Quel fastidioso prurito di nome “democrazia”

La democrazia è sempre meno tollerata. Si tratti di Tav, di terrorismo o di trivelle, le questioni economiche prevalgono sui diritti delle persone

di Davide Amerio.

La situazione italiana è grave ma non è seria – viene da dire parafrasando Flaiano. Leggere le accuse del senatore PD Stefano Esposito e del vice presidente dell’Osservatorio sulla  Osvaldo Napoli (Forza Italia) farebbe quasi sorridere, se si avesse coscienza della storia sul  e in particolare della situazione in Val Susa.

Se questa consapevolezza manca è proprio grazie alla pessima informazione fornita dai mezzi televisivi e cartacei che, con un eufemismo, continuiamo a chiamare “informazione”. Lo scandalo nasce quando, attraverso le maglie fitte del muro di gomma che impediscono al pubblico di conoscere i fatti, filtra, per sbaglio o per caso, qualche notizia contraria a quella stabilita dal “regime” e spalleggiata dal giornalismo compiacente (sempre quello del 73° posto nelle classifiche mondiali sulla libertà di informazione).

Si scatena quindi la reazione di un Esposito e di un Napoli per sostenere le tesi, sulla libertà e sulla parità di informazione, che dovrebbero essere normalmente, e giustamente, addotte in difesa dell’isolamento attuato nei confronti dei . Invece quando si tratta di costoro l’informazione può agire, scrivere, e fare letteralmente come gli pare. Nel paese che funziona al contrario cerchiamo ancora di stupirci, e forse illudiamo noi stessi.

La democrazia non è solo più in pericolo. Non è solo minacciata. È con evidenza mal tollerata. Abbiamo osservato in questi anni la sperimentazione in vitro della gestione del dissenso in Val Susa. L’opposizione al Tav Torino-Lione ha fatto scuola in ogni senso: palestra per i movimenti in difesa della salute, del territorio, contro lo sperpero di risorse pubbliche cui hanno fatto da contrapposizione uno “Stato” sempre meno di diritto e una manipolazione dell’informazione sempre più sfacciata. La protesta tradotta in “e l’oppressione decifrata con “legalità”.

Mentre il vero terrorismo minaccia  il mondo comunque “democratico”, anche se malconcio e imperfetto. L’imposizione della religione sullo Stato è incompatibile con la democrazia che si fonda sul principio laico della separazione tra “Chiesa” e “Stato”. Eppure anche su questo fronte fioriscono le ipocrisie di chi usa la minaccia del terrore per spaventare, sollecitando una riduzione delle libertà come soluzione, come protezione dal “male”. Un terrorismo di cui conosciamo, o possiamo conoscere (se si vuole), tutte le contraddizioni. Nato per volontà dell’occidente con le sue guerre per “procura”. Si genera e si riproduce grazie al dolore e alla disperazione prodotto dai bombardamenti dei “portatori di democrazia”. Si alimenta del conflitto tra gli interessi economici e quelli dei diritti umani che da troppo tempo divergono. Si sostiene con le “amicizie” per i paesi che forniscono beni primari alle nostre economie mentre, al loro interno, i diritti minimi delle persone sono calpestate sino alla morte (non solo letterale).

La democrazia, ancorché imperfetta, concede al popolo il potere di governare se stesso; esige consapevolezza, informazione; germoglia equità e pace. Quando invece viene recintata a uso e consumo di pochi diventa altro; si trasforma in strumento di parte a beneficio di pochi e a danno dei molti.

Continuano sotto i nostri occhi a scorrere incredibili conflitti di interesse locali e transnazionali che nulla hanno da spartire con la democrazia. Oggi i ministri (o le ministre, come vi pare) che si dimettono, o non si dimettono, a causa di vicende giudiziarie che coinvolgono le loro famiglie e i parenti, sono un atto di disprezzo nei confronti della democrazia e del popolo sovrano.

Quest’anno oltre al  sulle , si terrà quello sulle Riforme Costituzionali. Questo sistema italiano ed europeo mal tollera la libertà di espressione dei cittadini e che siano costoro a decidere del proprio futuro. Teniamolo bene a mente.

(D.A. 02.04.16)

Scandalo Guidi, tutti sapevano: mozione di sfiducia contro il governo

http://www.beppegrillo.it/2016/04/scandalo_guidi_tutti_sapevano_da_due_anni_boschidimettiti.html

2 Aprile 2016
“Il M5S presenta una mozione di sfiducia a tutto il governo in riferimento alla vicenda che ha portato alle dimissioni del ministro Guidi. Chi vuole mandare a casa il governo Renzie? Tutti dicono di volerlo. La minoranza Pd lo vuole o vuole tenersi la poltrona? La Lega lo vuole? Tutti coloro che si oppongono a Renzi votino la nostra mozione!” Luigi Di Maio <<<

Lo scandalo per l’emendamento marchetta che ha causato le dimissioni del ministro Guidi ieri sera era stato denunciato dal MoVimento 5 Stelle davanti a tutta l’ aula del Senato il 18 dicembre 2014! La Boschi, il Bomba, tutto il Governo e tutti i parlamentari Pd e Ncd sapevano. Ascoltate le parole di Andrea Cioffi in Senato. Tutti sapevano, tutti a casa, a cominciare dal ministro Boschi citata nelle intercettazioni.
Andrea Cioffi, portavoce M5S Senato, il 18 dicembre 2014: 
“Ma cosa ci sta dentro questa finanziaria? Ci sono tante cose. Ci sono alcuni emendamenti fatti dal Governo che hanno nome e cognome. Ce n’è uno che si chiama “Total”, se volete potete usare “total” sia come nome che come cognome, tipo “Total, total!”. Perché quando voi inserite nella legge la possibilità di rendere opere strategiche anche i tubi che servono per portare il petrolio di Tempa Rossa, che è una concessione data alla Total, e anche le infrastrutture che andranno al porto di Taranto, perché questo stiamo facendo, stiamo facendo un regalo alla Total. Allora ci dobbiamo chiedere: “Ma la Total ha soffiato nell’orecchio di qualcuno, del Governo, che gli scrive l’emendamento? La Total, per caso, la pongo come ipotesi Presidente, ha agevolato il percorso che ha portato alla scrittura di quell’emendamento a suo favore?” La Total ha contribuito economicamente, in maniera trasparente, perché non si possa mai pensare che non lo faccia in maniera trasparente (quello sarebbe un reato e i reati li accerta la magistratura, ed è il caso che inizi a accertarli, magari proprio su questa cosa). Insomma: la Total ha dato qualcosa al Governo che gli ha fatto questo regalo?
La Boschi, un conflitto di interessi vivente, rispetti gli italiani e si dimetta. Chiediamoglielo tutti insieme con un messaggio su Twitter con #BoschiDimettiti.

BLOCCO DI CEMENTO SUI BINARI IN VAL SUSA: TRENO DANNEGGIATO E I PASSEGGERI SCENDONO AD AVIGLIANA

Giornale online indipendente – Diretto da Fabio Tanzilli – redazione@valsusaoggi.it

     04/02/2016   

AVIGLIANA – Una bravata che poteva costare caro, sulla linea ferroviaria della Val Susa. Ieri sera, intorno alle 21, ignoti hanno messo un blocco di cemento sui binari della linea Torino-Bardonecchia, che ha danneggiato la motrice di un treno del Servizio Ferroviario Metropolitano. Il treno era partito da Bardonecchia ed era diretto a Torino: tra le stazioni di Condove e Avigliana è avvenuto l’incidente. Per fortuna nessuno è rimasto ferito, ma per sicurezza tutti i passeggeri sono stati fatti scendere alla stazione di Avigliana, da dove hanno proseguito il loro viaggio sui bus sostituivi. Sull’episodio indaga la polizia ferroviaria.

Il M5S vola a Mosca: la Russia non è un nemico

http://it.sputniknews.com/opinioni/20160330/2378290/m5s-mosca-russia-non-e-nemico-manlio-stefani.html

17:07 30.03.2016

Il Movimento 5 stelle vola a Mosca. Sanzioni, lotta al terrorismo e cooperazione fra Italia e Russia, questi sono stati i temi principali affrontati dai deputati Di Battista e Di Stefano durante gli incontri istituzionali avuti a Mosca.

Mentre Renzi dagli Stati Uniti parla orgoglioso di eccellenze italiane nel mondo, i dati riportati dalla Cgia di Mestre sui danni per il “Made in Italy” dovuti alle sanzioni alla Russia fanno rabbrividire, si stimano 3,6 miliardi di euro persi.

Renzi e Gentiloni si recano spesso a Mosca dove a parole sono contrari alle sanzioni, di ritorno in Italia però di colpo cambiano idea e diligentemente, come ubbidendo agli ordini di qualcuno, prolungano le sanzioni.

“Il problema oggi non è soltanto economico. Noi abbiamo trasformato uno dei nostri più importanti alleati, la Russia, nel nemico dell’Europa”, questa è l’opinione di Manlio Di Stefano, Capogruppo del Movimento 5 stelle in Commissione Affari Esteri, espressa in un’intervista esclusiva a Sputnik Italia sulla visita ufficiale a Mosca.

— Manlio Di Stefanoqual è stato lo scopo del vostro viaggio in Russia?

— Siamo andati in Russia con lo scopo di affrontare tutte le tematiche aperte con la Russia, quindi non abbiamo parlato soltanto di sanzioni. Abbiamo fatto una serie di incontri a tutti i livelli: a livello governativo, di parlamento e con istituzioni legate al commercio. Abbiamo incontrato gli imprenditori italiani che lavorano in Russia, cioè l’ICE e la camera di commercio italo-russa. Ovviamente abbiamo anche incontrato l’Ambasciatore italiano Cesare Maria Ragaglini per avere un quadro completo della situazione. Purtroppo la situazione riconferma quello che abbiamo sempre detto noi. Abbiamo avuto la conferma di 250 milioni di euro persi all’anno per l’Italia, e questa cifra è legata direttamente alle sanzioni con un —24% di import-export.

Abbiamo avuto una riconferma ancora più preoccupante dataci dalle autorità russe: le sanzioni non sono soltanto un problema economico, ma anche emotivo che riguarda i rapporti, i quali erano eccellenti, ma oggi la Russia ha portato i suoi interessi geostrategici altrove. L’Italia sta pagando per questo.

Noi abbiamo voluto parlare di una cosa molto importante. Oggi abbiamo un nemico comune che si chiama terrorismo. Dovremmo smetterla di vedere il nemico nella Russia e trovare dei nuovi accordi per far si che anche la lotta al terrorismo diventi un campo di cooperazione.

— In un’intervista rilasciata a Sputnik Italia, il portavoce del Movimento 5 stelle al Parlamento europeo Castaldo ha detto che i viaggi di Salvini a Mosca sono più che altro mediatici. Qual è la differenza del vostro viaggio invece?

— Se ci avete fatto caso non abbiamo fatto come Salvini i selfie in Piazza Rossa con la maglietta di Putin. Abbiamo tenuto un profilo basso, perché l’obiettivo principale era di incontrare e capire i fenomeni. Abbiamo incontrato persone a tutti i livelli, abbiamo fatto un vero e proprio atto di diplomazia parlamentare. Siamo andati ad incontrare tutti gli attori coinvolti. Salvini andava a Mosca per inseguire Putin per avere un selfie con lui, una cosa ridicola.

Noi abbiamo chiesto al governo di incontrarci, abbiamo parlato con il vice ministro degli Esteri ed è stato un incontro molto importante. A breve torneremo alla carica con una proposta concreta che vi faremo ufficialmente fra qualche settimana.

— Il Made in Italy sta subendo danni enormi per l’embargo di risposta alle sanzioni antirusse. Sembra che queste sanzioni non si riescano ad annullare, perché l’unanimità in Europa in merito non c’è. Che vie d’uscita vedete? Forse è giunta l’ora per gli italiani di produrre direttamente in Russia?

— Noi abbiamo parlato anche di questo. Alcune aziende si stanno muovendo in questa direzione, per esempio la Barilla produce già in Russia. Il problema è che l’Italia ha solo 5 o 6 multinazionali e il resto sono piccole e medie imprese, le quali non hanno la forza di creare un clone della loro impresa in Russia. Qui ci vuole chiaramente un’opera forte da parte del governo che dovrà eventualmente aiutare queste aziende.

A mio avviso questo aspetto va messo in secondo piano, dovremmo invece continuare a parlare dell’eliminazione delle sanzioni. Il problema oggi non è soltanto economico. Noi abbiamo trasformato uno dei nostri più importanti alleati, la Russia, nel nemico dell’Europa. Io sarò maligno, ma vedo in tutto questo anche un altro fattore, che si chiama TTIP e gas di scisto americano. Bloccare la Russia significa facilitare l’approvazione dell’accordo di libero commercio con gli Stati Uniti. Paradossalmente in due anni di sanzioni, gli Stati Uniti hanno aumentato il loro export verso la Russia e l’Italia l’ha diminuito.

 Inoltre nelle sanzioni c’è una parte specifica che proibisce la vendita delle tecnologie per la trivellazione in profondità, proprio quello che serve alla Russia per il gas nei ghiacciai. Qualcosa mi fa pensare che sia una mossa piuttosto politica che realmente collegata all’Ucraina.

— In Italia quasi tutti i partiti sono contro le sanzioni, a parte il Partito Democratico. Questo significa che arrivando al governo i partiti subiscono delle forti pressioni da parte degli Stati Uniti?

— In realtà anche il centro destra tranne Salvini è favorevole alle sanzioni. L’ipocrisia è che Renzi con Gentiloni vanno in Russia dicendo che sono contrari alle sanzioni, poi Gentiloni per esempio ha votato a favore del rinnovo automatico delle sanzioni a giugno scorso. Io penso che l’Europa sia un organo che a parole è indipendente, ma poi risponde ai poteri degli Stati Uniti.

— Una volta al governo voi come rispondereste alle pressioni americane?

— Io faccio un esempio su tutti che ha funzionato. L’Inghilterra soltanto indicendo un referendum sull’euro ha ottenuto il 90% di quello che voleva. Il nostro governo non ha mai chiesto nulla in modo forte. Bisogna andare in Europa e dire che è ora di smettere con questa ipocrisia e queste azioni che danneggiano gli interessi dei nostri cittadini o l’Italia ripenserà alla sua partecipazione all’Unione Europea.

Noi versiamo 24 miliardi all’anno all’Unione Europea per parteciparvi, possiamo dire di non versarli più.

— In merito alla politica estera, qual è la vostra posizione nei confronti della NATO?

Bandiera NATO
UK MINISTRY OF DEFENCE

— Noi abbiamo detto chiaramente che la partecipazione alla NATO va ridiscussa. Questo significa non necessariamente uscirne, bensì dare un senso chiaro al modo in cui la NATO si muove. È impensabile che si continui ad appoggiare delle azioni di guerra, come il voler annettere il Montenegro nella NATO, che è un chiaro segnale dello spostamento dell’Alleanza verso i confini russi. Anche quello che accaduto con l’Ucraina va nella stessa direzione. La NATO deve stare buona dov’è.

La Russia in questo momento non si sta comportando come un nemico, non capisco per quale motivo dobbiamo aumentare la difesa attorno alla Russia. Se la NATO continua ad andare in questa direzione, vorrà dire che l’Italia dovrà dotarsi di un sistema di indipendenza dalla NATO che ci permetta di scegliere liberamente, come fanno gli altri Paesi. La Germania per tanti anni non ha fatto nessuna guerra, anche se la NATO lo voleva, questo perché loro hanno un sistema più indipendente.

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