Perugia, morto dopo lo scippo: il giudice scarcera il marocchino arrestato

Concessa licenza di uccidere

Il gip Lidia Brutti ha convalidato il fermo del 37enne ma lo ha scarcerato per «mancanza di gravità indiziaria» Il fermo del 37enne marocchino è stato convalidato, ma il giudice Lidia Brutti, contrariamente a quanto chiesto dal pubblico ministero Valentina Manuali, ha rimesso in libertà Nabil Maaloul, ritenuto dalla procura di Perugia e dai carabinieri il responsabile dello scippo ai danni del 72enne Loredano Maranini, morto dopo una notte di agonia per essere stato sbattuto violentemente a terra. La decisione del giudice, che non ha accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere per mancanza di gravità indiziaria, è arrivata giovedì in tarda serata dopo l’udienza di convalida della mattina nel carcere di Capanne. In particolare, scrive il gip, «il quadro indiziario originario risulta gravemente inficiato dagli elementi in seguito emersi a favore dell’indagato, a fronte dei quali gli informali riconoscimenti effettuati dai testimoni oculari (con modalità a dir poco irrituali) non mostrano capacità di resistenza».

Alibi inattaccabile Maaloul infatti è stato arrestato domenica sera nell’immediatezza dei fatti perché, è stato spiegato dagli inquirenti, tre testimoni oculari dello scippo, lo avevano riconosciuto in caserma. Il gip Brutti però sottolinea che i tre testimoni hanno reso «descrizioni dell’abbigliamento non collimanti, a dimostrazione che non conservassero un’immagine precisa e attendibile dell’aggressore. Infine – evidenzia il giudice – solo uno di loro ha affermato con una certa sicurezza di avere riconosciuto anche i tratti del volto, mentre gli altri due hanno fatto leva prevalentemente sulla asserita corrispondenza dell’abbigliamento. Di contro, gli elementi alla base dell’alibi sono, allo stato, di solidità inattaccabile». La versione dell’indagato E questi elementi solidi sono ad esempio le celle telefoniche agganciate dal cellulare del pusher 37enne che ha corretto in corsa il suo alibi spiegando questo comportamento con l’esigenza di non far sapere alla compagna che ancora vedeva la sua precedente fidanzata. Infatti, in un primo momento aveva detto di essere stato tutto il pomeriggio al bar Modugno di Elce a vedere la partita, solo dopo ha spiegato che invece dopo la fine del primo tempo era stato con una donna. Fatto confermato anche dalla donna e da un’amica di lei. Celle telefoniche E a supporto di queste sue affermazioni sembrano esserci le celle telefoniche, le testimonianze dei dipendenti del bar di Elce. In particolare, ricostruisce il gip, il telefono di Maaloul aggancia alle 15.57 la cella di Borghetto di Prepo,«E’ indubbio – spiega il giudice Brutti – che tale ubicazione non è distante dalla zona dove è stato consumato il reato ( a circa un chilometro e mezzo di strada). Tuttavia la pg evidenzia nella medesima annotazione che la cella ha un irraggiamento molto ampio che potrebbe servire anche via Annibale Vecchi dove è il bar». Per il giudice quindi il dato è «piuttosto ambiguo», anche se probabilmente passibile di ulteriori approfondimenti. Inoltre, poco dopo, alle 16.14 il cellulare di Maaloul aggancia, insieme a quello della sua amica, la cella di San Marco. Non avrebbe avuto il tempo E il gip previene quella che poteva essere verosimilmente un’obiezione dell’accusa. E cioè che Maaloul, difeso dagli avvocati Donatella Panzarola e Cristian Giorni, aveva il tempo di andare e tornare visto che lo scippo è avvenuto alle 15. 50 circa. Lo fa scrivendo che «il dato delle celle avvalora che Maaloul alle 16.14 si trovava nella zona di Elce, da cui non poteva essersi allontanato prima delle 15.50, posto che tre testimoni disinteressati lo collocano a quell’ora in quel luogo». Insomma, per il gip,«i tempi sono troppo stretti» perché Maaloul possa essersi allontanato dal bar, per andare fino a via della Pallotta, individuare una vittima, agire e tornare a Elce entro le 16.14. Considerando poi che Maaloul non ha la patente e non ha mezzi con cui spostarsi, tanto che poco dopo in caserma per l’obbligo di firma lo porta un conoscente. E’ un pusher non ha bisogno di scippare Inoltre, scrive ancora il gip Brutti, «Maaloul è uno spacciatore di un certo calibro, con un curriculum criminale in materia di stupefacenti di tutto rispetto. Ha ammesso di spacciare tuttora, ricavando da tale attività il necessario per vivere. L’evento criminoso per il quale si procede è proprio piuttosto , di una criminalità di tipo marginale, determinata da motivi di immediato bisogno materiale al cui paradigma l’indagato non sembra corrispondere». –

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Perugia, morto dopo lo scippo: il giudice scarcera il marocchino arrestatoultima modifica: 2015-10-11T20:42:53+02:00da davi-luciano
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