Il presidente di Trm Torresin morto in un incidente in montagna

Stava salendo verso il Colle del Carro, a Ceresole, con alcuni amici: è precipitato in un torrente
 
toresin
Bruno Torresin, 69 anni
24/04/2016
 
alessandro previati
ceresole reale
 
Bruno Torresin, presidente di Trm, la società che gestisce l’inceneritore di Torino, è morto in un incidente in montagna, mentre con un gruppo di amici scialpinisti stava salendo verso il Colle del Carro, nella Valle di Ceresole. È precipitato in un torrente. I primi a dare l’allarme sono stati alcuno alpinisti del Cai che si trovavano in zona. Il corpo è stato recuperato dal soccorso alpino insieme all’elisoccorso del 118. L’operazione è stata resa anche più difficile dal forte vento che soffia in quota
 
Torresin è stato segretario regionale della Uil e, dal 1997 al 2001, assessore a Torino nella giunta guidata da Valentino Castellani. Negli ultimi anni ha guidato Trm, l’azienda nata per costruire e poi gestire il termovalorizzatore del Gerbido. Aveva 69 anni.
 
«Siamo tutti sgomenti e affranti per l’improvvisa scomparsa di Bruno Torresin. Persona che prima da dirigente sindacale e politico, poi da amministratore pubblico ha dedicato per anni le sue migliori energie e la sua passione civile al servizio di Torino», ha dichiarato il sindaco di Torino Fassino.
«Per me era soprattutto un amico, del quale voglio ricordare l’impegno a favore dei lavoratori, come dirigente sindacale, e della comunità torinese e piemontese, come amministratore pubblico e come protagonista del processo di realizzazione del termovalorizzatore di Torino», è il ricordo del presidente della Regione Sergio Chiamparino.

Le guerre geofinanziarie degli USA con i “Panama Papers”, molto più efficaci che le campagne militari

guerregeofi
aprile 22 2016
– di Alfredo Jalife-Rahme –
 
All’interno del concetti della guerra multidimensionale che scatenano globalmente gli USA,  le guerre più efficaci rispetto alla loro panoplia bellica stanno risultando quelle geofinanziarie: risultano queste molto più efficienti rispetto ai loro fragorosi fallimenti  delle campagne militari dall’Afghanistan, passando per l’Iraq, la Libia fino alla Siria.
Oggi il vero predominio degli USA è costituito dalle loro guerre geofinaziarie che risultano descritte nel libro “Le guerre della Segretaria del Tesoro su scala globale”.
 
I BRICS in generale e la Cina in particolare ancora sono molto vulnerabili alle “guerre geofinanziarie” degli USA. Fino ad un certo punto perchè la Cina già ha iniziato a ribellarsi con l’inserimento dello Yuan – che ha iniziato già la sua irresistibile internazionalizzazione ad Hong Kong ed a Schangai – nella canasta una volta quadripartita delle valute dei “diritti speciali” di prelievo: la valuta virtuale del FMI.
 
Gli USA hanno perso ormai il primo posto nella geoeconomia globale quando la Cina li ha superati l’anno scorso con il suo PIL, misurato dal potere di acquisto.
 
Gli USA dominano sempre meno la guerra della propaganda alla Goebbels, puntellata dalla vergognosa “tecnica Hasbara” che pratica senza scrupolo il Mossad (lo spionaggio israeliano), mediante i suoi possenti megamedia, quando già inizia a sentire i passi sul tetto della concorrenza da parte della Russia, della Cina e dell’Irana in varie parti del mondo. Sono ormai finiti i soliloqui israel -anglosassoni (sono entrati altri competitors).
 
A livello nucleare, gli USA ostentano praticamente un pareggio tecnico nel numero totale delle testate atomiche con la Russia, che ha bloccato l’avanzata imperiale degli USA-NATO in Ucraina ed in Siria.
Ancora gli USA controllano il ciberspazio con il conglomerato GAFA ( Google, Apple, Facebook y Amazon), a cui ci sarebbe da aggiungere la “T” di Twitter, in alleanza cibernetica con Israele. Il dominio (nel doppio senso: controllo-server cibernetici) , come qualsiasi tecnologia di punta, presto sarà superato e perfino balcanizzato da quelli che desiderano rimanere vassalli elettronici della tripletta israel-anglosassone, in particolare dai BRICS.
 
Uno dei vari “peccati capitali anti statunitensi” che non perdonano alla “presidenta” dimessa Dilma Rousseff,è stato quello di essersi pronunciata in forma temeraria per “l’indipendenza cibernetica” del Brasile, quando lei non controllava neppure la onnipotente televisione monopolistica Globo – più dannosa della RAI -, che la tiene adesso sull’orlo della defenestrazione, mentre commetteva il suicidio di aver consegnato in forma insensata il segreto delle casse finanziarie all’israel-brasiliano Joaquim Levy, un ex funzionario del FMI, che poi ha concluso la sua opera di sabotaggio-spionaggio ed è stato premiato con la carica di Direttore finanziario della Banca Mondiale (sic). Quale ingenuità!
 
Nei segmenti dell’ “antica tecnologia” ancora dominante – nucleare, missilistica, satellitare e cibernetica della prima generazione-, gli USA iniziano a sentire la pressione competitiva di vari notevoli attori (la Russia, l’India e la Cina), oltre al Giappone.
Nelle “nuove tecnologie” del secolo XXI – biotecnologia, nanotecnologia, “cibernetica di seconda generazione”, robotica e la sua denominata “quarta rivoluzione industriale”, gli USA godono di un grande vantaggio che non ha potuto applicarsi in pieno, per causa della loro crisi finanziaria, che non si detiene dal fallimento della Lehman Brothers, nel 2008.
 
Posteriormente possiamo approfondire nella guerra di valute – la varietà rilevante della “guerra geofinanziaria degli USA – che si è scatenata in date recenti tra lo Yuan cinese ed il dollaro statunitense e che per il momento si trova in una pareggio tecnico.
Oggi i due aspetti più minacciosi, all’interno della guerra multidimensionale degli USA, sono rappresentati dalle loro guerre geofinanziarie e dal loro spionaggio cibernetico della NSA (Agenzia di Sicurezza Nazionale), che ha trafugato i dati segreti della Petrobas che hanno messo al tappeto il Governo del Brasile inginocchiato ed umiliato e sul punto dello scacco matto geostrategico.
 
L’israel-statunitense Jack Lew, segretario del Tesoro USA, ha esposto, nella conferenza per l’Evoluzione delle sanzioni e lezioni per il futuro, davanti al Fondo Carnegie per la pace internazionale, il rischio del abuso delle sanzioni, che può finire per danneggiare gli stessi Stati Uniti.
Circa la trascendentale conferenza di questo Jack Lew, David Ignatius –confidente di Obama, analista del The Washington Post e figlio di un segretario della Marina – commente che “le saanzioni economiche si sono trasformate nella pallottola di latta della politica estera degli USA nella trascorsa decade, dovuto al fatto che sono a basso costo e più efficaci nel persuadere gli avversari che non il tradizionale potenziale militare. Senza dubbio!
 
David Ignatius commenta senza complessi che “Il potere degli USA deriva dalla nostra potenza militare senza rivali, si. Tuttavia in una forma più profonda questo è il prodotto del dominio economico degli USA.Qualsiasi cosa che si allarga alla portata dei mercati degli USA – come i trattati sul commercio del TTIP o del Trans Pacifico, ad esempio – si aggiungono all’arsenale del potere degli USA, In forma contraria, il potere degli USA viene limitato dalle misura che portano gli affari lontano dagli USA, o che permettono che altri paesi costruiscono una architettura finanziaria rivale che sia meno sopraffatta dalla scelta delle sanzioni”.
Il problema epistemiologico da parte del molto influente David Ignatius è che questi confonde la geofinanza con l’economia ed al volgare commercio con questi due ultimi, quando gli USA vanno a picco in geoeconomia e nel commercio mentre regnano impavidi sulla geofinanza e sullo spionaggio cibernetico globale.
 
Il grave difetto dei “Panama Papers” è stato la loro flagrante selettività contro i competitors degli USA, mediante i quali questi si sono segnati molti conti che avevano in sospeso nei loro abissi contro la Russia, la Ciona, l’Iran e le sei petromonarchie del Golfo Persico, con la finalità di reindirizzare i capitali speculativi per riempire i buchi neri delle loro finanze, come esige la vilipendiata Banca d’affari Goldman Sachs (sponsor , assieme all’ esecrabile megaspeculatore George Soros, di Hillary Clinton).
 
Ho sempre esternato, davanti ai politici di alto livello con cui sono stato in contatto nel mondo arabo, nel corso dei miei viaggi annuali, il timore che le pressanti necessità finanziarie di Wall Street, il nuovo Moloch del secolo XXI, rendano più appetibili, ad un embargo unilaterale di Washington, le abbondanti riserve e d i Buoni del Tesoro delle sei petromonarchiue del Golfo, che non hanno avuto successo nel lanciare una loro valuta, il Gulfo.
Esiste il pericolo che la detenzione dei buoni del Tesoro USA nelle mani dei sauditi per circa 750 mila milioni di dollari, sommati ai 660 mila e 100 milioni di vulnerabili riserve di valuta, il quarto posto nel rankingglobal, susciti gli appettiti di Wall Street.
 
Adesso sembra che sia arrivato il primo avviso all’Arabia Saudita (con ritardo di 15 anni ), con il pretesto della declassificazione delle 28 pagine del report dellla Commissione dell’11 Settembre, i cui conti negli USA potrebbero essere sequestrati tutti assieme all’improvviso con la svalutazione forzata della loro divisa (il rial) accoppiata al dollaro. Questo è appena all’inizio.
 
 
Traduzione: Luciano Lago per Controinformazione

Il cuoco, l’insegnante di lingua, la disoccupata: “Noi, ragazzi di Expo, sei mesi dopo”

Successi e delusioni nelle voci degli under 30 che hanno lavorato all’Esposizione universale. Ecco che fine hanno fatto
 
expo7
Milano, 7 Maggio 2015: la coda per visitare Palazzo Italia a Expo
24/04/2016
 
stefano rizzato
milano
 
Di questi tempi, un anno fa, stavano stirando le divise e ripassando la parte. Pronti per sei mesi insieme, al centro del mondo. Ma oggi il popolo di Expo 2015 – dei 20 mila che ci hanno lavorato sodo – è diviso a metà. Diviso da quello che è stato poi, a festa finita. Per molti è stata la svolta, l’occasione per imboccare una strada che prima non c’era, sfruttando i corsi di formazione di Manpower o facendo da sé, reinventandosi come chef o specialisti da grandi eventi. Per altri ragazzi e ragazze è una riga inutile sul curriculum, e giù colloqui e porte in faccia, come e più di prima. Le storie di Expo, sei mesi dopo Expo, sono così. Alcune piene di un entusiasmo mai spento. Altre di tanta delusione. Eccole.
 
SARAH, 28 ANNI: “Disoccupata 5 giorni lavoro per Euro 2016”
«A ben vedere, sì: sono stata disoccupata giusto cinque giorni». Nella casella di chi attraversando Expo ha trovato via e fortuna nuove va certamente messa Sarah Carosiello. Anni 28, torinese, ma nata a New York, non ha tradito la vocazione internazionale. Ad Expo è arrivata dopo aver lavorato tra Milano e Roma nel semestre italiano di presidenza del Consiglio Ue. E adesso è già a Parigi, nel protocollo degli Europei di calcio 2016. «Avevo fatto domanda ad agosto – spiega – poi sono passata attraverso un colloquio via Skype, uno a Ginevra il 3 novembre… e il 5 ho avuto la conferma. Ho studiato relazioni internazionali, e i grandi eventi mi permettono di metterle in pratica. Significa cambiare spesso lavoro, ma per come sono fatta io non è un peso. Il futuro? Vorrei restare nell’ambito degli eventi sportivi».
 
DANIELE, 29 ANNI: “Ho lasciato il posto fisso, ma non sono pentito”
«Davanti avevo una discreta carriera, in una multinazionale di prodotti medicali. Ma non era il mio mondo. Expo è stata l’occasione per cambiare strada». Daniele Maffioli Torriani – 29 anni, di Milano – ha una storia rara, forse unica tra i reduci di Expo. Quella di un laureato in scienze politiche, che lascia il posto fisso e s’imbarca nel grande evento. «Sono stati sette mesi fantastici – racconta sorridendo – e alla fine non avevo alcuna intenzione di tornare alla vita di prima. Sentivo la passione per il food e per l’autoimprenditoria, e mi sono iscritto ad un corso di alta cucina. Ora lavoro con un giovane chef al ristorante “La Maniera di Carlo” e collaboro con un catering fatto tutto da giovani laureati in economia e simili, che si chiama “Chef in camicia”. È una scommessa, e spero funzioni. Un po’ d’ansia per aver lasciato il posto fisso c’è. Ma non volevo trovarmi tra cinque o dieci anni a rimpiangere di non averlo fatto».
 
ALBERTO, 24 ANNI: “Vado a Disneyworld, lavorerò nel ristorante italiano”
Da Arezzo a Rho, Milano. E poi da Rho ad Orlando, Florida. Alberto Cencini, 24 anni, lavorava ad Expo soprattutto di notte. Tra Decumano e padiglioni, mentre i cancelli erano chiusi. E adesso a breve si imbarcherà in una nuova avventura. «Sono stato preso a lavorare a Disneyworld – spiega – grazie al programma internazionale. Ho fatto qualche colloquio su Skype, da Manpower mi hanno dato una mano a prepararmi, è andata bene. Parto il 6 luglio. Rimarrò in tema cibo e dintorni, perché lavorerò al ristorante italiano». È stato proprio con Expo che Alberto ha scoperto la passione per gli eventi: «È un mondo in cui non esiste la noia, ogni giorno è un’esperienza, si creano bei gruppi di lavoro. Ad Expo non mi sono mai alzato una volta senza la voglia di andare al lavoro. Prima lavoravo in un negozio di lampade, ora penso a tutt’altro. A questo primo anno a Disneyworld. E poi chissà, magari a continuare lì salendo di livello. Non mi precludo niente».
 
MARIANNA, 25 ANNI: “Interprete-aiutante, oggi insegno inglese”
«Ero diventata l’interprete non ufficiale dell’Expo. Avanti e indietro, mi chiamavano dappertutto: dagli ingressi ai padiglioni». Con quattro lingue a disposizione – inglese, arabo, francese, spagnolo – l’Expo di Marianna non poteva che essere così: una sorta di Babele dove aiutare tutti a districarsi. Laureanda in Lettere, 25 anni, campana, ha lasciato una tesi in sospeso per essere anche lei nel cuore dell’evento clou del 2015. «E avere Expo sul curriculum – dice – mi ha aiutato moltissimo. È così che sono arrivata a lavorare oggi ai British Institutes della mia città, Avellino. Era tra i miei obiettivi, oggi sono assistente del responsabile alla didattica e aiuto con qualche lezione. Ma in futuro conto di prendere l’abilitazione per l’insegnamento dell’inglese: la mia passione è questa. L’esperienza di Expo? È stata bella non solo di per sé, ma soprattutto perché mi ha fatto crescere tantissimo».
 
DEBORA, 21 ANNI: “Un mese all’ipermercato, l’unica cosa che mi offrono”
«Renzi diceva: chi ha lavorato in Expo troverà lavoro più facilmente. Beh, per adesso è stata una delusione». Debora Vitale, 21 anni, è stata tra i lavoratori più giovani del grande evento che ha acceso Milano nel 2015. L’ha fatto con entusiasmo, occupandosi un po’ di sicurezza e tornelli, un po’ di amministrazione e badge e un po’ di reception. «Mi ero diplomata in lingue da pochissimo – racconta – e ho iniziato già nel cantiere, a novembre 2014. Poi mi sono spostata più volte, ma ad evento finito mi hanno lasciato a casa. Una bella delusione, dopo aver lavorato anche 12 ore al giorno. Come prima cosa pensavo alla Svizzera, a fare la frontaliera, ma poi ho abbandonato l’idea. Intanto avrò fatto 20-25 colloqui da gennaio ad oggi, ma niente. A breve inizierò un contratto di un mese per un ipermercato ad Arese, ma so già che finirà lì. E non nascondo che in questo momento sono tutt’altro che ottimista».
 
DANIELA, 29 ANNI: “Adesso colleziono colloqui, dovrò andare via dall’Italia”
«Nella mia vita, per dieci anni, avevo sempre lavorato. E sempre trovato in uno o due mesi. Adesso no. Ora colleziono colloqui». Mesi a staccare biglietti, e poi solo un lungo limbo senza una data di scadenza. È questo il post Expo di Daniela: 29 anni, alle spalle aveva già un lavoro da impiegata finito per colpa della crisi. Poi aveva scelto di perfezionare l’inglese, era stata nel Devon, era tornata in tempo per il grande evento. «Ad Expo – spiega – ho lavorato in biglietteria, assunta tramite una cooperativa. Mi sono trovata bene, ma è il dopo che mi ha deluso. Speravo che quell’esperienza pesasse nel mio profilo. Invece mi trovo quasi sempre sospesa, dopo colloqui che non portano nemmeno ad una risposta. Mi sono data due mesi, perché per fortuna prendo ancora la disoccupazione. Ma se non dovessi trovare qualcosa di serio – non certo un lavoretto in nero o che dura due o tre mesi – valuterò altro. Anche di andar via di nuovo».
 
ELISA, 26 ANNI: “Solamente porte in faccia da chi prometteva un posto”
«L’Expo sul curriculum? Sembra quasi che porti sfortuna. Mi aspettavo tutta un’altra facilità nel trovare lavoro. In tanti, durante i sei mesi, dicevano: ‘Poi ci sentiamo, da novembre in poi’. Ma sono gli stessi che adesso, a volte, nemmeno rispondono al telefono». Elisa Frigo, 26 anni, fa parte del gruppo di chi sta facendo fatica, tanta, a ricollocarsi sul mondo del lavoro. Ha dovuto sopportare sei mesi di porte in faccia. E allora sta provando anche una strada diversa: una startup da far nascere, insieme ad altri reduci del grande evento milanese. «Il progetto si chiama Outside Expo – racconta – ma forse cambieremo nome. Ci siamo divisi in quattro gruppi a tema: ambiente, arte e cultura, cibo, turismo. E ora stiamo capendo come muoverci per trovare finanziamenti. Io nel frattempo ho appena terminato un corso di due mesi da addetta stampa. E sì: anch’io ne ho fatti parecchi di colloqui. Ma finora solo tanti ‘le faremo sapere’».

31 OTTOBRE 2019 = DEFAULT DELL’ITALIA (M-A-T-E-M-A-T-I-C-O…O QUASI….)

http://www.ilgrandebluff.info/2016/04/31-ottobre-2019-default-dellitalia-m-t.html

MERCOLEDÌ 20 APRILE 2016

Ieri sera ho deciso di fare qualcosa di veramente alternativo ed “acido”….
Mi sono sniffato quasi 30 minuti di un discorso di Draghi per l’inaugurazione dell’anno accademico 2015-2016 dell’Università del Sacro Cuore…
Se vuoi “farti” anche tu …
ecco il link da sniffare...

Milano, giovedì 5 novembre 2015. Prolusione del Presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2015-16.

Vi posso assicurare che è stato UTILISSIMO ed ILLUMINANTE
tutto CHIARO…anzi…CRISTALLINO…
e Draghi a suo modo è UN GRANDE.
Punto.

Per trarre informazioni utili e per fare le debite “deduzioni” non bisogna però essere dei talebani ideologizzati ed incompetenti, ma bisogna essere dei cartesiani razionali pragmatici e competenti (meglio ancora se trader od ex-trader) 
Proprio mentre mi illuminavo con quel video smanettando su Facebook (azz…può essere persino utile qualche volta….) incrocio l’ultimo post dell’amico Paolo Cardenà

La stampa e buona parte della nomenclatura politica e finanziaria tedesca, in questi giorni, stanno attaccando duramente l’operato del Bce, per via dei bassi tassi di interesse e per le manovre espansive della banca centrale, peraltro recentemente irrobustite.
Insolitamente, l’unico che ha preso le difese della Bce è stato Jens Weidmann, il numero uno della Bundesbank, che ha definito “appropriata” la politica monetaria della Bce.
Il mandato di Draghi alla Bce scadrà nel 2019, il prossimo presidente sarà tedesco e, con ogni probabilità, sarà proprio Weidmann.
Scordatevi che possa comprare tonnellate di debito pubblico italiano e/o roba simile.

ed ho fatto CLICK… 2+2 = 4
Ho visto la LUCE (che già avevo intuito più volte ma che non avevo mai visto così chiaramente)
= DEFAULT DELL’ITALIA tra metà 2019 e metà 2020
data di discrimine 31 ottobre 2019 (Scadenza Mandato di Draghi)
Naturalmente intendo NON un botto epidemico ed epocale
ma un primo haircut concordato e parziale
al quale …………………………….

ne seguiranno man mano altri
FallitaGlia è too big to fail … 😉

Al minuto 21 e dintorni del video del discorso di Draghi sopra linkato
vanno collegati i seguenti due grafici su solvibilità/collaterali 

Ad un NON-talebano risulta fin troppo evidente dal discorso di Draghi…. 
Super-Mario ha fatto di tutto e di più per dare tempo all’Italia e rimandare il suo default (bancarotta)
E’ il vero Santo Patrono degli Italopitechi come spiegavo in un mio post:

SuperMario…Santo Patrono degli Italopitechi..

Specifico bene:
Draghi non è il salvatore dell’Italia anche perchè per FallitaGlia in realtà NON c’è salvezza
ma solo un Declino Strutturale Irreversibile, progressivo e con accelerazioni (per almeno 3 generazioni, poi si vedrà)

Draghi però è il tamponatore di FallitaGlia e di tutto un certo status quo (in primis il sistema bancario e dunque il debito pubblico…ma di conseguenza anche tutte le belle mossette inefficienti&anacronistiche dell’italopiteco medio)
Ha dato tempo e darà ancora tempo che naturalmente è stato/verrà usato MALISSIMO
come da 35 anni a questa parte….

Mentre il Mondo Cambiava
FallitaGlia continuava a farsi in cazzi suoi “fuori dal Mondo” invece di adattarsi…
E mo’ sta arrivando il conto da pagare NON perchè ci sia un qualche complotto UE-germanico-pluto-massonico-ebraico-rettiliano ma semplicemente perchè siamo un Paese di Cazzoni Snob Narcisisti che non sanno e non hanno interesse a stare al passo dunque siamo un Paese Sommergente… per 10 100 1000 ragioni complesse

Poi scegliete voi…
a me interessa il risultato MEDIO finale e cosa posso fare IO di concreto, non oggi ma ieri, per cavarmela al meglio e cadere dalla parte giusta.
Perché soluzioni collettive in Italia non esistono più e da tempo sia nell’euro che fuori dall’euro O meglio…le soluzioni ci sarebbero anche

vedi il mio post di fantasy: LA MIA RICETTA PER FAR RIPARTIRE L’ITA(G)LIA….

ma nessuno le vuole percorrere/ne ha l’interesse almeno fino al DEFAULT che man mano eliminerà il VERO TAPPO DI FALLITAGLIA = 60% e fischia di clientes che ancora campano di uno Stato Fallito

Ma vediamo di fare una breve profezia in 10 punti o giù di lì (che tanto piacciono i decaloghi…) 1. 2018 = l’Italia non sarà ripartita manco per il pesce e se anche sarà ripartita lo sarà troppo poco rispetto alle palle al piede abissali

2. Il mandato di “Draghi il tamponatore” sarà sempre più vicino alla scadenza (=31 ottobre 2019) e dunque sempre più debole
3. sarebbe da fare un bel trading system su questo scenario, con variabile temporale = man mano si avvicina scadenza Draghi ed eventuale subentro di Weidmann…indovinate cosa farà il trading system 😉 Pensate che ci abbia pensato solo IO…uhhh giààà….
(abbiamo già avuto assaggio con attacco pre-Atlante che ha partorito solo tampone di breve e non avrebbe potuto essere altrimenti)
4. In buona sostanza questo trading system già esiste
ed il Mercato già sconta da tempo il DEFAULT CONTROLLATO di FallitaGlia
Questo grafico “sul campo del trading” conferma i grafici macro-economici di cui sopra

5. Se la scadenza del Mandato di Draghi sarà al 31 ottobre 2019
il Mercato come sempre anticiperà ed attaccherà già almeno 6 mesi prima
A meno che nel frattempo FallitaGlia non abbia iniziato a crescere del 3% all’anno….uhhh giàààà…contateci… 😉
6. Weidmann non è affatto un talebano crucco ma persona intelligente e pragmatica, oltre ad essere l’unico Banchiere Centrale di scuola vagamente austriaca del globo e non neo-turbo-keynesiano-stampa-che-ti-passa che la Big Bubble ti pompa tutto…
Il Default dell’Italia dunque si configurerà come una serie di haircut parziali e progressivi, ben studiati e concordati, con l’appoggio della BCE e del sostegno liquidità dell’ELA (se non sapete cos’é Vedi qui: ELA”: chi era costui?…Alla faccia della mitica “Vittoria della Democrazia” con il (fanta)Referendum Ellenico…)
7. Naturalmente a FallitaGlia verranno chieste delle contropartite molto cospicue
=
– patrimoniale una tantum (i crucchi sanno che siamo ancora ricchi e ragionano da crucchi = se hai i soldi caccia la grana per coprire il tuo fallimento ed il tuo declino, io al massimo ti accompagno in modo da evitare crash sistemico)
– prelievo forzoso (che beccherà tutti gli italopitechi che ancora tengono tutto in Italia/in UE)
– reintroduzione IMU prima casa
– aumento Imu e tasse sulla casa (sta tornando sul tavolo la riforma del catasto)
– pesante tassa di successione
– ulteriore aumento IVA
– taglio secco e pesantissimo delle Pensioni sostituendole con assegno forfettario di vecchiaia
– taglio secco servizi pubblici, in primis la sanità pubblica etc etc 
8. Per accompagnare il processo “fallimentare” dell’elefante nella cristalleriaFallitaGlia… Weidmann, essendo tedesco, sarà il presidente ideale della BCE per far passare infine l’EUROBOND…
ma solo alle condizioni di cui sopra e come paracadute che eviti effetto domino e non come assegno in bianco per parare il culo a FallitaGlia (i tedeschi non si fidano di NOI…e fanno bene!…)
9. questo tra parentesi ma anche fuori parentesi …. eviterà la dissoluzione dell’euro (non sperateci dunque…ma anche FOSSE…checché ve ne dicano i Pifferai Magici….sarebbe comunque un MACELLO…)
10. I vari default parziali e controllati di FallitaGlia taglieranno le gambe ad una marea di Italopitechi Inconsapevoli che oggi fanno gli splendidi su Facebook su trivelle e mari cristallini…che comprano BTP Italia, che pensano che la salvezza e la sicurezza sia in Poste Italiane e nelle Banche Italiane più sicure di altre…. 😉
Quando infine verrà invertita la vera palla al piede mortale di FallitaGlia = 60% di italopitechi che ancora vivono di stato fallito

allora gli Italiani Sapiens potranno almeno tentare di tornare a fare la differenza
e far ripartire il Paese = bene inteso …roba per pochi che il boom economico anni 50-60 e suo effetto trascinamento fino agli anni 80-90 è un unicum nella storia italiana e tale rimarrà
Non a caso si chiama MIRACOLO economico…ed i miracoli non si fanno tutti i secoli…
11. si acuirà dunque questa tendenza

12. volete dare la colpa a qualcuno…iniziate da VOI STESSI  e poi metteteci la Merkel….ma solo al fondo della lista… che sono processi in atto da decenni e NON ABBIAMO FATTO UN CAZZO per cavalcare il Trend (globale) ma ce lo stiamo prendendo tutto in faccia, continuando a vivere in un altro Mondo (feudale&corporativo) ed a nutrirci di ideologie ed irrealismo fuori tempo massimo… di cose che già non esistono più e che matematicamente non sono/saranno più sostenibili
Piacerebbe anche a me a+b+c…ma non è possibile mi spiace…

Ci sarebbe molto altro da dire ma mi fermo qui….
la sostanza è chiara almeno per chi vuol vedere
Non vi sto dicendo COSA SIA GIUSTO e COSA SIA SBAGLIATO ma solo cosa MOLTO PROBABILMENTE ACCADRA’ Punto Regolatevi pragmaticamente di conseguenza
Anche se va detto La mia previsione è a circa 4 anni dunque è verosimile ragionevole e molto probabile ma non è detto che possa avverarsi del tutto….
Le variabili in gioco sono troppe e non prevedibili appieno
Tutto lo scenario da me prefigurato potrebbe anche ANTICIPARE su vari elementi di rottura oppure ritardare
Difficile a dirsi
Ma lo SCENARIO del Default Parziale e controllato di FallitaGlia entro il 2020 rimane il più probabile
Tenetene conto nelle vs. scelte a 5 anni di scenario.

Ed adesso un breve prontuario di cosa significhi in CONCRETO la BANCAROTTA
IL DEFAULT di FallitaGlia perchè molti faticano a capire persino il concetto di DEFAULT e le sue implicazioni pratiche 1. sfoltimento massiccio dei propri risparmi in qualunque forma (se detenuti solo in FallitaGlia) (e/o di quelli dei vs. genitori/suoceri che oggi detengono la maggioranza della ricchezza italiana e che vi trascinano nel loro vortice italopiteco/anacronistico…ma ne riparleremo a fondo…è un tema FONDAMENTALE)
Oggi ne avete già un assaggio progressivo/TANGIBILE tra Banca Marche, Banca Etruria Lazio, Pop. Vicenza, Veneto Banca etc etc
Un sacco di gente sta già perdendo anche il 90% dei risparmi…ma sssttt… che non essendo roba da mass media …. la maggioranza di voi nemmeno se ne sta accorgendo… Moltiplicate per 10x e capirete cosa succederà nel 2020 e dintorni…. 
2. sfoltimento massiccio dei dipendenti pubblici/para-pubblici e dei loro stipendi (anche gli ultimi “”privilegiati”” verranno colpiti dopo che la parte “produttiva” del Paese che da anni li manteneva…viene distrutta progressivamente con tutti che gli sputano pure in faccia…)
3. sfoltimento massiccio delle Pensioni (possibile anche un blocco provvisorio) = assegno forfettario di mantenimento anziani e niente più (come sta accadendo in Grecia e non solo – segui link e leggi al fondo)
4. contingentamento dei prelievi/bancomat/bonifici bancari etc (volete eliminare il contate pezzi di idioti italopitechi? Fatelo dopo il 2020 almeno…vi conviene pezzi di idioti inconsapevoli…)
5. crisi generale del sistema bancario (tecnicamente fallito considerando che è imbottito di titoli di stato fallitaGliani) + controllo/blocco della circolazione dei capitali
6. aumento esponenziale della disoccupazione (la disoccupazione giovanile circa al 40% è un leading indicator, lo volete capire o no??!)

7. Anche&SOPRATTUTTO i cretinetti pauperisti sfigati radical chic del tanto io sto in affitto e non ho nulla in banca = non ho nulla da perdere
lo prenderanno nel culo AL CUBO…e faranno la FAME, letteralmente… perchè mangiare l’Iphone foraggiato dal Papà non è affatto facile…anche con aglio&olio&peperoncino…
8. blocco della sanità pubblica dei pronto soccorso dei medicinali sovvenzionati etc etc
9. ulteriore crollo del primario asset italiano = quasi tutti hanno solo “casette” e solo in FallitaGlia fino a sovraesposizioni dell’80% del proprio patrimonio = illiquidabilità per svendite a stecca&per disperazione sul mercato … e dunque non contate su quei soldi lì… nemmeno per comprarvi il tonno in scatola….
10. fallimento a catena della maggioranza delle banche italiane (imbottite di Btp etc) = svanirà la maggioranza dei vs. risparmi sui quali oggi fate ancora conto ed avrete contingentamento delle vs. disponibilità immediate
11. possibile fallimento delle Poste Italiane e fate voi le considerazioni del caso
12. Fallimenti a catena delle aziende, con blocco pagamenti, fatture, cash flow etc
13. (con sarcasmo) Blocco delle piattaforme dell’Adriatico perchè non ci sono più i soldi per gestirle = FIGATAAAAAAAAAAAA = chi ha perso il referendum alla fine lo vincerà PRENDENDOSELO PERO’ NEL CULO AL CUBO… ficoooooooo ‘u mare cristallino e tutti magrissimi…e non per la dieta…. 😉
14. tensioni sociali e moti di piazza? No…non credo proprio…massa italopitechi al massimo farà un tentativo di forzare il muro del Brennero perchè la colpa è tutta dei crucchi e degli austriaci ma a suon di idranti di acqua gelata se ne tornerà a parlare di calcio&figa…
Oppure insieme a Pifferai come il Bagnai si troverà in piazza con gli economisti ex-comunisti a fare un atto dimostrativo del tipo = stampare lire a go-go con una bella stampante laser… ed accanto sul rogo bruciare euro…quei pochi rimasti…
Insomma NO HOPE FOR THIS ITALY
Chi può se ne vada il prima possibile
e poi ne riparliamo tra almeno 30 anni
che i giovani di oggi sono ancora più rincoglioniti e lobotomizzati viziati di noi 40-50enni…

P.S. io sto lavorando in modo massiccio e pragmatico per salvare almeno mia Figlia …e voi?
Non c’è una soluzione PERFETTA E COMODA
MA SI PUO’ CERCARE DI MITIGARE AL MASSIMO GLI EFFETTI DEL DEFAULT
SI PUO’ CERCARE DI NON FARE CAXXATE ESTREME ED AUTOLESIONISTE…
TUTTO QUI
NIENTE DI PIU’ E NIENTE DI MENO 

Vedi Forchielli 1&2...

Alberto Forchielli
AFFERMAZIONI DAL MIO INTERVENTO DI STAMATTINA A RADIO 24
sul mio libro appena pubblicato: Trova lavoro subito! (all’estero)
Credo sia il momento di passare dal “dateci il lavoro” al “ora mi vado a prendere il lavoro dov’è”. 
Basta ascoltare le palle dei politici che addirittura truccano i dati sulla disoccupazione giovanile!!
L’unica soluzione è scrollarsi di dosso il sistema Italia che non riesce a sopravvivere in un mondo globale e auto-globalizzarsi.
Molti in Italia sono ancora qui a cercare di trattenere i nostri migliori talenti facendoli sentire in colpa: “dovresti restare e combattere”.
Sarebbe meglio se ci si informasse prima su che professione intraprendere e su cosa studiare in funzione di un obiettiva di vita e lavoro preciso.
I ragazzi molto spesso sono chiamati a prendere decisioni sul loro futuro quando sono troppo giovani, tocca alla famiglia prenderle.
Qual è tipico errore dell’italiano che cerca lavoro all’estero e che tu hai riscontrato? “Non studiare o studiare le cose sbagliate e poi cercare di arrangiarsi”.
Avere risparmi adesso in Italia non si sa dove metterli, meglio capitalizzarli su una vera professionalità per i propri figli.
Compra una casa a tuo figlio, magari nella tua stessa città e gli metti un ceppo al piede, se investi nella sua cultura, negli studi, nella formazione continua gli apri orizzonti, mentali e professionali.
Quali lingue sono fondamentali? Inglese, triste doverlo ancora ripetere. Poi Francese e Tedesco. Non vi dico lo spagnolo perché da italiani è relativamente semplice impararlo.
Se è impossibile trovare lavoro bisogna fare gli imprenditori e investire in Cambogia, Vietnam, Panama, Costa Rica, Birmania, Africa (ma non conosco bene i paesi).
STEMCH: Science, Technology, Engineering, Mathematics, Coding e Healthcare sono alla base della crescita socio/economica mondiale.
Sul coding stime dicono che nella sola Unione Europea nei prossimi 20 anni ci sarà una mancanza strutturale di quasi 1 mln di lavoratori.
Essere Italiani nel mondo oggi come ci percepiscono? Ci vogliono tutti bene e gli Italiani hanno grande capacità di adattamento.

Come giustamente dice Alberto Forchielli
…. ho il sospetto che le riforme strutturali siano chimere impossibili da realizzare gradualmente a causa di posizioni di rendita che non mollano i privilegi acquisiti, rendendo vani gli sforzi di chi vuole cambiare l’assetto socio-economico in maniera importante. 
Allora varrebbe la pena di cominciare a credere che soltanto grandi traumi esogeni potranno modificare lo status quo in società ossificate. 
Perciò, anziché temere le varie deflazioni o crisi finanziarie, sarebbe più saggio cercare di cavalcarle per sfruttare positivamente la loro forza distruttrice, perché solo così potremo finalmente rompere schemi obsoleti ricreando situazioni in cui innovazione e produttività possano liberamente crescere……

Dunque prima invertiremo QUESTO

(e con il Default si darà una bella accelerata) prima avremo un RESET della MELMA ITALOPITECA ESISTENTE e MAGGIORITARIA (almeno per ora) Moltissimi verranno erasati e si estingueranno ma si creeranno anche molte NUOVE OCCASIONI per chi ci sa fare e per chi ha talento Sarà possibile un Nuovo BOOM dopo aver rotto lo schema zombie esistente e deleterio?
Non lo so… ma almeno saremo nelle condizioni di poterci PROVARE oggi invece nemmeno quello…. 

AVETE ANCORA 3-4 ANNI massimo di cazzeggio radical chic….#TICTACTICTAC
GIOCATEVELI AL MEGLIO! 

Good Luck!
(almeno a chi vuol vedere….che non sarà facile comunque cavarsela)
Augurare Good Luck! a chi non vuol vedere
invece è del tutto inutile…
. .
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Vergognati Mattarella! Indegno inchino alla Trilateral Commission al Quirinale: è alto tradimento.

http://scenarieconomici.it/vergognati-mattarella-indegno-inchino-alla-trilateral-commission-al-quirinale-e-alto-tradimento/

scenari economici

aprile 16, 2016 posted by 

 

Vergogna ed infamia. Questo sintetizza il mio giudizio su Mattarella che, a questo punto, riesce nell’impresa di risultare, ancor più di Napolitano, un vile servitore della finanza internazionale.

Nessun rispetto per questo indegno traditore della Repubblica italiana e nessuna paura di subire un processo per vilipendio. È Sergio Mattarella il traditore, è lui che vilipende la Nazione. Io rivendico solo il diritto di urlare la mia richiesta di immediata messa in stato d’accusa.

Ascoltate attentamente questo video, in ogni sua parte. Io ne sono rimasto sconvolto:

mattarella trilateral

Si omaggia David Rockfeller e quella sua creatura che prende il nome di commissione trilaterale, i cui membri sono stati accolti al Quirinale con tutti gli onori, benché siano esclusivamente privati che non hanno alcun merito specifico, risultando solo dediti alla speculazione fiananziaria e all’attività parassitaria.

La trilaterale è un’associazione a delinquere che riunisce i più influenti esponenti della finanza del Nord America, Asia, Oceania ed Europa, con lo scopo dichiarato di imporre una governance mondiale basata su un’elité di tecnocrati, che dovranno dire ai popoli quello che dovranno fare nei prossimi anni, al fine di mantenerli sempre subordinati al loro potere finanziario.

La trilaterale venne fondata il 23 giugno 1973, appunto per iniziativa di David Rockfeller, presidente della Chase Manhattan Bank e di altri dirigenti tra cui Kissinger e Brzezinsky.

Presieduta da Mario Monti, subito prima di diventare Presidente del Consiglio italiano, ed oggi dall’ex governatore di BCE Trichet, ovvero colui che scrisse la famosa lettera 4 agosto 2011 con cui l’Italia fu sostanzialmente commissariata con l’imposizione di una precisa agenda politica sotto la minaccia dello spread.

Cioè Mattarella ha ricevuto con tutti gli onori in Quirinale chi ha tramato contro un Governo in carica di uno Stato sovrano.

Tra i membri italiani della trilaterale spicca anche il Ministro Federica Guidi, da poco finito al centro dello scandalo Total e dimessasi, nonché Monica Maggioni, guarda caso messa subito al timone della Rai.

Questo tanto per dire quali sono gli interessi di questi porci, perché i membri della trilaterale sono esclusivamente questo, e che mi querelino pure! Non me ne frega assolutamente nulla, la storia mi renderà onore per queste affermazioni. Anche se un giorno sarò ucciso per quanto dico so per certo che tra un secolo non esisterà la via Mario Monti, ma esisterà la via Marco Mori, e tanto mi basta per continuare a difendere la democrazia.

Oggi non ci sono davvero altri termini se non “porci” per chiamare chi, come Carlo Secchi, membro appunto della Trilaterale, osava così rispondere su “il fatto quotidiano” (nel 2014) alle domande di un giornalista:

Il vostro concetto di mondo?


La nostra visione per un sistema che rispetta il rigore finanziario, il libero mercato, ma non resta immobile, che riduce le tasse, rivede il fisco e aiuta i cittadini (n.d.a. – bontà loro… Vogliono comandare ed imporre il loro modello sociale, ma ci lasceranno vivere)Anche Letta e Guidi hanno partecipato a questo progetto.

Durante la stagione di Monti, aprile 2012, disse: “Il modello italiano saranno le grandi coalizioni”. Ci ha azzeccato?

Non mi sembrava un pronostico complicato. E sono convinto che vedremo ancora governi di larghe intese, seppur politici, che vanno oltre i numeri di maggioranza che esprimono gli elettori.

Non è molto democratico.

Il pianeta ha bisogno di riforme e le riforme si fanno insieme (n.d.a. – insieme tra tecnocrati, ma alle spalle del popolo!)

Ha ascoltato il discorso di Matteo Renzi?


Buone intenzioni, adesso ci deve portare le prove (n.d.a. – odio Renzi, ma certamente non dovrebbe rispondere a questi individui!).

Avverte il conflitto d’interessi di Federica Guidi?


Mica possiamo mandare al governo i monaci che fanno voti di povertà? Deve stare attenta, deve studiare, ma ce la può fare benissimo(n.d.a. – profetico qui).

Lo sforamento del Patto di bilancio, il famigerato 3 per cento, è possibile?


Per chiedere una deroga e soprattutto per ottenere una risposta affermativa, l’Italia deve sistemare i conti e preparare un piano di tagli, altrimenti è pura demagogia. L’Europa non potrebbe mai accettare. Ora i ministri devono tacere e lavorare. Chi ha un po’ di potere deve stare zitto prima di fare (n.d.a. – tacere, obbedire e lavorare…)

E per finire la vera chicca:

Quanto conta la Trilateral?


Non determiniamo gli eventi, ma li possiamo condizionare (n.d.a. – una confessione in piena regola sulla vergognosa interferenza del potere economico sulla democrazia).

Inaccettabile. Tutto questo è inaccetabile. La negazione della sovranità e dell’indipendenza nazionale, lo stupro della Costituzione e del suo modello sociale ed economico.

Ecco quindi che accogliere simili criminali al Quirinale con ogni onore è un alto tradimento che macchia definitivamente la persona di Sergio Mattarella, da oggi nemico giurato della Repubblica e della democrazia.

La trilaterale ormai ha abbandonato le teorie del complotto per uscire allo scoperto rivendicando il suo dominio sull’Italia e sul mondo con un gesto simbolico di evidente valore. L’Italia si è arresa ed è pronta agli Stati Uniti d’Europa in totale spregio del dettato costituzionale e del codice penale. È pronta ad essere guidata da elité tecnocratiche. I popoli non si possono più autodeterminare e la democrazia tramonta.

Dobbiamo fermarli, non c’è più tempo. Altrimenti tutto questo si concluderà con fiumi di sangue innocente.

Avv. Marco Mori – blog scenarieconomici – Alternativa per l’Italia – autore de “Il tramonto della democrazia – analisi giuridica della genesi di una dittatura europea” disponile su ibs – clicca qui.

Obama tra “Brexit” e TTIP

Domenica 24 Aprile 2016
obama brexit
di Michele Paris
 
Il tema dominante della visita di questi giorni in Europa del presidente americano Obama è senza dubbio rappresentato dai timori di Washington per le rivalità, le divisioni e la grave crisi che stanno attraversando i paesi dell’Unione sotto le pressioni di un’economia in affanno. I tre giorni in Gran Bretagna sono stati caratterizzati dalla questione della possibile uscita di Londra dall’UE (“Brexit”), mentre gli incontri tra domenica e lunedì con i leader di Germania, Francia e Italia hanno al centro, tra l’altro, il trattato di libero scambio transatlantico (TTIP), la lotta al terrorismo e il tentativo di mantenere un fronte unito contro la Russia di Putin.
 
In un’intervista a un quotidiano tedesco alla vigilia dell’arrivo in Germania, Obama ha ribadito che, pur non essendo suo compito “dire all’Europa come gestire l’Europa”, di un’Unione “forte, unita e democratica” finisce per beneficiarne anche gli Stati Uniti.
 
Se le preoccupazioni per la democrazia europea non sono in realtà in cima alla lista delle priorità dell’inquilino della Casa Bianca, visto anche che l’UE è stata in questi anni lo strumento per l’implementazione di durissime misure anti-democratiche in molti paesi membri, la necessità di mantenere una certa coesione all’interno dell’Unione ed evitare la sua disintegrazione corrisponde di certo agli interessi americani.
 
L’importanza di questo punto è apparso chiarissimo dalle parole pronunciate sulla “Brexit” negli interventi pubblici di Obama in Gran Bretagna settimana scorsa. La sua visione sulla questione, che sarà sottoposta a referendum popolare il 23 giugno prossimo, era stata esposta anche in un insolito articolo scritto dallo stesso presidente USA per il giornale filo-Conservatore Daily Telegraph.
 
L’invasione così palese di un leader americano negli affari politici interni alla Gran Bretagna ha ben pochi precedenti e ha confermato appunto le ansie che sta vivendo la classe dirigente di Washington in previsione delle conseguenze di un possibile abbandono dell’Unione Europa da parte dell’alleato.
 
Nell’articolo pubblicato venerdì, Obama ha ricordato la lunga amicizia e l’alleanza tra USA e Regno Unito, per poi collegare significativamente la creazione dell’UE a quella delle altre istituzioni internazionali post-belliche che per decenni hanno garantito la stabilità dell’Occidente sotto la guida del capitalismo americano.
 
In seguito, Obama ha portato un attacco frontale ai sostenitori della “Brexit”, ricordando come “l’influente voce della Gran Bretagna assicuri la forza dell’Europa nel mondo” e che il vecchio continente rimanga “aperto… e strettamente legato ai propri alleati dall’altra parte dell’Atlantico”. Solo il mantenimento di questa alleanza, ha spiegato Obama, consente di far fronte alle sfide del “terrorismo”, alla minaccia di “aggressioni”, presumibilmente da parte della Russia, e alla crisi “economica e dei migranti”.
 
Gli interessi americani sono risultati poi evidenti nel riferimento alla NATO, dal momento che la forza dell’Alleanza, secondo il presidente Democratico, può essere garantita solo da una solida partnership con il Regno Unito e, di conseguenza, con il resto dell’Europa. In sostanza, la conservazione della NATO come strumento della proiezione degli interessi statunitensi sarebbe messa a rischio da un’eventuale spaccatura nel fronte degli alleati occidentali di Washington.
 
Lo stesso discorso vale in definitiva anche per la questione economica, essendo gli interessi economici dei poteri forti negli Stati Uniti indissolubilmente legati a quelli promossi dall’apparato militare. Da qui, l’impegno di Obama per ridare slancio a un trattato commerciale transatlantico, i cui scopi sono principalmente la subordinazione del mercato europeo al capitalismo americano e il tentativo di impedire la piena integrazione delle economie dei paesi UE – a cominciare dalla Germania – con la Russia, la Cina e il continente asiatico in genere.
 
In questa prospettiva, appare chiaro l’obiettivo dell’impegno di Obama per sventare il pericolo “Brexit”. Dall’uscita della Gran Bretagna dall’Unione potrebbero infatti innescarsi minacciose forze centrifughe, peraltro già latenti e a tratti manifeste fin dall’esplosione della crisi economico-finanziaria del 2008, che potrebbero spaccare l’Europa e riportare nel continente rivalità sopite dopo il secondo conflitto mondiale.
 
Un simile scenario comporterebbe quasi certamente un certo allontanamento di alcuni paesi dagli Stati Uniti, soprattutto sul fronte economico e commerciale, mettendo a repentaglio i sogni “egemonici” di Washington e i progetti di marginalizzazione di una potenza come la Russia.
 
Il pensiero americano in questo senso va indubbiamente alla Germania, già tra i paesi più scettici, almeno a livello non ufficiale, verso le politiche di confronto con Mosca, se non altro per i profondi legami che caratterizza(va)no le rispettive economie.
 
La visita di Obama, e soprattutto il suo intervento in Gran Bretagna, si è comunque innestata su un dibattito interno particolarmente acceso a meno di due mesi dal referendum sulla “Brexit”. Contro il presidente Obama si è scagliato ad esempio duramente e in maniera strumentale il sindaco di Londra, nonché pretendente alla leadership del Partito Conservatore, Boris Johnson. Quest’ultimo ha definito “ipocriti” gli inviti del presidente USA a sacrificare la “sovranità” britannica in una maniera che gli USA “non si sognerebbero mai di fare”.
 
I toni di Johnson, uno degli esponenti di maggiore spicco della fazione dei Conservatori favorevole alla “Brexit”, sono stati particolarmente accesi e con accenti razzisti, quando in un commento apparso sul Sun di Rupert Murdoch ha definito Obama “mezzo kenyano” e, dunque, ostile alla Gran Bretagna per il suo passato di potenza coloniale.
 
Ugualmente pesanti sono state le parole del numero due del ministero della Difesa di Londra, Penny Mordaunt, la quale sempre al Telegraph ha affermato che le opinioni di Obama circa “l’impatto dei legami con l’UE sulla nostra sicurezza e sugli interessi del Regno Unito e degli Stati Uniti tradiscono una dolorosa ignoranza”.
 
A testimonianza dei sentimenti contrastanti suscitati dalla visita di Obama e, più in generale, dal rapporto degli USA con l’Europa, il presidente americano ha trovato un clima tutt’altro che disteso anche in Germania. Il suo arrivo ad Hannover per la tradizionale fiera dedicata alla tecnologia industriale, è stato preceduto dalla mobilitazione di gruppi di protesta contro la ratifica del TTIP (Trattato Transatlantico per il Commercio e gli Investimenti), già oggetto di imponenti manifestazioni in Germania nei mesi scorsi.
 
Nonostante le parole di elogio avute da Obama per la cancelliera Merkel, anche alcuni esponenti del governo di Berlino sono apparsi tutt’altro che ben disposti sulla questione del TTIP, quanto meno nella sua forma attuale. Il vice-cancelliere e ministro dell’Economia Socialdemocratico, Sigmar Gabriel, ha ad esempio ricordato le condizioni che favoriscono il capitale USA a discapito di quello tedesco, così che, se non dovessero esserci concessioni da parte americana, il trattato di libero scambio potrebbe essere destinato a un clamoroso fallimento.

Un nuovo “regalo” ai cittadini europei da parte degli oligarchi della UE per favorire le lobby delle corporations USA

Grazie Ue, si capisce perché Obama, rappresentante di lobbies, ci tiene così tanto che l’Inghilterra rimanga della Ue…
Apr 23, 2016
 
No-Monsanto
No Monsanto a Venezia
 
The Guardian: La Commissione Europea Vuole Rinnovare la Licenza per l’Uso del Glifosato (il diserbante “probabilmente cancerogeno”)
Un documento trapelato dalla Commissione Europea ed esaminato dal Guardian mostra come l’organo europeo abbia in programma di rinnovare la licenza per l’uso del glifosato, il diserbante ampiamente prodotto dalla Monsanto, nonostante l’opposizione di alcuni paesi e in contraddizione coi principi di cautela. L’OMS ha dichiarato il glifosato “probabilmente cancerogeno”. Le pressioni lobbistiche sono evidenti. Il TTIP è dietro l’angolo.
di Arthur Neslen
La Commissione Europea ha in programma di rinnovare la licenza per il controverso diserbante che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ritiene possa causare il cancro. Tutto ciò nonostante l’opposizione di diversi paesi e del Parlamento Europeo.
Nel 2015 l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro – organismo dell’OMS – aveva detto che il glifosato, l’elemento attivo nel diserbante per l’agricoltura prodotto dalla Monsanto e ampiamente usato sui raccolti di prodotti geneticamente modificati in tutti il mondo, era stato classificato tra le sostanze probabilmente cancerogene per l’uomo.
Aveva detto anche che c’era una “evidenza limitata” sul fatto che il glifosato causasse linfomi non-Hodgkins. La Monsanto aveva reagito dicendo di non comprendere la decisione, e che i dati scientifici non sostenevano le conclusioni.
I risultati hanno avviato una controversia interna all’UE sull’uso del glifosato, con l’Italia, la Francia, la Svezia e l’Olanda che si opponevano al rinnovo della licenza in marzo. Più di 1,4 milioni di persone avevano firmato una petizione per vietare l’uso di quella sostanza.
Ma la nuova proposta, trapelata dalla Commissione Europea ed esaminata dal Guardian, presenta poche modifiche rispetto a quella respinta lo scorso mese. Essa ridurrebbe il periodo di autorizzazione del glifosato da 15 a 10 anni, e impone di considerare un divieto immediato se la European Chemicals Agency (ECHA), in uno studio in conclusione per il prossimo anno, dovesse ritenere la sostanza pericolosa.
Il Partito dei Verdi definisce tutto ciò un tradimento del principio precauzionale, che obbliga a mantenere la cautela laddove ci siano dubbi scientifici. Bert Staes, portavoce del Partito dei Verdi per la sicurezza ambientale e alimentare, ha detto: “È scandaloso che la commissione stia cercando di imporre l’approvazione UE sul glifosato in modo che sia usato senza restrizioni, nonostante le gravi preoccupazioni sull’impatto di questa sostanza tossica sulla salute pubblica e sull’ambiente. L’azione responsabile dovrebbe essere quella di vietare il glifosato“.
 
Glisolfato-Monsanto
Glisolfato Monsanto
 
I gruppi del settore agricolo europeo dicono di essere preoccupati che la decisione di anticipare i tempi per una nuova approvazione possa creare un precedente. Graeme Taylor, della European Crop Protection Agency ha detto al Guardian: “Siamo chiaramente delusi dal fatto che la pressione politica abbia messo in discussione la procedura scientifica per la riapprovazione di una sostanza. Se la sostanza rispetta tutti i criteri per la riapprovazione, allora dovrebbe essere riapprovata per un periodo di 15 anni”.
Il glifosato è un ingrediente del marchio Roundup della Monsanto, ma anche di altri diserbanti prodotti da Syngenta e Dow. La sostanza viene tipicamente irrorata in grandi quantità sui campi dove sono coltivati prodotti geneticamente modificati, e alcuni agricoltori sostengono che il suo uso abbia causato negli USA un’esplosione di erbe infestanti immuni, dopo la sua introduzione nel 1974.
 
L’uso di questo diserbante è cresciuto enormemente 20 anni fa, quando l’Agenzia statunitense per la Protezione Ambientale ha allentato le regole sulla sicurezza, permettendo che i residui di glifosato sul mais fossero fino a 50 volte superiori rispetto al limite precedente. Da allora l’uso del glifosato negli Stati Uniti è aumentato di 15 volte.
 
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Pericolo pesticidi
 
L’Agenzia dell’OMS per il cancro ritiene che il glifosato sia “probabilmente cancerogeno per l’uomo“, sebbene l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare non sia d’accordo. L’opinione della European Chemicals Agency (ECHA) potrebbe risolvere questa controversia, che coinvolge le metodologie di laboratorio e l’influenza dell’industria. Ma lo studio impiegherà 18 mesi per essere condotto e non è ancora iniziato. Un portavoce dell’ECHA ha detto solo che “al momento, l’ECHA non si esprime sul cambiamento di classificazione del glifosato“.
Sebbene la Commissione sia tenuta a seguire le indicazioni dell’ECHA, alcuni paesi hanno fatto esplicito riferimento a questo – e a una riduzione del periodo di autorizzazione – come condizione per il loro sostegno.
 
Un rappresentante di uno dei paesi dissenzienti ha detto al Guardian: “Comprendiamo, dai nostri contatti con la Commissione, che essa sia disposta a rispettare le nostre condizioni. Non sono sicuro se ciò sia chiaro nell’articolo trapelato, ma alla fine questo è quanto ci aspettiamo dalla Commissione”.
La scorsa settimana il Parlamento Europeo ha votato contro l’approvazione all’uso del glifosato laddove esistano dei metodi alternativi, nonché nell’uso agricolo immediatamente prima dei raccolti, nei parchi pubblici e nei parchi giochi. Decine di parlamentari europei si sono offerti di fornire campioni di urina per i test sul glifosato poco prima del voto parlamentare.
Il glifosato è usato così ampiamente da trovarsi nel pane in Gran Bretagna, nella birra tedesca e nei campioni di urina in tutta Europa, a livelli che vanno da 5 a 20 volte oltre il limite consentito per l’acqua potabile.
 

Germania, oltre 30 mila in piazza contro Ttip prima dell’ arrivo di Obama

Apr 23, 2016
 
No-al-TTIP-Gernamia
No al TTIP in Germania
 
HANNOVER (Pars Today Italian) – Almeno 35.000 persone, secondo la polizia, 90.000 per gli organizzatori, hanno manifestato oggi a Hannover contro il Ttip, il progetto di accordo di libero scambio transatlantico che Barack Obama e Angela Merkel difendono all’unisono, alla vigilia dell’arrivo del presidente degli Stati Uniti nella città del nord della Germania.
La folla ha sfilato pacificamente brandendo striscioni contro il “Ttip”, l’acronimo di questo accordo molto controverso, denominato anche Tafta. “Non manifestiamo contro Obama, ma contro il Ttip”, aveva spiegato Christoph Bautz di Campact, una delle ong che hanno organizzato le manifestazioni contro l’accordo di libero scambio, particolarmente seguite in Germania.
 
L’arrivo di Obama, che inaugurerà domani il Salone dell’Industria di Hannover, dove le aziende americane faranno la parte del leone, e dove incontrerà la cancelliera Angela Merkel, dovrebbe dare nuovo impulso ai negoziati sul più vasto accordo commerciale al mondo di questo tipo, in un momento in cui questi navigano in acque difficili. In un’intervista al tabloid Bild, Obama ha una volta di più difeso l’accordo, definendolo “una delle strade migliori per promuovere la crescita e creare occupazione in Europa e negli Stati Uniti”.
 
Fonte: ParsToday