“No Tav, quell’assalto non fu terrorismo”: la Corte d’appello di Torino conferma le quattro assoluzioni

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Respinta la tesi del procuratore generale Marcello Maddalena che ancora stamattina, nel processo per l’attacco al cantiere del 2013, aveva equiparato sabotaggio e atti terroristici citando anche Giangiacomo Feltrinelli. Condanne confermate per gli altri reati

di OTTAVIA GIUSTETTI

21 dicembre 2015
"No Tav, quell'assalto non fu terrorismo": la Corte d'appello di Torino conferma le quattro assoluzioni
I No Tav nell’aula del processo 

Non fu terrorismo l’attacco al cantiere della Tav la notte del 14 maggio 2013. Lo conferma la Corte d’Assise d’appello di Torino che ha confermato oggi la condanna ai quattro imputati, Mattia Zanotti, Niccolò Blasi, Claudio Alberto e Chiara Zenobi per il blitz di Chiomonte a 3 anni e 6 mesi, assolvendoli ancora una volta dall’imputazione di terrorismo che la procura di Torino aveva contestato fin dal momento degli arresti.
“Il sabotaggio è considerato terrorismo dalla legge”: aveva ribadito stamattina il pg Marcello Maddalenanell’aula bunker di Torino alla ripresa del processo d’appello ai quattro anarchici per l’attacco del 14 maggio 2013 al cantiere Tav in Valle di Susa. In primo grado gli imputati erano stati assolti dall’ipotesi eversiva e condannati a tre anni mezzo per altri reati. Maddalena, nel suo intervento, ha rievocato la storia del “traliccio di Segrate dove trovò la morte Giangiacomo Feltrinelli”. “Nel 1979 – ha ricordato Maddalena – le Brigate Rosse lessero un comunicato, durante un processo, in cui spiegavano che ‘Osvaldo (cosi’- si riferirono a Feltrinelli – ndr) non è una vittima, ma un rivoluzionario caduto combattendo in una operazione di sabotaggio”.

Condannati in primo grado a 3 anni e 6 mesi per l’attacco al cantiere dell’alta velocità, erano stati giudicati colpevoli di reati come resistenza, detenzione di armi e violenza. La procura di Torino aveva contestato il terrorismo fin dall’inizio, e la procura generale ci è ritornata anche in appello affidando l’estremo compito al procuratore generale in persona, al suo ultimo processo prima della pensione. Ma i quattro imputati sono stati scagionati a più riprese dalla Cassazione (nelle impugnazioni delle misure cautelari) da questa accusa. “Non facciamo nessuna confusione tra responsabilità individuale e collettiva – ha aggiunto Maddalena – ed e’ giusto che gli imputati rispondano esclusivamente di quello che hanno commesso. Non si puo’ pero’ ignorare che sapessero benissimo il contesto in cui la loro azione sa inseriva e come la stessa fosse destinata a proiettarsi nel futuro. Gli imputati si riconoscono nelle tappe piu’ cruente della lotta contro la Tav e questo e’ un passaggio importante per poter valutare l’ entita’ della pena”.

Scontri nella notte a Chiomonte
il materiale sequestrato

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Alcuni degli oggetti sequestrati dalla polizia nei boschi di Chiomonte dopo il tentativo di assalto alle reti del cantiere della Tav da parte di alcuni attivisti del movimento
foto FRANCESCA LAI

“Siamo ovviamente soddisfatti dell’esito del processo. E ora ci auguriamo che la procura di Torino faccia autocritica sull’atteggiamento tenuto in questi anni sui No Tav”. Così l’avvocato Claudio Novaro, uno dei difensori dei quattro anarchici assolti dall’accusa di terrorismo. I quattro giovani, ora agli arresti domiciliari, sono usciti dall’aula bunker fra abbracci e applausi dei numerosi No Tav presenti. La corte ha disposto anche la restituzione del materiale ancora sotto sequestro, fra cui alcuni libri.

“No Tav, quell’assalto non fu terrorismo”: la Corte d’appello di Torino conferma le quattro assoluzioniultima modifica: 2015-12-21T23:36:07+01:00da davi-luciano
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