Caso Vw: la frode al mercato e gli 8 milioni di morti per inquinamento dell’aria

Quindi l’inquinamento in Europa e tutti i suoi morti sono da imputarsi a VOLKSWAGEN? Tutte le altre auto che emettono inquinanti a norma di legge siccome sono a norma di legge NON UCCIDONO?!?!?!

Strano che siano sicuri che tutti questi morti siano di Volkswagen, perché quando c’è da provare le correlazioni tra tumori e ACCIAIERIE, INCENERITORI, CEMENTIFICI, CELLULARI, FABBRICHE CHIMICHE ETC a questi enti SFUGGONO MOLTI DATI, e non sono in grado di provare nulla.

Una parodia che circola sui social della celebre campagnia pubblcitaria “Das Auto” di Volkswagen di WALTER GALBIATI

24 settembre 2015

Non è vero che gli Stati Uniti hanno finalmente scoperto che le auto inquinano. O meglio che l’Auto, quella con la A maiuscola, la tedesca “Das Auto”, trasformata dai social in “Gas Auto”, immette nell’atmosfera sostanze dannose per gli esseri umani. In realtà che quel 2% di veicoli diesel che circolano sulle strade Usa inquinino anche più di quello che avrebbero dovuto non interessa molto. Gli Stati Uniti, del resto, sono quel Paese che si è tranquillamente dimenticato per anni che potesse esistere un protocollo di Kyoto sulle emissioni dei gas serra. Lo scandalo per gli Stati Uniti è come sempre e solo strettamente finanziario. Non è ammissibile che un’azienda, spocchiosamente tedesca, quotata e leader mondiale possa dire una bugia a chi investe dei soldi.

Che i motori diesel (o benzina è lo stesso) provochino cancri, patologie cardiache e respiratorie è un “di cui” su cui si può tranquillamente soprassedere. Il commento del più americano degli economisti italiani non lascia ombra di dubbio: “In caso pensassimo le frodi come un patrimonio esclusivo del settore finanziario, il caso Volkswagen ci costringe a ricrederci: il problema è molto più grave e diffuso”. Per Luigi Zingales la bugia del produttore tedesco è giustamente “un crimine”.
E va oltre quando scomoda addirittura Milton Friedman citando per intero un pensiero del collega spesso riportato monco: “l’unica responsabilità sociale di un’impresa è di fare profitti. In pochi rammentano – aggiunge Zingales – che la frase non finiva lì. Con lungimiranza Friedman aggiungeva ‘fintanto che (un’impresa) rimane all’interno delle regole del gioco, vale a dire, si impegna in una concorrenza aperta e libera senza inganno o frode’”. Per Zingales, la lezione del caso Volkswagen deve essere l’occasione per chi insegna nelle business school di iniziare a educare al dovere di rispettare le regole. E tanto meglio se queste sono poche. La sua conclusione è lapidaria: “Se il caso Volkswagen producesse questo cambiamento, i morti che l’eccesso di emissioni di ossido di azoto produrrà non saranno morti invano”.
 
Purtroppo però finché si pensa che l’unico dovere sociale delle imprese è fare profitti rispettando le regole è difficile pensare che il caso Volkswagen possa insegnare oltre al rispetto delle norme anche e soprattutto quello dell’ambiente e della salute. Per imparare a seguire le regole non servono le business school, bastano le scuole primarie. E i morti per l’inquinamento non devono essere considerati dei martiri immolatisi sull’altare del libero mercato e del suo buon funzionamento. Secondo il rapporto 2014 dell’Organizzazione mondiale della Sanità, l’aria malsana ha causato quasi 8 milioni di decessi. E tutti gli 8 milioni, senza andare alle business school, sapevano che i gas degli scarichi delle auto (emessi più o meno al di sopra delle soglie limite) erano nocivi per la loro salute. http://www.repubblica.it/economia/2015/09/24/news/caso_vw_la_frode_al_mercato_e_gli_8_milioni_di_morti_per_inquinamento_dell_aria-123604141/?ref=HREA-1

Caso Vw: la frode al mercato e gli 8 milioni di morti per inquinamento dell’ariaultima modifica: 2015-09-27T14:11:24+02:00da davi-luciano
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