Crisi Grecia, aumenta il degrado sociale e la sofferenza dei cittadini

Impossibile, con il ribelle Tsipras la crisi in Grecia è finita, è stato ripristinato lo stato sociale e chi osa dire diversamente è fascista.
Come mai prima la sorte dei greci premeva a molti da quando c’è il giusto paladino degli ultimi NON SE NE PARLA PIU’???
 
Sabato, 12 Dicembre 2015 11:27
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ROMA – Nessuno ne parla, ma in Grecia la situazione sta peggiorando giorno dopo giorno. Dopo l’ultimo prestito concesso dalla Triade (BCE, FMI e Commissione Europea), il carico fiscale imposto dal governo ai cittadini ellenici è aumentato (come pagare se no gli interessi che prevedono gli aiuti?).
 
Questo ha aumentato il costo della vita senza peraltro benefici per le casse dello stato. Da un lato, come sanno bene gli economisti, aumentare il carico fiscale non sempre fa aumentare le entrate: oltre una certa soglia i cittadini non hanno più i soldi per pagare o diventano così poveri che alla fine non sono più in grado di contribuire alla spesa pubblica.
 
Dall’altro ha generato una situazione che potrebbe avere conseguenze sociali tremende.
 
Una situazione che si era già verificata con il pagamento delle bollette per la fornitura dell’energia elettrica: l’aumento delle imposte e delle tasse caricate sui consumi di elettricità avevano fatto sì che il numero dei clienti insolventi crescesse a dismisura.
 
Ora altri due fattori hanno confermato lo stato di crisi estrema che attraversa la Grecia. E, al tempo stesso, stanno dimostrando che le misure adottate non sono servite a nulla.
 
Esattamente come sta avvenendo in Italia, in Grecia uno degli strumenti per ridurre la spesa pubblica è stata tagliare i servizi ai cittadini. Primi fra tutti quelli della sanità pubblica. Molti farmaci non sono più forniti gratuitamente dallo stato e anche molti servizi non vengono più erogati se non con enormi ritardi o a pagamento. Come i servizi odontoiatrici: come ha confermato un rapporto presentato dalla Hellenic dental federation, tra il 2004 e il 2014, il 60 per cento dei giovani non ha potuto usufruire delle cure del dentista per almeno un anno (era il 44 nel decennio precedente). Oggi l’86,6 per cento dei bambini di cinque anni soffre di problemi dentali non curati. Il motivo è semplice: “I denti, purtroppo, sono considerati un lusso”, ha confermato Niki Diamanti, una dentista che lavora all’ospedale Hatzikosta. “Cinque anni fa la gente andava dal dentista una volta all’anno, adesso fa passare anche cinque anni”. Il problema è che le famiglie non hanno più i soldi per portare i propri figli dal dentista: oggi, in Grecia, il 40 per cento dei bambini vive in povertà (dati Unicef). Più che in paesi come il Cile, la Turchia o il Messico.
 
E con la riduzione delle somme destinate al sistema sanitario gratuito o convenzionato, finanziato dallo stato (e il conseguente aumento dei costi per la popolazione), molti hanno dovuto rinunciarvi: a fronte di una media europea del 5,1 per cento di cittadini che non può andare dal dentista la percentuale in Grecia è dell’8 per cento (dati Eurostat). “Le persone si sono arrese, dal punto di vista psicologico. Non si preoccupano più della loro salute, compresa quella orale”, ha detto Yorgos Papazaharis, capo del sindacato odontoiatrico ellenico.
 
Ma c’è un altro dato che rende evidente lo stato di crisi della Grecia e che dovrebbe far pensare. Da uno studio condotto su oltre 17.000 “lavoratrici del sesso” in Grecia, è emerso che ormai le donne greche stanno sostituendo le donne dell’est Europa o quelle che provengono dall’Africa. “Alcune donne lo fanno in cambio di una semplice fetta di cheese cake o un panino, essendo affamate e avendo bisogno di mangiare“, ha detto Gregory Laxos, professore di sociologia all’Università Panteion di Atene, al giornale londinese Times. “Altre lo fanno per pagare tasse, bollette, spese urgenti o necessità mediche“, ha continuato Laxos, autore di uno studio durato tre anni.
 
Secondo il dipartimento di Criminologia dell’Università Panteion, il 70 per cento delle ragazze greche che hanno deciso di prostituirsi lo hanno fatto a causa delle difficoltà economiche (il 65 per cento di loro aveva perso il lavoro negli ultimi 24 mesi). Per loro, hanno detto i ricercatori, è stata una scelta obbligata. Secondo Greekreporter.com, la maggior parte delle donne che si prostituisce illegalmente, lo fa per sfamare i propri figli o se stesse. Lo dimostrerebbe anche il fatto che i loro “prezzi” sono tra i più bassi d’Europa. E il numero di giovani donne disperate (la maggior parte delle donne greche che iniziano a prostituirsi hanno un’età compresa tra 17 e 20 anni) è in aumento, come ha confermato Laxos: “Non sembra che questi numeri siano in diminuzione”, ha detto al Times, “sembra piuttosto che siano in crescita, e in crescita ad un ritmo sostenuto“. “La rapidità dell’aumento del numero di ragazze che entrano ed escono dal mercato della prostituzione, a seconda delle loro necessità, e il numero totale di prostitute, sono impressionanti“, ha detto ancora Laxos, che ha ricordato che, sebbene, in Grecia, la prostituzione sia consentita dalla legge (ma solo nelle case chiuse), decine di migliaia di prostitute lavorano nelle strade.
 
Secondo una ricerca condotta dall’EKKE, il centro nazionale per la ricerca sociale, il numero delle prostitute in Grecia è aumentato del 180 per cento negli ultimi due anni. Un fenomeno che potrebbe avere conseguenze gravi sulla salute, nel prossimo futuro. Eva Cossé, dell’organizzazione Human rights watch, ha detto che “Mano a mano che venivano poste in atto le misure di austerità, sono aumentati i casi di Hiv, di depressione e i suicidi, mentre centinaia di migliaia di persone sono state del tutto escluse dal sistema sanitario nazionale. Alcune ormai vivono per le strade e altre ci vanno in cerca di droga o per vendere sesso”.
 
Secondo il KEELPNO, il centro ellenico per la prevenzione e il controllo sulle malattie, la percentuale di morti per HIV nei primi nove mesi del 2012 è cresciuta del 60 per cento rispetto allo stesso periodo del 2011. E nell’anno passato, rispetto a quello precedente, l’incremento è stato del 46 per cento. “Dall’inizio dell’anno sempre più donne preferiscono questa via rispetto ad altre, e nella capitale riescono a lavorare con un numero maggiore di clienti. E, purtroppo, spesso non si tiene conto delle più basilari norme igieniche”, è questo il giudizio riportato nell’ultimo rapporto del KEELPNO.
 
Dati, numeri, situazioni di degrado sociale e rischi per la salute di cui, però, nei rapporti sui prestiti concessi alla Grecia e finiti nelle casse delle banche non si parla mai.
Crisi Grecia, aumenta il degrado sociale e la sofferenza dei cittadiniultima modifica: 2015-12-15T14:00:26+01:00da davi-luciano
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