Muos: in attesa della sorte delle parabole, ipotesi e dubbi dei tecnici

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Attesa per la sentenza del Consiglio di giustizia Amministrativo sul Muos. Tanti i dubbi dei tecnici sui procedimenti delle verificazioni

di Daniela Giuffrida.

Mentre si attende la prossima udienza del Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana che si terrà il prossimo 14 aprile e che dovrà decidere in via definitiva delle sorti del  di , i Consulenti Tecnici di parte avversa al Ministero della Difesa preparano la loro risposta alla relazione di integrazione alla verificazione, relazione depositata dai verificatori del  lo scorso 24 marzo.

Il contenuto di quella relazione è ormai noto a tutti, ciò che non è noto è cosa realmente sia accaduto durante la verificazione svoltasi dal 9 all’11 marzo scorsi, presso la stazione NRTF di Niscemi. La relazione dei CTP che conterrà questi dettagli, sarà allegata alle memorie difensive che i legali dei  depositeranno presso il CGA, il prossimo 4 aprile.

In attesa della redazione del documento finale, noi ci limiteremo ad avanzare delle ipotesi che trovano però valido riscontro in quanto appreso in maniera informale.

Poniamo il caso che durante la verificazione del 9 marzo scorso, siano stati notati ed evidenziati  dai Consulenti di parte avversa al Ministero della Difesa, strani fatti come, per esempio, l’inesistenza di una postazione fissa, all’interno del box di controllo, cosa che avrebbe costretto i tecnici americani a porre su un normale tavolo uno schermo ed un computer portatile senza connessione via cavo al sistema e, supponiamo che, essendo molto alto il livello di rumore di fondo, per le comunicazioni via telefonia interna sia stato necessario l’utilizzo di una cuffia con gli evidenti limiti che la cosa comporta.

Ora, prescindendo dalla possibilità di controllo sulle attività riguardanti la stessa trasmissione e ricezione dei dati, se non vi è una connessione via cavo al sistema, verrebbe da pensare che il sistema Muos sia attivabile in remoto e che la trasmissione e la ricezione dei dati possa avvenire al di fuori dei confini dello Stato Italiano.

Ma se il sistema è a se stante, se è attivabile e manovrabile in remoto, se non è richiesta la presenza fisica di operatori in loco (come risulta evidente dall’allocazione in zone desertiche delle altre stazioni di terra), risulta evidente come il sistema sia “indipendente” dalla stazione NRTF di Niscemi e che la sua presenza dentro la sughereta di c.da Ulmo non dipenda da “imprenscidibile” collegamento funzionale” con la base stessa.

Poniamo ancora il caso che i CTP abbiano notato come la verifica agli impianti si sia basata su diversi elementi, forniti esclusivamente da personale statunitense “non tenuto” a dire il vero e operante all’interno di una struttura di proprietà della USNavy e che, mentre avvenivano le misurazioni, due antenne stessero operando per fatti loro e che, pertanto, le loro “emanazioni” non siano state misurate e immaginiamo anche che i valori di una delle parabole Muos, (apparentemente non operativa) invece, venissero verificate senza che alcuno del personale fosse presente nella struttura.

Immaginiamo che i Consulenti, abbiano verificato come l’impianto, smentendo palesemente quanto affermato dal CTP del Ministero della Difesa, non possa funzionare normalmente con l’emissione di 200 Watt e che, per permettere che questo fosse possibile, su due delle parabole (la terza pare fosse scollegata) sia stato necessario apportare modifiche (improvvisate sul momento) all’impianto originale.

Immaginiamo che alle loro  richieste di spiegazioni su quanto stava avvenendo, il tecnico americano addetto che, poveretto, pare sia stato costretto ad alzarsi più volte e a recarsi in un punto non visibile del box per regolare la potenza, abbia dichiarato ingenuamente che tale modifica si era resa necessaria per rispondere alla richiesta della Prof.ssa Sarto di misurare con potenza emissiva pari a 200 Watt.  Immaginiamo che la prof Sarto, non presente in quella fase, non abbia potuto chiarire e dare riscontro di tutto ciò.

Se tutto ciò fosse rispondente al vero, se fosse stato necessario fare una modifica per far trasmettere l’impianto a 200 watt, risulterebbe oltremodo evidente che l’impianto in condizioni ordinarie non se lo sogna nemmeno di emettere a 200 Watt.

Bene, ma non abbiamo finito.

Poniamo ancora il caso che sia stato verificato come, sia il sistema di trasmissione NRTF che il MUOS non prevedano alcun “uso” di personale del Ministero della Difesa; che le antenne realmente non più funzionanti siano sette su 42; che l’antenna LF sia in grado di superare i valori di 6 v/m in luoghi abitati; che non esista alcun blocco meccanico che impedisca alle antenne di scendere al di sotto dell’inclinazione dichiarata (il 9 marzo il limite imposto via software era di 6,4 gradi ma due giorni dopo era stato modificato a 8 gradi e bastano solo 7 gradi perchè il fascio emissivo colpisca la sughereta di Niscemi) e che tutti i dati di potenza sono generati da un software proveniente da sorgenti non verificabili, e che quindi si tratta soltanto di dati virtuali e presunti.

Se tutte queste “osservazioni” rispondessero al vero (e non abbiamo alcun motivo per ritenere diversamente) e fossero confermate nella relazione finale che i Ctp presenteranno il prossimo 4 aprile, non dovrebbero esserci dubbi sulle decisioni dei giudici del CGARS perchè è assolutamente evidente come la USNavy non abbia alcuno interesse diretto a garantire unavera e corretta verificazione e questo la dice lunga sulla veridicità delle loro affermazioni riguardo all’innocuità di tutto l’impianto NRTF, Muos compreso.

(D.G. 29.03.16)

Muos: in attesa della sorte delle parabole, ipotesi e dubbi dei tecniciultima modifica: 2016-03-31T17:06:54+02:00da davi-luciano
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