Poutine: les autorités turques soutiennent à dessein l’islamisation du pays

Vladimir Poutine

© Sputnik. Alexei Druzhinin

09:58 25.11.2015(mis à jour 14:19 25.11.2015) 

Les autorités turques poursuivent délibérément une politique axée sur l’islamisation du pays, a déclaré le président russe Vladimir Poutine.

“Le problème ne réside pas dans la tragédie à laquelle nous avons été confrontés hier, le problème est beaucoup plus profond. Nous observons — et pas uniquement, le monde entier le voit croyez-moi — que le gouvernement actuel de la Turquie depuis un certain nombre d’années mène une politique intérieure assez délibérée visant à soutenir l’islamisation du pays”, a indiqué Vladimir Poutine.

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SIRIA, MOSCA: “ISTITUITO SCHERMO PROTETTIVO, OGNI MINACCIA AEREA SARÀ DISTRUTTA”

http://www.difesaonline.it/mondo-militare/siria-mosca-istituito-schermo-protettivo-ogni-minaccia-aerea-sar%C3%A0-distrutta

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(di Franco Iacch)
24/11/15 

“Lo Stato Maggiore sta attualmente predisponendo misure aggiuntive per garantire la sicurezza di velivoli impegnati in Siria. Primo: tutti gli aerei d’attacco saranno scortati da caccia da combattimento. Secondo: saranno prese misure per rafforzare la difesa aerea con immediata copertura ad opera dell’incrociatore Moskva. Comunichiamo che qualsiasi, ripetiamo qualsiasi potenziale nemico, sarà distrutto. Terzo: tutti i contatti militari con la Turchia sono stati interrotti.” E’ quanto hanno appena comunicato dallo Stato Maggiore russo.

Così come avevamo ribadito lo scorso 5 ottobre, Putin ha di fatto instaurato una sorta di no-fly-zone grazie al dispiegamento dell’incrociatore lanciamissili Moskva a protezione della città costiera di Latakia. Lo schermo difensivo copre anche la zona meridionale della Turchia e quelle basi utilizzate dagli USA per i raid in Siria.

Un solo battello, la domanda potrebbe essere lecita per i non addetti ai lavori, potrebbe davvero scoraggiare i caccia della coalizione a guida USA? La risposta è si, perché il Moskva porta con se 64 missili terra aria S-300 PMU-1/2. Quei 64 missili di ultima generazione, in grado di abbattere sia caccia che missili balistici fanno del vettore classe Slava un incubo per la coalizione. Se a questo aggiungiamo che quella dinanzi le coste siriane è la nave più potente mai realizzata dalla Marina sovietica, pensata espressamente per devastare le portaerei USA (non per nulla le Slava sono soprannominate “carrier-killer” con i suoi SS-N-12 Sandbox lanciati a sciami), il quadro appare ancora più sinistro.

Il pretesto del corridoio aereo sicuro per colpire l’Isis, impone alla coalizione di rivedere l’intera strategia perché sarà costretta a coordinare ogni operazione con Siria, Russia e Libano.

L’alternativa? volare in uno spazio aereo protetto da batterie missilistiche di ultima generazione e, dopo gli episodi di oggi, dal grilletto facile. Nessuna forza aerea presente nella Regione potrebbe alzarsi perché sarebbe alla mercé degli S-300. Quei 150 km di autonomia sono un incubo per i caccia israeliani, inglesi, giordani e turchi. Gli stessi americani, hanno per lo più caccia F-16 nella Regione che non avrebbero scampo contro una schermatura simile.

(foto: TASS)

La guerra di Putin all’Isis: colpiti quasi 500 obiettivi in 48 ore

http://www.direttanews.it/2015/11/23/la-guerra-di-mosca-allisis-colpiti-quasi-500-obiettivi-in-48-ore/

lunedì, 23 novembre 2015

Vladimir Putin (OZAN KOSE/AFP/Getty Images)

Prosegue senza sosta l’offensiva russa nei confronti delle postazioni dell’Isis nel nord della Siria. Secondo quanto reso noto da Igor Konashenkov, portavoce del ministero della difesa russo, infatti, soltanto negli ultimi due giorni l’aviazione militare russa ha effettuato in Siria 141 uscite, colpendo 472 infrastrutture dei terroristi nelle province di Aleppo, Damasco, Idlib, Latakia, Hama, Homs, Raqqa e Dei-ez-Zor. Come confermato dall’Osservatorio siriano per i diritti umani l’azione militare russa è stata la più violenta dallo scoppio della guerra civile, almeno sotto il punto di vista dei bombardamenti aerei.

Putin, dunque, sta intensificando le operazioni contro gli obiettivi dell’Isis, sia con forze dell’aviazione che con quelle navali. Intanto, però, la Russia deve stare anche molto attenta al fronte interno: uomini dei Servizio Federale di Sicurezza e del ministero degli Interni, riporta l’agenzia Itar-Tass – hanno affrontato almeno 14 jihadisti legati all’Isis in un operazione vicino a Nalchik, capitale della repubblica di Kabardino-Balkaria nel Caucaso. Secondo l’agenzia, “erano tutti membri di una formazione di banditi che aveva giurato lealtà allo Stato Islamico”.

Intanto oggi il premier inglese David Cameron annuncerà oggi fondi extra per 12 miliardi di sterline all’anno (17,1 di euro) per i prossimi 5 anni per rafforzare le risorse dei militari: si tratta di soldi che dovranno servire sia nella lotta all’Isis che per contrastare alcuni Paesi ostili, tra i quali ci sarebbe anche la Russia. “La ragion d’essere della nuova strategia è che non possiamo scegliere tra la difesa convenzionale contro minacce provenineti da altri Stati e la necessità di contrastare minacce che non riconoscono i confini nazionali”, saranno le parole di Cameron.

GM

“L’Isis ha la protezione armata di interi stati ai quali vende petrolio”. Vladimir Putin

“L’Isis ha la protezione armata di interi stati ai quali vende petrolio”. Vladimir Putin
 

Le parole del presidente russo sull’abbattimento del jet russo da parte delle forze aeree turche al confine con la Siria

di Eugenio Cipolla

«Se l’Isis ha questi soldi, che ammontano a decine, centinaia di milioni, forse miliardi di dollari, grazie alla vendita del petrolio, e per di più ha la protezione armata di interi stati allora è chiaro perché si comportano in maniera così arrogante e prepotente». E’ un Vladimir Putin furente quello che si è presentato oggi davanti ai giornalisti a Sochi, dove è impegnato in un bilaterale con il re di Giordania, Abdullah II. In mattina il suo portavoce, Dmitri Peskov, aveva annunciato un commento del presidente russo circa l’abbattimento del jet russo da parte delle forze aeree turche al confine con la
Siria.
 
Secondo la ricostruzione fornita dal Cremlino e dallo stesso Putin in persona, il caccia SU-24 non minacciava in alcun modo Ankara e non aveva affatto violato lo spazio aereo turco. «L’abbattimento del nostro jet è una pugnalata alla schiena condotta dai complici dei terroristi, non posso definirlo in altro modo», ha tuonato. «Noi – ha proseguito – faremo di tutto per indagare sulla vicenda, che avrà tragiche conseguenze nei rapporti tra Russia e Turchia». Il velivolo
delle forze armate russe è stato abbattuto 4 km dentro il confine siriano da missili aria-aria sparati da un F16 turco, mentre stava conducendo operazione contro le postazioni Isis a nord di Latakia. I due piloti del bombardiere russo sono riusciti ad eiettarsi in territorio siriano prima dello schianto del velivolo, ma uno dei due sarebbe morto, ucciso, secondo diverse fonti, dai ribelli che hanno diffuso le immagini del cadavere via Twitter. Elicotteri russi si sono levati in volo per salvare il pilota superstite.
 
Nei giorni scorsi la Komsomolskaya Pravda, uno dei maggiori quotidiani russi, aveva avvertito circa la possibilità di una risposta simile da parte di Erdogan allo strapotere di Mosca in Siria. Intanto Ankara ha convocato l’incaricato d’affari russo e ha ottenuto la convocazione d’urgenza del Consiglio Nato per questo pomeriggio, mentre Mosca ha risposto convocando l’attaché militare turco di stanza in Russia per alcuni chiarimenti. Per domani era in programma una visita distensiva a Istanbul del ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, che però adesso rischia seriamente di saltare.
 
A far andare su tutte le furie Putin è stato il comportamento della diplomazia turca subito dopo l’abbattimento del jet. Gli uomini di Erdogan, come denunciato dallo stesso presidente russo, non si sono messi in contatto con le autorità russe, ma si «sono rivolti immediatamente ai partner della Nato per discutere dell’incidente. Si sono comportati come se noi avessimo abbattuto un loro aereo e non loro uno nostro». Il capo del Cremlino ha lanciato accuse pesanti nei confronti di Ankara, parlando di una vera e propria alleanza tra la Turchia e i tagliagole dello stato islamico. «Capisco che ogni Stato ha i propri interessi regionali e noi li rispetteremo sempre, ma non possiamo tollerare crimini come quello di oggi. Non riusciamo a capire se la Turchia voglia mettere la Nato al servizio dell’Isis. Hanno colpito i nostri aerei nonostante gli accordi firmati da Russia e Usa per evitare questo tipo di incidenti. Loro hanno una grande quantità di petrolio proveniente dai territori occupati dai terroristi». 
 
Notizia del: 24/11/2015

Esclusiva Rainews, Siria, soldati curdi: “La Turchia appoggia l’Isis”

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Esclusiva Rainews, Siria, soldati curdi: “La Turchia appoggia l’Isis” Tweet Dopo il video pubblicato dal Daily Mail dove si vedono combattenti dell’Isis scambiarsi saluti coi soldati turchi, in esclusiva per Rainews24, Gian Micalessin dalla città siriana di Qamishli ha documentato quelle che sembrano le prove del presunto appoggio di Ankara ai miliziani del terrore –

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L’Isis si addestra in Turchia: scoperti 18 campi a Istanbul. L’asse del male denunciato al G20 dai Russi.

Si addestravano in territorio turco per poi attraversare il confine e andare a combattere in Siria e Iraq.

L’antiterrorismo di Ankara, in collaborazione con i servizi segreti dell’Uzbekistan e dal Tagikistan, ha scoperto a Istanbul alcuni campi di addestramento per le reclute straniere pronte a combattere per il Califfato.

Le autorità hanno fermato 53 stranieri tra cui 24 minori, tutti di nazionalità straniera alcuni uzbeki e altri tagiki. I campi, circa 18, sono collocati sia nella zona asiatica a Pendik che quella europea di Kayasehir. Per l’intelligence uzbeka i cittadini del Paese tra le fila dell’Isis sarebbero oltre 5mila.

Scoperto dai russi e denunciato al G20, l’asse criminale USA-ISRAELE-ARABIA-QUATAR, SI E AGGIUNTA LA TURCHIA del criminale genocida Erdogan, ora amico dei Neocon nordamericani e della COALIZIONE CRIMINALE DELLA NATO che alimenta il terrorismo filoccidentale islamista.

Tutti uniti a combattere il governo di Assad per poi spartirsi i proventi. Sono un manipolo di criminali assassini finanziatori e creatori del terrorismo dell ISIS. La Turchia ha una doppia funzione, addestrare i terroristi, armarli e proteggerli, sotto lo sguardo vigile della CIA.

Stesso ruolo di consegna per anni svolto anche dalla Georgia e Arabia Saudita e Quatar, laboratori perfettamente funzionanti per creare terrorismo islamista e immigrazione clandestina; strumenti tanto cari appartenenti alla filosofia della dottrina del caos della famigerata banda plutocrata di dirigenza di governo nordamericana.

Questa è l’analisi più completa ed attuale che possiate trovare, chiaramente gli organi d’informazione non ve la diranno, attaccheranno sempre e solo la Russia unico vero nemico del terrorismo, di cui è stata vittima per anni, in pochi ricordano il terrorismo ceceno.

Ora ci domandiamo come mai nessuna sanzione venga emanata ad uno stato, che ha richiesto di entrare in Europa, come la Turchia, e come mai non ci si chieda perchè siamo suoi alleati se questo vuol dire essere alleati con l’isis?

Tratto da: http://www.ilgiornale.it/news/mondo/i-miliziani-dellisis-si-addestrano-turchia-1184375.html

LUC MICHEL : 2e TALKSHOW POUR AFRIQUE MEDIA SUR LE IIIe CONGRES EXTRAORDINAIRE DU PDGE (BATA, 12 NOV. 2015)

EODE-TV/ 2015 11 12/

Avec AFRIQUE MEDIA TV/

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EODE TV - LM TALKSHOW 2 IIIe congrès du pdge (2015 11 12) FR

2e Talkshow animé par Luc MICHEL

pour AFRIQUE MEDIA TV

sur le IIIe Congrès extraordinaire du PDGE (le Parti Démocratique de Guinée Equatoriale du Président Obiang Gnuema Mbassogo) à Bata, les 10-11-12 novembre 2015,

consacré au « nouveau scénario national » en Guinée Equatoriale et aux élections générales 2016 (Présidentielle, Sénatoriales, Législatives, Municipales) …

 * Emission complète sur : https://vimeo.com/146820667

 Thème central du Talkshow :

L’ÉMERGENCE DE LA GUINÉE EQUATORIALE.

Le modèle économique équato-guinéen, l’alternative géopolitique, le cœur du Nouveau Panafricanisme.

EODE-TV / EODE PRESS OFFICE

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