“Governi e Aziende saranno in grado di evitare gli errori delle grandi opere del passato?”

2 genn 2016 The Globe and Mail :

“VIA I  MEGAPROGETTI ! ARRIVANO  I TERAPROGETTI

E’ iniziata l’era dei terascandali

Doug Saunders

http://www.presidioeuropa.net/blog/move-megaprojects-teraprojects/ 

(http://www.theglobeandmail.com/opinion/move-over-megaprojects-here-come-the-teraprojects/article27973165/)  

L’epoca dei progetti governativi giganteschi ci domina. Mai nella storia dell’umanità sono stati impegnati così tanti soldi da così tanti  governi per costruire così tante cose gigantesche.

La domanda per il 2016 è :“GOVERNI E AZIENDE SARANNO IN GRADO DI EVITARE GLI ERRORI DELLE GRANDI OPERE DEL PASSATO?”

Si stima che gli investimenti previsti per le infrastrutture creeranno “il più grande boom degli investimenti nella storia umana”, lo afferma Bent Flyvbjerg (*), professore di Economia e commercio all’università di Oxford che valuta che l’otto per cento di tutte le spese governative, ovvero una cifra stimata tra  6.000 e  9.000 miliardi di US$ a livello planetario, sono destinate a megaprogetti. “Se consideriamo come progetti i provvedimenti per stimolare l’economia lanciati da Stati Uniti, Europa e Cina” scrive, insieme alle previsioni di spesa per il clima e la difesa, “… allora possiamo parlare in termini di progetti da migliaia di miliardi e quindi di ‘teraprogetti.’… Progetti di questa misura possono essere paragonati con il PIL delle prime venti nazioni nel mondo, simile in grandezza alle economie, per esempio, dell’Australia o del Canada.”

Per un po’ di tempo i megaprogetti sono stati fuori moda. Nei vent’anni precedenti la crisi economica del 2008 molti governi si sono allontanati da enormi infrastrutture ferroviarie, elettriche o di urbanizzazione e hanno generalmente favorito  iniziative locali: basta con le torri CN [torre a Toronto per le telecomunicazioni  alta più di 500 metri, N.d.T.) e le ferrovie ad alta velocità.

Gli aiuti dei paesi occidentali al terzo mondo si sono spostati da dighe e super-autostrade focalizzandosi nello scavo dei pozzi, nella distribuzione di reti anti-zanzara e vaccinando bambini – iniziative localizzate che evitano la corruzione, le spese eccessive e i risultati economici ambigui dei grandi progetti, ma anche evitando di affrontare le serie carenze infrastrutturali, come la dipendenza asiatica dal carbone o la mancanza di adeguate autostrade per trasportare merci in Africa.

Due grandi decisioni alla fine del 2015 garantiscono che i progetti molto costosi torneranno per davvero. A novembre il G20 ha concordato ad Antalya, Turchia, di espandere l’impegno per ripristinare la crescita economica prevedendo migliaia di miliardi nelle infrastrutture – un impegno che include la promessa del governo canadese di raddoppiare le spese sulle infrastrutture a 125 miliardi di CDN$ entro i prossimi 10 anni.

Poi a dicembre 2015, al COP21 sul cambiamento climatico a Parigi, 195 Paesi hanno promesso investimenti per l’efficienza energetica, la protezione contro i cambiamenti climatici e per sviluppare tecnologie che riducano  le emissioni di Co2,  per un totale di 13.500 miliardi di US$. Un’analisi dal Gruppo di Ricerca dei G2o che ha sede a  Toronto, intitolato “Mobilitare  Fondi per il Clima”, stima che mantenere il riscaldamento globale entro il limite di due gradi fissato dall’ONU richiederà finanziamenti per infrastrutture nei paesi sviluppati di 3.000 miliardi di US$ all’anno nei prossimi dieci anni.

Il Summit di Parigi non si è minimamente avvicinato a impegni del genere, necessari per fermare la tendenza del riscaldamento globale. Ha invece creato un punto di partenza sul quale i Paesi del mondo si sono accordati sul principio che per evitare la catastrofe climatica è indispensabile l’investimento di grandi capitali privati e pubblici in progetti coordinati diminuire le emissioni di CO2 e proteggere le città e i terreni agricoli dai danni provocati dal cambiamenti climatici.

E gli impegni assunti a Parigi includono un espansione del Fondo per il clima verde, indirizzato a sostenere economicamente la protezione del clima e i progetti energetici verdi nei Paesi in via di sviluppo, con un impegno di 10 miliardi di US$ per il 2015 (inclusi 300 milioni di US$ dal Canada), ma si prevede che si raccoglieranno 100 miliardi di US$ all’anno entro il 2020. Non salveremo l’atmosfera riducendo le nostre ambizioni o abbandonando l’industria (come preferirebbe un ramo del movimento ambientalista) ma costruendo ancora più in grande: i grandi progetti ci hanno messo nei guai e si spera che ci toglieranno da lì.

Il problema, nell’Epoca dei teraprogetti è che i governi non sono in grado di gestire nemmeno progetti da pochi miliardi di dollari. I mega progetti infrastrutturali hanno il costante primato di superare il preventivo iniziale, sono terminati generalmente in ritardo, spesso con la presenza della corruzione, sia per i governi che promuovono i progetti, sia per le grandi imprese d’ingegneria che li realizzano. I progetti ambientali hanno un record ancora peggiore: una dei pochi esempi di difesa contro l’innalzamento dei mari, il Progetto MOSE a Venezia, sarà terminato con vent’anni di ritardo e con un costo supplementare di 2 miliardi di US$.

Come nota il Dr. Flyvbjerg, la gestione dei megaprogetti non è migliorata durante i 70 anni presi in considerazione, e ciò dipende dal  “modello demolisci – ripara”:  promuovi fino ad una crisi, poi spendi ancora di più per salvare il progetto. Dice che modelli migliori stanno emergendo, ma pochi li conoscono.

Per quanto il mondo possa anche avere bisogno di questi bebè da migliaia di miliardi di dollari, prepariamoci all’epoca dei terascandali.

(*) http://www.sbs.ox.ac.uk/community/people/bent-flyvbjerg

Bent Flyvbjerg explains ‪megaprojects to The New Yorker: http://nyr.kr/1aIAd8X

<!–[if !vml]–>http://www.cambridge.org/er/academic/subjects/sociology/political-sociology/megaprojects-and-risk-anatomy-ambition

https://en.wikipedia.org/wiki/Megaprojects_and_Risk

 https://en.wikipedia.org/wiki/Bent_Flyvbjerg

“Governi e Aziende saranno in grado di evitare gli errori delle grandi opere del passato?”ultima modifica: 2016-02-10T22:19:22+01:00da davi-luciano
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