La Francia inizia il suo giro di vite sulla dissidenza: chiusi i siti web di informazioni alternative

nov 30, 2015
internet-censorship
Repressione su web
 
Il Governo francese, con la scusa di imporre rigide leggi contro il terrorismo a motivo degli attentati di Parigi, si sta procedendo alla chiusura dei siti web di notizie alternative. La versione francese del sito web “We Are Change” risulta già essere stata bloccata, in una offensiva senza precedenti contro i media alternativi in Europa.
 
L’informativa di Trueactivist.com dice:
 
Le Blog De Resistence” è un portale di informazioni alternative molto popolare con più di 10 milioni di visite e migliaia di sottoscrittori regolari. L’autore, che si fa chiamare Z, è stato chiamato a fare dichiarazioni dopo gli attentati di Parigi.
 
Secondo quanto riferisce il webmaster:
 
“Quanto tempo ancora durerà questo blog aperto? Il peggio è che ai francesi non interessa, sono totalmente ossessionati con più sicurezza a spese delle loro libertà. Il mondo si burla dei terribili segreti rivelati da Snowden. Questa è la Francia, la “terra della libertà”.
Oggi, una volta di più lo ripeto, ho molta paura per la libertà di espressione e per i media aternativi. Non so per quanto tempo ancora potrò scrivere e informare liberamente. Temo per me stesso. La grande quantità di leggi approvate dall’inizio dell’anno (legge antiterrorismo, intelligence….) è enorme. Risulta molto difficile per noi scrivere sotto uno stato di emergenza. Lo stress e la tensione sono da tutte le parti”.
 
 
Nota: Lo avevamo previsto. Il terrorismo gioca un ruolo decisivo nella politica repressiva attuata dai governi  del sistema globalista. Così è stato dall’11 Settembre con la conseguente “Guerra al Terrore” scatenata da George W. Bush ed da Dick Cheney che, oltre alle guerre scatenate in Asia e Medio Oriente,  ha consentito la sospensione dei diritti negli USA,  tramite l’emanazione del  “Patrioct Act” ,  che  prevedeva ( naturalmente al fine di combattere il terrorismo), una serie di strumenti straordinari tra i quali si rileva – “la possibilità dell’Esecutivo di far giudicare i terroristi (o sospetti tali) catturati da tribunali militari, a porte chiuse senza le garanzie usuali dei procedimenti giurisdizionali”.
 
Il 13 novembre 2001 il Presidente Bush emette il Presidential Military Order sulla detenzione, il trattamento e il procedimento nei confronti di alcuni non-cittadini nella guerra al terrorismo in cui dichiara che «la situazione di emergenza determinata dalla minaccia terrorista richiede che, per garantire la sicurezza nazionale, siano adottate misure straordinarie nei confronti dei non-cittadini che il Presidente ritenga appartenere ad Al Qaeda o che egli giudichi essere in qualche modo collegati alla rete del terrore……”.
 
Queste misure sono ancora vigenti e possiamo ricordare fra queste il carcere di Guantanamo, con le torture inflitte ai detenuti  da parte dei  militari USA, la campagna di assassinii mirati fatta attraverso i droni senza pilota che hanno causato alcune migliaia di vittime civili innnocenti, come effetti collaterali. Una campagna che viene svolta fuori dai riflettori dei media in paesi come il Pakistan, lo Yemen, la Somalia, il Sudan o la Nigeria.
 
Non è difficile che anche in Francia si adottino delle misure simili, visto che gli attentati di Parigi sono considerati una sorta di 11 S. della nazione francese. Altrettanto si può considerare prevedibile uno spostamento di opinione e di consensi nei cittadini  francesi  per effetto degli attentati da cui si potrebbe avvantaggiare il governo Hollande che cerca di presentarsi come un governo energico che reagisce con durezza alla situazione di emergenza. Questo considerando la forte caduta di consensi che lo stesso governo Hollande aveva registrato nei mesi precedenti. Naturalmente Hollande occulta la sua politica di appoggio  e di complicità con i gruppi terroristi di Al Qaeda all’estero (in Siria) per le sue finalità di voler rovesciare un governo legittimo (quello siriano) e per compiacere gli stretti legali con l’Arabia Saudita e gli altri Stati del Golfo.
 
A breve scadenza potremo vedere  gli effetti di questa strategia che sicuramente non sarà limitata alla sola Francia.
 
 
Traduzione e commento: Luciano Lago
La Francia inizia il suo giro di vite sulla dissidenza: chiusi i siti web di informazioni alternativeultima modifica: 2015-12-01T19:49:41+01:00da davi-luciano
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