Renzi insulta gli elettori di AfD: “Sono solo dei populisti. Bisogna neutralizzarli”

Lotta ai “populisti” che guardacaso sono euroscettici e contro MAFIA CAPITALE che tanto piace alle coop e malavita.
 
Se democrazia vuol dire potere al popolo, è populista la democrazia? Se il popolo che attua certe scelte da tanto fastidio allora siamo una oligarchia, tanti servi che lavorano per pochi ricchi. E poi si parla del pericolo del “miliardario Trump”, che pena. E se Renzi che “governa con il consenso popolare” conferma che i populisti sono i nemici del popolo che è ben rappresentato, tutelato e protetto dal Renzi e la sua elite di oligarchi, chi siamo noi per obiettare?
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”Il populismo sta avendo particolare successo in Europa: guardate i risultati di ieri in Germania. L’impegno nel capire i problemi e trovare soluzioni è stato rimpiazzato da un’ossessiva necessità di individuare dei nemici e perseguitarli. Il populismo solo occasionalmente tocca i problemi reali, e sempre manca di soluzioni credibili”.
Lo ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi, intervenendo all’Harvard World Model delle Nazioni Unite in corso al palazzo dei Congressi di Roma, aggiungendo: “L’unico modo per battere e neutralizzare il populismo è rispondere alla legittima richiesta di una maggiore trasparenza e di nuove forme di leadership”.
askanews

Sparatoria a Bruxelles, quartiere chiuso

mah….e se li lasciano scappare….mah
Però evento comodo per distogliere l’attenzione sulle massicce proteste degli agricoltori a Bruxelles
 
Era in corso un raid anti-terrorismo legato ad attacchi Parigi(ANSA) – BRUXELLES, 15 MAR – Una sparatoria è in corso a Bruxelles in una strada del comune di Forest. La zona, dove sono ora presenti ingenti forze di polizia, è stata chiusa al pubblico e al traffico. La sparatoria, secondo fonti locali, ha avuto luogo in concomitanza di una perquisizione antiterrorismo condotta dalla polizia federale a Bruxelles. Nel corso dello scontro a fuoco, in base alle prime testimonianze raccolte dai media belgi, sarebbero stati impiegati dei kalashnikov. Due persone sarebbero fuggite e un poliziotto sarebbe rimasto leggermente ferito
 

Ue, Maurizio Martina si porta i lobbisti al Consiglio

sempre dalla parte degli agricoltori vero? Gli agricoltori fan parte del popolo, son populisti (ma la democrazia non era potere del popolo?!?!). Che schifo, la sinistra al caviale ama solo lobbisti e banchieri, sono elitisti. Non bastava l’accordo Italia-Marocco+Tunisia, non bastavano le sanzioni alla Russia, senza contare l’etichettatura che tanto con il TTIP che Renzi firmerà in bianco non ne prevede alcuna.
Il ministro dell’Agricoltura presenta un dossier sulle etichette ”arcobaleno”. Pagato dall’associazione Federalimentari.
14 Marzo 2016
 
da Bruxelles
 
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(© Imagoeconomica) Maurizio Martina, ministro per le Politiche Agricole del governo Renzi.
 
Che al ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina non piacessero le conferenze stampa alla fine dei Consigli europei è risaputo.
Dal 2014 non ne ha mai tenuta una, ma si è sempre limitato a rilasciare qualche dichiarazione volante all’uscita delle riunioni dei titolari dell’Agricoltura dei 28 Stati membri.
Quelle alle quali Martina non sembra mai aver dedicato troppe attenzioni: nel 2015 ha disertato nove Consigli europei su 13.
E nel 2016 il trend delle sue presenze non è migliorato.
Ma il 14 marzo c’è stata un’inversione di marcia, o almeno così è sembrato: il ministro ha indetto la sua prima conferenza stampa, preannunciando che sarebbe stata sul «tema dell’etichettatura nutrizionale “ibrida” (la cosiddetta “etichettatura a semaforo”, ndr) la cui discussione è in programma al Consiglio Agricoltura».
 
GIORNALISTI? POCHI. Così nel palazzo Justus Lipsius del Consiglio Ue, proprio durante i lavori in corso dei ministri dell’Agricoltura, e proprio mentre la città di Bruxelles era, per l’ennesima volta, paralizzata dalle proteste degli agricoltori arrivati con i trattori da tutta Europa, Martina è sceso nella sala stampa della rappresentanza italiana per parlare con i giornalisti e rispondere alle domande sui vari dossier aperti.
Peccato che di giornalisti ce ne fossero davvero pochi.
La maggior parte dei posti era occupata dai rappresentanti delle varie associazioni agricole, invitate direttamente dal ministro.
Che però non si è limitato a ospitare, proprio nel giorno del Consiglio europeo, i lobbisti del settore -16 sono stati accreditati dall’ufficio della rappresentanza italiana per partecipare alla conferenza stampa – Confagricoltura, Cia, Confcooperative, Confindustria, Unionzucchero, Assolatte, Assica (carni trasformate), Caobisco (cioccolato e prodotti dolciari), più l’associazione dei consumatori Adiconsum -, ma li ha fatti sedere assieme a lui al tavolo nel quale di solito si siedono le istituzioni.
Quello dal quale i ministri italiani, da Paolo Gentiloni a Pier Carlo Padoan, rispondono alle domande dopo i vertici Ue.
 
Lo studio presentato dal ministro? Pagato da Federalimentari
 
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Il ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina e Luigi Pio Scordamaglia, presidente di Federalimentari.
 
Una scelta quanto meno irrituale, visto che ad affrontare con Martina la questione degli effetti distorsivi dell’etichettatura nutrizionale sul mercato unico e delle mancate garanzie offerte dal sistema adottato dal Regno Unito sono stati Luigi Pio Scordamaglia, il presidente di Federalimentari – ovvero la Federazione italiana dell’industria alimentare – e Roberto Moncalvo, il presidente della Coldiretti – la Confederazione nazionale coltivatori diretti.
Non politici o funzionari della rappresentanza italiana a Bruxelles, non ambasciatori o tecnici del ministero, né professori universitari o ricercatori, ma due lobbisti.
Seduti al fianco del ministro italiano, prima l’uno e poi l’altro hanno spiegato la dannosità della misura, proprio mentre al piano di sopra i ministri Ue dell’Agricoltura discutevano del tema (all’ordine del giorno dei lavori c’era infatti un dibattito sulle conseguenze derivanti dall’utilizzo della cosiddetta etichettatura a semaforo), e proprio mentre fuori, a poche centinaia di metri, i trattori bloccavano le strade della città e gli allevatori spruzzavano latte contro i palazzi delle istituzioni europee.
LA DENUNCIA DELLA STAMPA. Due relatori sui generis per una conferenza stampa istituzionale, che hanno suscitato la protesta dell’ex presidente dell’Associazione della stampa internazionale di Bruxelles, Lorenzo Consoli (corrispondente di Askanews), il quale ha ricordato al ministro Martina il suo ruolo di rappresentante dell’interesse generale del Paese, e che «non può farsi sostituire nel suo ruolo e in quel luogo dai rappresentanti di gruppi di interesse».
Lobbisti che non avrebbero neanche dovuto aver accesso alla sala stampa del Consiglio.
«Per contrastare l’implementazione dell’etichettatura a semaforo, parliamo con i numeri», ha spiegato Scordamaglia, e per allontanare ogni sospetto di imparzialità ha mostrato i dati dello studio di Nomisma, «che è stato fatto elaborando i dati Nielsen Uk», ha sottolineato il presidente Federalimentari.
DOCUMENTO COMMISSIONATO DALLA LOBBY. Alla domanda rivolta al ministro Martina su chi avesse commissionato lo studio, la risposta però non è stata «il ministero per le Politiche agricole», ma «Federalimentari».
Un rapporto commissionato e pagato da una lobby, che il ministro italiano ha deciso di presentare ai colleghi europei anche durante il Consiglio Agricoltura.
«Il nostro documento sul caso dell’etichettatura è stato condiviso da Portogallo, Spagna, Romania, Cipro e Grecia», ha annunciato Martina sottolineando di aver ricevuto «solidarietà anche dai francesi», ma, ha aggiunto, «vedremo come questa sensibilità si manifesterà in seguito».
 
L’etichetta a semaforo colpisce il 60% delle produzioni italiane
 
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Un’etichetta “a semaforo”.
 
Lo studio mostra come Prosciutto di Parma, Parmigiano Reggiano e Grana Padano siano tra le vittime illustri dell’inerzia dell’Unione europea nell’intervenire per bloccare l’etichetta a semaforo degli alimenti adottata dal Regno Unito che colpisce ingiustamente il 60% delle produzioni italiane con indicazioni sbagliate e fuorvianti, è la posizione della Coldiretti.
Si tratta – spiega la Coldiretti – di una informazione visiva sul contenuto di nutrienti abbinata a un colore e alla percentuale giornaliera di assunzione.
PERSE QUOTE DI MERCATO. A causa del sistema di etichettatura nutrizionale adottato dal Regno Unito, con i bollini rosso, giallo o verde a indicare il contenuto di nutrienti critici per la salute, il Parmigiano Reggiano pre-porzionato etichettato a “semaforo”, dal 2013 al 2015 ha avuto una perdita di quota di mercato del 13% in volume, mentre il calo per il Prosciutto di Parma è stato del 14% secondo la ricerca elaborata da Nomisma.
«Questo perché», critica la Coldiretti, «la segnalazione sui contenuti di grassi, sali e zuccheri non si basa sulle quantità effettivamente consumate, ma solo sulla generica presenza di un certo tipo di sostanze».
DIETA STRAVOLTA. Il sistema finisce così per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e promuovere, al contrario, le bevande gassate senza zucchero, fuorviando i consumatori rispetto al reale valore nutrizionale.
«Una scelta che è stata adottata dal 98% dei supermercati inglesi che ostacola la libera circolazione delle merci e sta mettendo in pericolo alcuni settori cardine dell’export Made in Italy in Gran Bretagna», ha denunciato Moncalvo.

Assoluzione, l’ennesima, ma i No Tav ne erano sicuri

Un’assoluzione che si porta dietro una motivazione in più di illegalità del cantiere

di Valsusa Report

L’assoluzione il 16 marzo 2016, dalla gup Teresa Zanetti, i fatti erano risalenti al 26 novembre del 2011, uno dei primi allargamenti del cantiere. In quel periodo le forze in divisa aumentavano la zona di loro controllo spostando delle comuni “reti da pollaio” verso i confini del futuro cantiere, i No Tav si ribellavano a questi gesti subendo a volte anche cariche e gas lacrimogeni. In una di queste occasioni durante una manifestazione delle donne, ora unite nel gruppo Fumne No Tav, Ermelinda Varrese e Marisa Meyer pare misero in atto un gesto simbolico di tagliare dei lembi di quelle reti. Le forze in divisa trasmisero alla procura i fatti.

L’accusa portata dalla procura nella persona della pm Quaglino fu di danneggiamento aggravato dove l’aggravamento era dettato da pubblica utilità e la esposizione a pubblica fede delle reti. In definitiva per anni il cittadino poteva rilevare dalle informazioni dei proponenti che quelle erano le rete giuste e le forze in divisa già allora si erano prodigati molto nel far rispettare quella legalità, “furono molte le occasioni di scontri anche verbali e a nulla servì gridare l’illegalità di quelle reti a quelli di fronte che come dicono, noi siamo lo stato”.

L’avvocato Massimo Bongiovanni, che insieme agli avvocati Ghia e Patrito hanno difeso la coppia di Fumne No Tav riferisce uscendo dall’aula “è la prima volta che un giudice riconosce che quelle reti non avevano alcuna utilità pubblica, l’accusa non ne ha dimostrato il contrario – e continua dicendoci – non furono autorizzate dalla pubblica amministrazione e la posa delle reti fu in anticipo rispetto al completamento dell’iter verso l’esproprio dei terreni”. Si ne parlammo in questo articolo [QUI] spiegando i passaggi tecnici ed oggi uscendo da un’assoluzione vengono così riconosciute alcune attività di Ltf, oggi Telt, non rispettose del processo preparatorio ad un cantiere (dal periodo 2011 al periodo fine 2012, per inquadrare i tempi dell’allargamento del cantiere-fortino).

TribunaleTorino

Per essere legali quelle reti dovevano avere l’esproprio dello stato. Solo dopo quasi un anno a baita inglobata nelle reti quelle sono effettivamente di pubblica utilità e difese, anche se ad oggi non tutto il perimetro è nel posto giusto ed alcuni edifici sono ancora abusivi. “Insussistenti le aggravanti” eccheggia nella sala, un altro processo che ebbe enorme eco e che non vede colpevoli, ma che fu difeso a spada tratta.

V.R. 16.3.16

Approfondimenti sul cantiere:
QUI I MECCANISMI OCCULTI e QUI FIRMA ILLEGITTIMA LEGGE OBIETTIVO