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Corinne Nocera 03/10/2016
Ieri al processo San Michele è stato sentito il sindaco di Sant’Ambrogio Dario Fracchia. Il Comune si è costituito parte civile insieme a Chiusa San Michele (avvocato Bongiovanni).
Interrogato dal pm Antonio Smeriglio, Fracchia ha spiegato come “il cumulo di rifiuti collocato in un’area esterna alla cava gestita da Giovanni Toro è stato più volte oggetto di solleciti per la rimozione e ordinanze visto che insisteva su di un terreno agricolo”.
In aula è stata fatta sentire una telefonata tra il sindaco e l’imprenditore imputato (legali Ronco e Capellupo) in cui Fracchia intimava di “rimuovere tutto in fretta”.
Il primo cittadino si è detto dispiaciuto dalla circostanza che, a distanza di anni, quel cumulo da 40 mila metri cubi di fresato d’asfalto e materiale edile di riporto “sia ancora lì. Siamo un Comune turistico e la cava si trova proprio sotto la Sacra di San Michele”.
La difesa di Toro ha precisato che non si dovrebbe datare la presenza di quei rifiuti attribuendola alla loro gestione.