Guerra civile in Francia? La paventa Valls

dic 11, 2015
 
Manuel-Valls
Manuel Valls
 
di Eugenio Orso
 
Attendendo i ballottaggi di domenica prossima per le regionali in Francia, governo e socialistoidi euroservi fanno di tutto per spaventare i francesi, astenutisi in buon numero al primo turno, in modo che vadano a votare numerosi al secondo contro il Front National. Costoro agitano il pericolo “estrema destra”, non tanto e non soltanto per recuperare terreno e conquistare qualche regione nei ballottaggi, visto il calo di voti (ma purtroppo non il crollo) nel primo turno di domenica scorsa, ma principalmente per sbarrare la strada al Fronte delle Le Pen, partito notoriamente patriottico, anti-unionista e filo russo, l’unico veramente dalla parte del popolo francese, classi subalterne e operai compresi.
 
L’atteggiamento del partito socialista francese e dei suoi esponenti è coerente con il loro ruolo di servi della troika e della Nato, abbastanza simile a quello del piddì in Italia, perché i collaborazionisti anti-nazionali dei poteri esterni se non sono fatti con lo stampino, almeno a grandi linee si assomigliano. Per seminare la paura nei francesi, interviene anche il primo ministro Manuel Valls, meno impopolare e disprezzato del presidente Hollande, che ai microfoni di France Inter paventa il rischio di una guerra civile in patria.
 
Alla vigilia del secondo turno delle regionali, il primo ministro francese ha risposto alle domande di Léa Salamé e Patrick Choen per la citata televisione (vedi: franceinter.fr/emission-le).
 
Oltre alla rituale necessità di combattere Daesh, ovunque dall’Iraq alla Siria e domani senza dubbio in Libia, secondo Valls che si sposta sul piano interno, in questo storico momento ci sono due visioni della Francia. Ovviamente quella buona non può essere la visione del Front National, che, anzi, predica la divisione e può portare addirittura alla guerra civile. Un politico in malafede evoca solitamente scenari di morte e distruzione, come ad esempio la guerra civile e il sangue che scorre per le strade, quando vuole spaventare il “parco buoi” elettorale e indurlo a darsi una mossa … votando nel senso da lui indicato, anche contro il proprio interesse.
 
Il programma del Fronte è un disastro, dice Valls. Invece l’azione del suo governo è stata positiva – si potrebbe controbattere – ha diminuito la disoccupazione – chômage per l’oltralpe – che è oltre il dieci per cento, risolto il problema della sicurezza dei francesi? Nessuno ha ancora provato il programma di un FN al governo, ma la popolazione può giudicare, sulla propria pelle, l’azione del governo Valls e dei socialistoidi. Questo non ha importanza, perché il FN è squalificato a priori, essendo per definizione razzista e antisemita. Allora non resta che una soluzione, pena la guerra civile! Meglio che socialisti e sinistri votino in Provence-Alpes-Côte d’Azur per il candidato di Sarkozy e del “centro-destra”, Christian Estrosi, perché la priorità è fermare quel mostro frontista di Marion Maréchal-Le Pen.
 
Non si tratta di noccioline, perché la regione del sud, con Marsiglia, ha circa cinque milioni di abitanti. Lo stesso Estrosi, in linea con il suo compare di fede euroserva Valls, ha definito la rivale in Provenza un danno immenso per la società, una che vuole trasformare la regione in laboratorio dell’”estrema destra” per il settarismo, l’istigazione alla violenza e la negazione dei diritti delle donne. Quando si tratta di fronteggiare una formazione non allineata e non controllata dalle élite della finanza, salta anche il politicamente corretto. Naturalmente le eurocrazie – e la Nato! – non possono che approvare sia le parole di Valls che quelle di Estrosi.
 
Ricordiamoci che il grottesco Bersani, “argine al populismo” in Italia con tutto il piddì, profetizzava nel 2013, sotto elezioni, un repentino impoverimento di massa, la catastrofe per i ceti popolari, le sette piaghe d’Egitto, la pestilenza, le cavallette, in caso di uscita del paese dall’eurozona. Il meccanismo è sempre quello, a ben vedere, comune a tutti i politici collaborazionisti, nel nostro specifico caso della troika. Un po’ come la madonna nelle sue apparizioni più celebri, da Fatima a Medjugorje, che minacciava con trista regolarità guerre e sciagure per il volgo dei credenti, mai una sola volta cose belle e futuri radiosi!
 
Valls ed Estrosi ci rivelano che la “diabolisation” (per noi demonizzazione) del Front National non avrà mai fine, anche se il Fronte non è più il partito di Le Pen padre e nonno, non è antisemita, non vuole rinchiudere le donne in casa (come fa l’islam più ortodosso, anche in Europa), non vuole ricoverare nelle cliniche psichiatriche i gay (Urss) o marchiarli con un triangolo rosa (il Winkel nazista), ma punta a liberare la Francia dalla trappola dell’euro e ad allontanarla dai pericoli di guerra insiti nella Nato e nelle alleanze occidentali (a guida americana). Questa prospettiva, di autentica liberazione, è ciò che fa infuriare i Valls e gli Estrosi, divisi solo fittiziamente da colori politici ormai sbiaditi, ma uniti nel servire il padrone sopranazionale. Uniti a tal punto che Valls esorta i sinistri a votare per Estrosi, per Xavier Bertrand (Nord-Pas de Calais contro Marine Le Pen), per Philippe Richert (Alsace-Champagne-Ardenne-Lorraine contro Florian Philippot vice-presidente del FN), segno che socialisti e centro-destra di Sarkozy, alla fine della fiera, sono la même chose: traditori della Francia e dei francesi, esattamente come il piddì e il nuovo centro destra, qui, da noi, sono traditori dell’Italia e degli italiani!
 
Guerra civile in Francia? La paventa Vallsultima modifica: 2015-12-14T16:08:52+01:00da davi-luciano
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