare l’attività di assistenza medica sino alla mezzanotte quando si va ad eliminare il servizio della guardia medi­ca nelle ore successive? Le malattie non seguono un tabella oraria. Al contrario, a notte fonda ci si sente sempre più vulnerabili. Ecco perché abbiamo deciso di sostenere questa petizione che potrà es­sere firmata e sottoscritta sia on line (www.change.org/p/ministro-della-salute-si-alla-guardia-medica-no-all-h16) sia presso le sedi della nostra associazione».

25 aprile delle lotte e No Tav, Fassino lascia il palco senza parlare (VIDEO)

post — 26 aprile 2016 at 11:55

torinoE alla fine ha lasciato il palco senza parlare il sindaco Fassino, insieme a lui Chiamparino ed altri assessori che insieme all’ANPI hanno chiuso la fiaccolata istituzionale di ieri sera organizzata per celebrare i 71 anni della Liberazione.

Già da subito, all’arrivo in piazza, la celere cerca di tenere distanti chi si avvicina con bandiere No Tav e lo striscione delle mamme e dei parenti dei ragazzi sottoposti a misure cautelari, ma con scarso risultato.

Nel giro di solo mezzora lo spezzone sociale è infatti il più numeroso della fiaccolata, circa un migliaio di persone a fronte delle 6.000 presenti.

Lotta per la casa, No Tav, studenti antifascisti e antirazzisti sono solo alcune delle anime presenti, tanti i parenti dei giovani arrestati e cautelati perchè hanno partecipato a queste lotte che con orgoglio aprono lo spezzone con lo striscione “Abbiamo bisogno di Resistenza”.

All’arrivo in Piazza Castello un triste spettacolo ci si pone di fronte, il PD è intenzionato ad ignorare la presenza di centinaia e centinaia di persone e, una volta terminati gli interventi dei partigiani e quando prende parola il capo della consulta provinciale del PD, parte la contestazione.

Al grido “vogliamo parlare” e “le mamme sul palco” continua un teatrino dell’assurdo, la celere che fa la sua comparsa sotto il palco e le istituzioni che continuano i loro monologhi in mezzo ai fischi della gente.

La rabbia è tanta ma non si demorde e mentre continuano a svettare in piazza i cartelli con i volti dei nostri giovani e la bandiere No Tav sventolano con energia, si chiude la cerimonia ufficiale e si prepara il palco per il concerto del Jazz Festival.

Max Casacci leader dei Subsonica e artista torinese, non appena sale sul palco si accorge della situazione subito sotto e invita la mamma di Jacopo, giovane ricercatore No Tav arrestato il settembre scorso in Clarea durante un’azione contro il cantiere, a salire sul palco e a leggere la lettera che i parenti hanno scritto per questa giornata.

Le prime parole sono queste: “Siamo le madri e i padri, i familiari e i tanti amici dei 28 ragazzi e ragazze che, nella nostra città – medaglia d’oro per la Resistenza – sono stati sottoposti a misure cautelari molto dure.  Non per aver rubato soldi pubblici nè per aver avvelenato l’aria con la polvere di amianto ma per aver lottato contro il treno ad alta velocità Torino-Lione, oppure  per aver difeso le aule universitarie dai tentativi sempre più frequenti di infiltrazione da parte dei fascisti torinesi, o ancora per aver manifestato in corteo contro la presenza e i comizi di un partito xenofobo e razzista che ben conosciamo….”

Terminata la lettera un grande applauso si leva dalla piazza, anche da parte dei tanti che a quel punto sono giunti per il concerto.

Alla fine, ci diciamo, ce l’ abbiamo fatta, grazie a quella caparbietà che le lotte ci hanno insegnato soprattutto quella in difesa della nostra Valle.

Alla prossima, avanti No Tav!

Liberi tutti e tutte!

 25 aprile video

 

25 Aprile, Fassino contestato e costretto a lasciare il palco senza parlare

pubblicato il 26 aprile 2016 alle ore 10:04

25 Aprile amaro per il sindaco Piero Fassino che, duramente contestato poco prima del suo intervento, ha lasciato la piazza senza prendere la parola. I contestatori sono invece riusciti a leggere una lettera in cui denunciano la repressione verso 28 ragazzi No Tav e antifascisti torinesi finiti agli arresti domiciliari nei mesi scorsi.


Settimo ricorso dell’accusa contro i notav: non si rassegna che non fu “terrorismo”

post — 27 aprile 2016 at 09:39

Protesta_dei_No_Tav_a_Torino_Stazione_di_Porta_Susa_-_10_maggio_2014-1024x761da Giustiziami –

 Dopo aver perso la battaglia già sei volte, quattro nel merito al Riesame e due in Cassazione, la pubblica accusa non demorde e ricorre ancora alla Suprema Corte per dire che l’attacco al cantiere di Chiomonte nella notte tra il 13 e il 14 maggio del 2013 “fu terrorismo”. Lo ha deciso per la procura generale di Torino il magistrato Francesco Saluzzo che ha ereditato il ruolo di Marcello Maddalena andato in pensione subito dopo aver perso in appello. I giudici di secondo grado infatti confermavano l’assoluzione dall’accusa di terrorismo condannando i 4 militanti NoTav solo per i reati minori.

Per la terza volta dunque la Cassazione si dovrà occupare di quell’ormai famoso compressore bruciacchiato dalle bottiglie molotov che nel teorema Caselli, procuratore all’epoca dei fatti, era diventato una sorta di rapimento Moro del terzo millennio.

Gli imputati e le parti civili che impugnano sentenze sfavorevoli lo fanno pagando di tasca loro, la pubblica accusa no. A pagare le spese siamo infatti noi contribuenti e questo vale anche per i ricorsi “a schiovere” come dicono a Napoli.

A Roma, invece, spiegano che qualcuno è “de coccio” quando non capisce o non vuol capire. La procura generale di Torino sa benissimo che andrà incontro a un altro no secco in Cassazione, ma purtroppo i processi non si celebrano solo nelle aule. All’accusa il ricorso serve per continuare ad agitare nell’opinione pubblica quello spettro, “il terrorismo”, per ribadire il messaggio che non ci si può ribellare nemmeno davanti a un’opera utile esclusivamente a devastare un territorio una volta incontaminato e, ovviamente a far girare soldi. Tutto ciò nell’interesse di grandi aziende e delle banche che controllano direttamente o indirettamente i giornali, grandi sostenitori dell’affare alta velocità.

Siamo alle prese con una storia infinita. L’imputazione di terrorismo è servita,nonostante le bocciature giuridiche,a indebolire, fiaccare, criminalizzandolo, l’unico movimento radicato sul territorio degli ultimi anni in Italia. Ed è per questa ragione che la procura generale di Torino ha deciso di andare avanti per la sua strada come se niente fosse accaduto. E’ la magistratura che fa politica, ma in questo caso di garantisti in giro se ne vedono davvero pochi. Qui magistratura e politica vanno a braccetto. Anche perché sugli appalti dell’alta velocità in Val Susa nessun fascicolo è stato aperto. Una sorta di “isola felice in un’economia corrotta”. (frank cimini)