LA CASSAZIONE:ECCO PERCHÈ I NO TAV ANDAVANO SCARCERATI

Secondo i giudici i tre attivisti, accusati dalla procura di terrorismo, la notte del 14 maggio 2013 «“non volevano colpire le persone»
ANSA
 
01/12/2015
ANDREA ROSSI
TORINO

Lucio Alberti, Graziano Mazzarelli e Francesco Sala non volevano colpire le persone (operai e forze dell’ordine) in servizio al cantiere di Chiomonte la notte tra il 13 e il 14 maggio 2013, ma danneggiare i mezzi delle ditte e le camionette della polizia. Per questa ragione la Cassazione ha respinto il ricorso della procura di Torino contro l’ordinanza del Tribunale della libertà che aveva disposto la scarcerazione dei tre attivisti No Tav accusati di attentato per finalità terroristiche. 

Un verdetto molto atteso a Torino, dove si è appena aperto il processo d’appello ad altri quattro attivisti (Claudio Alberti, Niccolò Blasi, Mattia Zanotti, Chiara Zenobi), accusati per lo stesso assalto al cantiere dell’alta velocità, e si attendeva proprio le motivazioni della Corte per far ripartire il dibattimento. La Cassazione sposa la linea del Tribunale, il quale «ha motivato in modo quanto mai ampio, esaustivo e puntuale le ragioni per cui, pur ponendo nella dovuta evidenza l’oggettiva gravità dei fatti… e il rischi concreto della lesione del bene della incolumità delle persone…», escludendo che «il fine dell’azione potesse essere quello di attentare all’incolumità e all’integrità fisica delle persone presenti nel cantiere». 

La Procura, oltre a ritenere che gli assalitori, attaccando il cantiere con lanci di sassi e molotov, avessero implicitamente accettato il rischio di fare del male alle persone presenti, avevano tentato di costringere le autorità nazionali ed europee a rinunciare a un’opera di interesse strategico come la Torino-Lione, e dunque avrebbero compiuto un atto terroristico. Per la Cassazione non è sufficiente l’intenzione di voler causare un grave danno «ma occorre che la condotta crei la possibilità concreta – sul piano oggettivo – che esso si verifichi». L’azione del maggio 2013, pur causando ingenti danni, circa 100 mila euro, non ha invece generato alcuna conseguenza pratica: il cantiere prosegue la sua attività e non si è mai fermato, né i danni sono stati tali da metterlo in pericolo. 

LA CASSAZIONE:ECCO PERCHÈ I NO TAV ANDAVANO SCARCERATIultima modifica: 2015-12-03T20:16:36+01:00da davi-luciano
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