C’è lavoro e lavoro, tanto paga pantalone

Un lavoro oltre il cancello, riceviamo un documentato servizio di foto prese nella zona rossa da poco disponibile agli sguardi attenti dei No Tav, ed ecco le prime.

Il Prefetto rivede la cosiddetta “zona rossa”, – qui i documenti – un vincolo alla non percorribilità di alcune strade intorno al cantiere, “un’anomalia tutta italiana – ci dicono i No – la zona rossa è in piedi reiteratamente dal famoso giorno dello sgombero di 4 anni fa, un provvedimento che nella legge dell’ordine pubblico, il Tulps, è definita di urgenza ed in deroga alle leggi costituzionali, cioè puoi attuarla in caso ambientale o di sicurezza ma per definizione ha una durata temporale ristretta, non si può eliminare dalla sovranità popolare un territorio ed impedire al cittadino di proseguire con cancelli e quant’altro”.

guardrail6FOTO ARCHIVIO CAVEZZALE

Di fatto fino all’altro ieri, cioè il 30 settembre 2015, solo una parte viene rilasciata al pubblico, ma non per tutti uguale, solo chi viene identificato come  o possibile tale, anche solo in accompagnamento, viene scortato per tutto il suo andare nei terreni di proprietà e comunque solo dalle 8 della mattina alle 19 dello stesso giorno, per tutti i giorni della settimana è possibile accedervi. Il motivo di tale rilascio, viene spiegato forse dal fatto che il museo archeologico, unico in Italia per luogo, alla Maddalena di Chiomonte, era diventato da prima luogo di ricovero, poi accesso alle forze in divisa e poi, con il trasferimento altrove dei reperti storici, un non luogo di cultura.

guardrail5FOTO ARCHIVIO CAVEZZALE

Ma c’è forse un’altra spiegazione che ci viene segnalata dai No Tav, in quei luoghi si svolgono ancora oggi dei lavori, e se poco tempo fa (ne parlammo qui), scoperti da alcune foto, come lavori probabilmente abusivi, dato l’immediato smantellamento. Oggi con l’accesso libero, vengono segnalati altri lavori come “particolarmente onerosi per le saccocce dei contribuenti, tanto paga pantalone”, e in effetti, dalle foto ad oggi segnalateci, un presistente guard rail, pare sia usato come base da cementificare e seppellire per il probabile poi acquisto oneroso di un più nuovo guard rail in sostituzione.

guardrailI No Tav: “allora è per questo che non vogliono far andare noi a vedere cosa succede nel cantiere, altro che zone rosse, ok ci diamo disponibili e volontari per rilevare i dati delle centraline sulle polveri del cantiere e sui campioni di terra che vengono estratti, tutti volontari per ARPA, speriamo che il Prefetto sblocchi ancora qualcosa!!”. Comunque ci chiediamo dove sarà finito il vecchio guard rail.

Di Valsusa Report 9.10.15

C’è lavoro e lavoro, tanto paga pantaloneultima modifica: 2015-10-12T22:41:29+02:00da davi-luciano
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