Convocata a Torino una sessione che dovrà decidere se c’è stata violazione dei diritti fondamentali delle comunità locali da parte del sistema delle grandi opere

Si è aperta stamattina a Torino la sessione del Tribunale permanente dei Popoli, l’organismo internazionale indipendente composto da esperti di tutti i continenti, dedicata alla violazione dei diritti fondamentali delle comunità locali da parte del sistema delle grandi opere, nello specifico il Tav in val di Susa.
I membri del tribunale affronteranno temi quali la partecipazione negata e la manipolazione dei dati; l’esclusione dei cittadini e delle istituzioni e la sostituzione del confronto con la repressione. “Proveremo che in Val Susa – dice Livio Pepino, del Controsservatorio Valsusa – le istituzioni hanno consapevolmente estromesso le popolazioni interessate, escludendo di fatto ogni procedura di informazione e confronto”. L’evento si concluderà domenica ad Almese, in val di Susa, con la lettura della sentenza, priva comunque di effetti giuridici.
“L’unità è sempre stata la forza della nostra lotta”, ha detto il leader del movimento No Tav, Alberto Perino, sentito dal Tribunale permanente dei Popoli. “Il Tav è un’opera che deve essere fatta a prescindere. Ci hanno perfino accusato di essere terroristi, e questo solo perchè ci opponiamo a un’opera devastante sotto tutti i punti di vista”.