«Le manifestazioni violente possono condizionare le autorità pubbliche» – aveva detto il procuratore generale, Marcello Maddalena, che sostiene l’accusa al processo d’appello nei confronti dei quattro No Tav già condannati, in primo grado, a 3 anni e 6 mesi per l’attacco al cantiere Tav del maggio 2013.
«Chiedo l’acquisizione del carteggio tra Procura e Prefettura – ha detto Maddalena – in relazione agli episodi accaduti dopo l’8 dicembre 2005, quando fu occupato il cantiere di Venaus. In quall’occasione non si realizzò la recinzione per motivi di ordine pubblico, segno che le autorita’ furono condizionate dalle manifestazioni».
«I fatti del maggio 2013 rappresentano solo un anello di una lunga catena di episodi, che ancora non è terminata», ha concluso il procuratore. Poi la decisione della Corte di non riaprire un processo per terrorismo.