La Turchia è la fonte non la soluzione per l’ISIS e la crisi in Siria

Feb 14, 2016
 
Ejercito-sirio-entra-in-Qalamun
Esercito siriano entra a Qalamun
 
di Tony Cartalucci
 
Un torrente di propaganda abituale  ha inondato le onde radio TV come per l’approssimarsi del collasso di Washington e dei patrocinatori dei gruppi terroristi e dei loro alleati regionali nello scenario della Siria. Tutta una propaganda basata su “preoccupazioni umanitarie”, fa ricordare del torrente di menzogne, falsificazioni e inganno diffusi per l’opinione pubblica mondiale, che avevano preceduto l’intervento militare della NATO in Libia – un intervento militare che ha creato la completa distruzione del paese nord africano , sempre diviso e con grandi areee del suo territorio sotto il controllo di Al Qaeda e del denominato Stato Islamico (ISIS).
 
In pratica tutti i titoli dei giornali e dei media dell’Occidente adesso raccontano, con immagini drammatiche, dei rifugiati e dei bambini in particolare , utilizzati a fini propagandistici per suggerire la urgente necessità di un intervento militare occidentale. L’articolo della CNN, “l’assedio di Aleppo marca il drammatico reportage dal campo di battaglia siriano”, inizia con la frase:  “Le immagini di Aleppo, Idlib e della Siria alla frontiera con la Turchia si possono descrivere in una parola: disperazione”.  (“Aleppo siege marks dramatic upheaval on Syrian battlefield,”)
 
L’articolo del “The Guardian”, “decine di migliaia di siriani che fuggivano dall’avanzata delle forze governative appoggiate dalla Russia su Aleppo sono rimaste bloccate vicino alla frontiera turca questo fine settimana, senza nessun segnale che le autorità di Ankara rispondano alla crescente pressione internazionale per permettere a più rifugiati sradicati per l’intensificarsi della guerra”.
 
Troppo drammatico il titolo del New York Post “Le mancanze di Obama sulla Siria, non fa nulla per aiutare i civili innocenti”, è seguito da: solo settimane dopo segretario di stato John Kerry ha parlato di una’nuova iniziativa’sulla Siria, dettagli stanno emergendo su ciò che davvero significa: la consegna del Medio Oriente agli avversari degli Stati Uniti.
Ben lontani dall’informare il pubblico, il diluvio di propaganda va dall’assurdo al surrealista, propaganda diretta a provocare emozioni, per persuadere l’opinione pubblica e creare un pretesto, come già ricercato da molto tempo, e fissato da allora per la necessità di un intervento militare, i risultati del quale già si trovano tragicamente nello schermo dell’Afghanistan, nell‘Irak e più di recente in Libia.
 
Nonostante la evidente realtà del fallimento dietro gli interventi occidentali in altre regioni, che furono intenzionalmente progettati per dividere e distruggere, non certo per sollevare o aiutare le popolazioni, l’interventismo è stato utilizzato dall’Occidente per i suoi interessi e gli USA restano impegnati a rifilare ancora una volta questo stratagemma al mondo, convinti che sia ancora una strategia attuabile.
 
La NATO e la proposta sulla Siria già attuata in Libia
 
L’alluvione di propaganda proveniente dai media occidentali ha uno scopo – quello di giustificare un’offensiva appoggiata dagli USA, condotta dai turchi e sauditi  in territorio siriano a lungo ricercata per ritagliarsi dopo delle ‘zone sicure’ entro il quale l’Occidente proteggerebbe i martoriati resti delle  forze terroristiche da loro sponsorizzate.
 
L’Occidente sostiene che i ‘rifugiati’ languiscono sul confine, nel senso che la Turchia non può accettare più ulteriori rifugiati, e che l’unica soluzione quindi è l’invasione.
Le menzogne che sono per una parte dirette a giustificare in nome dell’”Intervento umanitario“, dall’altra parte per combattere presumibilmente l’ISIS, che in realtà già da tempo si è fermato a riposare ed a far comprendere la sua finzione ad un più accorto pubblico internazionale. Questo è in parte dovuto al lavoro fatto, per mano della NATO, che ha esposto al mondo in modo costante il disastro della Libia, la nazione nordafricana  che ancora sta bruciacchiando sulla scia dell’ultimo ‘intervento umanitario’ della NATO laggiù.
 
Nonostante l’intervento della NATO, la Libia rimane una vera e propria tempesta di caos – non solo questa costituisce un continuo disastro umanitario – alimentando direttamente l’afflusso dei migranti che alimenta la crisi in Europa – ma è anche diventata un rifugio sicuro e una base operativa per Al Qaeda e per lo stato islamico. In realtà, col senno di poi, è chiaro che la NATO ha intenzionalmente molto armato e finanziato questi gruppi jihadisti nel loro tentativo riuscito di rovesciare il governo di Muammar Gheddafi.
 
Lo stesso Dipartimento di Stato americano si è venuto a trovare nel focolaio di estremisti consolidatosi a Bengasi, aiutando il traffico di armi e combattenti verso la Siria prima ed  il Consolato americano è stato poi  attaccato e ucciso lo stesso ambasciatore USA, J. Christopher Stevens – i terroristi sono soliti mordere la mano che li ha alimentati.  Se in Siria – dovesse intervenire la Turchia , membro NATO-– questa si tradurrà in una molto più grande conflagrazione rispetto alla Libia, causando molti più rifugiati che in realtà già  fuggono dalla Turchia e poi in avanti verso l’Europa, in quelli che sono il  numero dei profughi che sta sostenendo l’Occidente nella attuale situazione.
 
L’ISIS ha le sue  basi  in Turchia – Combattere contro di loro in Turchia
 
In Siria le forze dell’Esercito siriano di terra, rinforzate con Hezbollah e i consiglieri iraniani e con il sostegno molto efficace dell’Aviazione russa, hanno tagliato le linee di rifornimento dei terorristi e della NATO dal territorio turco. Questo non soltanto include i denominati gruppi “moderati” affiliati ad Al Qaeda  e la sua filiazione regionale di Al Nusra, ma anche l’ISIS (Stato Islamico).
 
La stessa CNN affrmando  che la Siria e la Russia sono i responsabili della crisi attuale, ha ammesso nel suo articolo ““You thought Syria couldn’t get much worse. Think again”,:  “A est di Aleppo, forze curde stanno, con il supporto americano, individuando  le roccaforti di ISIS lungo il restante   confine turco — Jarablus e Hierapolis Bambyce. Gli Stati Uniti vogliono rimuovere l’accesso per il rifornimento di materiale bellico e di combattenti dalla Turchia per l’ISIS e gli altri gruppi”.
La domanda che tutti i lettori della CNN dovrebbero farsi ed un qualsiasi vero giornalista che si trovava lì avrebbe dovuto rispondere “perchè,  se gli USA sono installati in Turchia, non sono stati loro a fare questo  lavoro ed il loro alleato turco, membro  della NATO, fra l’altro,  ovvero bloccare l’accesso delle vie di rifornimento  di materiale bellico all’ISIS ed agli altri gruppi al di là della frontiera?”
 
La risposta è tanto inquietante quanto ovviagli USA e la Turchia hanno creato l’ISIS, lo hanno armato e finanziato fino all’ultimo giorno ed utilizzano la sua esistenza e le atrocità delle sue forze come un pretesto per spingere avanti la miseria, la divisione, le distruzioni e la crisi umanitaria in Siria, incluso la crisi dei rifugiati conseguente che sta affliggendo  le nazioni circostanti ed anche quelle più lontane come l’Europa ed il Nord America.
Di fatto gli USA e la Turchia ed i loro  alleati, come i regimi delle monarchie assolute e dispotiche del Golfo Persico, hanno creato di proposito l’ISIS e ancora adesso non lo ammettono.
 
Non soltanto questo viene affermato dai media russi e dello Stato siriano nei proclami che hanno messo in rilievo la complicità degli USA con l’ISIS, ma anche gli Stessi USA, nel proprio programma  dell’Intelligence di Difesa (DIA) nel 2012, in una informativa che aveva rivelato i piani per creare quello che in quel momento veniva chiamato ” l’asse salafita” ed il ” principato” (statale), l’odierno califfato, definito una “risorsa strategica” per gli interessi USA nella regione.
 
Nel rapporto scritto della DIA datato 2012 e desecretato,  si legge quanto segue:
“If the situation unravels there is the possibility of establishing a declared or undeclared Salafist principality in eastern Syria (Hasaka and Der Zor), and this is exactly what the supporting powers to the opposition want, in order to isolate the Syrian regime, which is considered the strategic depth of the Shia expansion (Iraq and Iran)”.
Per chiarire solo che questi ‘poteri di supporto’ che ricercava la realizzazione di un Principato (islamica) ‘Salafita’ sono stati'(stato), la relazione DIA spiega (il corsivo è mio):
” The West, Gulf countries, and Turkey support the opposition; while Russia, China, and Iran support the regime”.
 
L’esattezza notevole della relazione 2012 è la previsione  dell’emergere dello ‘Stato islamico’ durante i successivi anni proprio nella  Siria orientale, come dichiarato dal rapporto, è più che una mera coincidenza – ci conferma  la veridicità della relazione e il tradimento assoluto, l’inganno e la depravazione che sottende il coinvolgimento dell’Occidente sia nel conflitto siriano che  nella regione nel suo complesso , così come si minaccia nelle sue intenzioni un ulteriore intervento militare da eseguire adesso (guarda caso) mentre suoi terroristi protetti  fuggono dal campo di battaglia in Siria.
 
Nel contempo  i media occidentali sostengono che i  fantomatici ” ribelli ‘moderati ‘ sono stati sconfitti dalle forze siriane e russe, mentre ISIS rimane una minaccia costante, la realtà è quella che i ‘moderati’ e l’ISIS sono le stesse persone, ed entrambe  stanno per essere piegate  ed adesso  stanno fuggendo dinanzi alle forze siriane e russe.
La chiusura lungo le  linee di rifornimento verso la  Turchia in Siria, ha paralizzato la capacità di combattimento del gruppi  terroristici patrocinati dall’Occidente, ed è solo una questione di tempo prima che l’intera operazione porti al loro crollo  e  venga  ripristinato l’ordine  a livello nazionale. Questo crollo comprende  ‘ISIS’ e la sua base nella regione orientale della Siria. I rapporti indicano che Turchia ha spostato sue linee di rifornimento dentro e fuori il paese da nord della Siria alla parte  orientale  della Siria  per via dell’ Iraq settentrionale.
 
Una volta che la Siria settentrionale  resta  protetta  dalle forze siriane e russe, è molto probabile che il potere aereo dei russi  sia diretto verso l’est  per chiudere l’ultima  via di rifornimento dalla Turchia.
 
Diabolicamente, quindi, sembra che  gli sforzi degli USA per ‘combattere’ ISIS  siano  invece più uno sforzo per mantenere le forze  di combattimento  dei miliziani jihadisti  veramente efficienti,  per non  compromettere le linee di rifornimento dell’ISIS.  Questo spiega  i media occidentali ammettono che l’ ISIS viene  rifornita attraverso la Turchia, ma non possono  spiegare perché né la Turchia né le forze statunitensi in Turchia hanno fatto niente per indirizzare queste operazioni contro le basi logistiche basate sul territorio  turco.
 
Le operazioni degli Stati Uniti in Siria hanno  puntato sull’ ISIS ma  sono state fatte nella buona consapevolezza  che non importa quanti ‘danni’ possano fare, ma che rimane essenzialmente superficiale come qualcosa di perso che può essere facilmente sostituito tramite le linee di rifornimento dalla Turchia – compresa la sostituzione di combattenti, armi e, naturalmente, entrate finanziarie.
Nonostante le narrazioni piagnucolose a reti  unificate , ancora una volta realizzate ,  attraverso i media bugiardi  occidentali, nel tentativo di vendere un intervento in Siria, la realtà lampante è che sia il problema che  la soluzione comporta l’intervento della  Turchia e oltre a questa, dei regimi dispotici del Golfo Persico che apertamente hanno ispirato  per decenni  la  sorgente ideologica  dell’estremismo più osceno e totalitario che si sia  radicato  nella storia umana: l‘ideologia wahabita e salafita.
 
I media occidentali  affermano che la Siria ha bisogno di essere occupata  e ‘salvata’ dai regimi  (Turchia e  Arabia Saudita) che hanno  molto intenzionalmente creato e perpetuato lo spargimento di sangue non solo in Siria, ma anche altrove in Iraq e anche per quanto riguarda la Libia.  Questo è di per sé  un crimine contro l’umanità per come   i media occidentali affermano che gli sforzi siriani e russi di terminare questo conflitto siano una finzione.
Per l’Occidente, forse l’unico modo per rimediare  alla  mortale ferita , autoinflitta  alla sua credibilità e alla presa di posizione sulla scena mondiale, è quella di ritirarsi dal conflitto siriano e proteggere il confine della Siria dal territorio turco.
 
Continuando in questo modo,  il mondo si rende conto sempre di più di chi siano davvero coloro  che sta conducendo questo conflitto e  quello che lascerà l’Occidente – non importa quello che alla fine potrà raggiungere in Siria – ancora più debole quando farà  la sua mossa successiva. Per la Siria e la Russia, è probabilmente sicuro supporre l’Occidente continuerà a proseguire il conflitto  nonostante la realtà e devono essere pienamente in grado di fare la loro giustizia in mezzo a un sistema intenzionale fatiscente che da tempo ha calpestato qualsiasi senso già preesistente.
 
 
Traduzione: Luciano Lago
La Turchia è la fonte non la soluzione per l’ISIS e la crisi in Siriaultima modifica: 2016-02-16T13:02:53+01:00da davi-luciano
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