Kurdistan: quando la storia presenta il conto

Vi sono situazioni di instabilità odierne che hanno origini molto, molto lontane nel tempo. Conoscere la storia per capire il presente.

Vi sono situazioni di instabilità odierne che hanno origini molto, molto lontane nel tempo. Se non ne comprendiamo profondamente la  e l’evoluzione, non riusciremo mai a venirne a capo
 
Una di queste è rappresentata dai Curdi e dal , lo stato che non è mai esistito.
 
Fra l’ottavo e il settimo millennio avanti Cristo una popolazione di nomadi (gli Hatti) dedita alla pastorizia e all’allevamento, le cui origini non sono note e che parlava una lingua non appartenente al ceppo indo-europeo, si insedia in quella che è l’Anatolia Centrale e Sud Orientale, oggi facente parte della Turchia. Il nome Anatolia significa infatti “terra degli Hatti”.
 
E’ degno di nota che il più antico centro abitato in muratura (città) oggi conosciuto è stato proprio edificato dagli Hatti e corrisponde al sito archeologico di Çatal Hüyük, a sud-est di Ankara.
Fra il 2.500 e il 1.700 a.C. il territorio degli Hatti fu interessato da migrazioni di popolazioni di origine indo-europea che culminò con l’arrivo degli Ittiti e la fondazione del loro impero che si stendeva sia sull’odierna Turchia centrale e orientale che su parte della Siria, dell’Iraq e dell’Iran. Gli Ittiti provenivano dalla  meridionale e riunificarono nel corso di vari secoli i diversi regni (città stato) di cui era costellata l’Anatolia.
 
Nell’espansione Ittita rimase famosa la battaglia di Qadesh combattuta contro gli egiziani del faraone Ramses II all’incirca nel 1.274 a.C.
 
Intorno al 1.170 a.C. l’ inizia a decadere e a frammentarsi (insediamenti neo-Ittiti sono rintracciabili in Siria, Cappadocia, Cilicia, Alto Eufrate) sotto gli attacchi dei cosiddetti “popoli del mare” (Achei, Filistei, Lici, ecc.) e a loro subentrano infine gli Assiri come grande potenza regionale. L’unificazione Assira si reggeva sul terrore verso i popoli sottomessi, ma caduto l’impero la costellazione di popoli forzatamente “federati” si disgregò. L’impero fu dapprima suddiviso fra i Medi e i Caldei, ma ben presto l’Anatolia divenne possesso dei Frigi e dei Lidi, entrambi popoli discendenti dagli Ittiti. Il più famoso e ultimo re dei Lidi fu Creso.
 
A partire dal 546 a.C. tutta l’Asia Minore cadde sotto il dominio persiano che durò fino al 330 a.C. a seguito della vittoria di Alessandro Magno su Dario III, ultimo imperatore achemenide.
Sotto i persiani il territorio dell’ex impero Ittita venne ripartito fra varie Satrapie (provincie): Lidia, Frigia, Cilicia, Cappadocia, Armenia, Siria e Assiria, corrispondenti agli attuali stati di Turchia, Siria, Iraq e Armenia.
 
Con la “Spartizione di Babilonia” nel 323 a.C. a seguito della morte di Alessandro, le provincie suddette furono assegnate ai suoi vari generali (diadochi). L’Asia Minore e la Siria toccarono ad Antigono  fino al 301 a.C., quando venne sconfitto dal diadoco Seleuco, fondatore dell’impero Seleucide.
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Con la battaglia di Magnesia (190 a.C.) combattuta fra Romani e Persiani (seleucidi), l’intera area passò sotto l’influenza romana sia diretta (nuove provincie annesse all’impero) che indiretta (stati cuscinetto), divenendo in seguito (II°- III° sec. d.C.) territorio conteso con i Parti, i nuovi conquistatori dell’ex impero persiano.
 
Il resto è storia relativamente recente: le conquiste arabe, la caduta dell’Impero Romano d’, l’avvento dell’Impero Ottomano in Turchia, l’espansionismo verso il Mar Nero e il Caspio dell’Impero zarista, con i territori curdi che passano di mano in mano svariate volte.
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In sintesi i Curdi, discendenti diretti degli Hatti, degli Ittiti e dei Medi, non hanno mai avuto pace fino ai giorni nostri e nessuno si è mai preso la briga di risolvere il loro problema di identità etnica. Abitanti sventurati di un “terra di mezzo” da millenni strategico crocevia di migrazioni bibliche, di scambi commerciali e culturali e di grandi conflitti di natura politico-egemonica, hanno dovuto da sempre soggiacere alla “legge del più forte del momento”.
 
Lettera di Antonio Alei.
Kurdistan: quando la storia presenta il contoultima modifica: 2015-10-23T21:27:55+02:00da davi-luciano
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