10 anni dopo la costruzione della base americana a Vicenza i venti di guerra soffiano per il mondo con ancora maggiore intensità.
La forza americana che ha utilizzato questa base per cercare di imporre con le armi il suo ordine all’Afghanistan e all’Iraq non basta più allo scopo perchè conflitti e scontri si sono allargati e hanno investito tutta l’area mediorientale fino a coinvolgere una buona parte dell’ Europa.
Tutto il dispositivo di guerra dell’occidente è stato mobilitato, dalla Nato alle varie gendarmerie europee e nazionali e si sta dispiegando per raggiungere i seguenti obiettivi:
1) nel mare mediterraneo 5 navi da guerra per impedire imbarchi e sbarchi di popolazioni che fuggono da guerre e terrorismo;
2) in Turchia per sostenere l’invasione della Siria e assieme all’Arabia Saudita, altro alleato fedele dell’occidente, sconfiggere non l’isis ma i curdi del Rojava, il regime di Assad e quindi i suoi alleati russi e iraniani;
3) in Libia per rimettere in sella seguaci fedeli all’occidente in grado di mettere in sicurezza le fonti energetiche, controllare la costa e i porti per impedire gli imbarchi, porre fine alle divisioni tribali con i bombardamenti e incursioni armate fino a immaginare la tripartizione dell’intera regione in 3 entità così come era in epoca ottomana per affidarle alla protezione di Italia, francia e granbretagna.
L’assemblea del movimento che si è opposto ieri alla costruzione della base militare Usa e oggi alla guerra in qualsiasi forma venga declinata chiede a tutti i movimenti costituitisi in questi anni, dal NoMuos in Sicilia a Gettiamo le basi in Sardegna a Camp Darby a Pisa, a tutti i comitati e singoli cittadini che non intendono sostenere una lotta contrabbandata come lotta al terrorismo ma in realtà fatta per il controllo e il dominio delle fonti energetiche, di terre da espropriare, di popolazioni da utilizzare come manodopera a basso prezzo, di profughi e migranti da recintare in territori fuori dall’europa di mobilitarsi affinchè l’Italia:
– non partecipi alla campagna militare in la Libia, e tantomeno la guidi dopo aver invaso e saccheggiato quel paese negli anni del fascismo colonialista;
– non sostenga l’utilizzo della Nato per operazioni di polizia nel mare Egeo contro profughi e migranti in fuga da guerre e miseria ed infine
– non operi a favore dell’invasione della Siria con operazioni di fiancheggiamento o sostegno militare alle truppe della Turchia e dell’Arabia Saudita che lo chiedono e agli Usa che le sostengono.
Ci impegniamo quindi a scendere in piazza immediatamente all’eventuale annuncio di un intervento militare in Libia e invitiamo le altre realtà di movimento a fare altrettanto.
Ora con la concessione agli americani di utilizzo della base siciliana di Sigonella per compiere incursioni di droni e aerei da combattimento in libia nonostante i modi e i tentativi del governo italiano di minimizzarlo e mistificarlo risulta evidente che questa decisione di partecipare alla campagna militare in libia è stata presa e prelude ad un sempre più esteso impegno armato dell’italia e della nato nel mediterraneo e in nordafrica contro ogni impegno precedentemente dichiarato di non partecipare ad azioni di questo tipo in quei territori senza la richiesta di un governo libico legittimo e senza un mandato onu e in ogni caso contro il nostro dettato costituzionale. senza dimenticare infine che questa politica è la più adatta ad alimentare il giusto risentimento di quelle delle popolazioni e a spalancare porte all’Isis per un sempre maggiore seguito e reclutamento.
Invitiamo quindi tutti a partecipare ad ogni forma di mobilitazione, informazione, contrasto contro le guerre e contro chi le auspica e alimenta.
Contro tutto questo ci impegniamo a indire forme di mobilitazione per denunciare le responsabilità del governo italiano e di chi oggi lo guida, cioè il Pd, chiedendo a tutti di dissociarsi e di ritrovarci il 12 marzo alle 15,30 davanti la base usa di Vicenza Ederle, sede con il dalmolin del dispositivo strategico di comando della Nato, dell’africom e dell’esercito americano per il sudeuropa.
Vicenza 24 febbraio 2016