La democrazia ha bisogno di riscatto

Cosa è diventata la democrazia e quali rischi stiamo correndo? Come agisce la manipolazione? Oltre il complottismo la nuda verità.

Intervento di Lorenzo Chirico.

Sarà capitato parecchie volte anche a voi di sentire un senso di impotenza e di scoramento assistendo alle quotidiane derive autoritarie e antidemocratiche che ci circondano mosse dalle oligarchie finanziarie e dai centri di potere. Spesso per percepire meglio il presente necessita guardare indietro, tanti sono gli eventi storici che ci hanno portato all’attuale disastro e non è facile essere sintetici andando al punto, ci provo con 2 fotografie che ho accomunato nei miei pensieri in questi giorni.

escartons

Prima foto. Nel Medioevo in Italia era diffusa la  diretta, anche nella Repubblica degli Escartons (1343/1713) che ricomprendeva l’attuale Alta Val di Susa, allora sotto giurisdizione francese, dove ” l’ordinamento delle comunità prevedeva che tutti gli abitanti di un villaggio si riunissero in assemblee dove erano prese le decisioni più importanti, l’uso dei beni comuni, la costruzione delle strade , la gestione delle acque…in queste assemblee venivano anche eletti i sindaci che rappresentavano i villaggi di fronte al feudatario…” ( tratto da ” Escartoun – La Federazione delle libertà” di W. Ferrari e D. Pepino”).

Erano epoche in cui i feudatari incassavano le gabelle, le cosidette corvèes, e i territori avevano ampia autonomia assurgendo a comunità che attuavano un autogestione virtuosa. Chi oggi ci racconta che ci sono problemi democratici perché siamo una democrazia giovane sta aggirando il problema. Se si riferisce al sistema attuale di democrazia rappresentativa nata dopo la costituzione della Repubblica si circoscrive il tutto a un lasso di tempo limitato e non esemplificativo. Non siamo una democrazia giovane, siamo diventati una falsa democrazia assoggettata allo stravolgimento dello status democratico originario, perchè delegare non equivale imporre decisioni ma a “rappresentare per conto del popolo sovrano”.

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Seconda fotografia. Negli anni 60′ nel 900′ si sono ottenuti democraticamente diversi diritti sociali e lavorativi, il divorzio, l’aborto, un epoca foriera di partecipazione, condivisione e decisionalità diretta dei cittadini. Troppo per i centri di potere che hanno studiato una contromossa. Una data che segna l’inizio della fine della democrazia partecipata è il 1975 , Samuel P. Huntington, Michel J. Crozier e Joji Watanuki, tre intellettuali vengono cooptati dalla Commissione , tuttora uno dei maggiori centri di potere mondiale, per stilare un rapporto di 227 pagine denominato “The Crisis of Democracy ” .

Le istruzioni per l’uso, poi attuate, per distruggere la democrazia partecipativa. A pagina 157 infatti si proclama che “la storia del successo della democrazia… sta nell’assimilazione di grosse fette della popolazione all’interno dei valori, atteggiamenti e modelli di consumo ” Ed ancora in poche semplici righe continuano le chiare coordinate della futura attuazione del piano ” Il funzionamento efficace di un sistema democratico necessita di un livello di apatia da parte di individui e gruppi. In passato (prima degli anni ’60 nda) ogni società democratica ha avuto una popolazione di dimensioni variabili che stava ai margini, che non partecipava alla politica. Ciò è intrinsecamente anti-democratico, ma è stato anche uno dei fattori che ha permesso alla democrazia di funzionare bene”. Quindi per riavere il controllo il potere prefigurava la trasformazione dei cittadini consapevoli degli anni 70′ in consumatori impenitenti, depotenziando il loro impegno civile e sociale in nome del dio mercato.

Teorie del complotto? no, purtroppo una triste e reale storia che non si trova nei libri di scuola ma che ognuno di noi incontra quotidianamente. Gli strateghi utilizzati dai centri di potere per attuare il colossale piano di distrazione di massa sono stati Edward Bernays, nipote di Sigmund Freud e precursore delle moderne pubbliche relazioni, e il giornalista Walter Lippmann.

Edward Bernays si può considerare il più influente spin doctor del 900′ , molti di voi ricorderanno alcune sue manipolazioni mentali su larga scala come le pubblicità americane degli anni 30′ che incitavano le donne a fumare per emanciparsi oppure la demonizzazione della canapa che doveva essere sostituita dalle fibre sintetiche prodotte dalle lobbies petrolifere e fu relegata a droga letale e demoniaca(sic). Questi lavaggi del cervello consumistici sono stati declinati dai mass media compiacenti tramite tv, giornali ed ora web, in Italia negli anni 90′ il suo culmine con l’era berlusconiana.

controllo masse

Di questi temi si è occupato in modo approfondito Paolo Barnard nel suo ” Il più grande crimine ” scaricabile gratuitamente in rete. Il risultato è stato centrato pienamente perchè siamo ormai una massa informe di cittadinanza passiva relegata al ruolo di spettatore delle nostre vite. Viviamo in un nuovo secolo in cui gli esiti di un referendum sul primario bene comune, l’acqua, vengono tranquillamente ignorati dai nostri delegati e la sospensione della democrazia è più che evidente, ma non c’è reazione.

Paolo Barnard

Per cambiare lo stato delle cose bisogna ripartire da dove tutto era iniziato, dai comuni, piccoli o grandi che siano, riappropriandosi della nostra capacità intrinseca di incidere sulla vita dei territori spogliandosi degli orpelli dell’attuale fase idolatrica consumistica. Gli stumenti di democrazia diretta per raggiungere l’obbiettivo esistono e sono normati dai singoli statuti comunali, dal Dlgs 267/00 degli enti locali, e naturalmente dalla Costituzione che presto saremo chiamati a difendere. Quando non sono normati per legge nei Comuni, come previsto, bisogna esigerne la ricomprensione, ma soprattutto necessita conoscerli ed attuarli senza lasciare pochi Don Chisciotte a combattere da soli contro i mulini a vento. E’ una complicatissima battaglia tra Davide e Golia, culturale oltre che democratica, che solo se affrontata con le giuste armi potrà permettere a chi verrà dopo di noi di riappropriarsi del nostro ruolo originario.(Nota: cliccando sull’immagine del libro si accede al download)

La democrazia ha bisogno di riscattoultima modifica: 2016-01-18T21:47:42+01:00da davi-luciano
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