Il Governo italiano si inchina alla Trilaterale

e nessuno in piazza a protestare e chieder conto. E’ la democrazia che piace ai politically correct del governo amico.
 
12:05 18.04.2016(aggiornato 14:30 18.04.2016)
 
Il Governo italiano ha deciso di mandare Yoram Gutgeld, consigliere di Palazzo Chigi e guru economico del premier Renzi, alla prima giornata dei lavori della Commissione Trilaterale, svoltasi quest’anno a Roma.
 
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© AFP 2016/
 
Meno “segreta” del Bilderberg ma non meno discussa, la Trilaterale è un club (amorevolmente definito “gruppo di studio” da Wikipedia) creato dal miliardario David Rockefeller per facilitare l’instaurazione di un nuovo ordine mondiale che cancelli le singole sovranità nazionali. A prescindere dall’opportunità di partecipare ufficialmente tramite un proprio esponente a una riunione del genere, non si può che provare profondo imbarazzo per Gutgeld, che in cotanta sede si è beato dei successi presunti o futuri dell’esecutivo italiano, quello che ha ricevuto negli ultimi giorni la suddetta sequela di stop. Gutgeld, da buon catalizzatore di effimeri consensi, si è astenuto dal citare questi inconvenienti, preferendo lanciarsi nell’annuncio dell’ennesimo intervento shock: un taglio di 25 miliardi alla spesa pubblica. Chissà cosa ne direbbe l’ex commissario alla Spending Review Carlo Cottarelli, che si era spontaneamente dimesso dopo che il Governo aveva evitato per l’ennesima volta di tagliare alcunchè e anzi continuava in quell’osceno tassa-e-spendi che da decenni ammorba l’Italia.
 
 
Le riduzioni paventate dal consigliere economico di Renzi sortiranno probabilmente i medesimi effetti avuti sulle Province: enti che risulteranno aboliti sulle slide propagandistiche del Presidente del Consiglio e che invece continuano a esistere svuotati di senso e delle risorse necessarie ad attuare le funzioni, ma non degli elevati costi di funzionamento. Vedere come su un palco tanto esclusivo possa salire chi sta sistematicamente fallendo il risanamento di un Paese, depotenzia alquanto chi grida al complotto accennando alla Trilaterale.
 
 
Certo, a meno di pensare malignamente che la rappresentanza del Governo italiano sia invece giustificata proprio dal suo sporco lavoro di svilimento continuo delle Istituzioni statali. Dopo Gutgeld è salito in cattedra Mario Monti, stendendo su questa faccenda ombre ancora più scure, vista la convinzione espressa molte volte da quest’ultimo sull’inutilità dei singoli Stati sovrani: anche in questa Trilaterale romana, l’ex Presidente del Consiglio pare essersi concentrato sulle preoccupazioni che gli genera il malfunzionamento dei sistemi politici nazionali, quei mostri che bloccano l’incedere dell’Europa verso un radioso futuro di integrazione. I popoli, con le loro meschine e provinciali peculiarità, sono vissute da Monti come un fastidio che ha rallentato l’esecuzione del suo compito di premier, quello di cedere sempre più poteri all’Unione europea e alla Nato.
 
 
Negli anni dei due governi tecnici targati Bilderberg abbiamo registrato questi inquietanti fenomeni: svendita di larga parte del patrimonio italiano di aziende e marchi storici; assenza di qualunque politica estera degna di questo nome o di un qualche indirizzo politico che non fosse quello piegato alle grandi organizzazioni internazionali; progressivo impoverimento del ceto medio attraverso una tassazione selvaggia che ha innalzato l’indebitamento delle famiglie, da sempre la colonna portante della Penisola.
 
 
Insomma, quello andato in onda alla Trilaterale di Roma è stato l’ennesimo colpo inferto alla sovranità del popolo italiano. Una batosta assestata nel silenzio assordante della stampa (con poche eccezioni): nulla di strano, d’altronde, essendo questa la scelta editoriale dei centri di potere che l’organizzazione di Rockefeller rappresenta. Non si può che essere fortemente preoccupati da un Paese che sceglie di inchinarsi a personaggi influenti che risiedono al di fuori della politica e al di fuori dei nostri stessi confini nazionali. I governi si avvicendano limitandosi a fare i compiti a casa — ieri era succhiare il sangue al ceto medio e svendere il patrimonio, oggi è applicare un po’ di Spending Review — invece di disegnare traiettorie per un futuro migliore che coniughi e valorizzi le specificità territoriali. Nemmeno questo ormai ci stupisce: non si viene invitati come relatori in un club esclusivo se non si hanno le credenziali per farne parte, almeno a livello teorico. Farebbero bene i nostri concittadini a porsi delle domande sulle frequentazioni dei membri del Governo. E a chi ha fermato il suo pensiero alle categorie sinistra/destra/centro, moderati/progressisti etc., rammentiamo le parole — datate 1991 — pronunciate dal fondatore della Trilaterale David Rockefeller:
 
Il mondo è pronto per raggiungere un governo mondiale. La sovranità sovranazionale di una élite intellettuale e di banchieri mondiali è sicuramente preferibile all’autodeterminazione nazionale praticata nei secoli passati.
 
Il Governo italiano si inchina alla Trilateraleultima modifica: 2016-04-23T21:53:45+02:00da davi-luciano
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