Nato chiede alla Russia di interrompere i raid. Sta uccidendo tutti i terroristi

 Riscatto Nazionale

RISCATTO NAZIONALE

Riprendiamoci la nostra patri

Arriva l’aut aut alla Russia della Nato che chiede a Mosca in toni abbastanza perentori « l’immediata cessazione degli attacchi contro l’opposizione siriana ed i civili» ed esprime «forte protesta» e «condanna» per la violazione dello spazio aereo turco e dell’Alleanza. Con una dichiarazione ultimativa ilConsiglio Atlantico straordinario parla di «estrema pericolosità di un tale comportamento» facendo intendere che la Nato non sembra più disposta a tollerare le operazioni di Mosca che colpiscono le forze di opposizione e anche i civili.
Gli alleati, è scritto nella dichiarazione resa pubblica, hanno espresso la loro «profonda preoccupazione per il rafforzamento militare russo in Siria» e «specialmente per gli attacchi dell’aviazione russa su HamaHoms eIdlib» che hanno fatto vittime civili e «non hanno mirato l’Isis».

Perciò il Consiglio Atlantico chiede alla Russia «di fermare immediatamente i suoi attacchi sull’opposizione e sui civili siriani per concentrare i suoi sforzi nel combattere l’Isis e promuovere la soluzione del conflitto attraverso una transizione politica».

Secondo il Consiglio Atlantico, tenuto a livello di rappresentanti permanenti e convocato dalsegretario generale dopo la visita del ministro degli esteri turco, «le azioni militari russe hanno raggiunto un livello di maggiore pericolosità» con le violazioni dello spazio aereo turco del 3 e 4 ottobre, da parte di un SU-30 ed un Su-24 russi che «sono entrati nello spazio aereo russo nonostante i chiari, puntuali e ripetuti avvertimenti» delle autorità turche e che ne sono usciti solo dopo essere stati «avvicinati» dai caccia turchi. Gli alleati quindi «protestano con forza contro questeviolazioni dello spazio aereo turco, condannano queste intrusioni e le violazioni dello spazio aereo della Nato», quindi chiedono alla Russia di «desistere» e, ricordando che «l’Alleanza è indivisibile», affermano «forte solidarietà» alla Turchia e assicurano che la Nato «continuerà a seguire molto da vicino gli sviluppi alla frontiera sud-orientale».

Da secolo d’Italia

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Vittorio Feltri: “Renzi ha pagato i terroristi”

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infosannio

informazione quotidiana indipendente

Pubblicato su 6 ottobre 2015 da 

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(Vittorio Feltri per il Giornale) – Notizia sconfortante per i contribuenti italiani. Lo Stato, zitto zitto, ha sborsato undici milioni di euro per pagare il riscatto delle due cooperanti (brutta parola che significa poi volontarie) rapite lo scorso anno in Siria, dove si erano recate per il piacere di aiutare il popolo afflitto dai disagi della guerra, incuranti del rischio concreto di dare una mano a chi la fomenta.

Le trattative per riportare a casa le due incoscienti fanciulle – Greta Ramelli e Vanessa Marzullo – furono lunghe ed estenuanti, finché venne trovato un accordo. I cui termini però rimasero segreti. E ora si comprende perché. La cifra sganciata ai sequestratori era sensazionale. Ripetiamo: undici milioni di euro.

Uno scandalo se si pensa che la somma è stata prelevata dalle casse pubbliche, cioè soldi dei cittadini dati ad assassini. Ovvio che i responsabili del negoziato si fossero impegnati a fondo affinché non trapelasse il costo dell’ operazione. Della cosa in effetti non si sarebbe mai saputo nulla se non fosse stato il Tribunale islamico a spifferare tutto.

Nell’ apprendere la quantità di quattrini versati per liberare le ragazze, abbiamo avuto un mancamento. Come è possibile che l’ Italia abbia sostenuto una spesa simile a causa dell’ imprudenza di cooperatrici partite all’ avventura per motivi mai accertati?

Spirito umanitario, follia, desiderio di scoprire terre rese affascinanti dalle tribolazioni di chi ci vive? Sia come sia, prima di intraprendere un viaggio del genere, pieno di insidie (insegnano numerosi precedenti) sarebbe stato opportuno, e sarebbe ancora opportuno, avere il permesso delle autorità, cui correrebbe l’ obbligo di avvertire che in caso di sequestro lo Stato non è tenuto ad intervenire.

Nulla di tutto ciò. Greta e Vanessa sono state salvate. Meglio così. Ma non si capisce perché tocchi sempre a noi, in queste circostanze, mettere mano al portafoglio. La questione presenta anche un aspetto quasi ridicolo. Il prezzo imposto dai «signori della guerra» per restituirci le volontarie supera di gran lunga le tariffe complessive delle cosiddette olgettine, l’ attività delle quali non è costata un centesimo agli italiani: a retribuirle provvedeva di tasca propria un signore abbiente.

E non lo faceva per comprare il loro silenzio sul bunga bunga, giacché anche se avessero parlato non ci sarebbero state conseguenze di alcun tipo, visto che la Cassazione ha riconosciuto che se nel gruppo c’ era una minorenne nessuno poteva esserne al corrente.

Infatti chiunque vada a mignotte non chiede «quanti anni hai?» bensì «quanto vuoi?». L’accostamento delle cooperanti alle olgettine non è arbitrario: serve a dimostrare con logica cartesiana che è moralmente più accettabile dare via la roba propria per guadagnare che non andare via dal proprio Paese e, al fine di tornarci, gravare per undici milioni (regalati ai terroristi che uccidono) sul bilancio dei connazionali, già martoriati da un fisco crudele e opprimente. Non andate in Siria ma andate a farvi benedire.

E ci vada pure il governo che a suo tempo mentì: negò di avere sganciato anche una sola palanca per restituire ai genitori Greta e Vanessa. Era il 16 gennaio 2015 quando il ministro degli Esteri, Gentiloni, affermò il falso. Attendiamo le sue dimissioni. Che non verranno perché le bugie fanno parte del programma di Palazzo Chigi.

Tav, se le terre inquinate sono “pulite” facciamoci un orto per politici e imprenditori

Date:05 ottobre 2015fresa

Sorpresa. Le terre di scavo del tunnel dell’Alta velocità ferroviaria inquinate da oli, schiume, lubrificanti e schifezze varie, sono sostanzialmente – udite, udite – biodegradabili. Il Cnr di Roma ha infatti licenziato una relazione, chiesta dalla committenza dei lavori, in cui si afferma che ci vogliono solo 28 giorni per cancellare ogni traccia di additivo dalle terre scavate con la megafresa sotto Firenze. Ora la palla passa al Ministero dell’Ambiente che, dopo il blocco derivato dall’inchiesta giudiziaria sulle commistioni tra cooperative, camorra e Partito democratico, dovrà classificare questi scarti della lavorazione.

I test del Cnr sono stati compiuti nella capitale dallo staff guidato da Enrico Brugnoli, direttore del dipartimento di Scienze del sistema terra e tecnologia dell’ambiente. Nella relazione finale si afferma come il modello di analisi preveda controlli ogni sette giorni. Al settimo, al quattordicesimo e al ventunesimo le terre fiorentine erano inquinate. Dopo un mese linde come il sedere di un neonato appena lavato, salvo, afferma Brugnoli, “tracce assolutamente insignificanti” degli additivi usati per scavare.

Da parte nostra avanziamo due piccole proposte. Che la giuria del Nobel tenga conto in futuro di queste evidenze nell’assegnazione dell’ambito premio (anche se oggi in realtà è stato dato a tre scienziati che studiano i “parassiti”) e che con le “terre pulite” si predisponga un orto, dei cui ortaggi si dovrà nutrire d’ora in poi tutta la classe politica, economica e sindacale che sostiene acriticamente il progetto del tunnel sotto Firenze. (RC)

Via la “zona rossa” a Chiomonte?

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VALSUSA NOTIZIE

Voci dalla Val Susa

Inserito il 5 ottobre 2015

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di Leonardo Capella lunedì 5 ottobre 2015

Dal primo ottobre per il cantiere di Chiomonte viene reiterata l’ordinanza del Prefetto di Torino, Paola Basilone, che modifica lievemente la situazione preesistente.

Alcuni leggono in questa modifica la soppressione di quella che è definita “zona rossa”. Altri, come la consigliera regionale Francesca Frediani (M5S) lo definisce come un espediente, infatti dichiara: “Si tratta solo di un espediente per ottenere altri fondi. La cancellazione della zona rossa al cantiere di Chiomonte (TO) potrebbe infatti essere collegata alla ripresa del progetto Arcus, relativo al rilancio del museo e dell’area archeologica della Maddalena”.

La modifica, a quanto si legge sull’ordinanza, riguarda il mantenuto il divieto di circolazione sulla via dell’Avanà di Chiomonte, dalla Centrale Elettrica sino al piazzale del museo archeologico, dalle ore 19.00 alle ore 8.00 di ogni giorno. Dunque nella fascia oraria diurna, dalle 8.00 alle 19.00 l’accesso resterebbe consentito. A placare le ipotesi di apertura è l’ultima frase che restringe agli aventi diritto l’accesso.

Riportiamo di seguito l’ordinanza integrale:

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8.00 di ogni giorno;